Giovedì 23 Gennaio 2025
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Nonostante la crisi, il numero di imprese artigiane che esportano all'estero continua a crescere. Questo dato riguarda la metà degli intervistati nell'ultimo sondaggio della Camera dell’Artigianato. Si tratta soprattutto di aziende con più di 50 dipendenti che operano principalmente nella Grande Regione.
40% nel 2014, 41% nel 2016, 38% nel 2018, 50% nel 2020: le imprese artigiane del Lussemburgo esportano ogni anno di più. Uno slancio che il Covid non ha fermato, secondo l'ultimo studio della Camera dell'Artigianato. Secondo Elke Hartmann, responsabile del dipartimento consulenza e servizi, le più attive all’estero sono state le piccole e medie imprese, specialmente nel settore della ristrutturazione edilizia. La crisi avrebbe spinto i clienti a usare fornitori, prestatori di servizi e produttori regionali, segnalando una tendenza verso i prodotti locali che potrebbe continuare in futuro.
Il settore della comunicazione è quello che lavora di più all'estero, al 71%. Questo è seguito da ingegneria meccanica (57%), costruzione (52%), cibo (35%) e moda e bellezza (27%). Sono le aziende più grandi che esportano di più, anche se la differenza è leggera: 56% per quelle con 50-249 dipendenti, rispetto al 44% per quelle con 0 dipendenti.
La Grande Regione rimane anche il territorio preferito: il 37% dell'attività estera è in Belgio, il 30% in Francia, il 25% in Germania e l'8% in altre aree. In particolare, i Paesi Bassi (2%), il Portogallo (1%), la Svizzera (1%), gli Stati Uniti (1%) e l'Asia (1%).
Il 40% delle aziende lussemburghesi spiega il proprio successo all'estero con le relazioni commerciali esistenti e il 29% con la qualità.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Lussemburghese)