Giovedì 10 Luglio 2025
Vai al Contenuto Raggiungi il piè di pagina
Il ruolo ambiguo del Brasile nella 17ª Cumbre del BRICS segna un possibile distanziamento dal blocco, con implicazioni importanti per la cooperazione internazionale sul clima e nuove sinergie con l'UE.
Il 7 luglio 2025, durante la 17ª Cumbre dei BRICS svoltasi a Rio de Janeiro, è stata pubblicata la Dichiarazione‑Marco dei Leader del BRICS sulle Finanze Climatiche. Il documento riafferma l’impegno del gruppo verso un sistema finanziario internazionale più equo, con l’obiettivo di facilitare l’accesso ai fondi per l’azione climatica nei Paesi in via di sviluppo. Tuttavia, la partecipazione del Brasile si è distinta per un tono moderato e una visibilità molto inferiore rispetto agli anni precedenti — un segnale che molti analisti interpretano come un progressivo distanziamento da un blocco che sta attraversando una fase di frammentazione interna.
Il documento riconosce che la responsabilità di fornire risorse finanziarie ricade in primo luogo sui Paesi sviluppati, sottolineando il principio delle responsabilità comuni ma differenziate. Tuttavia, la dichiarazione è stata accolta con una certa freddezza dall’opinione pubblica brasiliana e da alcuni settori del governo federale, che sembrano oggi più inclini a rafforzare alleanze con blocchi occidentali e organismi multilaterali tradizionali.
Il blocco dei BRICS, nato nel 2009 con grandi ambizioni di riforma della governance globale, si trova oggi in una fase delicata. Le tensioni geopolitiche tra alcuni dei suoi membri (come India e Cina), la guerra in Ucraina e le difficoltà economiche interne della Russia e del Sudafrica ne hanno compromesso l’efficacia come polo alternativo alle istituzioni occidentali.
Il Brasile, con un governo democratico, una solida economia verde e un crescente impegno nella diplomazia climatica, si trova oggi in una posizione privilegiata per ripensare le proprie priorità strategiche. La presidenza pro tempore del BRICS nel 2025, esercitata proprio dal Brasile, non ha portato ad alcuna innovazione sostanziale né a nuove linee d’azione concrete — un’ulteriore prova di disimpegno, secondo molti osservatori.
Questo momento di transizione offre un’occasione unica per l’Unione Europea di rafforzare il proprio partenariato con il Brasile, soprattutto in ambiti dove le due parti condividono interessi comuni, come la transizione energetica, la finanza climatica, la protezione dell’Amazzonia e la promozione di un multilateralismo efficace.
L’UE è da tempo in prima linea nella mobilitazione di risorse per il clima: attraverso strumenti come il Green Deal Europeo e le iniziative del Consiglio dell’UE per la Finanza Climatica, Bruxelles mira a mobilitare almeno 100 miliardi di dollari all’anno per aiutare i Paesi più vulnerabili ad affrontare le sfide ambientali. Questa ambizione si sposa perfettamente con le priorità del Brasile, che si è posto come leader globale nella bioeconomia e nella diplomazia climatica, in particolare nei negoziati COP.
Inoltre, il potenziale accordo commerciale UE-Mercosur, in fase avanzata di revisione, potrebbe trovare nuova linfa proprio in un Brasile più allineato ai valori e agli standard ambientali europei.
I segnali di distanziamento del Brasile dai BRICS potrebbero facilitare la costruzione di una nuova alleanza verde tra UE e Brasile, basata su:
Il programma europeo Global Gateway potrebbe rappresentare un canale privilegiato per mobilitare fondi pubblici e privati destinati al Brasile, offrendo alternative concrete a progetti promossi da Cina e altri attori emergenti.
Il 2025 potrebbe segnare un punto di svolta nella politica estera del Brasile. Il disimpegno dal BRICS — mai annunciato ufficialmente, ma evidente nei toni e nei gesti — apre spazi per una nuova stagione diplomatica più coerente con gli interessi democratici e ambientali dell’Unione Europea. In un mondo sempre più multipolare e segnato dalle crisi climatiche, la costruzione di ponti tra Europa e America Latina diventa non solo auspicabile, ma strategicamente necessaria.
(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria di Rio de Janeiro)