Sabato 8 Novembre 2025
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Nel 2024 la Slovacchia ha registrato un deficit pari al 5,5% del PIL e un debito pubblico al 59,7%, secondo i dati diffusi dall’Ufficio di Statistica nazionale (ŠÚ SR). Si tratta di un risultato peggiore rispetto alle stime primaverili, con un disavanzo complessivo della pubblica amministrazione di quasi 7,2 miliardi di euro, in aumento di 0,6 miliardi rispetto all’anno precedente. Il debito pubblico è cresciuto di 8,8 miliardi di euro su base annua, avvicinandosi alla soglia del 60% del PIL. Nel 2023 il deficit era stato di 6,5 miliardi, pari al 5,3% del PIL. La quasi totalità del disavanzo è stata generata dall’amministrazione statale centrale, che ha chiuso l’anno con un deficit di 7,4 miliardi di euro, in peggioramento rispetto ai 6,9 miliardi del 2023 e di 255 milioni rispetto alle previsioni di aprile 2025. Anche le amministrazioni locali hanno registrato un risultato negativo, con un deficit di circa 102 milioni di euro, mentre i fondi di previdenza sociale hanno chiuso con un avanzo di 348 milioni, superiore di 71 milioni rispetto all’anno precedente. Il peggioramento dei conti pubblici è dovuto principalmente a un gettito inferiore rispetto alle attese sul contributo di solidarietà (-155,7 milioni di euro), a una minore riscossione delle imposte sui redditi delle persone fisiche e giuridiche, e a un aumento dei contributi sociali e dei crediti legati ai programmi di aiuto energetico.
L’Ufficio per la regolazione dei settori di rete (ÚRSO) ha deciso di ridurre le tariffe per il trasporto di energia elettrica a partire dal 2026, una misura che secondo l’autorità dovrebbe rafforzare la competitività delle imprese slovacche in Europa e nel mondo. «Con questa decisione tariffaria contribuiamo a creare un ambiente imprenditoriale stabile. Grazie alle nuove tariffe, l’industria slovacca potrà competere meglio sui mercati europei e globali, sostenendo al tempo stesso la crescita economica del Paese», ha dichiarato il presidente dell’ÚRSO, Jozef Holjenčík. L’ente regolatore ha spiegato che, grazie a un controllo rigoroso dei dati forniti e al rispetto delle procedure di regolazione, la tariffa per la capacità riservata è stata ridotta di quasi il 10% rispetto al 2025, raggiungendo 20.078,21 euro per megawatt all’anno. La tariffa per l’energia trasportata scenderà di oltre il 4%, a 1,8542 euro per megawattora, mentre la tariffa per le perdite di rete rimarrà quasi invariata a 1,6746 euro/MWh. Secondo l’ÚRSO, la decisione è frutto di una collaborazione tecnica con la Slovenská elektrizačná prenosová sústava (SEPS), che ha accettato le argomentazioni del regolatore. L’ente continuerà inoltre a introdurre nuovi strumenti di regolazione che tengano conto dell’evoluzione del mercato europeo e promuovano una maggiore efficienza nella gestione delle reti.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Slovacca)