Verso una moda rigenerata: tessile europeo in piena transizione circolare

Venerdì 14 Novembre 2025

Verso una moda rigenerata: tessile europeo in piena transizione circolare

Ridurre sprechi e impatti ambientali: è questa la sfida che un numero crescente di progetti europei sta affrontando per rendere il settore tessile più sostenibile e circolare. Oggi ogni cittadino europeo consuma in media 26 chili di tessuti all’anno, metà dei quali finisce tra i rifiuti. 

Secondo la Commissione europea, il tessile è tra i settori più impattanti per consumo di acqua, suolo e materie prime, oltre che per le emissioni di gas serra. Ogni anno, un europeo butta via in media 11 chili di tessuti, mentre nel mondo un camion di abiti viene smaltito o incenerito ogni secondo.

Con oltre 160mila imprese 1,5 milioni di lavoratori, l’industria tessile rappresenta un pilastro economico europeo che necessita di innovazione e supporto per la transizione verde. Poiché il 73% dei tessuti consumati in Europa è importato, l’UE punta a rafforzare la collaborazione internazionale e a promuovere produzioni sostenibili e di qualità, valorizzando creatività, competenze e know-how europei. 

Anche in Italia la sostenibilità tessile è ormai una priorità. Sono nati diversi consorzi dedicati all’economia circolare, come Cobat Tessile, Ecotessili, ERP Italia Tessile ed Erion Textiles, impegnati nella raccolta e nel recupero dei prodotti tessili per trasformarli in nuova materia prima. In questa stessa direzione si inserisce l’accordo tra Confindustria Moda e UniCredit, volto a supportare le imprese nella digitalizzazione e transizione verde. A Palermo, inoltre, è stato inaugurato uno sportello moda per accompagnare le aziende verso l’adozione del passaporto digitale del prodotto, che dal gennaio 2026 garantirà tracciabilità, sostenibilità e trasparenza lungo l’intera filiera.

La Spagna ha integrato la strategia per il tessile sostenibile nel piano nazionale “España Circular 2030” e nella Legge 7/2022 sui rifiuti, che introduce la responsabilità estesa del produttore (EPR) per abbigliamento e calzature. Entro il 2025, le aziende dovranno finanziare la raccolta, selezione e riciclo dei prodotti immessi sul mercato, in linea con le direttive europee. Il Paese sta costruendo una filiera tessile circolare che unisce istituzioni, imprese e associazioni. Parallelamente cresce il mercato dell’usato, spinto dai social network e da catene specializzate. Tra gli esempi più significativi c’è Humana Fundación Pueblo para Pueblo, che nel 2024 ha recuperato **19 mila tonnellate di capi.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana - Barcellona)

Ultima modifica: Venerdì 14 Novembre 2025