Venerdì 12 Settembre 2025
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Il ruolo dello sport oggi va ben oltre la semplice attività fisica o il semplice divertimento: in un mondo sempre più interconnesso, lo sport viene visto come un fattore essenziale per lo sviluppo economico, sociale e sanitario delle nazioni. Le politiche sportive influenzano la salute pubblica, l’inclusione sociale, l’occupazione giovanile e l’equilibrio territoriale, rendendolo uno strumento prezioso per affrontare sfide sociali e economiche complesse.
In questo contesto, il confronto tra Italia e Canada fornisce spunti rilevanti poiché rappresentano due realtà avanzate con approcci notevolmente differenti. Il Canada ha fatto dello sport una leva strategica nazionale, con investimenti pubblici mirati, politiche di equità e una visione integrata tra sport, salute e sviluppo. L’Italia, pur vantando una grande tradizione sportiva, fatica a trasformare il potenziale del settore in valore economico e sociale diffuso, soprattutto a causa di disuguaglianze territoriali, sottofinanziamento cronico e profonde disparità di genere.
Lo sport come settore economico strategico
Lo sport non è solo un’attività ricreativa o educativa: è un settore economico a tutti gli effetti, capace di generare occupazione, investimenti e crescita del PIL. Secondo la Commissione Europea, lo sport e i settori collegati rappresentano circa il 2,1% del PIL dell’UE e danno lavoro al 2,7% della forza lavoro. In Italia, la filiera dello sport (eventi, infrastrutture, turismo, diritti TV, merchandising) vale oltre 24 miliardi di euro l’anno, pari all’1,4% del PIL nazionale, e impiega più di 400.000 persone tra lavoratori diretti e indotto.
In Canada, l’industria sportiva contribuisce in modo più strutturale all’economia. Già nel 2021 il settore sportivo e ricreativo produceva oltre CA$7 miliardi in output diretto, con un impatto economico complessivo di circa CA$16 miliardi. Inoltre, la partecipazione sportiva è vista come un driver di salute pubblica, riducendo i costi sanitari a lungo termine e migliorando la produttività lavorativa.
Canada: modello strategico e centralizzato Il Canada ha sviluppato un sistema sportivo integrato con il sostegno di Sport Canada, un ramo del Dipartimento del Patrimonio. Il governo federale stanzia ogni anno oltre CA$230 milioni per lo sviluppo sportivo attraverso tre programmi principali:
Questi investimenti pubblici, mirati e regolari, rafforzano il settore come volano di turismo, innovazione e occupazione, ma hanno anche un effetto redistributivo sul piano sociale.
In Italia il finanziamento allo sport è storicamente più frammentato, e molto influenzato dal sistema politico. Il budget del Ministero per lo Sport e i Giovani è stato di circa 510 milioni di euro nel 2024, ma solo un’esigua parte è destinata allo sviluppo della pratica sportiva di base.
Le regioni e i comuni hanno competenze dirette, ma spesso con fondi limitati. Manca una strategia integrata che consideri lo sport come asset pubblico, con impatti su salute, inclusione, occupazione e coesione territoriale. Il recente taglio al fondo per lo sport femminile professionistico (11 milioni eliminati dalla legge di bilancio 2025) ha dimostrato l’instabilità delle politiche settoriali italiane.
La scarsa partecipazione sportiva femminile rappresenta una perdita economica rilevante. In Italia, solo il 43% delle donne svolge un’attività sportiva, contro il 60% degli uomini, con picchi negativi nel Mezzogiorno (dove le donne che praticano sport sono appena il 20%). Le cause sono molteplici: mancanza di infrastrutture, scarsa rappresentanza nelle federazioni, carenza di incentivi economici.
Questa disparità ha effetti diretti e indiretti:
In Canada, nonostante un divario ancora esistente (62% di partecipazione maschile vs 49% femminile), sono in atto politiche attive: piani di equità di genere nello sport, supporto a federazioni che promuovono l’inclusione, sostegno economico mirato alle minoranze e alle atlete. In Italia, invece, il professionismo sportivo femminile è stato riconosciuto solo nel 2022, e già nel 2025 sono stati eliminati i fondi di sostegno, segnando un arretramento istituzionale.
Un aumento della partecipazione sportiva, soprattutto tra le donne, produce molteplici benefici economici indiretti:
Nel lungo termine, gli investimenti nello sport possono avere un effetto moltiplicatore tra 1,5 e 2,5 volte, secondo diversi studi OCSE e WHO. In un contesto come quello italiano, con un PIL stagnante e un tasso di occupazione femminile sotto la media UE, puntare sullo sport come politica attiva per l’inclusione e la crescita sarebbe una scelta razionale, non solo etica.
Il confronto tra Canada e Italia mette in evidenza due approcci diametralmente opposti alla questione sportiva: strategico e integrato nel primo caso, marginale e incostante nel secondo. L'Italia ha un enorme potenziale inesplorato, sia in termini di partecipazione sia di ritorni economici e sociali, soprattutto se sarà in grado di affrontare le disuguaglianze di genere, investire in modo focalizzato e continuativo, e valorizzare lo sport come fondamento di uno sviluppo economico sostenibile.
Un approccio macroeconomico allo sport richiede un cambiamento di mentalità: non più spesa accessoria, ma investimento produttivo e inclusivo. Gli investimenti fatti da un Paese per promuovere lo sport all’interno della nazione sono essenziali anche per il capitale umano, la salute collettiva, la coesione sociale e per il futuro della propria economia.
(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Canada - West)