Giovedì 1 Maggio 2025
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La regione di Basilea, in Svizzera, si sta sempre più trasformando in un centro legato all’innovazione tecnologica. Un attore chiave in questo sviluppo è l’uptown Basel di Arlesheim: un nuovo parco dell'innovazione all'avanguardia che lavora in stretta collaborazione con NorthC Datacenters Schweiz.
L'attenzione qui è rivolta a settori come l'industria 4.0, la tecnologia medica e la tecnologia dell'informazione e della comunicazione. In questo luogo non si promuove solo l’innovazione ma si offre un modo a tutti gli attori e i protagonisti dell’ecosistema hitech di fare network tra di loro , con l’obiettivo di trasformare questo hub in un centro leader per l'innovazione e la tecnologia, capace di offrire alle aziende, agli istituti di ricerca e alle start-up una piattaforma competa per lanciare e sviluppare i propri progetti. Ad oggi, tra i settori più attivi ad Arlesheim troviamo la AI, l’internet delle cose, la fisica quantistica, per promuovere la trasformazione digitale e il progresso della società.
Questo Ecosistema svizzero contribuisce a posizionare Arlesheim come sede importante per le aziende e le startup (anche Made in Italy) che vogliano entrare in modo mirato nell’ecosistema svizzero.
La Camera di Commercio Italiana per la Svizzera ha organizzato a Lugano (27.02.2025) una serata all’insegna della divulgazione scientifica. Ospite d’onore del convegno intitolato “L’innovazione che trasforma il mondo”: il professor Federico Faggin, inventore del Microchip.
Il convegno, organizzato dal gruppo Yex Lugano della Camera, in collaborazione con Tokenance e JuliusBear, è stato anche l’occasione per fare il punto sui dati legati ed export innovativo Made in Italy, ma soprattutto sugli investimenti che Italia e Svizzera fanno in R&D.
Alberto Martinelli, Managing Director di Julius Bear, ha aperto i lavori con una relazione che ha sottolineato come:
“Negli ultimi 20 anni” spiega Martinelli “l'incidenza sul PIL nazionale italiano del suo export è passata dal 23%, all'attuale poco meno del 30% complessivo. Se si dovesse trovare un minimo comune denominatore di tutte le aziende che hanno contribuito al successo dell'export italiano, si troverebbero i loro investimenti in R&D: circa l8% rispetto alla media nazionale che si attesta all’1.5%”. Martinelli prosegue poi spiegando che, tra le aziende più iconiche e più orientate all'export in Italia, troviamo Ferrari che investe circa il 13% del proprio fatturato.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)