In 10 anni il Belgio è diventato la culla delle biotech

In 10 anni il Belgio è diventato la culla delle biotech
Venerdì 13 Gennaio 2023

In 10 anni il Belgio è diventato la culla delle biotech

In poco più di 10 anni il Belgio è diventato una delle principali culle europee delle biotecnologie, tanto che è previsto che entro il 2026 verranno prodotti i primi 100 farmaci più venduti nel mondo.

Fino al 2009, il Belgio non era coinvolto nella filiera delle biotech, con un investimento di solo circa il 2% del Pil nella R&S. Negli anni successivi, tuttavia, in seguito a forti pressioni da parte delle aziende presenti sul territorio, il Governo federale ha approvato una serie di importanti interventi che garantivano fondi pubblici ed agevolazioni fiscali per la ricerca privata, oltre ad una minor burocrazia e a tempi rapidi per sperimentare nuovi farmaci.

Infatti, in Belgio l'approvazione per una sperimentazione di Fase I richiede in media 15 giorni, una delle tempistiche più brevi in Europa. Inoltre, con i suoi 23,2 trial avviati per 100.000 abitanti nel 2021, il Belgio è secondo in Europa solo dopo la Danimarca (con circa 27 trial). Ciò rende il Belgio una meta estremamente attraente nel panorama internazionale per quanto riguarda lo svolgimento delle sperimentazioni cliniche.

In Belgio sono attive oltre 140 aziende biotech, pari al 7% delle aziende biotech europee. Le aziende belghe sono responsabili del 16% del fatturato europeo e di quasi il 10% delle spese di ricerca e sviluppo. Tale successo è dovuto anche alla stretta collaborazione tra università e settore industriale e anche grazie al sostegno delle autorità regionali.

Facendo un confronto con l’Italia, si nota che, sebbene nel Belpaese ci siano più imprese (376) e si spenda molto in termini di capitale umano e finanziario, l'impegno belga è sicuramente più rilevante se messo in relazione alle dimensioni del Paese. Infatti, il Belgio rappresenta il primo mercato azionario in Europa in questo settore, con il 24% della capitalizzazione totale. Questo perché il comparto biotech italiano è composto all'80% da micro e piccole imprese. In aggiunta, il Belgio impiega quasi cinque volte il numero di addetti delle imprese italiane e quasi il doppio degli addetti nella R&S. L’Italia è più indietro anche per quanto riguarda lo svolgimento di sperimentazioni chimiche, nonostante rimanga al di sopra della media Europea con 8,2 trial ogni 100.000 abitanti.

Con lo scopo di contribuire allo scambio di idee e di proposte fra Belgio e Italia nell'ambito della ricerca scientifica farmacologica, il 22 novembre 2022 è stato firmato un protocollo d’intesa dall’ambasciata del Belgio in Italia e da Galapagos, azienda biotech belga impegnata nello sviluppo di farmaci innovativi. «Siamo orgogliosi di aver dato vita a questo protocollo d'intesa con l’ambasciata del Belgio per la promozione del dialogo fra i due Paesi e la valorizzazione della ricerca scientifica. Galapagos nasce dalla ricerca e mette al centro delle sue attività la scoperta e lo sviluppo di molecole innovative che possano fare la differenza per i pazienti», ha commentato Alberto Avaltroni, CEO di Galapagos in Italia.

Gli obiettivi di questa intesa riguardano la promozione del dialogo e del confronto sulla ricerca e l’innovazione nel campo della salute, lo studio dei modelli di assistenza sanitaria e lo sviluppo e l'uso delle nuove tecnologie applicate alla salute.

Fonte: Business.belgium.be, Il Sole 24 ore

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Belgo-Italiana)

Ultima modifica: Venerdì 13 Gennaio 2023