Il mercato vinicolo australiano ha conosciuto negli ultimi anni una fase di profonda trasformazione, accelerata dalla pandemia ma consolidata nelle dinamiche successive. Secondo i dati Wine Australia 2024 [2], il consumo interno si attesta stabilmente intorno ai 27 litri pro capite annui, con una crescita significativa dei segmenti premium e super premium, che rappresentano ormai oltre il 20% delle vendite complessive.
Parallelamente, si registra una progressiva riduzione del consumo di vino da tavola a basso prezzo, segno di una maggiore attenzione del consumatore alla qualità, all’origine e alla sostenibilità dei prodotti. L’interesse verso i vini biologici e a basso impatto ambientale è in forte espansione: le ricerche condotte da IBISWorld 2025 confermano che la categoria del vino biologico cresce a un ritmo superiore al 10% annuo, in linea con un orientamento sempre più marcato della popolazione australiana verso stili di vita salutistici e responsabili. In questo scenario, i vini europei, e in particolare quelli italiani, stanno assumendo un ruolo di primo piano.
Secondo i dati UN Comtrade e Wine Australia, l’Italia si colloca stabilmente tra i primi cinque Paesi fornitori di vino in Australia, con un valore di export che nel 2024 ha superato i 90 milioni di dollari australiani, evidenziando un trend positivo rispetto al periodo pre-pandemico. La forza del vino italiano nel mercato australiano risiede nella capacità di combinare riconoscibilità internazionale, autenticità territoriale e una gamma estremamente diversificata di prodotti: il Prosecco continua a guidare la crescita, trainato dall’interesse delle giovani generazioni e dalla popolarità del consumo “casual” e conviviale; i vini rossi toscani mantengono una forte posizione di prestigio, intercettando la domanda dei segmenti premium; i varietali autoctoni come il Nero d’Avola o il Montepulciano stanno trovando uno spazio sempre più rilevante, grazie alla loro versatilità e al fascino esercitato dalle tradizioni regionali italiane.
L’Italia rappresenta inoltre un partner privilegiato per l’Australia non solo dal punto di vista commerciale, ma anche culturale ed enogastronomico: il vino italiano si inserisce in un contesto in cui la cucina mediterranea è ormai parte integrante del lifestyle urbano australiano, con oltre un milione di cittadini di origine italiana che continuano a svolgere un ruolo di ponte tra i due Paesi.
Tale legame si riflette anche nelle collaborazioni istituzionali e promozionali, come dimostrano le iniziative organizzate dall’Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia e dall’Agenzia ICE, volte a rafforzare la percezione del vino italiano come simbolo di eccellenza e sostenibilità. Alla luce di queste dinamiche, le prospettive per i produttori italiani risultano particolarmente favorevoli: la presenza di un consumatore evoluto, disposto a riconoscere e premiare la qualità, rende l’Australia un mercato strategico su cui investire con politiche mirate di branding, storytelling e posizionamento di gamma. In un contesto globale sempre più competitivo, il vino italiano in Australia non è soltanto un prodotto commerciale, ma un ambasciatore di cultura, identità e stile di vita che rafforza le relazioni economiche e sociali tra i due Paesi.
(Contributo editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia inc. [3])
Collegamenti
[1] https://www.assocamerestero.it/notizie/%3Ffield_notizia_categoria_tid%3D1122
[2] https://www.wineaustralia.com/getmedia/b3576546-f5b7-4210-b936-0460b618bd41/MI_VintageReport2024_F.pdf
[3] https://www.assocamerestero.it/ccie/italian-chamber-of-commerce-and-industry-australia-inc