Mercoledì 15 Ottobre 2025
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Il settore delle costruzioni in Australia sta attraversando una fase di trasformazione profonda, trainata dall’urgenza di ridurre le emissioni, dalla necessità di ottimizzare i consumi energetici e dalla pressione crescente di politiche pubbliche orientate alla decarbonizzazione. L’edilizia rappresenta una componente significativa dell’impronta ecologica nazionale e, proprio per questo motivo, è al centro delle strategie federali e statali volte a favorire un cambio di paradigma che privilegi l’innovazione e la sostenibilità. Come sottolineato da ricercatori dell’Università di Melbourne, il contributo del settore edilizio sarà cruciale per raggiungere gli obiettivi climatici del Paese e non può più essere rimandato a lungo.
La domanda interna evidenzia una crescente attenzione verso edifici green e materiali a basso impatto ambientale, in linea con i trend globali che privilegiano il ciclo di vita circolare dei prodotti. In particolare, stanno guadagnando terreno le soluzioni prefabbricate e modulari, che consentono di ridurre i tempi di realizzazione e minimizzare gli sprechi, e l’utilizzo di legni ingegnerizzati come il cross laminated timber (CLT) o il glulam, sempre più apprezzati per le loro caratteristiche di resistenza, leggerezza e capacità di stoccaggio del carbonio. Parallelamente, si assiste alla sperimentazione di materiali innovativi di origine biologica, come i biomattoni a base di alghe, i pannelli derivati dal micelio e le miscele di calce e canapa, che promettono un’elevata efficienza energetica e una riduzione significativa dell’impronta ambientale. A questi sviluppi si affiancano nuove tecnologie costruttive legate alla digitalizzazione e alla sensoristica, come pavimentazioni intelligenti e sistemi di monitoraggio dei consumi, che contribuiscono a una gestione più razionale delle risorse nel corso del ciclo di vita degli edifici.
Le istituzioni australiane hanno introdotto strumenti finanziari e programmi di sostegno che rafforzano questa tendenza. Il governo federale ha destinato oltre 50 milioni di dollari a iniziative volte a favorire metodologie costruttive moderne, mentre la Clean Energy Finance Corporation mette a disposizione capitali ingenti per progetti a basse emissioni e soluzioni ad alta efficienza. Accanto a questi strumenti, assumono rilievo il Green Building Fund, destinato a favorire interventi di efficienza negli edifici commerciali, e il sistema di rating nazionale NABERS, che facilita l’accesso a finanziamenti “green” e a incentivi fiscali per le imprese in grado di raggiungere standard ambientali elevati. In prospettiva, la definizione di una tassonomia della finanza sostenibile a livello nazionale, sviluppata dall’Australian Sustainable Finance Institute, rappresenta un ulteriore strumento di indirizzo del capitale verso progetti edilizi compatibili con gli obiettivi climatici e con le esigenze di resilienza delle città australiane.
Non mancano tuttavia barriere strutturali che ostacolano una diffusione capillare delle soluzioni più innovative. La principale criticità riguarda la mancanza di standard uniformi e normative chiare che facilitino il riutilizzo e il riciclo dei materiali da costruzione: molte imprese dichiarano di incontrare ostacoli operativi e istituzionali nell’integrazione di componenti secondari, anche laddove la tecnologia sia già disponibile. A questo si aggiunge la questione della competitività di prezzo, dal momento che i materiali innovativi e bio-based faticano spesso a competere con le alternative convenzionali per via dei costi di produzione e di trasporto. Ulteriori sfide riguardano la certificazione e l’accettazione tecnica di soluzioni emergenti, come i biomateriali, che non hanno ancora raggiunto un riconoscimento normativo sufficiente a garantirne un utilizzo su larga scala.
In questo scenario, le imprese italiane specializzate nella bioedilizia, nei materiali circolari e nelle tecnologie costruttive avanzate possono giocare un ruolo di primo piano. La reputazione internazionale del Made in Italy nel design e nell’innovazione tecnica rappresenta un vantaggio competitivo per inserirsi nei segmenti emergenti del mercato australiano, a partire dai progetti modulari e residenziali fino alle grandi opere commerciali e pubbliche che richiedono standard ambientali stringenti. La possibilità di collaborare con sviluppatori locali, di fornire materiali certificati e di partecipare a bandi sostenuti da strumenti finanziari nazionali e statali apre prospettive significative per il consolidamento di partenariati strategici.
La crescita dell’edilizia sostenibile in Australia appare dunque come una sfida complessa ma anche come una finestra di opportunità per operatori esteri con competenze consolidate. L’Italia, forte della propria tradizione nel settore e delle esperienze maturate in ambito europeo, può offrire soluzioni avanzate in grado di accompagnare l’Australia verso un modello costruttivo più efficiente, resiliente e rispettoso dell’ambiente.
(Contributo editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia inc.)