L'energia eolica offshore si riferisce alla produzione di elettricità attraverso turbine posizionate in mare, sfruttando la forza del vento per generare energia pulita e rinnovabile. L'elettricità prodotta viene trasmessa tramite cavi sottomarini a sottostazioni terrestri, dove viene integrata nella rete elettrica nazionale. Questo tipo di energia rappresenta una soluzione efficace per diversificare il mix energetico dell'Australia e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.
L'Australia sta affrontando una transizione energetica significativa, con la progressiva dismissione delle centrali a carbone e la necessità di fonti energetiche affidabili, sostenibili e a basso costo. Grazie alle eccezionali risorse eoliche del paese, le turbine offshore rappresentano una soluzione ideale, generando più energia rispetto a quelle onshore e garantendo una maggiore efficienza grazie a venti più costanti e potenti.
Un singolo progetto eolico offshore può produrre tra 1,5 e 2 gigawatt di energia, contribuendo in modo significativo alla stabilità della rete elettrica nazionale. Per fare un confronto, la più grande centrale a carbone australiana, la Eraring Power Station, che sta per chiudere, ha una capacità di 2,9 GW e fornisce circa il 25% del fabbisogno energetico del New South Wales. L'Australia dispone già di sei aree designate per lo sviluppo dell'eolico offshore nelle acque comuni, situate al largo di Victoria, New South Wales, Australia Occidentale e Tasmania. Queste aree hanno il potenziale per generare un'enorme quantità di energia rinnovabile, contribuendo all'obiettivo del paese di diventare una superpotenza nell’energia pulita
Numerosi sviluppatori internazionali e investitori stanno mostrando interesse per l'Australia grazie a un quadro normativo favorevole e a un contesto di investimento solido. L'industria eolica offshore richiede un'ampia gamma di competenze e tecnologie avanzate, generando opportunità significative per l'innovazione e la crescita industriale locale. Un singolo progetto eolico offshore da 2 GW può richiedere investimenti tra gli 8 e i 10 miliardi di dollari, creando circa 1.200 posti di lavoro durante la fase di costruzione e 600 posti permanenti per la manutenzione e l'operatività. Questo settore favorisce lo sviluppo di nuove competenze professionali e offre opportunità di formazione per ingegneri, tecnici specializzati, manager di progetto e professionisti delle energie rinnovabili.
L'Australia richiede inoltre che i progetti dimostrino il loro impegno nell’utilizzo di materiali e componenti prodotti localmente, incentivando la crescita dell’industria manifatturiera nazionale e garantendo benefici economici alle comunità costiere.
L'espansione dell'energia eolica offshore è cruciale per la lotta al cambiamento climatico e per il raggiungimento dell'obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050. Il governo australiano ha implementato un quadro normativo rigoroso per garantire la protezione ambientale e la coesistenza con le altre attività marine, come la pesca e la navigazione commerciale.
Le normative ambientali australiane richiedono una valutazione dettagliata degli impatti ecologici di ogni progetto offshore. Gli sviluppatori devono collaborare con le comunità locali e le popolazioni indigene per garantire che i progetti rispettino le esigenze ambientali e culturali del territorio. Inoltre, esperienze in Europa e nel Regno Unito dimostrano che le turbine offshore possono coesistere con altre industrie marine, creando opportunità di diversificazione economica.
L'Australia sta collaborando con partner internazionali attraverso accordi bilaterali e forum multilaterali per promuovere la crescita dell'energia eolica offshore. Il paese è membro della Global Offshore Wind Alliance, un'iniziativa che mira a rafforzare la cooperazione globale per lo sviluppo di progetti eolici in mare aperto. Inoltre, il governo australiano lavora con stati e territori attraverso il Consiglio Ministeriale per l’Energia e il Cambiamento Climatico per coordinare le politiche a livello nazionale. L'industria eolica offshore rappresenta un'opportunità strategica per gli investitori italiani interessati a entrare in un mercato in forte espansione, contribuendo alla transizione energetica dell'Australia e alla crescita di un settore innovativo e sostenibile. Grazie all'esperienza maturata dalle aziende italiane nel settore delle energie rinnovabili e delle infrastrutture, l'Australia rappresenta un'opportunità concreta per nuove collaborazioni e investimenti tecnologici di lungo termine.
L'industria eolica offshore australiana è destinata a crescere rapidamente nei prossimi anni, offrendo opportunità senza precedenti per imprese, lavoratori e investitori pronti a partecipare alla trasformazione energetica del paese.
Per ulteriori informazioni: https://www.dcceew.gov.au/energy/renewable/offshore-wind/building-offshore-wind-industry [2]
Il Dipartimento australiano dell’Agricoltura, Pesca e Foreste ha notificato un importante aggiornamento che riguarda le importazioni dall’Italia.
Il 23 giugno 2025 è stato segnalato un focolaio di Lumpy Skin Disease (LSD) in Italia. Di conseguenza, l’Italia non è più considerata un Paese ufficialmente indenne da questa malattia.
Questo cambiamento ha immediate ripercussioni sulle importazioni in Australia, in particolare per:
L’Italia è stata rimossa dall’elenco dei Paesi approvati per l’importazione di questi prodotti, e il Dipartimento australiano sta aggiornando le condizioni sanitarie previste per i permessi di importazione.
Chi è già in possesso di un permesso valido per importare prodotti italiani interessati da queste misure riceverà a breve una comunicazione diretta dal Dipartimento con ulteriori istruzioni. Anche le merci attualmente in viaggio saranno valutate caso per caso, e potranno essere sdoganate solo se sarà garantita una gestione adeguata del rischio sanitario.
È importante:
Questo aggiornamento rappresenta un passaggio delicato per l’export italiano in Australia, soprattutto nel settore lattiero-caseario e veterinario. Si consiglia di agire tempestivamente per evitare blocchi o ritardi nelle spedizioni.
Il New South Wales (NSW) è oggi riconosciuto come uno dei principali poli per la salute e le scienze della vita dell’intera regione Asia-Pacifico. Con un ecosistema solido e interconnesso, che unisce centri di ricerca all’avanguardia, grandi ospedali, università di prestigio e startup innovative, il settore rappresenta un’opportunità concreta per collaborazioni internazionali e investimenti.NSW ospita oltre il 55% delle aziende australiane attive nel biotech e medtech, più di 50 aziende farmaceutiche e più di 500 imprese tecnologiche nel settore medico. Il governo statale ha investito significativamente per sviluppare distretti di innovazione sanitaria in grado di attrarre capitali, talento e progetti globali.
Tra questi:
Westmead Health & Innovation District: con 4 ospedali, 5 centri di ricerca e una rete di infrastrutture universitarie e sanitarie, è destinato a diventare uno dei principali centri di eccellenza medica del mondo.
Randwick Health & Innovation Precinct: una collaborazione tra il governo e l’Università del New South Wales (UNSW) focalizzata su neuroscienze, oncologia, robotica clinica e salute mentale.
Cicada Innovations: incubatore di startup deep-tech che sostiene aziende emergenti nei settori della biotecnologia, diagnostica molecolare e radiofarmaceutica.
Il settore si regge anche su una base accademica solida, con università come UNSW e University of Sydney classificate tra le migliori al mondo per ricerca clinica e bioscienze. Queste istituzioni non solo formano la futura generazione di scienziati e medici, ma collaborano attivamente con l’industria per lo sviluppo di nuove tecnologie, terapie e farmaci.
Dall’ingegneria biomedica alla genomica, dalla medicina personalizzata alla salute digitale, il NSW offre un ambiente dinamico e altamente competitivo, ideale per chi vuole fare impresa, ricerca o investimenti nel settore della salute.
Le imprese italiane, in particolare nei settori biomedicale, farmaceutico, dispositivi medici, digital health e ricerca clinica, possono trarre grande vantaggio da questo contesto:
Collaborazioni scientifiche e industriali: Le università di Sydney, UNSW e UTS sono aperte a partnership internazionali in R&S. Le aziende italiane possono collaborare su progetti di ricerca, trial clinici o sviluppo congiunto di tecnologie.
Accesso a bandi e programmi di incentivazione: Il governo del NSW e l’Australia in generale offrono grant competitivi e incentivi fiscali per attività R&D, investimenti in innovazione e progetti di trasferimento tecnologico. Le aziende italiane con filiali o partner locali possono accedervi.
Espansione commerciale: Grazie all’alta concentrazione di ospedali, centri di ricerca e cliniche private, NSW rappresenta un mercato interessante per la commercializzazione di tecnologie sanitarie avanzate, soprattutto per prodotti di nicchia ad alto contenuto tecnologico o personalizzato.
Ingresso facilitato nel mercato Asia-Pacifico: Stabilire una presenza in NSW consente di sfruttare l’Australia come piattaforma per accedere a mercati come Giappone, Singapore, Corea del Sud e Sud-Est asiatico, dove la domanda di soluzioni sanitarie innovative è in forte crescita.
Le aziende interessate possono:Partecipare a missioni commerciali e delegazioni italiane nel settore health & life sciences; Stabilire contatti con gli Innovation Districts o università australiane; Collaborare con enti come Investment NSW o la Camera di Commercio Italiana per mappare opportunità e bandi; Valutare la costituzione di joint ventures o filiali locali, anche attraverso strumenti di internazionalizzazione supportati da SIMEST, SACE o bandi regionali italiani.
Il New South Wales (NSW) si conferma uno degli hub più strategici in Australia per il settore della difesa e dell’aerospazio. Grazie alla presenza della più ampia infrastruttura militare del Paese, con oltre 80 strutture e 21 basi operative, NSW è al centro dello sviluppo industriale legato alla sicurezza nazionale. Il governo statale ha messo in atto politiche mirate a sostenere la crescita del settore, con investimenti in ricerca, formazione, infrastrutture e integrazione delle PMI nella catena di fornitura.
La regione eccelle in particolare nella manifattura avanzata, nella cantieristica navale, nella manutenzione di aeromobili e nella produzione di componenti ad alta tecnologia. Le imprese locali possono contare su una rete consolidata di fornitori, università, centri di ricerca e grandi contractor della difesa.
Per favorire la crescita industriale e l’accesso alle opportunità legate ai grandi programmi militari, il governo ha attivato iniziative come i Regional Defence Networks, pensate per mettere in contatto imprese, enti pubblici e prime contractor. La Hunter Region, ad esempio, è sede di una task force dedicata a sostenere le imprese locali nel diventare “defence-ready” e partecipare a bandi pubblici o partnership con le forze armate e l’industria.
Le aziende italiane possono trarre vantaggio da questo ecosistema dinamico attraverso diverse modalità. In primo luogo, è possibile entrare nella supply chain delle principali aziende australiane della difesa – come Thales Australia, Raytheon, BAE Systems – offrendo componentistica, tecnologie di automazione, elettronica di precisione, cybersecurity e soluzioni dual-use. Sono particolarmente richieste competenze su droni, intelligenza artificiale, sensori avanzati, sistemi autonomi e manutenzione predittiva.
Dal punto di vista finanziario, il governo australiano mette a disposizione strumenti come il Defence Industry Development Grants Program (DIDG), dedicato a PMI che investono in tecnologie sovrane e capacità industriali. Inoltre, tramite Investment NSW e Austrade, le imprese italiane possono accedere a progetti cofinanziati, programmi di export e joint venture tecnologiche. Anche iniziative bilaterali, come il programma Australia-UK Defence Export, possono facilitare l’ingresso delle aziende italiane sul mercato.
Gli eventi fieristici, come Land Forces Expo e Avalon Airshow, rappresentano momenti chiave per entrare in contatto con partner, buyer e decisori strategici. Il governo del NSW supporta la presenza internazionale con spazi espositivi, networking strutturato e promozione delle competenze locali e straniere.
Un’altra via da considerare è l’espansione industriale diretta. Aprire una filiale o una joint venture in NSW consente alle aziende italiane di accedere a incentivi, semplificazioni normative e progetti strategici ad alto valore. Progetti con investimenti superiori a 1 miliardo di dollari AUD ricevono assistenza prioritaria tramite la nuova Investment Delivery Authority.
Infine, il coinvolgimento nei cluster regionali come quelli della Hunter Region o l’area di Orchard Hills consente un’integrazione immediata nelle dinamiche produttive locali, sfruttando infrastrutture esistenti e opportunità di crescita condivisa.
Il New South Wales non è solo Sydney. Le aree regionali del NSW offrono un ambiente fertile per gli investimenti, grazie a politiche di sviluppo attive, incentivi pubblici e settori industriali in crescita. Con oltre 3 milioni di abitanti e un PIL regionale in espansione, le zone regionali rappresentano una parte fondamentale dell’economia statale.
Il governo del NSW, attraverso la piattaforma Invest Regional NSW, promuove opportunità concrete in settori strategici come agritech, energia rinnovabile, manifattura avanzata, turismo, tecnologie alimentari, logistica e salute. Gli investitori possono contare su una rete di infrastrutture ben sviluppata, forza lavoro qualificata, costi operativi competitivi e il supporto diretto delle agenzie locali per facilitare l’insediamento di nuove attività.
Le principali regioni attrattive includono l’Hunter Valley, il Central West, Illawarra-Shoalhaven, la Riverina, il Northern Rivers e il Far West. Ognuna di queste aree presenta specificità settoriali e offre accesso a fondi regionali, terreni industriali, zone a vocazione produttiva e partnership con enti di formazione e ricerca.
Per le aziende italiane, le regioni del NSW rappresentano una valida alternativa a Sydney, soprattutto in ottica di produzione, trasformazione alimentare, energie pulite e tecnologie agricole. I costi inferiori, un accesso privilegiato alla supply chain australiana e una rete di supporto pubblico ben strutturata possono agevolare processi di localizzazione e joint venture.
Il governo del NSW offre inoltre incentivi economici e assistenza personalizzata attraverso Regional Job Creation Fund, Growing Regional Economies Fund, Restart NSW e altri strumenti dedicati a chi investe fuori dai grandi centri urbani. Le aziende interessate possono contare su percorsi guidati, assistenza allo sviluppo del business plan, semplificazione burocratica e connessioni con cluster locali.
In un contesto globale dove supply chain resilienti e diversificazione geografica diventano sempre più importanti, investire nelle regioni del NSW può rappresentare per le imprese italiane una scelta strategica e vantaggiosa. La presenza di settori compatibili con le eccellenze italiane – dal food tech alla meccanica, dall’energia all’agroindustria – rende queste aree un terreno fertile per l’internazionalizzazione.
Per maggiori informazioni e per valutare casi studio, progetti attivi o terreni disponibili, è possibile contattare direttamente Invest Regional NSW [4] o gli uffici dell’Agenzia per lo Sviluppo Regionale del governo statale.
(Contributo editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia inc. [5])
Collegamenti
[1] https://www.assocamerestero.it/notizie/%3Ffield_notizia_categoria_tid%3D1122
[2] https://www.dcceew.gov.au/energy/renewable/offshore-wind/building-offshore-wind-industry
[3] https://www.agriculture.gov.au/biosecurity-trade/import/industry-advice/2025/207-2025
[4] https://www.investregional.nsw.gov.au/
[5] https://www.assocamerestero.it/ccie/italian-chamber-of-commerce-and-industry-australia-inc