Venerdì 12 Settembre 2025
Vai al Contenuto Raggiungi il piè di pagina
Negli ultimi dieci anni l’Australia ha conosciuto una crescita significativa del proprio ecosistema di start-up tecnologiche, posizionandosi come un hub emergente per l’innovazione nella regione Asia-Pacifico. Tale sviluppo è stato sostenuto da politiche pubbliche orientate a stimolare la ricerca e l’imprenditorialità, da un crescente afflusso di capitali di rischio e da un forte collegamento con il sistema universitario nazionale. In questo contesto, settori ad alta intensità tecnologica come FinTech, AgriTech, MedTech e CleanTech hanno assunto un ruolo di rilievo, costituendo aree di grande interesse anche per le imprese italiane in cerca di internazionalizzazione (Austrade).
Il comparto FinTech rappresenta uno dei fiori all’occhiello dell’innovazione australiana. Sydney e Melbourne ospitano numerose start-up che operano nei pagamenti digitali, nella blockchain e nei servizi finanziari innovativi, favorite dalla spinta verso la digitalizzazione dei servizi bancari e dall’adozione di normative favorevoli alla concorrenza. Parallelamente, il settore AgriTech beneficia della posizione dell’Australia come uno dei principali esportatori agroalimentari al mondo, con start-up che sviluppano soluzioni per la gestione delle risorse idriche, la robotica agricola e l’agricoltura di precisione, in risposta a sfide legate al cambiamento climatico e alla sostenibilità.
Il settore MedTech, sostenuto da un sistema sanitario avanzato e da solide infrastrutture di ricerca, è caratterizzato da start-up impegnate nello sviluppo di dispositivi medici, biotecnologie e soluzioni digitali per la telemedicina. Anche il comparto CleanTech riveste un’importanza strategica, in un Paese che ha intrapreso una transizione energetica significativa: qui si moltiplicano le iniziative dedicate alle energie rinnovabili, all’efficienza energetica e alla gestione dei rifiuti. Tra i progetti di riferimento emerge EnergyLab (arena.gov.au), acceleratore specializzato nel supporto a start-up CleanTech, sostenuto dall’Australian Renewable Energy Agency (ARENA).
Un elemento distintivo dell’ecosistema australiano risiede nella presenza di acceleratori e incubatori di eccellenza. Tra i più rilevanti si segnalano Stone & Chalk (stoneandchalk.com.au), focalizzato su FinTech, cyber security e tecnologie emergenti, e Cicada Innovations (cicadainnovations.com), incubatore deep tech con oltre vent’anni di esperienza e partnership con le principali università australiane. Queste strutture offrono programmi di mentoring, accesso a reti di investitori e spazi per la sperimentazione, fungendo da catalizzatori per l’innovazione e il trasferimento tecnologico.
Il legame tra università e start-up è infatti un pilastro fondamentale del modello australiano. Le principali istituzioni accademiche, tra cui University of Sydney, University of Melbourne e Australian National University, promuovono laboratori di ricerca applicata, spin-off e programmi di collaborazione con l’industria. Questo ecosistema integrato rafforza la competitività delle start-up e contribuisce a creare un flusso costante di innovazione, valorizzando le competenze scientifiche e tecnologiche locali.
Per l’Italia, tale dinamica rappresenta una rilevante opportunità di partnership. Le start-up italiane, in particolare nei settori del design industriale, delle tecnologie applicate all’agroalimentare e delle soluzioni sostenibili, possono trarre beneficio da collaborazioni con controparti australiane attraverso programmi di co-innovazione, scambio di know-how e accesso congiunto a mercati terzi nella regione Asia-Pacifico. L’integrazione delle competenze italiane con l’ecosistema australiano può dunque generare sinergie virtuose, promuovendo la competitività internazionale e contribuendo alla costruzione di un ponte innovativo tra Europa e Australia.
(Contributo editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia inc.)