Costa Rica e Italia: sostenibilità e sviluppo ambientale

Costa Rica e Italia: sostenibilità e sviluppo ambientale
Mercoledì 19 Aprile 2023

Costa Rica e Italia: sostenibilità e sviluppo ambientale

Biodiversità e impegno ambientale in Costa Rica

Il Costa Rica è un punto caldo globale della biodiversità e, a differenza di altri paesi del Sud e dell'America centrale, è riuscito a invertire la tendenza con una serie di politiche sostenibili e ambientali lungimiranti.

Sebbene il territorio costaricano rappresenti solo lo 0,03% della superficie mondiale, contiene una delle più alte concentrazioni di biodiversità del pianeta, almeno il 5% della diversità biologica della terra, che ha promosso una politica basata sulla convivenza armoniosa con la natura e l'ambiente.

Questo compromesso si riflette nel fatto che il 25,6% della superficie del paese è sotto protezione statale e l'8% sotto protezione privata. Inoltre, ha un forte impegno per la protezione della biodiversità e la sostenibilità ambientale.

Attualmente, il Costa Rica ha la più grande superficie protetta al mondo, è un paese pioniere nell'introduzione di schemi innovativi di sviluppo sostenibile e ha partecipato in modo significativo alla stesura del Protocollo di Kyoto.

Il Costa Rica è diventato uno dei paesi più verdi della Terra e la sua leadership nella politica ambientale è stata a lungo celebrata. Già nel 2007, il Costa Rica ha annunciato la sua intenzione di diventare il primo paese a emissioni zero.

Questo paese divenne un esempio ecologico per il resto del mondo molto prima, nel 1949, quando il governo si impegnò a generare elettricità dalle risorse naturali. Da allora, un investimento di deforestazione e la creazione di parchi nazionali hanno giocato un ruolo.

All'inizio degli anni '90, il tasso di deforestazione in Costa Rica era tra i peggiori in America Latina, e anche se è diminuito notevolmente nell'ultimo periodo, le aree protette sono ancora tristemente soggette a pratiche di raccolta illegale di legname.

Nel 2015, il Costa Rica si è impegnato a diventare a emissioni zero. Dal 2014, l'energia del paese è alimentata da fonti rinnovabili e dal 2017 è iniziato il processo senza plastica per ridurre l'impatto ambientale.

Il Costa Rica ha presentato un programma ambizioso per la carbonizzazione del paese entro il 2050:

mantenere la crescita economica, ridurre le emissioni di CO2 e investire in infrastrutture sostenibili sono alcuni dei punti inclusi nel piano.

Circa il 40% delle emissioni di gas serra in Costa Rica provengono dal settore dei trasporti: da qui la decisione di investire fortemente nel settore per modernizzarlo.

Il piano prevede la riduzione della metà delle automobili che circolano nelle aree urbane entro il 2040; l'uso di almeno il 70% di autobus elettrici e almeno il 25% di automobili entro il 2035; il 100% dei trasporti pubblici (taxi, autobus e treni) alimentato da elettricità entro il 2050.

Attualmente, circa il 99,5% dell'elettricità prodotta in Costa Rica proviene da fonti rinnovabili: grazie alla sua conformità geografica, al clima piovoso e all'elevato numero di fiumi che attraversano il paese, le centrali idroelettriche costituiscono una risorsa essenziale per la produzione di energia, cui si aggiungono gli impianti geotermici, eolici e solari.

Per questo motivo, il Programma ambientale delle Nazioni Unite ha proclamato la Costa Rica leader mondiale nella sostenibilità, riconoscendone il ruolo esemplare nella riduzione dell'anidride carbonica nell'atmosfera. Inoltre, il paese si è distinto soprattutto per la sua leadership politica e il suo costante impegno per il cambiamento climatico.

 

Agenda 2030 e sviluppo sostenibile in Italia

L'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è un programma d'azione per le persone, il pianeta e la prosperità. Firmata il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 paesi membri delle Nazioni Unite e approvata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, l'Agenda comprende 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, da raggiungere nel settore ambientale, economica, sociale e istituzionale entro il 2030.

Gli obiettivi fissati per lo sviluppo sostenibile hanno una validità globale e riguardano tutti i paesi e le componenti della società, dalle imprese private al settore pubblico, dalla società civile agli operatori dell'informazione e della cultura.

Tutti i paesi devono impegnarsi a definire la propria strategia di sviluppo sostenibile che consenta di raggiungere gli obiettivi fissati, comunicando i risultati ottenuti in un processo coordinato dall'ONU.

Quando l'Italia ha aderito all'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, era consapevole di dover affrontare una sfida molto ambiziosa, la transizione verso un modello economico basato sulla sostenibilità.

Il paese, infatti, si trova al culmine dell'agricoltura biologica europea, con quasi il 20% dei terreni agricoli non più coltivati in modo tradizionale, ed è uno dei paesi più virtuosi d'Europa dal punto di vista della produzione elettrica.

Inoltre, il parco termoelettrico italiano è tra quelli con il minor contenuto di carbonio, con una delle maggiori quote di gas naturale in Europa. Inoltre: tra il 2010 e il 2017, le emissioni di gas serra nel nostro paese sono diminuite del 15 per cento, mentre il tasso di riciclaggio dei rifiuti è aumentato dal 36,7 al 49,4 per cento.

Un altro tema di interesse è la mobilità elettrica, che sta assumendo sempre più un ruolo centrale nelle società, per rendere più sostenibile il settore dei trasporti e consentire il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica.

L'Italia ha un ruolo centrale in questa dinamica di portata globale, dalla progettazione alla produzione di veicoli, dai componenti alle batterie e alle infrastrutture di ricarica.

Secondo le stime attuali, nel mondo circolano circa 20 milioni di veicoli elettrici per passeggeri, 1,3 milioni di veicoli elettrici commerciali e oltre 280 milioni tra ciclomotori e motocicli elettrici. Entro il 2030, la quota di mercato delle auto elettrificate potrebbe superare il 50%.

Se nel 2019 la produzione nazionale di auto elettriche e ibride rappresentava solo lo 0,1% del totale delle auto, nel 2021 è scesa al 40%.

Fonti: https://bit.ly/3UM42wQ; https://bit.ly/43JjxtC; https://bit.ly/3KNAOJx; https://bit.ly/40pobtQ; https://bit.ly/40pGSh4 

 

(Contenuto editoriale a cura della Cámara de Industria y Comercio Ítalo-Costarricense)

Ultima modifica: Mercoledì 19 Aprile 2023