Danimarca. Primo Paese a tassare le emissioni agricole di CO2?

Danimarca. Un passo storico: il Paese potrebbe essere il primo a tassare le emissioni agricole di CO2
Martedì 16 Luglio 2024

Danimarca. Primo Paese a tassare le emissioni agricole di CO2?

Nel solco di una svolta ambientalista che possa ispirare anche gli altri Paesi UE, il Parlamento di Copenaghen è stato chiamato ad approvare una misura dalle coordinate storiche ambiziose. L’obiettivo climatico è quello di ridurre, a partire dal 2030, le emissioni di anidride carbonica e di metano prodotte dal letame degli allevamenti bovini, ovini e suini del 70% rispetto ai livelli del 1990.

Sebbene la decisione non sia ancora definitiva, il consenso della maggioranza di centrodestra si mostra forte e ampio: sarà un "grande passo avanti per diventare neutrali dal punto di vista climatico", ha dichiarato il ministro delle Finanze danese, Jeppe Bruus.

Una Carbon-Tax unica nel suo genere

Specchio di un compromesso tra il nuovo governo di centrodestra e i rappresentanti degli agricoltori, industria, sindacati nonché gruppi ambientalisti, la proposta di legge prevede una tassa di 300 corone danesi (circa 40 euro) per tonnellata di CO2 proveniente da allevamenti, uso di fertilizzanti e altre attività agricole, che aumenterà a 750 corone (circa 100 euro) entro il 2035. Per facilitare la transizione, per i primi cinque anni gli agricoltori avranno diritto ad una detrazione d’imposta sul reddito del 60%. Ma non finisce qui: i fondi incassati serviranno per promuovere parte di un piano di adeguamento delle operazioni agricole, ripristino di ecosistemi degradati e creazione di foreste e zone umide. Pertanto, lo scopo ultimo della tassa è quello di indurre il settore a cercare soluzioni per ridurre le emissioni, accompagnandolo lungo una transizione verde non più prorogabile. Ed è proprio qui che si disvela l’essenza lungimirante di un provvedimento storico verso la tutela della biodiversità, il futuro dell’agricoltura e, infine, quello del pianeta. 

L’altra faccia della medaglia: voci fuori dal coro

Non mancano, d’altro canto, critiche e dubbi, specialmente da coloro che temono per il destino del settore agricolo danese: riduzioni dei posti di lavoro, freno agli investimenti green dell’agricoltura e generico scetticismo rispetto ad una misura che rischia di rivelarsi globalmente inefficiente.

Peter Kiær, presidente del gruppo agricolo danese Bæredygtigt Landbrugm, che non ha partecipato ai negoziati, ha dichiarato: "Crediamo che l'accordo sia pura burocrazia, e quiindi che sia inutile. Riconosciamo che c'è un problema climatico e l'agricoltura danese aiuterà a risolverlo. Ma non crediamo che questo accordo risolverà i problemi, perché metterà un freno agli investimenti verdi dell'agricoltura."

Peder Tuborgh, Amministratore delegato di Arla Foods, il più grande gruppo lattiero-caseario europeo, ha affermato che l’accordo è “positivo, ma che gli agricoltori che fanno davvero tutto il possibile per ridurre le emissioni non dovrebbero essere soggetti a tasse”.

Benchè i risultati concreti di questa tassazione restino un’incognita, la Danimarca – a differenza della maggior parte dei Paesi UE – ha dimostrato di essere pronta a compiere un passo audace nella lotta al cambiamento climatico, posizionandosi come leader nella promozione di un futuro più verde e sostenibile.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Mercoledì 22 Gennaio 2025