Moda circolare Italia-Germania

Giovedì 27 Novembre 2025

Moda circolare Italia-Germania

Italia e Germania si confermano tra i principali produttori mondiali di abbigliamento. Nel 2024, l’Italia ha registrato un fatturato di 54 miliardi di euro nel solo comparto dell’abbigliamento e 96 miliardi considerando l’intero settore TCLF (tessile, abbigliamento, pelle e calzature), consolidando la sua posizione tra i leader globali. Anche la Germania svolge un ruolo di primo piano, con oltre 24 miliardi di euro di fatturato nel 2024.

Tuttavia, l’industria della moda e del tessile rimane tra le più impattanti sull’ambiente: consuma enormi quantità di acqua, suolo ed energia e genera, nell’UE, 5 milioni di tonnellate di rifiuti tessili ogni anno, pari a 12 kg pro capite. Solo l’1% dei materiali scartati viene oggi riciclato, mentre dal 1996 gli acquisti di indumenti in Europa sono aumentati del 40%.

Per contrastare questa tendenza, la Commissione europea ha lanciato nel 2022 la Strategia dell'UE per prodotti tessili sostenibili e circolari, con l’obiettivo di rendere tutti i prodotti tessili europei durevoli, riciclabili e sicuri entro il 2030, in linea con il Green Deal europeo. Secondo il WWF, la transizione sostenibile del settore si fonda su tre pilastri: efficienza ecologicainnovazione nelle filiere e consumo responsabile.

La moda sostenibile in Italia 

In Italia, la sostenibilità è sempre più percepita come un valore aggiunto. Nel 2024 il 74,7% dei consumatori ha dichiarato di essere disposto a spendere di più per capi di qualità e lunga durata. Il mercato della moda sostenibile italiano punta su materiali riciclati, bio-based e tessuti intelligenti, grazie a un tessile che combina tradizione, qualità e innovazione. Le imprese investono in digitalizzazione, tracciabilità e certificazioni ambientali, elementi chiave per competere sui mercati premium, come quello tedesco.

La moda sostenibile in Germania 

Il settore tessile tedesco è tra i più avanzati d’Europa per ricerca e innovazione sostenibile: nel 2025 gli acquisti di capi di seconda mano hanno toccato il 48% in questo paese. Il governo tedesco sostiene attivamente progetti come ECOSYSTEX (European Community of Practice for a Sustainable Textile Ecosystem), volto a favorire la collaborazione nel tessile circolare. Le principali sfide restano i costi elevati e la carenza di competenze specialistiche, rendendo cruciali strategie coordinate, filiere responsabili e formazione mirata.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)

Ultima modifica: Giovedì 27 Novembre 2025