Domenica 7 Settembre 2025
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Il salario minimo è stato introdotto per la prima volta in Germania nel 2015 con un importo iniziale di 8,50 € all'ora. Da allora, è stato aumentato progressivamente in base alle decisioni della Commissione sul salario minimo (Mindestlohnkommission), con l’obiettivo di garantire una retribuzione equa ai lavoratori e contrastare il lavoro in nero. Dal 1° gennaio 2025, la Germania ha aumentato il salario minimo legale a 12,82 € lordi all'ora, confermando la propria posizione tra i Paesi europei più impegnati nella protezione dei lavoratori con redditi bassi.
La Commissione viene rinnovata ogni cinque anni, come previsto dalla legge tedesca sul salario minimo (Mindestlohngesetz - MiLoG). È composta da un presidente, sei membri con diritto di voto — tre in rappresentanza dei lavoratori e tre delle imprese — e due membri consultivi provenienti dal mondo accademico, i quali non dispongono del diritto di voto. Tutti i componenti lavorano a titolo volontario. Questo organismo ha il compito di trovare un equilibrio tra le esigenze dei lavoratori e delle imprese, promuovendo una retribuzione adeguata e stabile nel tempo. Si tratta di una politica che punta a garantire una retribuzione dignitosa e che, al tempo stesso, mira a ridurre le disuguaglianze e sostenere la domanda interna. Inoltre, il salario minimo rappresenta anche uno strumento importante per contrastare il divario salariale di genere e promuovere una maggiore equità retributiva per gruppi vulnerabili come donne e migranti.
A giugno 2025 la Commissione ha dichiarato l’intenzione di voler aumentare il salario minimo a 13,90 € entro il 2026 fino ad arrivare a 14,60 € entro il 2027. In tal modo, la Germania diventerebbe il secondo Stato europeo, dopo il Lussemburgo, con il salario minimo più alto.
A differenza della Germania, l’Italia non ha ancora introdotto un salario minimo legale. Le retribuzioni minime sono infatti stabilite dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL), che coprono la maggior parte dei settori ma che, spesso, non garantiscono salari realmente adeguati al costo della vita. In ambiti come la ristorazione e la logistica, ad esempio, gli stipendi medi si attestano tra i 7 e i 9 euro lordi all’ora, ma non sono rari i casi in cui si scende ben al di sotto di questa soglia, soprattutto tra i lavoratori più vulnerabili: precari, part-time involontari o addirittura irregolari. Questa situazione alimenta un mercato del lavoro frammentato, con grandi disparità e una forte esposizione al rischio di sfruttamento.
Il confronto è quindi netto, mentre la Germania ha scelto una strada chiara e strutturata, l’Italia continua a dibattere senza una soluzione concreta. Proposte politiche per introdurre un salario minimo legale non mancano, ma non hanno ancora trovato un consenso trasversale in Parlamento. Nel frattempo, la direttiva europea sui salari minimi adeguati (DIRECTIVE (EU) 2022/2041), approvata nel 2022, impone agli Stati membri di garantire che i salari minimi permettano una vita dignitosa. La Direttiva avrebbe dovuto essere recepita nel sistema legislativo degli Stati membri entro il 15 novembre 2024; tuttavia, l’Italia non ha ancora provveduto a tale recepimento.
Fonti:
https://www.mindestlohn-kommission.de/EN/Commission
https://kpmg-law.de/en/focus-on-labor-law-this-is-what-the-2025-coalition-agreement-provides-for/
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italo-tedesca di Monaco di Baviera - ITALCAM)