IGP, DOC, DOCG: le eccellenze Made in Italy delle micro imprese in Svizzera per incontrare il colosso della GDO (Manor)

Battuta quota tre. Sono gli anni di collaborazione tra la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera e il Gruppo Manor, uno dei leader della GDO high end svizzera.

Il 24 e 25 settembre scorsi, Basilea e Lugano sono state teatro di un incoming molto partecipato e atteso dal settore agroalimentare Made in Italy.

Oltre 50 le aziende produttrici di prodotti coloniali, di formaggi e salumi DOP e IGP italiane che hanno presentato domanda alla CCIS per partecipare ai B2B con i buyer Manor.

Ventuno quelle che hanno superato la prima selezione e sono state scelte per incontrare i food scouter.

A Basilea l’attenzione si è concentrata sui prodotti “coloniali” (pasta, conserve, riso,…) con i buyer che hanno apprezzato sia la qualità delle proposte che l’originalità del packaging. È questa, infatti, una delle caratteristiche più richieste: confezioni insolite, inusuali e belle da vedere, che strizzino l’occhio alla sostenibilità e che possano trovare un posizionamento armonico con quanto già campeggia sugli scaffali dei punti vendita dal gruppo.

Ben 15 le aziende Made in Italy che, nella città della Svizzera Romanda, hanno fatto assaggiare le proprie tipicità e che potrebbero essere ricontattate per definire i dettagli della collaborazione.

A Lugano, invece, l’attenzione si è spostata su formaggi e salumi tipici. Sei le aziende, da altrettante regioni, che hanno presentato la propria interpretazione di “prodotto tipico italiano”, colpendo positivamente il Buyer Manor, Angelo Bondi.

Si tratta di un'attività minuziosa fatta dalla Camera di Commercio Italiana per la Svizzera per dare voce alle micro realtà agroalimentari italiane che, da sole, non avrebbero accesso a questo genere di opportunità. Attraverso la Camera, invece, anche i piccoli consorzi di tutela, i microproduttori di eccellenze a denominazione protetta, geografica e controllata, riescono a dialogare con colossi del commercio enogastronomico svizzero, varcando una porta che, spesso, consente la realizzazione di un nuovo business a favore dell'internazionalizzazione delle piccole realtà, ambasciatrici del meglio e ben fatto italiano.

Questo, infatti, è solo uno dei numersoi servizi che la CCIS organizza per il Made in Italy, nell’ambito dell’enogastronomia: l’impegno alla promozione dei prodotti tipici territoriali in Svizzera non va solo nella direzione del network tra Italia e Svizzera ma entra nella più puntuale e capillare valorizzazione del prodotto stesso, della R&D e, in generale, del Made in Italy “locale”.  

Strategico, in queste attività, così come negli incoming e nei b2b mirati, è il ruolo delle realtà aggregative territoriali, come consorzi e associazioni che, diffondendo la già capillare azione di comunicazione svolta dalla CCIS nelle Regioni, riescono a raggingere queste realtà, spesso poco note e valorizzate, portandole a conoscenza di un mondo potenzialmente interessato alle loro produzioni di nicchia.

Grazie a questa azione sinergica, all'attenzione verso la filiera di approvvigionamento e verso le tecniche di produzione più tradizionali, i prodotti tipici, quelli locali e quelli "protetti" dell'enogastronomia italiana, trovano nuova linfa per continuare ad esistere e per ampliare il proprio raggio di azione oltre i confini comunali, regionali, nazionali. 

Interessante anche la reazione del pubblico elvetico che, oltre al gusto e all’unicità, riconosce ai prodotti tipici italiani e al Made in Italy in generale, il ruolo di principale interprete dell’enogastronomia di altissimo livello.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera [1])