Immobiliare

Venerdì 1 Settembre 2023

L'indicatore dei prezzi delle case RICS in UK è sceso al minimo dal 2009

I prezzi delle case in UK hanno registrato il maggior calo dal 2009, a seguito dell’aumento dei tassi d’interesse. La Royal Institution of Chartered Surveyors (RICS) ha dichiarato che l’indicatore dei prezzi delle case è sceso a -53 a luglio, rispetto al un -48 registrato a giugno. Questo è stato l’indice più basso dall'aprile 2009, e si è dimostrato al di sotto delle previsioni degli economisti. Ad alimentare questo calo sono stati i tassi di interesse per i nuovi mutui in UK – con tasso fisso biennale – che sono saliti ai massimi storici dal 2008, toccando rispettivamente il 6,86% a luglio.

Per quanto riguarda il mercato immobiliare, le vendite di case sono diminuite a luglio al ritmo più veloce dall'aprile 2020 durante la pandemia di COVID-19. "I dati rappresentano le scarse richieste degli acquirenti e sono indicativi delle sfide che questi stanno affrontando in un contesto di incertezza economica, tassi di interesse in aumento ed una situazione creditizia più difficile", ha affermato Simon Rubinsohn, capo economista di RICS.

L'istituto di credito ipotecario Nationwide ha riferito la scorsa settimana che i prezzi medi delle case a luglio erano inferiori del 3,8% rispetto all'anno precedente - il più grande calo annuale dal 2009 -mentre all'inizio di questa settimana il rivale Halifax ha registrato un calo del 2,4% su base annua. Tuttavia, i prezzi rimangono superiori di oltre il 20% rispetto a prima della pandemia.

L'indicatore degli affitti di RICS nei mesi fino a luglio 2023 ha registrato gli aumenti più ampi dall'inizio del 1999. L'Office for National Statistics britannico ha riferito che gli affitti del settore privato in Inghilterra sono aumentati del 5,1% a giugno, il massimo dall'inizio dei record nel 2006.

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Venerdì 1 Settembre 2023
Giovedì 3 Agosto 2023

Nel primo trimestre il costo delle abitazioni in Repubblica Ceca ha registrato una decisiva frenata

Nel primo trimestre di quest’anno il costo delle abitazioni in Repubblica Ceca ha registrato una decisiva frenata. L’aumento annuo è passato dal 24% del primo trimestre di un anno fa all’1%. 

A frenare sono soprattutto le case di nuova costruzione, che hanno visto un calo dei prezzi. L’andamento era in linea con la media UE, che ha visto un aumento annuo dello 0,8%. Rispetto al trimestre precedente i costi delle case sono diminuiti dell’1,1%. Positivo l’andamento sul medio periodo con prezzi più che raddoppiati dal 2015.

I dati dell’Eurostat sono in linea con le rilevazioni dell’agenzia Deloitte nelle città capoluogo di regione e Praga. Rispetto all’ultimo trimestre del 2022 i prezzi erano in flessione dell’1,2 percento a una media di 92.200 corone per metro quadrato. A Praga il costo delle abitazioni è in stagnazione a 116.800 corone ceche per metro quadrato. Il volume delle compravendite è sceso da 33 a circa 30 miliardi di corone.

Fonte: https://tinyurl.com/2hru4duv

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

Ultima modifica: Giovedì 3 Agosto 2023
Mercoledì 5 Luglio 2023

Rep. Ceca - Gli esperti attendono un aumento della domanda per le case in affitto

Gli esperti attendono nei prossimi anni un aumento della domanda per le case in affitto. Lo hanno detto durante la conferenza specializzata Nájemní bydlení budoucnosti (L’affitto residenziale in futuro) tenutasi a fine maggio.

Nei prossimi anni si può attendere un aumento della domanda di case e degli appartamenti in affitto del 10 o il 15%. Secondo gli esperti di Deloitte Petr Hána e Miroslav Linhart a spingere il mercato sarà soprattutto la migrazione nelle città più grandi, dove ci sono migliori opportunità di lavoro. Attualmente molte persone optano per l’affitto, perché non riescono ad accedere a un mutuo abitativo.

A Praga l’aumento della domanda ha portato anche a una crescita dei canoni di circa il 20% a una media di 500 corone per metro quadrato al mese. Quest’anno gli esperti attendono una stabilizzazione dei prezzi. L’arrivo di più investitori istituzionali sul mercato potrebbe portare a un raffreddamento della dinamica dei prezzi dei canoni.

Fonte: https://tinyurl.com/yck8ekyu

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

Ultima modifica: Mercoledì 5 Luglio 2023
Martedì 6 Giugno 2023

I prezzi delle case in UK stanno diminuendo con il più rapido tasso dal 2009

I costi delle case in UK stanno scendendo rapidamente – come riportato dalla Nationwide Building Society. I prezzi sono diminuiti del 3,4% negli ultimi 12 mesi, rappresentando il calo maggiore visto dal luglio 2009, quando è stata registrata una riduzione annua del 6,2%.

I prezzi delle abitazioni sono diminuiti dello 0,1% rispetto al mese precedente, dopo una performance positiva ad aprile. Nationwide ha affermato che il valore delle case è rimasto in gran parte invariato nell'ultimo mese, portando il prezzo medio a £ 260.736. Questo dato rimane il 4% inferiore rispetto al picco registrato nell'agosto 2022, prima che il mini-budget autunnale voluto dal primo ministro Liz Truss facesse salire i tassi d’interesse sui prestiti.

Robert Gardner, capo economista di Nationwide, ha avvertito che "l’instabilità del mercato immobiliare sembra destinata a rafforzarsi nei prossimi mesi.” I recenti dati deludenti sull'inflazione nel paese hanno spinto gli economisti a prevedere un ulteriore aumento dei tassi d’interesse entro la fine dell'anno, con un possibile ritiro di quasi 800 contratti di mutuo residenziale e buy-to-let.

Gli ultimi dati pubblicati dalla Bank of England hanno mostrato tuttavia alcuni segnali di ripresa del mercato immobiliare, sebbene il numero di mutui approvati per l'acquisto di abitazioni nel mese di marzo sia rimasto di circa il 20% al di sotto dei livelli pre-pandemia.

Matt Thompson, responsabile vendite dell’agenzia immobiliare Chestertons, ha descritto maggio come "un mese positivo per il settore". "Abbiamo assistito a un evidente aumento delle richieste degli acquirenti e delle offerte effettive fatte per l’acquisto di abitazioni. Nonostante gli avvertimenti sull'impatto dei tassi di interesse, Nationwide non ha previsto una significativa diminuzione dei prezzi delle case, anticipando però che ci saranno meno vendite nei prossimi mesi.”

Fonte: https://tinyurl.com/yus667cd

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Martedì 6 Giugno 2023
Lunedì 29 Maggio 2023

Rep. Ceca - I prezzi dei terreni hanno continuato a crescere anche nel primo trimestre dell’anno

I prezzi dei terreni hanno continuato a crescere anche nel primo trimestre di quest’anno, mentre quelli delle case e degli appartamenti hanno registrato una flessione. Lo indica l’indice dei prezzi immobiliari HB Index, che viene preparato dalla ČSOB, socio Camic.

Nel settore dei terreni la domanda continua a superare fortemente l’offerta, nota l’indice. I prezzi rispetto al trimestre precedente sono quindi cresciuti quasi del 4%, mentre nel confronto anno su anno sono aumentati di un quinto.

Diversa invece la situazione degli appartamenti e delle case, che stanno vivendo una frenata della domanda. Nel caso degli appartamenti, i prezzi sono diminuiti rispetto al trimestre scorso del 2,5 percento mantenendo un lieve aumento tendenziale del 2,9 percento. I prezzi delle case sono diminuiti nel confronto tra i trimestri dello 0,1 percento mantenendo una buona crescita annua del 9%. In forte calo secondo l’indice è l’interesse per gli immobili di grande metratura e per le secondo case.

Fonte: https://tinyurl.com/5hbys5ds

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

Ultima modifica: Lunedì 29 Maggio 2023
Giovedì 27 Aprile 2023

Gli affitti in UK sono meno convenienti rispetto al 2019

Secondo i dati recentemente diffusi dall'Office for National Statistics, i britannici hanno speso in media il 26,8% del loro reddito nell’affitto della propria locazione a marzo, rispetto al 26,6% dell'anno precedente e al 25,0% di marzo 2019. "L'affitto è ora meno conveniente di quanto non fosse nel 2019 anche se è rimasto sostanzialmente stabile negli ultimi due anni", secondo i dati riportati dalla compagnia Dataloft.

Le cifre coprono circa il 40% del mercato degli affitti del settore privato in UK e si basano su 30.000 nuovi contratti di locazione firmati da 50.000 inquilini, con redditi annui compresi tra 10.000 e 500.000 sterline. Coloro che hanno dichiarato di percepire un reddito annuo inferiore a 10.000 sterline, avendo quindi un'altra fonte di denaro, sono stati esclusi dalla statistica.

L'ONS ha affermato che le cifre hanno dato risultati diversi rispetto ai dati ufficiali sugli affitti utilizzati nel calcolo dell'inflazione dei prezzi al consumo - aumentati rispettivamente del 4,8% a marzo. I numeri settimanali hanno mostrato che le condizioni del mercato rimangono in una situazione difficile, ma sono leggermente migliorate rispetto all'inizio del 2023.

Circa il 19% delle imprese intervistate ha riferito che le proprie vendite sono aumentate a marzo, rispetto al 16% di febbraio, mentre il 23% prevedeva di aumentare i propri prezzi a maggio contro il 53% che riteneva di mantenerli invariati.

L’inflazione dei prezzi al consumo è scesa al 10,1% a marzo rispetto al 10,4% di febbraio, un calo inferiore rispetto a quello previsto dalla maggior parte degli economisti.

Fonte: https://reut.rs/3L82N6Q

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Giovedì 27 Aprile 2023
Martedì 18 Aprile 2023

Lo Smart Working e i suoi effetti sul mercato immobiliare commerciale negli USA

Da Dallas e Minneapolis a New York e Los Angeles, gli uffici delle grandi aziende sono spesso vuoti o sottoutilizzati, a dimostrazione del continuo ricorso allo smart working, il lavoro agile da casa. 

Gli investitori e le autorità di regolamentazione, in allerta per i segnali di difficoltà nel sistema finanziario dopo i recenti fallimenti di alcune banche, stanno infatti ponendo attenzione alla flessione del mercato immobiliare commerciale statunitense, registrata intorno ai 20.000 miliardi di dollari nel 2022.

Proprio mentre i finanziatori del settore sono alle prese con le turbolenze innescate dal rapido aumento dei tassi di interesse, il valore degli edifici commerciali con destinazione d’uso di ufficio sta crollando e ciò potrebbe aggravare le sofferenze delle banche, sollevando preoccupazioni per i dannosi effetti a catena

L’ansia per la concessione di prestiti bancari al settore immobiliare commerciale potrebbe aumentare a dismisura, spingendo i clienti a ritirare i loro depositi e gli analisti a porre l'attenzione sui legami tra gli istituti di credito statunitensi e il settore immobiliare. 

Secondo molti analisti, il mercato statunitense sembra il più vulnerabile. Tuttavia, anche la Banca Centrale Europea e la Banca d'Inghilterra hanno recentemente messo in guardia dai rischi legati agli immobili commerciali, a causa del deterioramento delle prospettive dei prezzi.

Il settore immobiliare commerciale - che comprende uffici, complessi di appartamenti, magazzini e centri commerciali - ha subito una forte pressione negli ultimi mesi. Secondo l’agenzia Green Street, a marzo2023 i prezzi negli Stati Uniti sono scesi del 15% rispetto al loro recente picco. Il rapido aumento dei tassi di interesse nell'ultimo anno ha causato un duro colpo al mercato, causando una perdita del valore degli edifici commerciali ad uso ufficio del -5,7%, poiché gli acquisti di edifici commerciali sono tipicamente finanziati con grandi prestiti. Sono cresciuti invece i valori immobiliari degli edifici ad uso residenziale (+4,3%), degli hotel (+5,6%) e degli impianti industriali (+12,6%).

Gli immobili adibiti a ufficio sono stati quindi i più colpiti. Il lavoro ibrido rimane molto diffuso e influisce sugli affitti che molti proprietari di edifici possono richiedere. L'occupazione media degli uffici negli Stati Uniti è ancora inferiore alla metà dei livelli del marzo 2020, secondo i dati dell’agenzia Kastle. 

I problemi potrebbero aumentare con il rallentamento dell'economia. Rich Hill, responsabile della strategia immobiliare di Cohen & Steers, ritiene che le valutazioni degli immobili commerciali statunitensi potrebbero scendere del 20%-25% nel corso del 2023. Per gli uffici, il calo potrebbe essere ancora più marcato, fino a raggiungere il 30%.

I segnali di tensione sono in aumento. Secondo Trepp, che fornisce dati sul settore immobiliare commerciale, la percentuale di mutui per uffici commerciali in cui i mutuatari sono in ritardo con i pagamenti è in aumento e le inadempienze di alto profilo fanno notizia. All'inizio del 2023, un’aziendadel gestore patrimoniale PIMCO è andata in default per quasi 2 miliardi di dollari di debiti per sette edifici adibiti ad uffici a San Francisco, New York City, Boston e Jersey City. 

Questa dinamica del settore immobiliare commerciale potrebbe diventare un problema per le banche, visto che prestano molto al settore. Goldman Sachs stima che il 55% dei prestiti per uffici negli Stati Uniti si trovi nei bilanci delle banche. Le banche regionali e locali - già sotto pressione dopo i fallimenti di Silicon Valley Bank e Signature Bank a marzo 2023 - rappresentano il 23% del totale.

Secondo Trepp, all'inizio dell'anno Signature Bank (SBNY) aveva il decimo portafoglio di prestiti immobiliari commerciali più grande degli Stati Uniti. First Republic (FRC), che ha ricevuto un aiuto di 30 miliardi di dollari da JPMorgan Chase e da altre grandi banche, era al nono posto. Ma entrambe avevano una quota molto più elevata dei loro attivi legati al settore immobiliare rispetto a rivali più grandi come Wells Fargo (WFC), il principale finanziatore statunitense del settore. L'aumento dei prezzi degli immobili commerciali nell'ultimo decennio ha fornito agli sviluppatori e ai loro banchieri una certa protezione. Ma le sofferenze potrebbero aumentare nei prossimi mesi. 

Inoltre, secondo Trepp, nel 2023 scadranno circa 270 miliardi di dollari di prestiti immobiliari commerciali detenuti dalle banche. Circa 80 miliardi di dollari, quasi un terzo, riguardano immobili ad uso ufficio. Il crollo recente delle valutazioni renderà più difficile il rifinanziamento per i proprietari di immobili, che probabilmente dovranno affrontare le richieste delle banche di mettere a disposizione più capitale proprio.

Dalla crisi finanziaria del 2008, le banche hanno inasprito gli standard di prestito e diversificato la loro clientela. Secondo UBS, i prestiti agli uffici rappresentano meno del 5% del totale dei prestiti delle banche statunitensi. L'esito più probabile di questa tendenza è un aumento delle insolvenze e una riduzione dell'accesso ai finanziamenti per il settore immobiliare commerciale. Si prevede che le banche supereranno la tempesta, anche se i loro utili potrebbero subire una battuta d'arresto.

 

Fonte: https://cnn.it/3mA3Ynx

 

(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce Southeast)

 

Ultima modifica: Martedì 18 Aprile 2023
Giovedì 13 Aprile 2023

Rep. Ceca – Sul mercato potrebbe tornare un numero rilevante di appartamenti per investimento

Sul mercato potrebbe tornare un numero rilevante di appartamenti acquistati negli anni scorsi a scopo d’investimento. Lo scrive il quotidiano E-15.

Quest’anno a circa 100.000 mutui abitativi finisce la fissazione di cinque anni concordata nel 2018. I titolari di questi mutui si devono attendere un forte rialzo dei tassi e quindi della rata. Nel 2018 i tassi medi erano sotto il 3%, attualmente invece superano stabilmente il 6%. “Non attendo un aumento drammatico dei mutui in sofferenza. È più probabile che le persone lascino gli immobili per gli investimenti” ha indicato Jan Brejl della società finanziaria Partners.

Secondo gli analisti il rialzo dei tassi appesantirà i bilanci familiari e potrebbe spingere alla vendita anche alcuni proprietari che utilizzano la casa come abitazione. Non si attende invece un rilevante aumento dei mutui in sofferenza, la cui quota, sei per mille, è molto bassa.

Fonte: https://bit.ly/3GEQKwx

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

 

Ultima modifica: Giovedì 13 Aprile 2023
Giovedì 13 Aprile 2023

I prezzi degli immobili in Repubblica Ceca sono aumentati nel 2022 del 17%

I prezzi degli immobili residenziali in Repubblica Ceca sono aumentati nel 2022 di quasi il 17%. Lo ha indicato l’Eurostat.

Nel 2022 i prezzi degli immobili residenziali in Repubblica Ceca sono cresciuti del 16,9%, il quarto dato più alto in tutta l’Unione Europea. Nell’ultima parte dell’anno l’andamento dei prezzi è fortemente rallentato. Rispetto al trimestre precedente i prezzi sono diminuiti del 2,2%. Non si era verificato un calo dal 2013. Nel confronto anno su anno i prezzi sono aumentati del 6,9%, il dato trimestrale più basso dal 2016. Dal 2015 i prezzi delle case sono aumentati del 115%, il secondo dato più alto nell’UE.

Gli affitti sono cresciuti lo scorso anno di circa il 5%, un dato più che doppio rispetto alla media dell’Unione europea, che si è fermata sotto il 2%.

Fonte: https://bit.ly/3KPDrM5

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

 

Ultima modifica: Giovedì 13 Aprile 2023
Giovedì 13 Aprile 2023

Statistiche del mercato immobiliare in Turchia del mese di febbraio 2023

Lo scorso 15 marzo sono stati resi pubblici da parte della TÜİK i dati riferiti al mese di febbraio 2023 delle compravendite di immobili ad uso abitativo. Il settore ha fatto registrare un sensibile calo (-18%) non solo sull’analogo mese del 2022 ma anche rispetto al mese precedente di gennaio 2023, registrando il livello più basso da maggio 2021. Istanbul si colloca ancora una volta al primo posto con 15 mila unità vendute (18,7% del totale) seguita dalla capitale Ankara con 8.235 (10,3%) e Izmir con poco più di 5 mila unità vendute (6,3%) che scavalca, per il mese in osservazione, la città di Antalya.

In calo rispetto allo stesso mese dell’anno precedente le abitazioni acquistate con mutui (-12,7). La tipologia di compravendita con finanziamenti rappresenta il 21,7% di tutti gli immobili venduti in Turchia. Più sensibile invece il calo registrato a febbraio 2023 sia degli acquisti di immobili nuovi (18,8%) che di quelli di seconda mano (70.176) rispetto a dicembre 2022.

I cittadini della Federazione russa (1/4 degli acquisti totali) si piazzano al primo posto con 1.183 unità acquistate, rispecchiando un andamento costante dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina e le successive sanzioni occidentali. I russi, la maggior parte dei quali ha ottenuto la cittadinanza turca grazie all’acquisto di immobili, sono seguiti a distanza dagli iraniani, iracheni e ucraini (gli acquisti di quest’ultimi si concentrano in modo particolare nella provincia meridionale di Antalya).

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

 

Ultima modifica: Giovedì 13 Aprile 2023