Australia: outlook economico 2023/2024

Australia: outlook economico 2023/2024
Mercoledì 24 Gennaio 2024

Australia: outlook economico 2023/2024

Paese giovane e dinamico, l’Australia – una delle maggiori economie dell’Asia-Pacifico –, presenta un quadro economico ricco di opportunità, segnato da una crescita costante che ha fatto dell’economia del Paese la dodicesima economia mondiale per Prodotto Interno Lordo e la nona per PIL pro capite a fronte di solo 26.574 milioni di abitanti con una crescita annua di 2,4%. Il Paese ha vissuto un’espansione costante di tre decenni, smorzata unicamente dalla recessione seguita alla pandemia di COVID-19. Fondamenta economiche solide e una gestione economica prudente sono indice di una crescita economica stabile, con una previsione di crescita dell’1,6% nel 2023. La stabilità di cui il sistema gode dal punto di vista giuridico, politico, finanziario e sociale, rappresenta un sicuro mercato di sbocco per le aziende propense all’espansione nel Paese e nell’intera zona. Esso gode di una valutazione del merito di credito pari ad AAA ed è proprio la sicurezza offerta da una salda e duratura condizione economica, abbinata ad un diritto commerciale chiaro e ad uno dei più alti livelli medi di benessere al mondo, ad attrarre continuamente nel Paese fondi di sviluppo ed investimento.

Il Paese è una economia altamente globalizzata di cui il commercio ne rappresenta circa il 45%; L'apertura al commercio e agli investimenti esteri è stata fondamentale per il suo successo a lungo termine.  Il mercato è incline ad attività di import/export di beni e servizi, tendenza che ne ha incrementato la produttività interna, stimolato la crescita e reso l'economia più flessibile. In particolare, si segnala l’interscambio commerciale con la Cina come uno dei motori dell’economia del Paese, soprattutto nel campo delle esportazioni di materie prime, prodotti agricoli e, più di recente, turismo e istruzione universitaria. Questo rapporto ha vacillato negli ultimi due anni, anche se le relazioni tra Australia e Cina sono migliorate sostanzialmente in seguito alla vittoria elettorale del governo laburista australiano a maggio 2022. In seguito a questo, sono stati conclusi nuovi accordi per l'importazione di carbone dopo che le autorità cinesi hanno segnalato l'allentamento di un divieto informale sui carichi australiani, imposto nel 2020 quando le relazioni si sono inasprite su questioni come le origini della pandemia di coronavirus. I recenti cambiamenti negli equilibri globali, inoltre, hanno aperto le porte per un dialogo di più ampio respiro anche con l’Unione Europea; la ripresa dei trattati del Free Trade Agreement tra Unione Europea ed Australia ne è stata una chiara dimostrazione.  Le negoziazioni per l’accordo di libero scambio in questione hanno subito una battuta d’arresto nell’estate 2023, ma rimane chiara l’ambizione dei due Paesi a collaborare per ridurre le barriere commerciali e cogliere nuove opportunità.

Il Paese inoltre svolge un ruolo attivo nel WTO, OMC, nell'APEC, nel G20 e in altri forum commerciali, oltre ad essere membro dell’OECD ed aver partecipato al recente COP27 per la lotta al cambiamento climatico. La sua posizione strategica, infine, affiancata a numerosi accordi consolidati in materia commerciale, fiscale e di immigrazione, ne fa un baluardo per i collegamenti diretti con i mercati in rapido sviluppo dell’Asia.

Le determinanti macroeconomiche del Paese sono un’ulteriore riprova della floridità di cui esso gode.  La forte crescita del 2021 ha consolidato la posizione dell'Australia come la dodicesima economia più grande al mondo nel 2021. Il PIL nominale era di circa 2,2 trilioni di dollari australiani nel 2021. L'Australia ospita solo lo 0,3% della popolazione mondiale, ma contribuisce per l'1,7% all'economia globale. Mentre molte delle principali economie sono a rischio di recessione nel 2023, il Fondo Monetario Internazionale prevede che l'economia australiana crescerà del 1,6% nel 2023. Ciò significa che l'Australia supererà nuovamente le altre economie avanzate, le quali si prevede che cresceranno in media solo dell'1,3%. L’Australia è un grande mercato consumatore e le famiglie australiane dispongono di un reddito disponibile elevato. Secondo l'Unità di Intelligence Economica (EIU), quasi 6 milioni di famiglie generano un reddito superiore a 75.000 dollari statunitensi all'anno. Ciò posiziona l'Australia al sesto posto nelle classifiche globali. L'EIU prevede una crescita continua, con 7,6 milioni di famiglie ad alto reddito entro il 2030.L'economia australiana ha mostrato resilienza di fronte a un'inflazione elevata, tassi di interesse più alti e un ambiente internazionale volatile, posizionandosi bene per crescere più di tutte le principali economie avanzate nel periodo previsto. La crescita economica è stata solida al 3,1 per cento nel 2022-23. La crescita salariale è aumentata al suo tasso annuale più veloce dal 2009 e, dopo due trimestri consecutivi di crescita reale positiva dei salari, ci si aspetta che la crescita reale annua dei salari torni all'inizio del 2024.

Le prospettive per l'economia globale rimangono incerte, e l'inflazione rappresenta ancora una sfida chiave in molte economie. L'invasione della Russia in Ucraina, il conflitto tra Hamas e Israele, il declino del settore immobiliare cinese e gli effetti ritardati di una marcata stretta monetaria costituiscono tutti rischi al ribasso per le prospettive di crescita globale. Si prevede che la crescita globale rallenterà dal 3,4 per cento nel 2022 al 3 per cento nel 2023 e nel 2024, poiché l'inflazione persistente e i tassi di interesse più elevati gravano sull'attività economica. Si prevede un modesto aumento al 3¼ per cento nel 2025.L'economia australiana ha rallentato nei modi attesi di fronte all'incertezza globale, ai tassi di interesse più alti e a un'inflazione elevata ma in diminuzione. Tuttavia, l'economia affronta queste sfide da una posizione di forza. Il mercato del lavoro rimane robusto, con oltre 600.000 persone occupate in più negli ultimi 18 mesi e la il tasso di occupazione si mantiene vicina ai livelli record, a un ritmo più veloce rispetto a tutte le principali economie avanzate. Il tasso di disoccupazione ha registrato la sua più lunga serie consecutiva al di sotto del 4 per cento il livello più basso da quasi cinquanta anni, e i salari stanno crescendo al ritmo più rapido da oltre un decennio. Si prevede che la crescita economica si modererà nel 2023-24 a causa delle pressioni inflazionistiche e dei tassi di interesse più alti che pesano sul consumo delle famiglie e sugli investimenti immobiliari. Il mantenimento del momentum degli investimenti pubblici e aziendali e il continuo recupero nei settori degli studenti internazionali e del turismo stanno contribuendo a compensare questa debolezza e a sostenere la crescita nel 2023-24. Questi sviluppi si riflettono in un modesto miglioramento della crescita del PIL rispetto al bilancio del 2023-24.Si prevede che la crescita economica riprenderà nel 2024-25 con la diminuzione dell'inflazione dopo il suo picco nel 2022 e il miglioramento dei redditi disponibili delle famiglie. Con l'inflazione che si attenua, si prevede che la crescita reale annua dei salari tornerà all'inizio del 2024. Ciò supporterà il consumo delle famiglie e guiderà il ritmo di crescita economica a una previsione del 2¼ per cento nel 2024-25.

L'inflazione è ancora elevata e al di sopra dell'obiettivo, ma è scesa in linea con le aspettative dopo il picco nel 2022. Si prevede che l'inflazione tornerà nell'intervallo target entro il 2024-25 e si prevede che sarà del 2¾ per cento nel trimestre di giugno 2025. Tuttavia, i prezzi globali più alti del petrolio sono stati trasmessi ai prezzi della benzina, aggiungendo ¼ di punto percentuale all'inflazione annua nel trimestre di settembre 2023. Le misure del governo per il costo della vita forniscono un sollievo mirato ai bilanci familiari e i dati dell'ABSmostrano che hanno ridotto l'inflazione generale di mezzo punto percentuale nell'anno fino al trimestre di settembre 2023. Si prevede che ridurranno direttamente l'inflazione annua generale di ¾ di punto percentuale nell'anno fino al trimestre di giugno 2024.La posizione fiscale si è rafforzata. Si prevede un deficit di 1,1 miliardi di dollari nel 2023-24 (pari allo 0,0 per cento del PIL), un miglioramento di 12,8 miliardi di dollari rispetto al bilancio del 2023-24. Nel quadriennio fino al 2026-27, il saldo di cassa sottostante è migliorato di un totale cumulativo di 39,5 miliardi di dollari. Il debito lordo come percentuale del PIL ora si prevede raggiungerà 1,1 punti percentuali in meno rispetto alla previsione al bilancio del 2023-24, al 35,4 per cento del PIL nel 2027-28.

Attualmente i settori chiave dell’output del paese sono settore minerario (14,3%), sanità ed educazione (12,8%), settore finanziario (7,4%), settore delle costruzioni (7.1%) settore manifatturiero (5,7%), con una contribuzione di ogni singolo Stato al PIL nazionale pari a NSW (30,3%), VIC (22,2%), QLD (19,7%), WA (17,4%), SA (5.5%), (TAS 1.6%). L’Australia, con una popolazione di 26 milioni di abitati, presenta uno dei più alti indici di sviluppo umano: nell’intervallo di valori che va tra un minimo di 0 e un massimo di 1, l’Australia si assesta a 0,951, posizionandosi quinta a livello globale (UN Human Development Report, settembre 2022), dato più alto rispetto alla media dei Paesi OECD. La popolazione urbana rappresenta l’85% della popolazione totale (2022) con un previsto tasso di urbanizzazione in crescita del 1.27% nel quinquennio 2020-25. I maggiori centri sono Sydney (4,627 milioni di abitanti), Melbourne (4,246 mln), Brisbane (2,189 mln), Perth (1.896 mln), Adelaide (1.225 mln) ed infine la capitale Canberra (367,752).

Il Paese presenta una ragione di scambio positiva, mantenuta in modo continuativo per quasi due decenni, contribuendo così ad un debito pubblico molto basso e un sistema finanziario forte e stabile. Con un aumento dell’export del 29.9% ed un aumento dell’import del 24.2% nel biennio 2021-22, i principali asset di esportazione sono le risorse naturali (61,5%), i servizi (17,6), i prodotti agricoli (11,1%) e i prodotti del settore manifatturiero (7,4%). In particolare, le abbondanti risorse naturali sono un asset strategico che attrae constanti livelli di investimenti esteri. Tale economia propensa all’export, principalmente di prodotti non lavorati, è bilanciata invece da un import riguardante prodotti finiti. Implicazione di questa dipendenza del Paese dalle attività di scambio è una certa vulnerabilità alle fluttuazioni dei prezzi sul mercato, all'inflazione dei Paesi fornitori e alle variazioni di crescita economica dei paesi cui sono destinate le materie prime. Di conseguenza, la Banca centrale australiana gestisce con molta attenzione i tassi di interesse per garantire stabilità alla crescita, aiutata dal basso numero di istituzioni finanziarie di respiro nazionale. Di pari passo con la politica monetaria, l’Australia ha un sistema di gestione microeconomica che protegge le imprese dalla concorrenza internazionale e che assicura notevoli flussi di risparmio interno.

Le principali nazioni destinatarie delle esportazioni sono Cina (36%), Giappone (12,2%), Corea (7,1%), USA (6,2%), India (4,7%) ed infine Europa (3,7%). È in questo quadro di apertura a mercati esteri, che si inseriscono una serie di accordi commerciali con le economie dell’area e non solo. L’accordo commerciale di libero scambio con la Cina è entrato in vigore nel 2015, aggiungendosi agli accordi di libero scambio esistenti con la Repubblica di Corea, Giappone e Nuova Zelanda. Inoltre, nel 2018, Australia ed Unione Europea hanno avviato i negoziati per un accordo di libero scambio a beneficio dei rapporti tra le due parti; Le negoziazioni hanno subito nell’estate del 2023 una battuta d'arresto ma rimane forte l'ambizione dei due Paesi di collaborare. L'Unione Europea, infatti, si presenta come un mercato che conta quasi 450 milioni di persone e con un PIL di circa 23.000 miliardi di dollari. L’UE è stata il terzo partner commerciale australiano di beni e servizi nel 2021, nonché la sesta destinazione di esportazione nel 2021, il quarto mercato di esportazione di servizi nel 2021 e la seconda fonte di investimenti esteri in termini di stock totali nel 2021. A fronte di ciò, il governo australiano incentiva fortemente le attività e gli investimenti internazionali: la sua politica di investimento estero, infatti, riconosce il valore del capitale internazionale e il suo contribuito allo sviluppo economico australiano.

A fine 2021 gli Stati Uniti rappresentavano il 25,5% dell’investimento estero totale, seguiti dal Regno Unito con il 17,4% e dal Belgio con il 9,5%. Nella regione dell’Asia-Pacifico, il Giappone rimane un investitore fondamentale per l’Australia, mentre si è assistito ad una forte crescita per Hong Kong e la Cina. In questo quadro si inserisce anche l’istituzione dell’ente statale Investment NSW che ha di recente aperto uffici in Francia e Germania, con il forte interesse ad aprirne uno in Italia.

La riduzione delle emissioni di gas a effetto serra rimane una priorità del Governo australiano che ha preso l’impegno di ad azzerare le emissioni entro il 2050 ed ha recentemente innalzato l'obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra per il 2030 a un taglio del 43% rispetto ai livelli del 2005. Tra le misure per ridurre la dipendenza del Paese dai combustibili fossili, importanti sono gli investimenti nelle energie rinnovabili.

In conclusione, il Paese Australia si presenta come fonte di risorse e molteplici opportunità per attività economiche di diverso stampo. La florida economia, la cui crescita non è stata fermata dall’impatto recessivo della pandemia, costituisce un buon punto di riferimento per flussi commerciali provenienti da tutto il mondo. Attività di business appartenenti a diversi settori possono qui trovare un fertile terreno di crescita e sviluppo, alimentati dal continuo interscambio internazionale.

Fonte: http://tinyurl.com/387tuauh  

 

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia)

Ultima modifica: Mercoledì 24 Gennaio 2024