Notizie dai mercati esteri - Brasile

Martedì 9 Settembre 2025

Notizie dai mercati esteri - Brasile

Belém 2025: COP30 in bilico tra sfida climatica e ostacoli logistici

L’evento più atteso dell’anno sul cambiamento climatico – la COP30, in programma a Belém dal 10 al 21 novembre 2025 – si presenta come un punto di svolta cruciale per trasformare impegni globali in azione concreta. Il presidente designato della conferenza, l’ambasciatore André Aranha Corrêa do Lago, ha lanciato un messaggio chiaro: Belém resta la sede, e il suo svolgimento in Amazzonia conferisce un valore simbolico e geopolitico unico all’agenda climatica globale.

Nella sua visione editoriale, Corrêa do Lago ha delineato la necessità di passare dalla “visione all’azione”: la COP30 dovrà mettere in pratica ciò che è stato negoziato, dando impulso a un’implementazione rapida del Global Stocktake (GST) del Patto di Parigi. Il cuore dell’azione è riassunto in una carta con 30 ambizioni concrete distribuite su sei assi strategici, che chiamano non solo i governi nazionali ma anche aziende, città, regioni, università, società civile e comunità indigene ad agire.

La dimensione inclusiva è stata sottolineata anche dalla ministra Marina Silva, promotrice del Balanço Ético Global, un ciclo di dialoghi regionali condotti in tutte le parti del mondo per raccogliere contributi da leader indigene, giovani, donne, economisti e attivisti. Il primo incontro si è svolto a Londra e ha coinvolto circa 40 partecipanti, con l’obiettivo di integrare l’etica nel processo negoziale.

Ma il contesto logistico rappresenta una sfida non da poco. Delegazioni da paesi a basso reddito, piccole isole e Stati africani denunciano costi di alloggio fino a 10‑15 volte superiori a quelli normali, con tariffe potenziali tra 2000 USD a notte in alcuni casi estremi. In risposta, il governo brasiliano ha chiarito che non esiste un "piano B": la COP si terrà interamente a Belém, e saranno messe a disposizione soluzioni residenziali tra i 100 e i 600 USD, riservate innanzitutto alle delegazioni più vulnerabili.

Il piano logistico prevede la mobilitazione di circa 2.500 camere riservate (15 per delegazione di paesi meno sviluppati), l’impiego di due navi da crociera come hotel temporanei, oltre a infrastrutture alternative come scuole, Airbnb e nuovi hotel in cantiere. Complessivamente, si stima la partecipazione di circa 45.000 persone, con la necessità di ampliare la capacità ricettiva tradizionale di Belém.

L’iniziativa brasiliana punta anche a integrare il concetto di “Contributo Nazionalmente Determinato Globale” (Global NDC o GNC), che consenta ad attori locali e non statali di presentare obiettivi di riduzione delle emissioni autonomamente, aumentando così la pressione e l’ambizione complessiva. Il modello punta a coinvolgere attori che spesso anticipano i governi: industrie, città, startup climatiche e comunità locali.

Non mancano però critiche. Fonti internazionali – come Financial Times ed El País – avvertono del rischio che la COP30 si trasformi in un “carnival climatico”, con logiche mercantili e marginalizzazione delle comunità indigene. Si lamenta anche la possibile esclusione di delegati vulnerabili a causa dei costi proibitivi, e la mercificazione della foresta amazzonica come palco simbolico senza reale trasformazione strutturale.

In conclusione, COP30 ha l’ambizione di essere una conferenza diversa: strutturata attorno a una roadmap di azioni pratiche e intersettoriali, e con un profilo etico e inclusivo potenziato dal dialogo globale. Tuttavia, il successo dipenderà dalla capacità di superare i nodi logistici e irrigidimenti politici. Mantenere la partecipazione universale – in un contesto territoriale drammaticamente simbolico come quello dell’Amazzonia – sarà la prova decisiva per trasformare la COP da evento simbolico in leva di governance climatica globale.

Rio Climate Action Week: la capitale carioca diventa laboratorio globale per l’azione climatica

Alla vigilia della COP30, che a novembre trasformerà Belém nell’epicentro della diplomazia ambientale, Rio de Janeiro si prepara a giocare un ruolo decisivo nella costruzione dell’agenda climatica globale. Dal 23 al 29 agosto, la città ospiterà la prima edizione della Rio Climate Action Week (RCAW), un evento che si propone come piattaforma aperta, inclusiva e strategica per accelerare l’azione climatica in Brasile e nel mondo.

Organizzata in collaborazione con la London Climate Action Week, la RCAW si differenzia per la sua struttura policentrica e partecipativa: conferenze, workshop, attività culturali e incontri di networking si svolgeranno in luoghi simbolici della città, dal Museu do Amanhã — icona di architettura e innovazione — a spazi universitari, centri comunitari e hub creativi. L’obiettivo è chiaro: connettere società civile, settore privato, istituzioni pubbliche e comunità scientifica in un “mutirão” — termine brasiliano che evoca l’idea di sforzo collettivo — per arrivare alla COP30 con un’agenda più forte, concreta e condivisa.

Sebbene la conferenza ufficiale delle Nazioni Unite si svolga a migliaia di chilometri di distanza, nel cuore dell’Amazzonia, Rio si candida a essere la “capitale parallela” della COP30. La RCAW non si limita a sensibilizzare: si propone di generare impegni tangibili, favorire alleanze tra città globali e proporre soluzioni replicabili, con un focus che spazia dalla transizione energetica alla finanza verde, passando per le infrastrutture resilienti e l’innovazione tecnologica.

L’apertura ufficiale, il 25 agosto, riunirà figure di primo piano della politica, dell’economia e dell’ambiente: Dan Ioschpe, Alto Campeão della COP30; Izabella Teixeira, ex Ministra dell’Ambiente del Brasile; Marina Grossi, Presidente del CEBDS; Ricardo Mussa, leader di iniziative di business sostenibile; e Tatiana Rosito, Segretaria agli Affari Internazionali del Ministero delle Finanze. Questa composizione eterogenea riflette la natura ibrida dell’evento: dialogo tra governo, mercato e società civile, con l’obiettivo di superare la frammentazione che spesso frena le politiche climatiche.

La transizione ecologica non è più un tema di nicchia per ONG e accademici: rappresenta una leva competitiva per imprese e investitori. Secondo stime internazionali, saranno necessari fino a 6 trilioni di dollari l’anno entro il 2030 per contenere la crisi climatica. Eventi come la RCAW diventano quindi hub naturali per matchmaking tra capitale e innovazione, dove start-up, fondi di investimento, amministrazioni locali e giganti industriali possono condividere pipeline di progetti e modelli di finanziamento.

Se riuscirà a tradurre la sua energia in risultati concreti, la RCAW potrà diventare un appuntamento fisso nell’agenda globale, non solo come “settimana del clima” ma come spazio permanente di co-creazione. In un momento in cui le città emergono come attori centrali nella lotta ai cambiamenti climatici — implementando soluzioni più velocemente degli Stati nazionali — Rio può posizionarsi come hub latinoamericano di innovazione climatica, unendo visione strategica e potenza culturale.

La COP30 rappresenta un’opportunità storica per il Brasile, ma il successo del percorso che vi conduce dipenderà dalla capacità di attivare reti e processi ben oltre i negoziati ufficiali. La Rio Climate Action Week, con la sua energia, inclusività e ambizione, offre un assaggio di come il futuro della governance climatica possa nascere non solo nei palazzi della diplomazia, ma anche nelle strade, nei musei e nelle piazze di una città che ha deciso di diventare laboratorio vivente di cambiamento.

(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria di Rio de Janeiro)

Ultima modifica: Martedì 9 Settembre 2025