La Danimarca sta pensando di eliminare una festività

La Danimarca sta pensando di eliminare una festività
Venerdì 3 Febbraio 2023

La Danimarca sta pensando di eliminare una festività

In questi ultimi mesi una polemica sta dividendo la Danimarca, a causa del piano proposto dal neonato governo di abolire “Store Bededag”, che si può tradurre in italiano come “il Grande Giorno di Preghiera”.

Questa giornata di festa nazionale, che cade sempre il venerdì prima della quarta domenica di Pasqua, è una festa religiosa istituita più di 3 secoli fa, nel lontano 1686. Se la proposta del governo verrà attuata, dal 2024 i danesi non celebreranno più questa giornata, vedendosi ridotti a 10, anziché 11, i giorni di festa nazionale.

A condividere il progetto è, unitamente, il blocco rosso guidato dalla premier Mette Frederiksen, composto da una coalizione di governo che comprende i socialdemocratici ed i moderati di sinistra, insieme ai liberali di centrodestra.

La motivazione data dal governo è che, abolendo la suddetta festa nazionale, si potrà finanziare il budget riservato alla Difesa. I leaders, infatti, puntano a raggiungere l’obiettivo fissato dalla Nato di raggiungere quota 2% del PIL nazionale per la difesa del paese entro il 2030. A causa della sua posizione geografica, il tema della Difesa ha acquistato grande rilevanza dallo scoppio della guerra in Ucraina, e la coalizione mira a raggiungere l’obiettivo Nato con tre anni di anticipo.

Secondo la strategia della coalizione politica, eliminando una festività si risparmierebbe del denaro pubblico che potrebbe essere spostato interamente nelle casse della Difesa, che, a causa della guerra e degli aiuti militari offerti all’Ucraina, si sono alleggerite nel corso del 2022 – 2023. Si spera, quindi, di aumentare la produttività e l’attività economica, con un ricavo di 3 miliardi di corone, ossia un po’ più di 400 milioni di euro.

Secondo Frederiksen, la cancellazione della festività comporterebbe un aggiuntivo giorno di lavoro, che si traduce in 7.30 ore in più di lavoro per ogni lavoratore danese. “Non credo sia un problema” ha commentato il primo ministro, soprattutto perché le spese statali per il welfare e per la transizione ecologica sono enormi e un aiuto da parte dei cittadini è quindi richiesto.

La notizia, però, ha suscitato grandi polemiche da più settori della popolazione. La Chiesa protestante si è detta rattristata della decisione, poiché, secondo, per esempio, il vescovo di Roskilde, i cittadini necessitano di un giorno di riposo, riflessione e preghiera, da condividere insieme ai propri cari.

Anche il mondo del commercio, però, non ha accolto bene la notizia, poiché commercianti ed imprenditori considerano le festività opportunità per ricchi introiti, dato che la popolazione è più libera di visitare negozi nelle giornate libere da impegni lavorativi. La cancellazione della festività, quindi, potrebbe risultare in meno guadagni per le attività commerciali al dettaglio.

I sindacati, inoltre, sono preoccupati, poiché vedono questa scelta politica una minaccia al modello di welfare danese.

Infine, l’opinione pubblica è, in generale, contraria all’idea di veder cancellata una festività. Un sondaggio condotto da Epinion, per esempio, ha confermato che il 75% della popolazione si oppone a questa scelta.

Chi vincerà, quindi, alla fine? Riuscirà il nuovo governo a portare a termine il progetto oppure dovrà ascoltare le volontà popolari?

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Venerdì 3 Febbraio 2023