Brasile – tassi di interesse

Brasile – tassi di interesse
Venerdì 30 Luglio 2021

Brasile – tassi di interesse

Sin dall’inizio dell’attuale governo, il Ministero dell’Economia ha promosso una politica economica di riduzione progressiva dei tassi di interesse. La crisi causata dalla pandemia del Covid-19 ha accelerato ancora di più questo processo. In Italia il panorama è simile: la Banca Centrale Europea, che guida all’economia del Paese, ha optato di promuovere un calo dei tassi di interesse nella zona dell’Euro.

La tassa Selic è la tassa basica di interesse dell’economia brasiliana. È il principale strumento della politica monetaria utilizzata dalla Banca Centrale (BC) per controllare l’inflazione e influisce su tutti i tassi di interesse del Paese, come i tassi di interesse sui prestiti, finanziamenti investimenti a breve termine.

La tassa Selic si riferisce al tasso di interesse delle operazioni sul prestito di un giorno tra istituzioni finanziarie che utilizzano titoli pubblici federali come garanzia. La Banca Centrale opera nel mercato dei titoli pubblici così che il tasso selettivo effettivo sia in linea con la meta di Selic fissata nella riunione del Comitato di Politica Monetaria (Copom).

Nel gennaio 2021, la tassa Selic era del 2%, la più bassa della serie storica, quando il Brasile ha adottato il sistema di targeting dell’inflazione, spiegando la politica di basso interesse adottata dal governo federale.

In Italia la politica economica è lasciata alla Banca Centrale Europea (BCE), in quanto il paese fa parte dell’Unione Europea e dell’Eurozona. Dall’ultima riunione del Consiglio del BCE, il principale tasso di riferimento (Refi) è rimasto allo 0%, il tasso sui prestiti marginali è rimasto stabile allo 0,25%, mentre il tasso sui prestiti sui depositi è stato a – 0,50%.

Dopo una serie di misure espansive adottate lo scorso dicembre, nella prima riunione della BCE nel 2021, l’attenzione del Consiglio di Amministrazione si volge ai risultati della lotta alla pandemia, a partire dal vaccino anti-Covid e dalle restrizioni della mobilità adottate nei diversi governi in Europa, che stanno inevitabilmente riducendo le attività di produzione e causando una maggiore incertezza economica.

La politica di bassi tassi di interesse adottata dalla Bce negli ultimi anni favorisce le richieste di mutui da parte delle famiglie italiane ed europee, che sono riuscite a comprare le proprie case approfittando dei tassi di finanziamento più bassi della storia. La scelta della BCE di lasciare i tassi di riferimento a zero si è riflessa, in particolare, nella tendenza verso i mutui a tasso indice.

Questo significa che il costo del denaro per le banche è a un livello minimo e, anche che il loro margine di profitto (spread) viene addebitato a tale importo, le istituzioni sono capaci di offrire ai propri clienti tassi leggermente superiori di zero e molte volte al di sotto dell’1,00%.

Tornando all’obiettivo della Bce, che è quello di portare l’inflazione a un livello del 2%, e date le ultime stime che non vedono nemmeno lontanamente questo livello, possiamo immaginare che i tassi rimarranno nei livelli attuali a medio termine.

Fonte: https://bit.ly/3xZDdcv

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria di Rio de Janeiro)

Ultima modifica: Venerdì 30 Luglio 2021