
Nell’ambito della strategia 2022-2025 del Gruppo Intesa Sanpaolo, incentrata sulla digitalizzazione della gestione patrimoniale per rafforzare la propria presenza nei mercati europei, Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking ha lanciato venerdi’ 7 novembre Fideuram Direct in Lussemburgo e Belgio perseguendo l’obiettivo di rendere gli investimenti più semplici, trasparenti e accessibili, guidando al contempo i clienti verso una gestione patrimoniale più strutturata.
Il modello dell’applicazione mobile intuitiva “Fideuram Direct” si basa su un facile accesso ai mercati finanziari attraverso un'ampia selezione di ETF, tra cui gli iShares di BlackRock, leader europeo del settore, e di altri emittenti. Gli utenti possono sottoscrivere piani di accumulo, investire gradualmente e diversificare i propri portafogli. La piattaforma prevede di arricchire la propria offerta con portafogli modello e, in futuro, con un modello ibrido che combina supporto umano e strumenti digitali.
In Belgio, oltre l'80% dei cittadini utilizza un'app bancaria almeno una volta al mese e il 26% afferma di farlo più spesso rispetto a un anno fa. Secondo lo studio People and Money 2025 di BlackRock, l'adozione degli ETF in Lussemburgo è aumentata del 43% dal 2022. Essendo un centro finanziario internazionale e un mercato maturo per i servizi digitali, il Lussemburgo offre un ambiente altrettanto favorevole per questo tipo di soluzioni.
L’'alleanza, dunque, tra l’importante gruppo bancario italiano, un gigante dell'asset management e di tecnologia avanzata utilizzata per analizzare i rischi e le esposizioni del portafoglio, e un'innovativa società fintech specializzata in soluzioni digitali per il private banking illustra l'evoluzione di un settore in cui la tecnologia sta ridefinendo le regole della consulenza finanziaria.
"Per soddisfare gli obiettivi del piano ReArm Europe, sarà essenziale mobilitare non solo finanziamenti pubblici, ma anche privati", ha dichiarato il dipartimento del Ministro delle Finanze Gilles Roth. "La piazza finanziaria lussemburghese, con le sue competenze e i suoi strumenti, ha chiaramente un ruolo da svolgere in questo contesto. Stiamo anche assistendo a un numero sempre maggiore di attori che colgono queste opportunità, ad esempio con il lancio di fondi di investimento specializzati".
E’ in corso in queste settimane un acceso dibattito sulla compatibilità dei finanziamenti ESG al settore della difesa. Tematiche che possono apparire antitetiche per alcuni e complementari per altri.
"ESG e difesa non si escludono necessariamente a vicenda, perché senza pace e sicurezza non è possibile alcuno sviluppo economico", risponde il Ministero delle Finanze. "In questo contesto, è comunque importante garantire la necessaria trasparenza nell'interesse degli investitori".
Secondo l’opinione degli stakeholder del settore privato, difesa ed ESG sono compatibili perché un ESG responsabile può allinearsi con la sicurezza, la difesa e i trattati internazionali. Le esigenze di finanziamento della difesa non sono in alcun modo paragonabili alle esigenze di investimento ESG, che sono molto più ampie e a lungo termine.
Quanto all'Associazione dei banchieri lussemburghesi (ABBL), questa ritiene che il finanziamento della difesa rimane principalmente una responsabilità pubblica. Prima che le banche possano aumentare il loro impegno, le autorità dell'UE sono chiamate a inviare chiari segnali politici che affermino che la difesa è un'area di finanziamento legittima e prioritaria. “Il settore bancario è pronto a fare la sua parte facilitando il dialogo con le autorità pubbliche e l'industria e stabilendo una chiara distinzione tra finanziamenti (credito e mercati dei capitali) e investimenti (capitale di rischio). Sebbene non vi sia una carenza strutturale di finanziamenti bancari, la chiarezza nelle normative e nelle definizioni potrebbe migliorare l'efficienza".
Secondo l’Associazione Lussemburghese dei Fondi d'Investimento (ALFI), è importante la trasparenza. "È fondamentale spiegare chiaramente agli investitori, attraverso la divulgazione, quale prodotto viene offerto e garantirne la conformità a quanto promesso". A suo avviso, la compatibilità tra difesa ed ESG è principalmente una questione politica e dipende dalla strategia di ciascun investitore. Tuttavia, il confine tra difensivo e offensivo rimane labile e richiede rigorosi processi di selezione ESG.
Infine, per l'economista ed ex banchiere Bruno Colmant, la traiettoria del Lussemburgo rende logico il suo interesse per i fondi di difesa. Ma le due questioni sono "esistenziali per natura". In altre parole, sicurezza e sostenibilità non sono incompatibili, anche se sembrano contraddittorie. Secondo lui, il rischio reputazionale è limitato finché esiste una governance chiara e condivisa. "Se le regole sono chiare, intelligenti e accettate dagli investitori e da altri paesi, il Lussemburgo potrebbe persino trarne beneficio. E, in definitiva, un centro finanziario in grado di stabilizzare, concentrare e garantire una governance trasparente per questo tipo di investimenti è preferibile a decine di iniziative sparse in tutta Europa".
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese a.s.b.l [2])
Collegamenti
[1] https://www.assocamerestero.it/notizie/%3Ffield_notizia_categoria_tid%3D1122
[2] https://www.assocamerestero.it/ccie/camera-commercio-italo-lussemburghese-asbl