Aumento del budget per la difesa danese

Aumento del budget per la difesa danese
Lunedì 31 Luglio 2023

Aumento del budget per la difesa danese

Nel mese di maggio, il governo danese ha presentato una proposta che prevede l’investimento di 143 miliardi di corone (18 miliardi e 590mila euro) attraverso il prossimo decennio. L’esistenza di una larga maggioranza parlamentare a sostegno dell’iniziativa è stata confermata il 28 giugno da fonti locali. Oltre all’entità dell’investimento, questa decisione rappresenta un passo importante in relazione alla storia del Paese. Prima di esaminare la notizia odierna è dunque opportuno considerare la storia recente della Danimarca.

 

Cenni storici

Per gran parte della sua storia moderna, la Danimarca ha perseguito una politica di neutralità. Eccezioni importanti a questa tendenza risultano essere solamente due: la sua partecipazione alle guerre napoleoniche dal 1807 e la guerra tedesco-danese del 1864, combattuta tra Regno di Danimarca da un lato e Prussia e Austria dall’altro. Entrambe queste eccezioni, però, avevano carattere difensivo.

Infatti, per quanto riguarda le guerre napoleoniche, il Regno Unito aveva bombardato per primo la capitale e la flotta danese attraccata in porto con proiettili incendiari per evitare che venisse usata in supporto a Napoleone I per un’eventuale sua invasione dell’Inghilterra. La guerra tedesco-danese, invece, fu combattuta per mantenere il possesso dei territori dello Schleswig e dell’Holstein, allora appartenenti alla Danimarca ma con porzioni a maggioranza tedesca.

La Danimarca si mantenne neutrale anche durante la Grande Guerra, arrivando perfino a proibire con un ordine esecutivo l’esposizione di bandiere straniere - ordine annullato solo quest’anno da una sentenza della Corte Suprema.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, invece, il paese fu invaso dalle truppe tedesche e sottoposto ad occupazione militare, nonostante avesse proclamato la propria neutralità. Durante l’occupazione, si sviluppò un movimento di Resistenza danese, ché arrivò a coinvolgere circa 50.000 partigiani.

Dopo la guerra, la Danimarca entrò a fare parte delle Nazioni Unite e nel 1949 entrò a fare parte della NATO, proibendo però la presenza di basi aeree USA sul proprio territorio. Al momento, l’esercito danese schiera unità nei Balcani, in Afghanistan, Estonia, Mali e Iraq.

 

La spesa nel settore finora: i numeri

Tra il 2014 e il 2017, l’investimento danese nella Difesa è rimasto intorno all’1,15% del PIL, per poi aumentare nel 2018, arrivando all’1,38%. L’entità dell’investimento è rimasta tra l’1,3% e l’1,4% del PIL fino al 2022. Grazie al nuovo investimento, la percentuale per il 2023 salirebbe all’1,65%, mentre l’obiettivo NATO del 2% del PIL verrebbe raggiunto entro il 2030.

Dei 143 miliardi di corone da investire, 27 miliardi saranno destinati alla sistemazione degli edifici, alla creazione di tecnologie informatiche e al rafforzamento del personale.  Altri 11 miliardi saranno spesi in personale e materiali.

 

Conclusioni

Dalle cifre sopra citate emerge come, sull’onda dei recenti sviluppi, la Danimarca stia optando per una versione ancora più attiva della propria Difesa. Data l’entità dell’investimento, è possibile che l’espansione dei fondi a disposizione delle Forze Armate danesi si sviluppi in un aumento della richiesta di equipaggiamenti. Questo potrebbe tradursi in interessanti opportunità per aziende del settore che vogliano entrare a far parte del bacino di fornitori delle Forze Armate danesi.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Lunedì 31 Luglio 2023