Esportatore di crediti di carbonio: il Brasile potrebbe generare 72 miliardi di dollari entro il 2030 e cerca di guidare il mercato internazionale

Esportatore di crediti di carbonio: il Brasile potrebbe generare 72 miliardi di dollari entro il 2030 e cerca di guidare il mercato internazionale
Martedì 18 Aprile 2023

Esportatore di crediti di carbonio: il Brasile potrebbe generare 72 miliardi di dollari entro il 2030 e cerca di guidare il mercato internazionale

Il Brasile potrebbe guidare il mercato globale dei crediti di carbonio e punta sulla foresta amazzonica, tra gli altri progetti di sviluppo pulito. Tali iniziative aiutano a preservare il pianeta e suscitano l'interesse degli investitori stranieri, tra cui le aziende italiane. Per avere un'idea dell'interesse economico generato dal tema, basti pensare che, secondo i dati dell'organizzazione nordamericana Environmental Defense Fund, il potenziale di questo mercato in Brasile, fino al 2030, può movimentare tra i 16 e i 72 miliardi di dollari.

Il promettente mercato dei crediti di carbonio nasce da accordi internazionali, in particolare dal Protocollo di Kyoto, creato per affrontare le questioni legate al cambiamento climatico. Nell'ambito delle discussioni, sono state stabilite le quote massime di gas a effetto serra (GES) che i paesi sviluppati - i maggiori responsabili del riscaldamento globale - possono emettere. Questi paesi hanno creato leggi che limitano le emissioni e quando non raggiungono gli obiettivi fissati diventano acquirenti di crediti. Il Brasile, in quanto paese in via di sviluppo, non ha sottoscritto gli obiettivi di Kyoto, ma è diventato fornitore di crediti ottenuti da progetti creati come Meccanismo di Sviluppo Pulito, che generano riduzioni certificate delle emissioni e fanno parte del mercato regolamentato dei crediti.

 

COMPENSAZIONE AMBIENTALE

Le riduzioni certificate delle emissioni o i crediti di carbonio vengono rilasciati alla persona o all'azienda che ha ridotto le proprie emissioni di gas serra. In pratica, ciò consente a organizzazioni e individui di compensare le proprie emissioni acquisendo crediti generati da progetti di riduzione delle emissioni o di cattura del carbonio. Per convenzione, 1 tonnellata di anidride carbonica (CO2) corrisponde a un credito. Le transazioni avvengono attraverso contratti e certificati emessi da agenzie che certificano la riduzione delle emissioni e la validità dei crediti.

Oltre a questo mercato regolamentato, esiste il mercato volontario, creato parallelamente al protocollo, che produce le cosiddette Riduzioni Volontarie delle Emissioni. In questo caso, qualsiasi azienda, persona, organizzazione non governativa o lo stesso governo possono generare o acquistare volontariamente crediti di carbonio. Anche questi crediti sono verificati da un ente indipendente, ma non sono soggetti a registrazione da parte dell'Organizzazione delle Nazioni Unite - ONU e quindi non sono validi come obiettivo di riduzione per i paesi che fanno parte dell'accordo.

I paesi EU si sono dati obiettivi ambiziosi e hanno creato un sistema comunitario di scambio delle proprie quote di emissione, grazie al quale le diverse industrie si possono scambiare i permessi di emissione. Inoltre, possono utilizzare i crediti ottenuti dai progetti del Meccanismo di Sviluppo Pulito per compensare parte delle proprie emissioni.

In Brasile, la regolamentazione di questo mercato è in corso di discussione al Congresso nazionale sulla base del disegno di legge 412/2022. Il documento è stato approvato dalla Commissione Affari Economici ed è attualmente in fase di elaborazione presso la Commissione Ambiente. Il testo stabilisce che il Mercato brasiliano per la Riduzione delle Emissioni (MBRE) sarà operativo nelle borse merci e nei futures, nelle borse valori e nelle entità autorizzate dalla Commissione per i Valori Mobiliari. La proposta crea il Sistema Brasiliano per la Gestione delle Emissioni di Gas Serra.

Secondo il progetto in discussione, il controllo della commissione per la gestione dell’effetto serra spetterà all’organo federale competente in materia, che avrà il compito di definire l'organizzazione e il funzionamento del sistema, attraverso un regolamento. Una competenza fondamentale di questo sistema sarà l'accreditamento o meno delle metodologie di misurazione delle emissioni e del sequestro, rimozione o riduzione dei gas a effetto serra.

 

OPPORTUNITÀ IN VISTA

"Il Brasile vede nella transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio un campo di grandi opportunità per aumentare la produttività, l'occupazione e la generazione di reddito. Uno dei meccanismi più efficaci per sfruttare i nostri vantaggi competitivi è la creazione di un mercato nazionale regolamentato del carbonio", ha sottolineato di recente il Consiglio Brasiliano delle Imprese per lo Sviluppo Sostenibile (CEBDS) in una nota pubblica che comprendeva la posizione del settore imprenditoriale sul mercato nazionale regolamentato del carbonio.

Il CEBDS ritiene che "il mercato regolamentato del carbonio costituisca un'agenda interessante e strategica per il Brasile". Nella stessa nota, l'ente sostiene che la proposta di regolamento debba incorporare i contributi dei settori regolamentati, di specialisti e della società civile, per formare un "ecosistema di mercato che includa un sistema di registrazione per il mercato volontario e un 'cap & trade' per il mercato regolamentato; un'implementazione graduale; la protezione della competitività delle imprese e della sovranità nazionale; la prevedibilità e la certezza giuridica; e la buona governance, con l'efficacia del sistema di tariffazione del carbonio e regole e procedure trasparenti".

Secondo l'Ambasciatore italiano in Brasile, Francesco Azzarello, "il Brasile si candida a diventare uno dei più importanti paesi esportatori di crediti al mondo" in questo mercato. "C'è un concreto interesse imprenditoriale italiano, anche se ho l'impressione che le opportunità non siano note a tutti", ritiene. Secondo l’Ambasciatore, in attesa che il paese "approvi la legge che regola il mercato regolamentato dei crediti di carbonio sul modello europeo, le aziende possono comunque ricorrere al mercato volontario acquistando terreni per certificare l'emissione di crediti da aziende internazionali e immettendoli sul mercato".

Secondo il rapporto della Banca Mondiale "State and Trends of Carbon Pricing 2022", nel 2021 il mercato globale dei crediti di carbonio ha raggiunto gli 84 miliardi di dollari, con un aumento del 60% rispetto al 2020. La crescita esponenziale è ancora più evidente in relazione al Brasile, dove il volume dei crediti di carbonio volontari, generati nel 2021, è aumentato del 236% nel 2020 e del 779% nel 2019. Tale crescita ha portato il Paese a raggiungere il quarto posto nel mondo.

"Si stima che il Brasile possa diventare il principale esportatore di crediti di carbonio al mondo, e diversi investitori istituzionali e privati stanno investendo in terreni e foreste allo scopo di preservarli", commenta Graziano Messana, presidente di ITALCAM. "La previsione è che il potenziale di compensazione del Brasile possa valere da solo il 15%, contro il 5% di Cina e Russia messe insieme", aggiunge Messana, rafforzando il potenziale del gigante sudamericano.

 

DISCUSSIONI PREZIOSE 

ITALCAM ha stimolato le discussioni relative alla cosiddetta Green Economy, in cui è incluso il mercato dei crediti di carbonio. Un esempio è stato l'evento a cui ha partecipato l'allora Ministro dell'Ambiente, Joaquim Leite, lo scorso anno, guidato dal Presidente Messana e con la partecipazione di dirigenti di importanti aziende legate all'ente, tra cui Cesar Alarcon (Pirelli), Nicola Cotugno (Enel), Giuseppe Pinelli (Ecozona Carbon Credit), Rodrigo Lorca (Chiesi), Rickard Shafer (ASJA Environmental) e Antonino Ruggiero (Stylux Renewable Energy). Le discussioni facevano parte dell’attività d’ufficio della Camera di Commercio. Messana sottolinea l'impegno delle imprese italiane nei confronti dei princìpi ambientali e dell'adozione di programmi sostenibili, oltre al gran numero di aziende che offrono servizi volti a mitigare gli impatti ambientali. "Si tratta di un mercato in crescita in cui troviamo buoni esempi di aziende italiane che operano e sono in grado di offrire soluzioni, spesso innovative e con un ampio uso della tecnologia", ha affermato.

Si stima che il Brasile possa avere una partecipazione del 25% al mercato del carbonio, diventando un importante esportatore di crediti, grazie al suo patrimonio di foreste native, alla produzione di energia rinnovabile (tra cui etanolo, cellulosa e biogas) e all'assorbimento di carbonio da parte delle attività agricole, oltre alla preservazione delle foreste native e alle azioni di riforestazione. L'obiettivo brasiliano è azzerare le emissioni di gas serra entro il 2050.

Durante la COP26, il Brasile ha presentato il Programma di Crescita Verde per promuovere l'agenda della crescita sostenibile nella strutturazione delle politiche pubbliche. Un altro programma è quello denominato Zero Metano, che riguarda i rifiuti organici provenienti da suini, pollame, prodotti caseari, canna da zucchero e discariche, con l'obiettivo di ridurre oltre il 30% delle emissioni di metano nel paese. Infine, è in corso la regolamentazione dell'energia eolica marina e lo sviluppo del Piano Nazionale per l’Idrogeno Verde, che punta a rendere il Brasile un paese esportatore di energia pulita.

Fonte: su informazioni di ANSA, Sustainable Carbon, CEBDS e ITALCAM tramite Rivista AFFARI numero 176 – Rubrica ‘Sustentabilidade’ (Sostenibilità) | pagine 26, 27, 28, 29 e 30: https://bit.ly/41vrFvW

 

 

(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)

Ultima modifica: Martedì 18 Aprile 2023