Venerdì 20 Settembre 2024
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Il rilascio del Prodotto Interno Lordo (PIL) in Brasile per il secondo trimestre ha mostrato una leggera retrazione dell'attività produttiva dello 0,1% rispetto al trimestre immediatamente precedente. Questo valore negativo non era previsto dal mercato e, in un certo senso, ha reso gli analisti più scettici sulle nuove previsioni.
Allo stesso tempo, ha sollevato una questione centrale sulla velocità del recupero.
La domanda estera ha rilanciato l'economia nel secondo trimestre. Le esportazioni di beni e servizi sono cresciute del 9,4% rispetto al periodo immediatamente precedente e del 14,1% rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente. Questa crescita è spiegata dalla forte domanda internazionale di prodotti agricoli, macchinari e attrezzature, industria automobilistica e minerali non metallici. Il deprezzamento del tasso di cambio, insieme all'apprezzamento dei prodotti negoziabili (tradables), ha dato impulso al commercio internazionale, contribuendo a un saldo commerciale positivo per 37,496 miliardi di dollari. Il saldo è superiore del 68,2% rispetto ai primi mesi del 2020, essendo il miglior primo semestre della storia.
I segnali recenti indicano che il ritmo di crescita nelle principali economie sviluppate e in quella cinese tende a ridursi, impattando sui prezzi internazionali. Associato a questo fattore, dovrebbe proseguire lo stimolo monetario da parte delle principali banche centrali. In effetti, si prospetta un contesto macroeconomico internazionale favorevole all'allocazione del capitale nelle economie emergenti, con una tendenza del dollaro al deprezzamento rispetto alle valute di questi paesi. Insomma, con prezzi delle materie prime più stabili e un dollaro più debole, lo spazio per la ripresa della domanda interna sarà ampliato, soprattutto nei paesi che hanno compiuto progressi nell'immunizzare le proprie popolazioni. È in questo contesto internazionale che si trova l'economia brasiliana.
Tuttavia si prevedono tre sfide centrali per un maggiore vantaggio economico.
In primo luogo, è necessario avanzare verso la stabilità politico-istituzionale. Nel progetto di bilancio per il prossimo anno, la proposta della PEC di rateizzazione delle spese con ordinanze del tribunale non è stata ben accolta dal mercato. Ha generato incertezza e preoccupazioni circa la creazione di un fondo che potrebbe aumentare le sue spese oltre il limite determinato dal tetto di spesa. Un percorso alternativo proposto dal ministro Fux sarebbe la revisione dei valori. In questa situazione, il CNJ consentirà al governo di spendere 39,9 miliardi di reais in debiti legali per tutto il 2022. I 49,1 miliardi di Reais rimanenti ha previsione di pagamento solo per il 2023.
La seconda sfida è affrontare l'attuale crisi idrica. In questo caso, l'impatto negativo sull'attività economica potrebbe essere una perdita di 1,25 punti percentuali di PIL. Con questo, il governo deve andare avanti con un piano per ridurre immediatamente i consumi energetici, riducendo gli sprechi ed evitando il razionamento forzato.
Il terzo fattore è legato al controllo dell'inflazione. Con l'instabilità istituzionale tra le potenze e la crisi idrica che esercitano pressioni sui prezzi amministrati, una più rapida ripresa dell'attività economica interna potrebbe generare maggiori pressioni sull'inflazione dei servizi, contaminando le aspettative di medio termine. Di conseguenza, la ripresa della nostra economia dovrebbe avvenire a un ritmo più moderato e focalizzata sul controllo dei tre principali rischi per l'instabilità socioeconomica.
Fonte: https://bit.ly/3C8ZsPq
(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio, Industria ed Agricoltura di Minas Gerais)