Domenica 14 Dicembre 2025
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In Germania l’offerta formativa sulla transizione energetica si sta strutturando molto rapidamente per venire incontro alle necessità delle aziende. Le università e le Fachhochschulen / universities of applied sciences (percorsi di formazione non presenti in Italia, ma rilasciano titoli equiparabili a titoli universitari per spendibilità nel mondo del lavoro) propongono master e lauree specialistiche in sistemi energetici sostenibili, energie rinnovabili e gestione dell’energia; tra le più attive figurano HAW Hamburg con il Master in Renewable Energy Systems, Università di Kassel con il Master in Sustainable Energy Systems e Università di Freiburg con il Master in Solar Energy Engineering. Un ruolo centrale è svolto dagli istituti di ricerca, in particolare la Fraunhofer Academy, che offre master part-time e corsi tecnici avanzati su solare, smart grids ed efficienza energetica, spesso in collaborazione con gli atenei. Molto rilevante anche l’impegno della deutsche Energie-Agentur (dena), che sviluppa programmi di capacity building, formazione per PMI, workshop e iniziative come il Renewable-Energy-Solutions Programme, contribuendo alla diffusione di competenze applicate sulla transizione.
Accanto agli attori pubblici, anche le grandi aziende energetiche dispongono di academy specializzate: Siemens e Siemens Energy offrono training su reti elettriche, sistemi di controllo, idrogeno e tecnologie industriali. Importante anche il ruolo delle Camere di commercio (IHK), che, grazie al network di aziende locali e non al quale hanno accesso, hanno un punto di vista privilegiato sul panorama professionale (come, per esempio, le figure professionali che occorreranno nel prossimo futuro) e propongono di conseguenza certificazioni professionali come EnergieManager (IHK) e Fachwirt für Energiewirtschaft, utili per tecnici e figure manageriali, ma anche percorsi di formazione professionale e continua.
Nonostante l’ampia offerta, mancano alcuni elementi chiave: programmi coordinati di reskilling su larga scala per tecnici e operatori, formazione avanzata su project development, corsi specifici su batterie e riciclo, oltre a competenze su cybersecurity delle infrastrutture energetiche. Sarebbe inoltre utile ampliare moduli brevi e micro-credential per rendere più accessibile e flessibile l’aggiornamento professionale.
La Germania sta puntando in modo deciso sulla transizione energetica, investendo cifre significative, anche se la strada verso la neutralità climatica resta lunga. Negli ultimi anni, gli investimenti nel settore delle energie rinnovabili hanno raggiunto livelli record: nel 2023, per esempio, sono stati circa 38 miliardi di euro, mentre per il 2024 le stime parlano di circa 32 miliardi. Gran parte di queste risorse è stata destinata al fotovoltaico, che sta crescendo molto rapidamente, ma anche all’eolico, sia onshore sia offshore, e ad altre tecnologie come la geotermia, la biomassa e il calore ambientale.
Nonostante questi sforzi, le analisi indicano che la Germania dovrà continuare a investire in modo massiccio per completare la transizione energetica. Secondo uno studio di Agora Energiewende, per rendere completamente neutrale il sistema energetico entro il 2045, servirebbero investimenti complessivi di circa 619 miliardi di euro solo per la produzione energetica, a cui si aggiungerebbero altre centinaia di miliardi per ammodernare e ampliare le reti elettriche. Inoltre, rapporti più recenti sottolineano che il ritmo attuale degli investimenti non è sufficiente per raggiungere gli obiettivi al 2030, lasciando un gap stimato di circa 600 miliardi di euro da colmare nei prossimi anni.
Gli investimenti tedeschi si distribuiscono su più fronti. In primo luogo, si concentrano sulla costruzione di nuovi impianti rinnovabili. In secondo luogo, vengono destinati all’ammodernamento e all’espansione delle reti elettriche, indispensabili per gestire la crescente variabilità della produzione da fonti rinnovabili. Infine, una parte significativa delle risorse va verso le tecnologie di sistema, come l’accumulo dell’energia, l’idrogeno, i gas carbon-neutral, le pompe di calore e altre infrastrutture essenziali per rendere il sistema energetico efficiente e affidabile.
Nonostante i grandi numeri, rimangono sfide importanti: la burocrazia, i costi infrastrutturali, l’accettazione sociale e il ritmo necessario per raggiungere gli obiettivi restano ostacoli concreti. Gli investimenti annuali dovranno continuare a rappresentare una quota consistente del PIL — circa lo 0,6‑0,7% nei momenti più intensi — per mantenere il percorso verso la neutralità climatica.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)