Venerdì 2 Maggio 2025
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Il vice primo ministro e ministro della Digitalizzazione Krzysztof Gawkowski e il ministro della Difesa Władysław Kosiniak-Kamysz hanno firmato una lettera di intenti relativa all'istituzione di un Fondo per l'Intelligenza Artificiale. “L'istituzione del Fondo per l'Intelligenza Artificiale serve a costruire una base solida per l'economia polacca, di cui potranno beneficiare i piccoli e medi imprenditori e le startup. Costruiremo un grande istituto di intelligenza artificiale in Polonia e questo processo è già iniziato”, ha dichiarato Gawkowski durante la conferenza stampa. Ha aggiunto che la Polonia parteciperà anche alla costruzione del modello linguistico PLLuM (Polish Large Language Model), il che, ha valutato, “dà anche la sensazione che la Polonia sia all'avanguardia in questa corsa all'intelligenza artificiale”. Il ministro della Digitalizzazione ha inoltre dichiarato che i relativi “processi” sono già iniziati e continueranno “nelle prossime settimane e mesi”. Ha aggiunto che il denaro che verrà speso per “vari quadri relativi all'intelligenza artificiale” è una “somma enorme”. “Per l'intelligenza artificiale polacca verrà speso un importo dell'ordine di un miliardo di zloty”, ha sottolineato Gawkowski. Ha aggiunto che nel primo trimestre del 2025 sarà possibile presentare “la spesa esatta”. Il Consiglio del Fondo per L'intelligenza Artificiale riunirà le più importanti istituzioni che distribuiscono fondi pubblici per lo sviluppo dell'intelligenza artificiale in Polonia: Ministero della Digitalizzazione, Ministero della Scienza, Ministero della Difesa, Fondo Polacco per lo Sviluppo, Centro Nazionale per la Ricerca e lo Sviluppo, Centro Scientifico Nazionale, Banca Gospodarstwa Krajowego. Il Consiglio sarà un organo consultivo il cui obiettivo principale sarà quello di sostenere lo sviluppo e l'implementazione dell'intelligenza artificiale in Polonia.
Il Presidente Andrzej Duda ha firmato una legge che introduce una tassa aggiuntiva. Secondo le dichiarazioni del viceministro delle Finanze Jarosław Neneman, la nuova imposta dovrebbe riguardare circa 7.000 aziende. Le nuove norme sviluppano la direttiva dell'UE relativa al livello minimo globale di tassazione per i gruppi multinazionali e i grandi gruppi nazionali di imprese. L’imposta si applica alle aziende che negli ultimi anni hanno registrato i ricavi di almeno 750 milioni di euro. La legge definisce i gruppi multinazionali come quelli in cui almeno un’entità opera al di fuori della Polonia, mentre i gruppi nazionali comprendono solo aziende che operano esclusivamente nel paese. Le aziende saranno obbligate a effettuare un test dell’aliquota fiscale effettiva. Se risulterà inferiore al 15%, sarà necessario pagare la tassa aggiuntiva. La legge entrerà in vigore il 1° gennaio 2025, ad eccezione di alcune disposizioni che saranno valide a partire dal giorno della pubblicazione
Nell’economia polacca si registra una mancanza di investimenti. Gli investimenti nel PIL polacco sono solo il 17,8% in un ottimo anno scorso mentre la media nell'Unione Europea è stata pari al 22,2%. Secondo il rapporto dell’ex presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, l'Unione Europea dovrebbe aumentare gli investimenti di 5 punti percentuali del PIL se non vuole ampliare il divario di sviluppo rispetto agli Stati Uniti. Il divario è quindi enorme e risulta più di 300 miliardi di zloty all'anno. Una delle ragioni di questo è la politica anti-imprenditoriale del governo PiS, la creazione da parte dei governi precedenti di un'incredibile confusione nell'ordine legale, la pandemia, la guerra, l'incertezza del futuro. Inoltre, le ragioni sono anche nella struttura dell'economia polacca. Durante il Congresso, PKO Bank Polski ha presentato il rapporto in cui evidenzia alcuni dei seguenti fatti importanti. Su oltre 2 milioni di imprese operanti in Polonia, solo 100 mila impiegano più di 9 persone. Il numero di grandi imprese con più di 249 dipendenti è aumentato del 20% dal 2010 ma ben il 44% di loro sono imprese a capitale straniero. Parallelamente il numero di microimprese è aumentato del 40% circa. Queste proporzioni non sono favorevoli al miglioramento della produttività nell'economia polacca perché: “più l'impresa polacca è piccola e meno efficiente, mentre la produttività aumenta con la crescita dell'impresa. Per quanto riguarda il capitale disponibile nelle imprese per dipendente la Polonia è l'ultima nell'Unione Europea. La crescita così rapida come negli anni precedenti è impossibile con un aumento così debole della produttività” ha detto Marta Petka-Zagajewska, direttrice dell'Ufficio di Analisi Macroeconomica della PKO Bank Polski. La crescita economica polacca è stata lenta nel periodo successivo alla post-trasformazione utilizzando riserve semplici. Una di queste riserve era la manodopera a basso costo. Con l'invecchiamento della popolazione tali riserve semplicemente non esisteranno. “Dopo il 2035 a causa della demografia, la crescita dell’economia polacca potrebbe perdere il suo divario dalla media dell'Unione Europea” ha detto Tomasz Marciniak, socio dirigente di McKinsey & Company. durante il dibattito di apertura del Congresso. La Polonia deve aumentare la produttività dell'intera economia. La produttività è il fatto che un dipendente può produrre più PIL non perché lavorerà più a lungo ma dandogli un capitale più produttivo, cioè macchine, dispositivi, robot e tecnologie che consentono una produzione più efficiente. Sebbene l'economia polacca sia stata la più rapida a crescere in Europa dopo la trasformazione e il PIL polacco sia raddoppiato negli ultimi due decenni, la produttività in Polonia è solo al livello del 60% della produttività nell'eurozona, nel 2000 era solo del 40%. Tuttavia, la crescita della produttività non è stata il principale motore della crescita del PIL polacco. Gli analisti di PKO BP affermano che in questa situazione le imprese polacche possono solo investire, altrimenti non riusciranno a far fronte. Le imprese hanno bisogno di credito. In Polonia, il prestito per il settore non finanziario è sceso a poco più del 30% del PIL da quasi il 50% di qualche anno fa, e il credito alle imprese è solo l'11% del PIL che colloca la Polonia al penultimo posto dell'intera Unione Europea. La media dell'Unione Europea è pari al 31% del PIL e in Danimarca, paese che si trova al primo posto, raggiunge il 57% del PIL. “Il settore bancario può sostenere le aziende in modo più forte in tre aree che sono trasformazione energetica e digitale e anche finanziamento di fusioni e acquisizioni. (...) L'espansione estera delle imprese polacche è una possibilità del loro successo. Il valore degli investimenti esteri polacchi è a un livello storicamente alto” ha detto Katarzyna Perkuszewska, la direttrice dell'Ufficio Strategico della PKO Bank Polski. Gli esperti sono convinti che gli investimenti in Polonia inizieranno e le esigenze di investimenti della Polonia sono stimate in trilioni di zloty nei prossimi anni. “Con la ripresa di una forte domanda di investimenti, la domanda di credito può superare la capacità di offerta” ha aggiunto Marta Petka-Zagajewska.
(Fonte: Gazzetta Italia, Polonia Oggi)
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)