Economia circolare

Venerdì 26 Gennaio 2024

Economia circolare in Thailandia

La Thailandia si è impegnata a ridurre le emissioni, ponendo solide basi per il raggiungimento di zero emissioni entro il 2065.

La Thailandia ha attuato una serie di politiche per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e ha compiuto i primi passi verso l'attuazione di una tariffazione completa del carbonio. Il Paese potrebbe fare un uso maggiore della tariffazione del carbonio per prevenire ulteriori aumenti delle emissioni, ma sarebbero necessarie ulteriori politiche per ottenere riduzioni ambiziose delle emissioni.

Lo sviluppo sostenibile rimane un buon settore per una crescita economica positiva del Paese, consentendo al Regno di crescere economicamente e di allinearsi ai principali stakeholder internazionali.

 

(Contenuto editoriale a cura della Thai-Italian Chamber of Commerce)

Ultima modifica: Venerdì 26 Gennaio 2024
Lunedì 29 Maggio 2023

Economia Circolare in Europa: Italia e Germania a confronto

Vantaggi e misure europee

L’economia circolare è un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo di materiali e prodotti esistenti, al fine di ridurre i rifiuti e l’impiego di materie prime. Per stimolare lo sviluppo dell’economia circolare, la Commissione europea ha presentato il primo piano d'azione per l’economia circolare (Circular Economy Action Plan) già nel 2015. Il nuovo piano d’azione, presentato nel 2020, è stato poi incentrato sulla sostenibilità dei prodotti, sula riduzione dei rifiuti e sul 'diritto alla riparazione'. Negli ultimi anni sono state infine introdotte misure aggiuntive, tra cui nuove regole sugli imballaggi volte a migliorarne il design e incentivarne il riutilizzo e il riciclo.

 

Attuazione delle norme in Italia

L’adozione delle norme europee in Italia è normata dalla “Strategia nazionale per l’economia circolare”, documento programmatico introdotto nel 2021, che individua le azioni, gli obiettivi e le misure per la transizione verso un’economia circolare e per il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica. Il documento definisce una roadmap di azioni e di target misurabili da qui al 2035. Secondo il Circular Economy Report a cura dell’osservatorio Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, nel 2022 il numero di imprese che hanno implementato la pratica dell’economia circolare è amentato al 57% (rispetto al 44% nel 2021). Tuttavia, il 65% delle aziende che non hanno ancora implementato queste pratiche, non ha mostrato interesse nell’adottarle in futuro. La principale barriera all'adozione di pratiche manageriali per l’economia circolare sarebbe l’incertezza governativa. L’Italia è tuttavia uno dei Paesi europei più performanti con nell’attività di riciclo. Nel 2021 l’Italia ha avviato a riciclo il 73,3% degli imballaggi immessi sul mercato: percentuale in leggera crescita rispetto al record del 73% nel 2020 e un risultato che supera il 65% di riciclo totale chiesto dall’Europa ai suoi Stati membri entro il 2025.

 

Attuazione delle norme in Germania

In Germania, Il Governo federale sta sviluppando una Strategia nazionale per l'economia circolare (NKWS). L'NCWS è una strategia quadro in cui il governo federale definisce gli obiettivi, i principi fondamentali e le misure che supportano tutte le strategie relative alla politica delle materie prime. Obiettivi chiave della NKWS sono la protezione dell'ambiente e del clima, la riduzione dell'inquinamento e la tutela della biodiversità.

Anche la Germania ha un buon livello di riciclo (circa il 63% nel 2022), ma punta a raggiungere obiettivi più elevati nei prossimi anni. Secondo la NABU (Unione tedesca per la conservazione della natura e della biodiversità), tuttavia, la Germania consuma ogni anno circa 1,3 miliardi di tonnellate di materie prime per un consumo pro capite di 16 tonnellate all'anno. Per ora, inoltre, l’economia tedesca è ancora prevalentemente lineare, con un tasso di utilizzo circolare dei materiali (CMU) solo del 12%. Tuttavia, se tutti i rifiuti prodotti ogni anno in Germania fossero completamente riciclati, la CMU potrebbe passare dal 12 al 22%. Oltre al riciclaggio, dunque, il Paese sta sviluppando anche altre misure e prevedendo investimenti in settori come quello energetico, al fine di ottimizzare l’impiego di materie prime.

 

Fonte: https://tinyurl.com/2cv33pam

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)

Ultima modifica: Martedì 27 Giugno 2023
Giovedì 25 Maggio 2023

L’Economia circolare in Danimarca

Perché un’economia circolare?

L’importanza del passaggio verso forme di consumo più sostenibili per la Danimarca è dato dai dati stessi riguardanti gli alti livelli di consumo nel paese. Secondo il Global Footprint Network, il sovra-consumo danese rappresenta, infatti, il doppio della media mondiale. Allo stesso modo, secondo Statistics Denmark, nel 2018 la Danimarca ha avuto un consumo di risorse naturali di circa 23 tonnellate pro capite all'anno, tenendo conto anche delle importazioni e delle esportazioni. Il consumo danese è, quindi, significativamente superiore alla media UE di circa 15 tonnellate pro capite.

Il piano di azione per l’economia circolare

The Danish Government's Action Plan for Circular Economy” rappresenta il piano nazionale volto alla prevenzione ed alla gestione dei rifiuti nell’arco temporale che va dal 2020-2032 varato dal Governo danese.

Tale piano descrive gli obiettivi, gli indicatori, le politiche e le iniziative previste dalla Danimarca verso l’intera catena del valore circolare, catena questa, che va dalla progettazione, al consumo, sino alla gestione dei rifiuti. Oltre a diverse iniziative lungo tutta la catena del valore in generale, il piano di azione per l’economia circolare, si concentra su tre aree aventi un impatto ambientale e climatico significativo quali: biomasse, edilizia e plastica. Il piano d’azione per l’economia circolare contiene un totale di centoventinove iniziative, molte delle quali sono incluse anche nel piano per il clima delle nazioni unite.

Gli effetti della strategia danese

Entrando più nello specifico e comparando le attività del governo danese con i parametri prefissati dalla UE, nel 2019 è stato riciclato circa il 44% dei rifiuti urbani; gli obiettivi dell'UE sono stati fissati per aumentare questo tasso ad almeno il 55% nel 2025, al 60% nel 2030 e al 65% nel 2035 in tutti gli Stati membri.

  • Nel 2018 è stato riciclato circa il 63% dei rifiuti di imballaggio provenienti da famiglie e imprese; gli obiettivi dell'UE sono stati fissati per aumentare questa percentuale al 65% nel 2025 e al 70% nel 2030 in tutti gli Stati membri.
  • Nel 2019 la Danimarca ha generato circa 12,7 milioni di tonnellate di rifiuti; questi includono rifiuti alimentari, di imballaggio, tessili ed elettronici e vari altri tipi di rifiuti. Di questi, il 28% proviene dalle famiglie, il 40% da costruzioni e demolizioni e il 32% da altre industrie. In percentuale sul totale dei rifiuti prodotti, il 44% è stato riciclato, il 29% è stato incenerito, mentre il 24% è stato utilizzato per altre forme di recupero e il 3% è stato inviato in discarica.
  • Nel 2019, il trattamento dei rifiuti ha rappresentato circa il 4,9% delle emissioni totali di Co2 e, in Danimarca, la maggior parte di queste emissioni proveniva dall'incenerimento dei rifiuti.

Oggi gli impianti di incenerimento danesi presentano una sovra capacità di circa 700.000 tonnellate rispetto alla quantità di rifiuti idonei all'incenerimento prodotti in Danimarca.

Il Riciclo quale Forma di Sostengo Sociale

Un altro effetto da non sottostimare quando si parla di economia circolare e di sostenibilità, sono gli effetti diretti sulla sfera sociale della popolazione. Su tale corrente, se avrete svolto un viaggio in Danimarca, vi sarà sicuramente capitato di imbattervi in individui che girano per la città raccogliendo le vostre e le altre lattine abbandonate, che siano di una bibita gassata o di una birra appena consumata.

Questo fenomeno è dovuto proprio alla strategia circolare presente sul territorio danese che conferisce ai cittadini stessi la possibilità/responsabilità di partecipare attivamente alla catena di riciclaggio circolare, il tutto, incentivato da un ritorno economico per ogni lattina, bottiglia riciclata.

È chiaro, dunque, come questo forma di compenso monetario possa assumere le forme di un incentivo per la popolazione danese a fare ognuno la sua parte e, al tempo stesso, possa arrivare ad assumere le forme di un sostegno sociale per persone che si trovano a vivere condizioni economiche meno agiate.

Conclusioni

Che il cambiamento climatico stia assumendo sempre più le forme di un’emergenza mondiale è un dato ormai consolidato; questa consapevolezza pone, quindi, tutti i paesi verso nuove sfide e la Danimarca, come stiamo vedendo, è fortemente decisa a cavalcare quest’onda di cambiamento.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Venerdì 9 Giugno 2023
Giovedì 11 Maggio 2023

Dubai: firmato un accordo per sfruttare 1,3 trilioni di dollari di commercio globale di materiali riciclabili

L'incontro ha esaminato le proiezioni degli Emirati Arabi Uniti per un'economia circolare più verde, con particolare attenzione al consumo di materiali, acqua ed energia.

In occasione dell'inaugurazione del Chief Future Officer Forum, è stato firmato un accordo tra la Global Recycling Foundation e il World Sustainable Business Forum (WSBF). L'accordo non solo sfrutterà il commercio globale di materiali riciclabili, valutato in 1,3 trilioni di dollari, ma dovrebbe anche contribuire al futuro sostenibile della tecnologia.

Gli organizzatori del forum, tenutosi presso il Museum of the Future di Dubai, hanno aggiunto che l'accordo giunge in un "momento opportuno in cui gli Emirati Arabi Uniti ospiteranno la COP 28 nel corso dell'anno e il 2023 sarà dichiarato Anno della Sostenibilità".

"L'industria del riciclaggio vale 1.300 miliardi di dollari e con la firma di questo accordo siamo molto ottimisti sul fatto che questo creerà una consapevolezza sulla necessità di integrare gli obiettivi di riciclaggio nel prossimo incontro COP28", ha osservato Ranjit Singh Baxi, fondatore del Global Recycling Day.

Fonte: https://bit.ly/3NWc3hv

 

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana negli Emirati Arabi Uniti)

Ultima modifica: Giovedì 11 Maggio 2023
Data evento

Mer, 24 Aprile, 2024 - 12:06

Iscrizioni non ancora aperte.
Piattaforma online
24 Aprile 2024 -

La Camera di Commercio Italiana per la Germania (ITKAM) è partner di AlpBioEco, progetto del programma Interreg Alpine Space che mira a:

  • rivalorizzare gli scarti delle catene del valore di mele, noci ed erbe alpine tramite l’implementazione di idee di business eco-innovative
  • fornire linee guida alle istituzioni affinché promuovano il potenziale della bioeconomia presso le aziende e gli stakeholders del territorio

Essendo AlpBioEco giunto ormai alla conclusione, il giorno 11 febbraio 2021 si svolgerà online una Final Public Conference dedicata alle aziende e istituzioni interessate all’economia circolare.

Scopo della conferenza sarà quello di esporre gli output di progetto, trasferire la metodologia ad altri contesti e filiere e discutere con aziende e istituzioni delle strategie per promuovere la bioeconomia sul territorio.

Per far si che l’evento sia un momento di condivisione e confronto, accanto ai key notes sono previste discussioni in tavole rotonde, laboratori interattivi e presentazioni di aziende innovative ed altri progetti europei.

Durante il progetto ITKAM ha potuto appurare il ruolo importantissimo giocato dalle camere nella promozione della bioeconomia sul territorio. Spesso infatti le aziende, in particolar modo le aziende mature, vedono l’economia circolare come un rischio, senza percepirne il potenziale. È quindi più che mai necessario che le istituzioni incrementino le loro attività di formazione ed informazione per presentare la bioeconomia come un’opportunità.

Per maggiori informazioni sulle varie sessioni e per registrarsi: www.gstoo.de/alpbioeco

 

(Contenuto editoriali a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania (ITKAM))