Il settore scientifico britannico sta cambiando

Il settore scientifico britannico sta cambiando
Giovedì 16 Marzo 2023

Il settore scientifico britannico sta cambiando

Secondo una nuova analisi di alcuni accademici, il Regno Unito si posiziona a buoni livelli nel campo tecnologico e scientifico, ma non tra i primi a livello mondiale.

La scienza britannica sta subendo un importante cambiamento spinto da numerosi fattori, tra cui Brexit e calo della produttività: il mese scorso è stato inaugurato il Dipartimento per la Scienza, l'Innovazione e la Tecnologia.  Nell’occasione, Sir Paul Nurse, premio Nobel e direttore del Francis Crick Institute di Londra, ha pubblicato il proprio report riguardo ricerca e innovazione in Regno Unito. La premessa che la scienza britannica è a buoni livelli ma non eccezionali viene rafforzata anche dalla ripresa dei legami post-Brexit con Horizon, il programma di ricerca dell'UE.

Alcuni dati molto importanti ci vengono forniti analizzando alcune aree fondamenti della ricerca, come intelligenza artificiale e biologia sintetica. La percentuale delle citazioni del Regno Unito negli ultimi 100 articoli pubblicati riguardanti l'intelligenza artificiale è di 7,8 in generale, ma, escludendo il laboratorio DeepMind, questa scende all'1,9.

La biologia sintetica in UK è analogamente monopolizzata dal MRC Laboratory for Molecular Biology dell'università di Cambridge. Tre istituzioni statunitensi, incluso il MIT, superano individualmente l'intera produzione "synbio" del Regno Unito. Le tecnologie quantistiche, un altro punto di forza del governo, dovrebbero ricevere 2,5 miliardi di sterline nel prossimo bilancio.

Il paese si è aggiudicato per l'ultima volta il titolo di "superpotenza quantistica" tra il 2003 e il 2007, quando arrivò secondo per numero di citazioni su documenti ufficiali - ora si attesta al quinto posto. Il Regno Unito segue paesi come Stati Uniti e Cina, e preceduto da nazioni più piccole come Singapore, Svizzera e Danimarca.

Mentre il Regno Unito nel suo insieme spende circa il 2,5% del PIL medio OCSE del 2019 in ricerca e sviluppo, il contributo diretto del governo alla R&S interna è inferiore allo 0,5%, collocando il paese al 27° posto tra i 36 paesi OCSE e dietro a Sud Corea, Germania e Stati Uniti. Tra i punti da sviluppare sono inclusi: maggiore spesa nel settore scientifico; contesto politico meno volatile e attraente per gli investitori; burocrazia più semplificata; e una forte collaborazione con le istituzioni internazionali.

 

Fonte: https://on.ft.com/3Jm1G2E

 

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

 

Ultima modifica: Giovedì 16 Marzo 2023