La Banca Centrale turca taglia il tasso di riferimento per il quarto mese di fila

La Banca Centrale turca taglia il tasso di riferimento per il quarto mese di fila
Venerdì 9 Dicembre 2022

La Banca Centrale turca taglia il tasso di riferimento per il quarto mese di fila

Il 24 novembre scorso, la Banca Centrale della Turchia (CBRT) guidata dal governatore Şahap Kavcıoğlu, ha deciso di ridurre nuovamente il tasso di riferimento, per il quarto mese di fila, dal 10,5% al 9%.

La Banca Centrale turca ha commentato tale decisione adducendo che gli effetti negativi causati dai crescenti rischi geopolitici sull’attività economica internazionale continuano ad imporre un approccio “macro-prudenziale”. Una decisone presa, si legge nel comunicato, anche alla luce del considerevole rallentamento delle principali economie del mondo per le quali è previsto un certo “ristagno”. Nel contesto internazionale, infatti, prosegue la nota della CBRT, le interruzioni degli approvvigionamenti sebbene si stiano attenuando in Turchia in particolare nel settore dei beni di prima necessità, impongono ancora prudenza a causa dell’aumento dei prezzi globali sia alla produzione che al consumo. Kavcıoğlu ritiene che l’inflazione su scala internazionale si manterrà elevata per un prolungato periodo di tempo e continuerà ad incidere sulla crescita delle principali economie che hanno aumentato il ricorso a misure e strumenti eccezionali per far fronte alle crescenti incertezze dei mercati finanziari.

Il Monetary Policy Committe (MPC) della Banca Centrale, evidenzia al riguardo che la Turchia nei primi sei mesi dell’anno ha registrato una importante crescita con un significativo miglioramento del tasso di occupazione e buoni risultati anche sul versante della bilancia dei pagamenti grazie agli introiti del settore turistico. Tuttavia, gli indicatori per la seconda parte dell’anno rivedono al ribasso il PIL e gli effetti della recessione dei principali partner commerciali della Turchia, alimentata dalle quotazioni elevate dell’energia, potrebbero invece ampliare il deficit delle partite correnti e allontanare l’obiettivo nazionale di medio termine di raggiungere la stabilità dei prezzi e l’equilibrio della bilancia commerciale.

Sul lato della politica monetaria, la Banca Centrale continua a monitorare il differenziale tra il tasso ufficiale di riferimento e i tassi di interesse bancari rafforzando gli strumenti per contrastare l’utilizzo delle valute estere nell’economia del Paese, strumento ritenuto fondamentale e che verrà implementato anche il prossimo anno. La Banca Centrale intende dunque continuare la politica c.d. di “liralizzazione”.

Per le ragioni di cui sopra il Comitato di Politica Monetaria ha annunciato un ulteriore taglio di 150 punti base aggiungendo che potrebbe essere terminato il ciclo di riduzioni iniziato nell’agosto scorso; il tasso di riferimento al 9% è infatti giudicato dalla BCRT adeguato all’attuale quadro congiunturale.

Il cambio della lira turca, che aveva reagito ai tre precedenti tagli toccando i minimi storici, non sembra essere stato questa volta sottoposto ad eccessiva pressione.

Il Ministro del Tesoro e delle Finanze, Nureddin Nebati, era intervento poco prima dell’atteso taglio evidenziando necessario il mantenimento di un orientamento espansivo della politica monetaria a favore di crescita, stabilità dei prezzi e per salvaguardare i posti di lavoro aggiungendo: “l'inflazione resta la principale priorità del governo e la tendenza al ribasso dovrebbe a partire dal prossimo mese di gennaio, sostenuta dalla stabilizzazione dei prezzi dell'energia e delle materie prime, e continuerà per tutto il 2023”. Nebati nel suo intervento ha elogiato anche le diverse misure adottate per attutire le ricadute dell'inflazione annunciandone di nuove per contraste il caro vita: un nuovo ritocco al salario minimo è atteso nel 2023 e, dopo gli aumenti del dicembre 2021 e dello scorso luglio, la Commissione del Ministero del Lavoro e della Previdenza tornerà a confrontarsi nuovamente con le parti sociali a fine mese; è stato poi fissato un tetto all’aumento degli affitti, sono state ridotte le tasse sulle bollette e proseguirà il progetto abitativo per le famiglie a basso reddito; verrà inoltre rafforzato il meccanismo di deposito garantito dallo stato per la protezione della moneta nazionale (la quota dei conti di deposito in valuta estera sul totale è tuttavia ancora rilevante). Ha continuato Nebati “aumenteremo gli asset denominati in lire turche con strumenti alternativi che riteniamo aumenteranno gli investimenti esteri". Del resto, ha poi aggiunto il Ministro, “la politica monetaria restrittiva di molte banche centrali, con un’ondata di cospicui incrementi dei tassi di interesse di riferimento senza precedenti soprattutto degli Stati Uniti, ha aumentato il rischio di recessione globale”. Nebati ha infine citato il forte contributo dell’export con 253,1 miliardi di dollari nel mese di ottobre, le vivaci entrate del turismo che superano anche quelle registrate nel periodo pre-pandemia, e l'occupazione.

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana di Izmir e della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

Ultima modifica: Venerdì 9 Dicembre 2022