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Martedì 9 Settembre 2025
Notizie mercati esteri [1]

Disuguaglianze di reddito e ricchezza: confronto tra Canada e Italia

Negli ultimi decenni, le disuguaglianze economiche sono tornate al centro del dibattito pubblico, sia nei Paesi avanzati che in quelli in via di sviluppo. Il divario tra ricchi e poveri, in termini di reddito e di ricchezza, è cresciuto in modo significativo, con effetti assai pesanti sulla coesione sociale, sulla crescita economica e sulla stabilità democratica. Questo articolo pubblicato da Policy Options analizza questo aumento preoccupante delle disparità all’interno del Canada, facendo anche un confronto con la situazione italiana, evidenziando analogie e differenze strutturali.

Il caso canadese: una disuguaglianza crescente

Negli anni recenti, il Canada ha registrato una crescita allarmante delle disparità economiche, sia in termini di reddito che di ricchezza. Secondo l’articolo pubblicato da Policy Options, nel quarto trimestre del 2023 il 40% più ricco della popolazione canadese possedeva quasi il 65% del reddito disponibile, mentre il 40% più povero rimaneva sotto il 19%. Questo divario di 47 punti percentuali non è da sottovalutare, specialmente tenendo a conto che è aumentato di oltre un punto e mezzo in un solo anno.

Ancora più marcata è la concentrazione della ricchezza: il 20% più ricco possiede oltre due terzi della ricchezza nazionale. Il dato più eclatante è che l’1% più ricco detiene da solo il 26% della ricchezza complessiva, lasciando le briciole al resto della popolazione. Le famiglie appartenenti al quintile più alto possiedono mediamente oltre 3 milioni di dollari canadesi, mentre le famiglie più povere hanno un patrimonio medio inferiore ai 15.000 dollari, scarsi per sostenere un intero nucleo famigliare.

Questa tendenza ricade negativamente sul piano sociale: la povertà assoluta in Canada è aumentata fino al 9,9% nel 2022, e l’insicurezza alimentare ha colpito quasi un quarto della popolazione nel 2023. Nonostante la crescita economica e l’occupazione relativamente stabile, una parte sempre più ampia della popolazione non riesce a soddisfare i propri bisogni primari.

Le cause di questa disuguaglianza sono molteplici: politiche fiscali poco redistributive, un sistema assistenziale frammentato e insufficienti investimenti pubblici nei servizi essenziali. In particolare, i trasferimenti governativi, come quelli previsti per i minori o per i disoccupati, spesso non sono adatti ad affrontare l’attuale inflazione. Inoltre, persistono barriere sistemiche che colpiscono in modo sproporzionato le comunità indigene, le donne e i migranti.

Gli esperti suggeriscono una serie di riforme, tra cui il rafforzamento dei trasferimenti fiscali, la ristrutturazione del sistema di imposte sul patrimonio e l’introduzione di politiche più incisive per migliorare l’accesso all’istruzione, alla sanità e al mercato del lavoro. In sintesi, la disuguaglianza economica in Canada non è solo un fenomeno sociale, ma rappresenta una minaccia strutturale alla crescita sostenibile.

Il contesto italiano: sfide strutturali e squilibri persistenti

Anche in Italia la disuguaglianza economica rappresenta un problema grave e persistente. Sebbene i livelli di disuguaglianza di reddito siano inferiori rispetto al Canada, l’Italia presenta squilibri altrettanto critici, soprattutto in termini di ricchezza e povertà territoriale. Secondo Eurostat, il coefficiente di Gini, il quale misura le disparità economiche all’interno di un Paese, si attesta intorno a 34 punti in Italia, ben al di sopra della media europea. Ma sul fronte della ricchezza l’Italia mostra i dati più allarmanti: il 10% più ricco possiede quasi la metà della ricchezza netta totale. La componente finanziaria è ancora più concentrata, con livelli di Gini che superano lo 0,75. In sostanza, in pochi detengono le ricchezze del Paese, mentre il resto della popolazione possiede patrimoni modesti o inesistenti.

La povertà assoluta nel nostro Paese ha raggiunto il suo massimo storico nel 2023, con quasi 10% della popolazione, pari a circa 5,75 milioni di persone, che vive in condizioni di grave deprivazione materiale. Inoltre, un altro divario allarmante riguarda il Sud Italia e il centro-Nord, dato che nelle regioni meridionali si registrano tassi di povertà assoluta superiori al 12%, contro il 9-10% delle regioni del Centro-Nord. Perché’ persiste questa disparità sociale? Il mercato del lavoro italiano è segnato da scarsa produttività, salari bassi e ampia diffusione di contratti precari. Come se non bastasse, Il tasso di disoccupazione giovanile supera il 34%, e molti ragazzi, pur lavorando, rimangono in condizioni di povertà relativa. Purtroppo, l’Italia ha un sistema fiscale che tende a favorire i redditi alti e i grandi patrimoni: la tassazione su capitali, successioni e immobili è bassa, mentre quella sul lavoro è elevata, contribuendo a un effetto regressivo complessivo.

Il sistema di welfare italiano, sebbene garantisca alcune prestazioni universali, è frammentato e inefficiente. Questa situazione limita la coesione sociale e riduce il potenziale di crescita economica, aggravando le divergenze tra aree urbane e rurali, tra Nord e Sud, tra generazioni e tra gruppi sociali.

Analisi macroeconomica e implicazioni

Mettendo a confronto Canada e Italia, si evidenziano alcune somiglianze ma anche significative differenze. Entrambi i Paesi mostrano un crescente divario tra classe benestante e quella popolare, con un’alta concentrazione di ricchezza nelle mani di una piccola élite. Tuttavia, in Italia il fenomeno è reso più complesso da problemi strutturali storici, come il dualismo territoriale, la debolezza del mercato del lavoro e la fragilità del welfare. Queste disuguaglianze influenzano direttamente e negativamente la crescita del PIL.

Quando una grande fetta della popolazione ha accesso limitato a risorse e opportunità, si abbassa la domanda interna, aumentano le spese sanitarie e si deteriora la fiducia nelle istituzioni. In entrambe le nazioni, l’aumento della ricchezza finanziaria non si traduce automaticamente in investimenti produttivi, ma stimola frequentemente la speculazione e l’instabilità. Nel contesto canadese, l’introduzione di una tassa patrimoniale e il potenziamento dei trasferimenti universali sono al centro del dibattito pubblico, come l’assegno per i figli e i sussidi per le famiglie a basso reddito. In Italia, invece, la riforma fiscale è ancora in stand-by a causa di resistenze politiche e dall’assenza di una visione coerente. Malgrado varie raccomandazioni internazionali, non è stata ancora implementata una tassa sul patrimonio né sono stati risanai gli squilibri fiscali che favoriscono autonomi e grandi patrimoni.

Una delle principali debolezze italiane è la mancata coordinazione tra politiche sociali, fiscali e territoriali. In Canada, pur con i suoi limiti, esistono standard minimi garantiti in tutto il Paese grazie alla struttura federale. In Italia, invece, le politiche di assistenza sono spesso delegate a enti locali con risorse e capacità amministrative molto diverse, il che alimenta le disparità. L'assenza di un autentico sistema di redistribuzione, la mancanza di politiche strutturali per i giovani e la debolezza delle istituzioni periferiche rischiano di rendere l’Italia sempre più vulnerabile ai cicli economici negativi. Al contrario, interventi mirati e progressivi potrebbero contribuire a rafforzare la resilienza dell’economia e promuovere un modello di sviluppo più inclusivo.

Prospettive e raccomandazioni

Affrontare la disuguaglianza non significa soltanto lottare contro la povertà, ma anche favorire la stabilità e la crescita nel lungo periodo. I dati attestano chiaramente che l’attuale distribuzione di ricchezza e reddito nei due Paesi sta ostacolando lo sviluppo sociale e economico. Per il Canada, le indicazioni principali includono un rafforzamento dei programmi sociali, un ripensamento del sistema fiscale in senso progressivo e una maggiore attenzione alle disparità etniche e di genere. Per l’Italia, invece, è fondamentale:

  • • Introdurre una reale riforma fiscale progressiva, che includa una tassazione sulla ricchezza netta e aumenti l’efficienza del sistema.
  • • Potenziare i trasferimenti sociali, con misure universali e condizionate, per proteggere i gruppi più vulnerabili.
  • • Investire in istruzione, formazione e infrastrutture, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno.
  • • Promuovere un modello di welfare moderno, centrato sulla persona, integrando sanità, scuola, lavoro e assistenza.
  • • Ridurre le barriere strutturali che colpiscono i giovani, le donne e le famiglie a basso reddito nell’accesso al lavoro e ai servizi.

In sintesi, la disuguaglianza non è una fatalità, ma il frutto di precise scelte politiche. Guardando al Canada, l’Italia può trarre spunti utili, ma deve affrontare le proprie fragilità con una strategia coerente, ambiziosa e inclusiva. Solo così si potrà costruire un’economia solida, giusta ed efficiente nell’offrire opportunità reali a tutti i cittadini.

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Canada - West [2])

Ultima modifica: Martedì 9 Settembre 2025

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