Notizie mercati esteri - Svizzera

Martedì 8 Luglio 2025

Notizie dai mercati esteri - Svizzera

Export Made in Italy: Svizera top player 2025. Una prima analisi

Nonostante il contesto geopolitico globale aggravato dalle incertezze legate ai dazi e alla conseguente volatilità economica, l’export Made in Italy dimostra un successo non scontato e lo fa anche in mercati di “prossimità”. Secondo i dati ISTAT relativi ai primi quattro mesi del 2025, le esportazioni italiane hanno raggiunto quota 213 miliardi di euro, registrando una crescita del +2,5% su base annua, nonostante una lieve contrazione in volume (-2,1%).

In questo scenario così articolato, è facile notare come la Svizzera si confermi un partner strategico di primaria importanza per l’export Made in Italy, distinguendosi come uno dei mercati esteri a più alta crescita. L’Italia rappresenta il quarto paese esportatore per la Confederazione Elvetica ma sono proprio i dati ad evidenziare questo strettissimo legame che vede i due paesi limitrofi giocare una partita dall’esito “win-win”.

Esportazioni Made in Italy in Svizzera: crescita a doppia cifra

Nel primo quadrimestre del 2025, sempre secondo gli osservatori più accreditati, l’export italiano verso la Svizzera è cresciuto del +13,1% rispetto allo stesso periodo del 2024, superando nettamente la performance di altri mercati chiave di riferimento, come:

  • Spagna che si è fermata al +10,8%
  • Stati Uniti +8,4%
  • Germania +4,1%

Numeri che confermano il ruolo di top player rivestito della Svizzera non solo come mercato di sbocco privilegiato, ma anche come piattaforma logistica e commerciale di riferimento nel centro Europa.

L’interscambio commerciale tra Italia e Svizzera, nel primo trimestre 2025, ha raggiunto un valore complessivo di oltre 12 miliardi di euro, con un saldo attivo per l’Italia. Se siamo soliti ad immaginare agroalimentare, lusso e turismo come settori trainanti, dovremmo ricrederci di fronte ai dati che parlano di un ventaglio molto più ampio di asset strategici che conducono al successo del dato generale.

Tra questi troviamo settori trainanti dell’export includono:

  • Articoli farmaceutici e chimico-medicinali: 2,54 miliardi € (+20% rispetto al 2024)
  • Prodotti alimentari, bevande e tabacco: 454 milioni €
  • Macchinari e apparecchiature: 463 milioni €
  • Metalli e prodotti in metallo: 1,32 miliardi €
  • Prodotti delle altre attività manifatturiere (inclusi gioielli e articoli di lusso): 641 milioni €

 

La Confederazione, poggiando su pilastri quanto mai soliti e appetibili come stabilità economica e politica, la prossimità geografica e la forte domanda di prodotti ad alto valore aggiunto da parte di un pubblico mediamente alto spendente e soprattutto molto informato, rappresenta un mercato particolarmente attrattivo per le PMI italiane, disposte a rispondere efficacemente alle richieste del mercato anche con soluzioni ad hoc.

Si tratta di una serie di elementi che rendono il mercato elvetico particolarmente attrattivo per l’export Made in Italy, in grado di rispondere efficacemente alle richieste del mercato anche con soluzioni ad hoc. La proverbiale flessibilità italiana e gli investimenti in R&D pagano gli imprenditori che, sempre più spesso, guardano al territorio elvetico come ad un hub strategico per l’apertura di nuove opportunità di business, ma anche per rafforzare le proprie operazioni legate all’export con partner qualificati e formati.

Svizzera e Paesi UE: un dinamismo non scontato

Rispetto ai principali partner dell’Italia in UE, la Svizzera si distingue per una crescita più sostenuta dell’interscambio commerciale: mentre mercati limitrofi nella UE mostrano segnali di rallentamento o stagnazione, quello elvetico continua ad espandersi, offrendo opportunità concrete per le imprese italiane, che ne apprezzano anche il contesto normativo stabile e la burocrazia più snella.

Il ruolo della CCIS nel sostegno all’export Made in Italy in Svizzera

Il successo dell’export italiano in Svizzera è sostenuto da un’azione sinergica del Sistema Italia, che vede la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera come punto di riferimento per gli imprenditori interessati ad espandere i propri interessi commerciali. Accanto a lei enti come ITA (Italian Trade Agency), SACE, SIMEST, CDP che ricoprono un ruolo centrale nell’accompagnare le imprese italiane nei processi di internazionalizzazione.

La CCIS, con sedi a Zurigo, Ginevra e Lugano, offre servizi alle imprese di consulenza fiscale e legale, organizza eventi B2B e attività di networking, e supporta le aziende nella definizione di strategie di ingresso e posizionamento sul mercato elvetico, guida all'export verso il territorio elvetico con focus specifici nei settori della meccanica e dell'agroalimentare. Le relazioni consolidate con le istituzioni svizzere e italiane amplificano ulteriormente le opportunità per il Made in Italy e garantiscono alle PMI e agli imprenditori italiani l'occasione di fruire di opportunità studiate ad hoc, anche nell'ambito dell'e-commerce in Svizzera.

Per quanto riguarda la metalmeccanica, ad esempio, la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, organizza a Lugano il pirmo Forum Industriale Italo Svizzero. Un vero e proprio hub di networking qualificato che, nella prima edizione ha contato oltre 300 partecipanti alla conferenza di apertura e 150 buyer che si sono riversati nell'area B2B per incontrare le imprese italiane produttrici delle eccellenze di cui la Svizzera è acquirente. 

Dati che testimoniano il continuo impegno della CCIS a favore della valorizzazione dell'export Made in Italy in Svizzera, anche nei settori più di nicchia, nei quali è indispensabile una profonda preparazione e conoscenza di ambo i mercati e una costante ricerca di mercato per garantire il corretto matching tra domanda e offerta. Per scoprire il Forum https://industrialforum.ch/il-settore-mem-in-svizzera-opportunita-per-le...

Turismo DOP Made in Italy: la Svizzera sceglie l’Italia del gusto

A metà tra identità e accoglienza, scoperta e ricerca. Il turista svizzero sceglie l’Italia ancora una volta e lo fa  non solo per le proprie vacanze ma anche per week end lunghi  nelle capitali del gusto. A Confermare la tendenza sempre più spiccata, e generalizzata, di abbinare al viaggio anche tour enogastronomici, viene ben dettagliata nel  1° Rapporto Turismo DOP, presentato a Roma dalla Fondazione Qualivita in collaborazione con Origin Italia e con il supporto del Masaf.

L’Italia si conferma leader europeo nel turismo enogastronomico grazie a un modello specifico identificato come “Turismo DOP”: un sistema integrato tra viaggio e valorizzazione delle tipicità enogastronomiche che attirano l’attenzione del pubblico e rappresentano un sistema che identifica e promuove le Indicazioni Geografiche (IG) come motore di sviluppo territoriale, culturale ed economico.

Un’offerta turistica autentica e sostenibile

Il Turismo DOP si fonda su ben 585 attività promosse da 361 Consorzi di tutela italiani, che raccolgono e rappresentano 597 prodotti DOP e IGP. L’offerta si articola in:

  • 235 eventi nel 2024, tra cui degustazioni, festival culturali e sportivi;
  • 188 infrastrutture permanenti, come musei del cibo, strade del vino e spazi didattici;
  • 130 elementi di valorizzazione del territorio, tra cui 17 siti UNESCO e 29 paesaggi rurali storici;
  • 32 azioni di formazione e comunicazione per rafforzare la qualità dell’accoglienza.

Secondo il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, “il turismo legato alle DOP e IGP è un asset strategico per lo sviluppo dell’Italia rurale e per la promozione delle nostre eccellenze agroalimentari”. Daniela Santanchè, Ministro del Turismo, durante la conferenza di presentazione del Rapporto Turismo di Fondazione Qualivita, ha sottolineato la necessità di promulgare una legge quadro specifica per il turismo enogastronomico, da abbinare ad una promozione internazionale coordinata.

 

Il turismo svizzero in Italia: un mercato chiave per il Turismo DOP

In questo quadro positivo, la Svizzera si conferma origine di  flussi turistici  rilevanti per l’Italia. Secondo i dati ENIT, su base Eurostat/Istat, nel solo 2022 (post covid) i turisti svizzeri hanno generato:

  • 3.027.131 arrivi e 11.760.367 presenze in Italia;
  • una permanenza media di 3,9 notti;
  • una spesa turistica complessiva di 2,1 miliardi di euro, con una spesa media per notte di 161,5 euro

In linea generale, nel primo trimestre del 2025, nonostante un leggero calo generale del turismo in Italia (-1,1% arrivi, -0,4% presenze), la componente estera ha mostrato una crescita dello 0,6% nelle presenze, con una permanenza media di 3,48 notti per i turisti stranieri. Questo dato conferma la centralità del turismo internazionale ed in particolare di mercati ad alta capacità di spesa come la Svizzera.

Un’opportunità per i territori e le imprese italiane

L’interesse dei turisti svizzeri verso l’Italia è storicamente elevato e vede una predilezione per esperienze autentiche, legate al territorio e alla qualità. Percorsi ciclabili, visite guidate di nicchia in località lontane dalle mete blockbuster, degustazioni private o per piccoli gruppi in cantine e/o in aziende produttive autoctone, sono scelte rispetto a modalità di turismo di massa. Il Turismo DOP risponde perfettamente a questa domanda proprio per la vasta proposta di percorsi esperienziali che uniscono cultura, paesaggio ed enogastronomia Made in Italy.

Partendo da una attenta lettura del report sul Turismo DOC, le regioni italiane e il settore turistico locale possono cogliere un’opportunità concreta: intercettare il turismo svizzero attraverso l’offerta DOPvalorizzando le filiere locali e rafforzando la competitività delle destinazioni minori. In questo senso, il portale www.turismodop.it rappresenta uno strumento strategico per la promozione e la pianificazione dell’offerta mentre, la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera prosegue con azioni specifiche di valorizzazione dei territori italiani sul territorio elvetico, attraverso la costruzione di partnership strutturate con le Regioni italiane.

Ne sono un esempio gli accordi e i progetti sviluppati con la Regione Calabria, con i consorzi di tutela (ad esempio quello della Mozzarella di Bufala, del pomodoro pachino, del Vino Chiaretto e Bardolino, del Prosecco DOC): piani strutturati di promozione enogastronomica e territoriale (con aziende produttrici e prodotti DOC/DOP/IGP) dedicati alla Svizzera

Oltre agli eventi B2B c he si svolgono in Svizzera, CCIS mette a disposizione di aziende e territori anche la partecipazione alle attività di networking con la propria base associativa oppure progetti strutturati su più anni come quello sviluppato con la Regione Calabria.

 

Leggi la news completa di link: https://ccis.ch/turismo-dop-made-in-italy-la-svizzera-sceglie-litalia-de...

Link al Rapporto Turismo DOP: https://www.origin-italia.it/1-rapporto-turismo-dop/

 

Crisi globale: gli USA colpiscono militarmente l’Iran. Rischi e opportunità per l’export italiano e il ruolo della Svizzera

In Italia erano da poco passate le 2 della notte tra il 21 e il 22 giugno, quando gli Stati Uniti, con un attacco mirato, coordinato e preciso, hanno colpito tre siti nucleari iraniani – Fordow, Natanz ed Esfahan – con bombe “bunker buster” trasportate da bombardieri B-2 partiti dal Missouri.  

Le reazioni in Occidente

La NATO sta monitorando la situazione, mentre l’Unione Europea chiede urgentemente una de-escalation, esprimendo profonda preoccupazione”. È infatti già stata fissata per domani una riunione generale con i ministri degli affari esteri e della difesa di tutti gli stati membri.

Oltre alla preoccupazione per le conseguenze politiche, sotto i riflettori ci sono anche gli impatti economici immediati che potrebbero toccare energia e trasporti ma anche gli scambi internazionali, soprattutto nel caso in cui venisse confermato il blocco dello Stretto di Hormuz e la militarizzazione del Golfo Persico. In meno di 24 ore, il prezzo del petrolio ha superato gli 85$/barile, con un balzo del +14%, e il gas naturale europeo ha registrato un aumento del +9,7%.

La Svizzera

Sebbene non vi siano ancora dichiarazioni ufficiali da parte del Consiglio Federale svizzero, la stampa elvetica lascia intendere che Berna potrebbe assumere un ruolo di mediazione, come già avvenuto in passato nei negoziati sul nucleare iraniano (ad esempio, negli accordi di Ginevra del 2013).

La Svizzera, che rappresenta gli interessi diplomatici degli Stati Uniti in Iran dal 1980, potrebbe quindi assumere un ruolo rilevante ed essere identificata come l’attore in grado di facilitare un canale di dialogo tra le parti. Non vanno però trascurati i dettagli raccontati da Swissinfo.ch, il portale d’informazione internazionale della SSR, che evidenzia anche la preoccupazione per le ripercussioni internazionali.

La stampa svizzera collega quindi l’instabilità geopolitica ai rischi per l’approvvigionamento energetico e per la stabilità dei mercati.

Il mercato svizzero paradiso sicuro per l’export italiano

Un dato che può avere molteplici interpretazioni ma che potrebbe anche ricordare agli imprenditori italiani, impegnati su mercati che risultano sempre più inavvicinabili, l’opportunità di affacciarsi con determinazione oltralpe, rispondendo alla domanda interna di forniture affidabili e di qualità, in particolare nei settori più attenzionati dai buyer elvetici, ovvero:

  • Agroalimentare (prodotti di qualità, a filiera corta. In questo ambito l’export made in Italy ha già registrato un +8.5% nel 2024, sul territorio elvetico)
  • Tecnologie verdi e automazione meccanica che ha sfiorato il tetto del +6%.
  • Innovazione tecnologica: qui la confederazione investe in startup tecnologiche innovative più del doppio dell’Italia nonostante abbia una popolazione sei volte inferiore a quella del Bel Paese

A testimoniare queste opportunità è la stessa stampa elvetica (in particolare RSI, Swissinfo.ch) che sottolinea la preoccupazione per l’escalation, ma anche la volontà di rafforzare la resilienza economica interna e le relazioni con partner europei affidabili, come l’Italia.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

Ultima modifica: Martedì 8 Luglio 2025
Martedì 8 Luglio 2025

Notizie dai mercati esteri - Svizzera

Svizzera e Unione Europea: un nuovo accordo di difesa apre scenari strategici per l’Italia

Svizzera e Unione Europea: un nuovo accordo di difesa che apre scenari strategici per l’Italia

In risposta al mutato contesto geopolitico globale, la Svizzera si prepara a ridefinire la propria politica di difesa, aprendo la strada a una cooperazione rafforzata con l’Unione Europea. Un cambiamento che potrebbe avere importanti ricadute anche per l’Italia, sia in termini di sicurezza che di opportunità economiche e industriali.

Un passo storico verso l’integrazione europea in materia di sicurezza

Nel marzo 2025, il Consiglio nazionale svizzero ha approvato una dichiarazione che invita il Consiglio federale a intensificare la cooperazione in materia di sicurezza con l’Europa. A maggio, la Commissione della politica di sicurezza ha rilanciato con una mozione del deputato Fabian Molina, che propone l’avvio di negoziati per un accordo di sicurezza e difesa con l’UE.

L’obiettivo è chiaro: rafforzare la collaborazione con gli Stati membri e con istituzioni chiave come l’Agenzia europea per la difesa e la Cooperazione strutturata permanente (PESCO), mantenendo al contempo la storica neutralità svizzera.

Opportunità per l’Italia: cooperazione industriale e interoperabilità

Per l’Italia, questo accordo rappresenta una straordinaria occasione per rafforzare i legami con la Svizzera, partner economico e tecnologico di primo piano. La possibilità di partecipare ad acquisti congiunti di armamenti e progetti di ricerca e sviluppo nel settore della difesa apre nuove prospettive per le imprese italiane attive nell’aerospazio, nella cybersecurity e nelle tecnologie dual-use.

Inoltre, l’interoperabilità delle attrezzature militari tra Svizzera e UE favorirebbe una maggiore efficienza operativa e una riduzione della dipendenza da fornitori extraeuropei, in particolare dagli Stati Uniti.

Un modello già testato: il caso della Norvegia

Il modello di riferimento è l’accordo strategico firmato nel 2024 tra l’UE e la Norvegia, che ha rafforzato la cooperazione in ambiti come la sicurezza marittima, le minacce ibride, le attività spaziali e la difesa cibernetica. Un’intesa che non ha modificato l’adesione della Norvegia alla NATO, ma ha consolidato il suo ruolo nell’architettura di sicurezza europea.

Italia-Svizzera: un asse strategico per la sicurezza e l’innovazione

In un contesto di crescente instabilità internazionale, l’avvicinamento della Svizzera all’UE in ambito difensivo rappresenta un’opportunità strategica per l’Italia. Rafforzare la cooperazione bilaterale in materia di sicurezza, innovazione tecnologica e industria della difesa può contribuire a costruire un’Europa più resiliente e autonoma.

Per imprenditori, investitori e professionisti italiani, è il momento ideale per esplorare nuove sinergie con il mercato svizzero, cogliendo le opportunità offerte da un accordo che potrebbe ridefinire gli equilibri della sicurezza europea nei prossimi anni.

Il settore MEM in Svizzera: opportunità per l’export Made in Italy

Il settore MEM svizzero rappresenta una colonna portante dell’economia della Confederazione e contribuisce in modo sostanziale al PIL nazionale. Nonostante le difficoltà che disturbano il settore anche per le congiunture economico sociali, la richiesta di componenti ad alta precisione, di tecnologia specializzata e di produzione ad hoc è in costante crescita. A tal proposito, a maggior ragione adesso che l’export di settore è appesantito dall’imposizione dei dazi doganali verso gli USA, la Svizzera potrebbe rappresentare un Paese cardine per sviluppare nuove collaborazioni e aprire un mercato avanzato, florido e pronto ad accogliere il Made in Italy. Dagli ultimi dati di settore emerge che, nel 2024, l’industria tecnologica svizzera ha generato un fatturato complessivo di 87,4 miliardi di CHF ma che la produzione interna non è in grado di rispondere in modo soddisfacente alla domanda e quindi risulta inevitabile il ricorso alle importazioni.

Quali sono dunque i settori maggiormente interessati alle importazioni? Lo spieghiamo in queto articolo.

 

1. Meccanica di precisione

Il comparto meccanico svizzero si distingue per l’elevata qualità ed è caratterizzato da una forte specializzazione nella produzione di macchine utensili, impianti per l’industria pesante e attrezzature per la lavorazione dei metalli. Questi componenti trovano applicazione in settori strategici come l’automotive, l’aerospaziale e la tecnologia medicale.

Nel 2023, il mercato globale dei componenti per la meccanica di alta precisione ha superato i 2,3 miliardi di dollari, con una crescita annua composta (CAGR) prevista del 4,4% fino al 2032. La Svizzera si caratterizza anche per la continua richiesta di queste componenti, motivo per cui, la specializzazione italiana e la vicinanza geografica, potrebbero costituire un’importante leva di sviluppa dell’export Made in Italy specializzata.

 

2. Elettronica e automazione: motori dell’industria 4.0

Il segmento elettronico svizzero è altamente innovativo, focalizzato sulla produzione e l’utilizzo di sensori, semiconduttori e soluzioni per la gestione intelligente dell’energia. Queste tecnologie sono fondamentali per applicazioni emergenti come la mobilità elettrica, la telemedicina e la smart manufacturing, tre aree molto presenti e sviluppate in Svizzera.

Parallelamente, l’ingegneria dell’automazione continua a espandersi, con aziende che ricercano sistemi avanzati di controllo e robotica industriale. Si tratta di soluzioni essenziali per aumentare l’efficienza produttiva e ridurre i costi operativi, in linea con i principi dell’Industria 4.0. Avvicinarsi a questo tipo di industria e prevedere delle collaborazioni con le imprese MEM elvetiche, attraverso il contatto diretto con i buyer specializzati, è uno dei veicoli principali di aumento dei tenori dell’export Made in Italy MEM.

 

3. Metallurgia e materiali avanzati: aumenta la domanda elvetica

Il comparto metallurgico svizzero è rinomato per la produzione e la lavorazione di acciai speciali e leghe ad alte prestazioni, utilizzati in ambienti estremi e settori ad alta intensità tecnologica. Nonostante una contrazione del 9,3% nelle esportazioni nel primo trimestre del 2024, il settore mantiene un ruolo strategico grazie alla sua capacità di innovazione e alla qualità dei materiali prodotti.

I dazi al 50% previsti dall’USA verso i metalli di importazione europea potrebbe costituire per le imprese Made in Italy un leggero freno all’export. Invece, però, di rinunciare ad una fetta importante nei capitoli di bilancio, proprio perché la Svizzera è un Paese molto interessato a questo settore, le PMI MEM italiane specializzate potrebbero trovare qui un’alternativa non solo valida ma ancor più soddisfacente.

 

4. Micromeccanica: l’unicità della richiesta a favore del Made in Italy

Anche la micromeccanica ha un peso non trascurabile per l’impresa elvetica. Le applicazioni qui spaziano dall’orologeria di precisione alla tecnologia medicale, fino ad arrivare ai sensori avanzati. Questo segmento beneficia di un ecosistema altamente integrato tra industria e ricerca, che consente lo sviluppo di soluzioni su scala micrometrica con standard qualitativi elevatissimi. In questo specifico settore, gli imprenditori italiani interessati ad esportare i propri prodotti e i componenti micromeccanici verso la Svizzera, possono contare su alcune nicchie di mercato floride che sono alla continua ricerca di importatori qualificati per rispondere alle esigenze e alle richieste del mercato interno.

Prospettive e opportunità in Svizzera per gli imprenditori italiani

Nonostante le sfide globali, tra cui la flessione della domanda europea, le tensioni geopolitiche, e l’equilibrio precario di alcuni accordi tra le nazioni, le imprese svizzere del settore MEM mostrano segnali rincuoranti di resilienza. Il 28% delle aziende prevede, infatti, un incremento delle commesse estere nei prossimi quattro trimestri, sostenute da un contesto favorevole all’innovazione e da una crescente domanda di tecnologie ad alta precisione. A tal proposito, il mercato MEM italiano rappresenta uno dei più affidabili e ricercati. L’innovazione e il tasso di ricerca che permea le PMI Made in Italy del settore MEM, le candida a pieno titolo per entrare sul mercato elvetico con una qualifica rilevante. Imprimere un booster all’export Made in Italy del MEM verso la Svizzera può rappresentare, per tanti imprenditori, la chiave di volta per superare e/o mitigare le difficoltà legate all’export verso altri continenti, nei quali i DAZI e le politiche interne non favoriscono uno scambio proficuo ed equo.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

Ultima modifica: Martedì 8 Luglio 2025