Il Belgio: un nuovo polo della moda mondiale

Il Belgio: un nuovo polo della moda mondiale
Venerdì 13 Gennaio 2023

Il Belgio: un nuovo polo della moda mondiale

Secondo uno studio condotto dalla VUB (Vrije Universiteit Brussel), il settore della moda è il più grande datore di lavoro nelle industrie culturali e creative belghe, tanto che da solo rappresenta il 33,6% dell'occupazione.

Le Fiandre rappresentano il 62% e il 52% delle aziende attive rispettivamente nell'industria dell'abbigliamento e in quella del cuoio e delle calzature. Inoltre, nelle Fiandre, le vendite del settore moda sono cresciute di 6,4 miliardi di euro tra il 2009 e il 2021, diventando il secondo settore più dinamico dopo il design.

Fedustria, la Federazione belga dell'industria tessile, del legno e del mobile, è però preoccupata per le conseguenze della guerra in Ucraina sul settore dal momento che il conflitto ha provocato un'esplosione dei prezzi dell'energia, accompagnata da interruzioni nelle linee di approvvigionamento delle materie prime. Dal lato della domanda, i consumatori sono stati costretti a risparmiare a causa della perdita di potere d'acquisto provocata dall'esplosione delle bollette energetiche.

Quasi tre quarti del fatturato provengono dalle esportazioni. Tuttavia, tre quarti della domanda interna del Belgio per i settori del tessile, dell'abbigliamento e del cuoio sono comunque coperti dalle importazioni. L’Italia si colloca al settimo posto fra i paesi fornitori, con una quota di mercato pari al 4% e con un ammontare di 471 milioni di euro, nonostante nel 2021 abbia registrato un importante calo rispetto al 2020, pari a -14,4%.

Il mercato dell’abbigliamento in Belgio può essere definito strutturalmente un mercato maturo. La spesa annuale per l'abbigliamento e le calzature in Belgio è di 8,9 miliardi di euro, pari al 5% della spesa totale del mercato belga.

Come ha sottolineato Isolde Delanghe, direttore di Fashion Unie, «La moda belga ha un'incredibile offerta in tutti i segmenti e per tutti i tipi di consumatori. Dopo la pandemia vediamo che i consumatori si allontanano dall'acquisto di fast fashion e preferiscono spendere il budget a loro disposizione per abiti di qualità».

I belgi hanno infatti iniziato ad acquistare in modo più consapevole e a spendere il budget per l'abbigliamento in modo qualitativo. Se in passato il cliente comprava più capi presso un negozio di abbigliamento, ora ne acquista solo uno, prestando un interesse maggiore per i pezzi più costosi.

Nonostante l'assenza di grandi magazzini, il Belgio ha un'alta densità di punti vendita di moda (negozi multimarca, negozi di design e pop-up store) sparsi in tutto il Paese, con un'alta densità di negozi per numero di abitanti, anche nelle piccole città. Questa fitta rete di negozi multimarca in tutto il Paese è un vantaggio per le piccole aziende che possono entrare nel mercato con collezioni limitate.

L'alta densità di punti vendita al dettaglio ha rallentato la crescita dello shopping online, con i consumatori che rimangono legati ai negozi o adottano un modello ibrido di ordine online e ricezione in negozio.

Il consumo online sta comunque aumentando, offrendo opportunità di crescita per i marchi locali e di nicchia. La crisi pandemica e la chiusura dei negozi nella primavera del 2020 hanno accelerato l'espansione dell'e-commerce nel Paese. L'e-commerce è quindi una leva di esportazione favorevole per le aziende italiane, perché nonostante lo sviluppo dei negozi online belgi, il mercato non è ancora sotto pressione e lascia spazio a nuovi operatori.

Fonte: https://bit.ly/3kdncxw

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Belgo-Italiana)

Ultima modifica: Venerdì 13 Gennaio 2023