Le relazioni economiche italo-tedesche sono molto forti nonostante le sfide in ambito geopolitico ed economico, anche legate al periodo di difficoltà che sta affrontando l’economia tedesca e che mettono alla prova le relazioni tra paesi. Infatti, secondo i dati pubblicati da Infomercatiesteri e da Destatis (Statistisches Bundesamt), la Germania si conferma il primo partner commerciale dell’Italia sia in relazione all’import che all’export. Se consideriamo invece il punto di vista tedesco, l’Italia si colloca al sesto posto per le esportazioni e al quinto posto per le importazioni.
Andamento interscambio italo-tedesco
Nel primo semestre del 2024, l’Italia ha esportato beni per oltre 36 miliardi di euro verso la Germania: questo dato è in calo del 6,7% rispetto allo stesso periodo del 2023. Tuttavia, tra il 2021 e 2022 si è registrata una forte crescita delle esportazioni italiane in Germania, grazie alla spinta post-pandemica.
L’Italia ha poi importato oltre 43 miliardi di euro di beni/servizi dalla Germania: questo dato è in calo del 7,9% rispetto al primo semestre del 2023. Dopo il periodo della pandemia si è registrata una forte crescita. Nel 2023, invece, il volume delle importazioni ha subito una lieve frenata, registrando un calo del –0,1%.
L’andamento complessivo dell’economia è stato influenzato negativamente da prezzi elevati che hanno frenato la congiuntura su diversi livelli economici. Le condizioni finanziarie sfavorevoli, dovute all’aumento dei tassi di interesse e a una minore domanda sia interna che estera, hanno contribuito a questa tendenza. Nonostante un recupero rispetto all’anno pandemico del 2020, il PIL del 2023 ha registrato comunque un aumento dello 0,7% rispetto al 2019, l’anno precedente alla pandemia.
L’incognita congiunturale tedesca
Tuttavia, il periodo di debolezza dell’economia tedesca persiste nel 2024, che continua a registrare leggeri cali in percentuale del PIL, come evidenziato nelle statistiche pubblicate da Destatis.
È notizia recentissima, diffusa da Hcob, che elabora gli indici Pmi per conto di S&PGlobal, che in Germania è "in corso una recessione tecnica".
Secondo Cyrus de la Rubia, capo economista di Hcob, la stima del Pil per il trimestre in corso (luglio-settembre), che considera il Pmi Hcob tra gli altri indicatori, vede una diminuzione dello 0,2% rispetto al trimestre precedente (aprile-giugno), dopo che già nel secondo trimestre il Pil si è ridotto ad un tasso dello 0,1%".
Nonostante il trend in calo e contrariamente alle aspettative, l'economia tedesca è cresciuta nel terzo trimestre, spinta alle spese in crescita dei consumatori tedeschi. Ciò nonostante, gli esperti non vedono ancora un'inversione di tendenza. L'economia tedesca è cresciuta sorprendentemente nel terzo trimestre. Il prodotto interno lordo (PIL) è cresciuto dello 0,2% tra luglio e settembre rispetto al trimestre precedente, secondo la prima stima dell'Ufficio federale di statistica. Secondo le previsioni, doveva verificarsi un calo dello 0,1%.
Italia e Germania hanno vissuto momenti di crisi che hanno colpito negativamente il settore finanziario, a partire dalla pandemia sino all’attuale conflitto russo-ucraino e alla conseguente crisi energetica, che conferma ulteriormente la necessità di una transizione. Per questo motivo, diventa sempre più urgente dirigere i flussi finanziari verso la transizione energetica, che richiede grandi costi economici: è stato stimato che a livello comunitario saranno necessari 1,5 trilioni di euro all’anno per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050. L’obiettivo comune della carbon neutrality entro il 2050 e i cambiamenti annessi a livello sistemico rappresenta una sfida per i due Paesi. Quale potrebbe essere un piano d’azione comune possibile?
Nonostante i piani di ripresa a livello nazionale ed europeo, i due governi stanno avendo difficoltà a garantire un finanziamento a lungo termine per il processo di transizione tramite investimenti in progetti green. In Germania, secondo ricerche della Bundesbank, sono necessari oltre 120 miliardi di euro in finanziamenti l’anno entro il 2030 per la transizione, mentre in Italia secondo una ricerca di ECCO Think Tank, gli investimenti necessari sarebbero anche maggiori: si parla di un range compreso tra 122 e i 134 miliardi di euro l’anno entro il 2030. In merito agli investimenti necessari per la transizione, da un lato sono presenti le difficoltà causate dal blocco da parte dalla Corte costituzionale Federale dei fondi stanziati dal governo per il clima, che miravano a una modernizzazione più sostenibile delle infrastrutture e degli impianti di produzione. La compagine italiana si presenta ancora fragile, con tassi di crescita della produttività e di investimenti bassi e costi di finanziamento sempre più alti. Quali sono le soluzioni possibili?
La collaborazione tra il settore pubblico e privato La transizione energetica richiede ingenti investimenti, rendendo indispensabile non solo la mobilitazione di capitale privato, ma anche una stretta collaborazione tra attori pubblici e privati per raccogliere i fondi necessari al suo finanziamento. Gli enti pubblici svolgono un ruolo cruciale nell'intervento normativo, creando condizioni favorevoli per ridurre i rischi a carico degli investitori. Due strumenti chiave che esemplificano questa sinergia sono il fondo tedesco per la transizione energetica e i green bonds.
Il fondo tedesco per la transizione energetica integra diversi strumenti finanziari e rafforza il capitale proprio delle aziende senza alterarne permanentemente la struttura proprietaria. Pur essendo un'iniziativa privata, è sostenuto da garanzie statali, che attraverso meccanismi di derisking, riducono i rischi per gli investitori. Un altro strumento strategico disponibile anche in Italia per il finanziamento della transizione sono i green bonds, titoli emessi da enti pubblici che le aziende private possono utilizzare per finanziare progetti sostenibili.
Oltre alla collaborazione tra pubblico e privato, è fondamentale promuovere una cooperazione internazionale per accelerare la transizione energetica. Questa cooperazione facilita la definizione di strategie di finanziamento comuni, lo scambio di informazioni e la creazione di standard condivisi per la certificazione vincolante dei green bonds. Nel contesto europeo, la collaborazione tra Italia e Germania è particolarmente strategica, grazie all'integrazione delle rispettive economie e ai progetti già avviati nel settore delle energie rinnovabili.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania [2])
Collegamenti
[1] https://www.assocamerestero.it/notizie/%3Ffield_notizia_categoria_tid%3D1122
[2] https://www.assocamerestero.it/ccie/camera-commercio-italiana-germania