Notizie mercati esteri

Venerdì 20 Gennaio 2023

Minas supera la soglia dei 630.000 posti di lavoro con un contratto formale creati in quasi quattro anni

I dati rilasciati dal Registro Generale degli Occupati e dei Disoccupati (Caged) nel giorno 28/12, riferiti al mese di novembre, mostrano il consolidamento del riscaldamento dell'economia del Minas Gerais in questi quattro anni.

Da gennaio 2019 sono stati creati più di 630.000 posti vacanti formali. Nel solo 2022, lo Stato è già responsabile della creazione di 222.823 posti di lavoro con un contratto formale.

Ancora una volta i dati di Caged si sono rivelati positivi. Durante tutto l’anno, Minas Gerais ha accumulato più di 222.000 posti di lavoro, seguendo una tendenza degli ultimi quattro anni, mostrando la forza del suo mercato del lavoro con una creazione di circa 630.000 posti di lavoro. Questo rivela uno sviluppo economico dello Stato, dinamismo anche nel mercato del lavoro, che nonostante la rotazione, il bilancio è positivo. Si creano posti di lavoro, le persone vengono assorbite dal mercato”, ha spiegato il sovrintendente alla Gestione e Promozione del Lavoro e all'Economia Popolare Solidale della Segreteria di Stato per lo Sviluppo Sociale, Marcel Cardoso Ferreira de Souza.

In un'analisi per attività economica, il settore che ha guidato la generazione di posti di lavoro è stato il commercio, con 9.725 nuovi posti di lavoro, seguito dai servizi (3.359). Il gruppo che ha registrato la crescita maggiore nel periodo è costituito da tre segmenti, che uniscono il commercio e la riparazione di autoveicoli e motocicli; commercio all'ingrosso (esclusi autoveicoli e motocicli) e commercio al dettaglio.

Fonte: https://bit.ly/3XCvjlW

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio, Industria ed Agricoltura di Minas Gerais)

Ultima modifica: Venerdì 20 Gennaio 2023
Venerdì 20 Gennaio 2023

Il programma Certifica Minas Caffè riceve il riconoscimento da MAPA per aver adottato le Buone Pratiche Agricole

Il Programma Certifica Minas Caffè, una politica pubblica statale coordinata dal Segretariato per l'Agricoltura, l'Allevamento e l'Approvvigionamento (SEAPA), ed eseguita dai suoi affiliati Instituto Mineiro de Agropecuária (IMA), Società di assistenza tecnica e estensione rurale dello Stato di Minas Gerais ( Emater -MG) e Aziende di Ricerche d´Allevamento di Minas Gerais (EPAMIG), hanno ricevuto, questo dicembre, dal Ministero dell'agricoltura, dell'allevamento e dell'approvvigionamento (MAPA), il termine di riconoscimento in buone pratiche agricole. La consegna è avvenuta durante la finale del 19° Concorso Statale di Qualità del Caffè, a Belo Horizonte (MG).

Ai soggetti pubblici e privati ​​che promuovono le Buone Pratiche Agricole viene consegnato il Termine di Riconoscimento, un insieme di principi, norme e raccomandazioni tecniche applicate nelle fasi di produzione, trasformazione e trasporto di alimenti e prodotti non alimentari di origine vegetale e che soddisfano i requisiti minimi stabiliti dalla Mappa.

Minas è il più grande produttore di caffè del Brasile, rappresentando più della metà del raccolto nazionale, con una superficie coltivata di circa 1 milione di ettari. Attualmente sono 800 i coltivatori di caffè certificati dal Programma, il cui differenziale è la certificazione gratuita offerta ai coltivatori familiari.

Il processo di verifiche porta i produttori a ottenere la Certificazione Minas Caffè, il primo sigillo di certificazione per le piantagioni di caffè in Brasile rilasciato da un'istituzione governativa.

Fonte: https://bit.ly/3HiTK26

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio, Industria ed Agricoltura di Minas Gerais)

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Venerdì 20 Gennaio 2023

Libertà economica: Minas è tra le migliori regioni in cui investire

Innovazione, efficienza e meno burocrazia. Questa combinazione sta rendendo Minas Gerais sempre più attraente per gli investitori e sta facendo battere record alla sua economia in diversi settori.

Le iniziative e i programmi esistenti sono molti, collegati come ingranaggi di una macchina che sta mettendo in moto l'economia dello Stato: poco dopo l'approvazione della Legge Federale sulla Libertà Economica del 2019, Minas è stato uno dei primi Stati a regolamentare questa legge e di lanciare una serie di iniziative affinché si realizzi concretamente. Come “Minas Livre para Crescer”, un programma che ha portato linee guida a favore della libertà economica in 307 comuni dello stato. Altre importanti iniziative sono state il rilascio di permessi per centinaia di attività a basso rischio, la formazione di imprenditori e giovani che vogliono entrare nel mercato del lavoro e l'implementazione di piattaforme digitali che mettono in contatto produttori, investitori e mercato estero. Il risultato è stato un record negli investimenti, che ha generato un aumento della creazione di posti di lavoro.

Un altro punto in cui Minas si sta sviluppando sempre di più è nella ricerca di una matrice energetica più pulita, lo Stato ha dato incentivi come la semplificazione delle licenze e agevolazioni fiscali per la generazione solare.

Con così tante iniziative, Minas Gerais sta attirando investimenti da tanti settori diversi e la sua partecipazione al PIL brasiliano è aumentata dall'8,99% al 9,28%.

Fonte: https://bit.ly/3Y1TiLx

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio, Industria ed Agricoltura di Minas Gerais)

Ultima modifica: Venerdì 20 Gennaio 2023
Venerdì 20 Gennaio 2023

Brasile - Aliança Energia prevede investimenti per 300 milioni di reais

Operanti nel mercato della generazione e commercializzazione di elettricità, Aliança Energia prevede di investire 300 milioni di R$ quest'anno, secondo il direttore e responsabile dell'installazione di Aliança Energia, Carlos Henrique Afonso. La sfida per il 2023 è la conclusione del terzo progetto eolico, il Complesso Acauã (109,20 MW), nel Rio Grande do Norte.

 "Il complesso eolico entrerà in esercizio commerciale per progetto, ovvero un parco eolico, con piena operatività prevista per novembre 2023", afferma Afonso. Gli investimenti nel Rio Grande do Norte, che sono con risorse proprie, si aggirano intorno ai 730 milioni di R$.

Il progetto avrà la capacità di fornire energia per 840.000 persone (o 270.000 case). Sono stati generati 1.000 posti di lavoro, sia diretti che indiretti. “Siamo poco oltre il picco di occupati, oggi ci sono 450 persone dirette”, dice il direttore.

Il BNDES ha inoltre approvato un finanziamento per un importo di R$ 3,5 miliardi per la realizzazione di due complessi eolici e un complesso solare e le rispettive linee di trasmissione, a Bahia e Minas Gerais. La capacità installata sarà di 1,5 GW con investimenti totali che raggiungeranno i 10,6 miliardi di R$. La partecipazione della banca avverrà attraverso il programma BNDES Finem.

L'energia generata sarà equivalente a quella necessaria per rifornire circa 2,6 milioni di abitazioni. In questo modo si eviteranno emissioni di oltre 8,6 milioni di tonnellate di CO2. Le imprese contribuiscono all'incremento della capacità installata nelle energie rinnovabili e allo sviluppo del mercato libero dell'energia nel Paese.

 

Fonte: https://bit.ly/3XrxUz8

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio, Industria ed Agricoltura di Minas Gerais)

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Lunedì 16 Gennaio 2023

Aggiornamento al 12 dicembre 2022 dei flussi in entrata degli investimenti esteri

I dati i più aggiornati sui flussi di IDE in Turchia, pubblicati lo scorso 12 dicembre dall’Associazione non governativa degli Investitori Internazionali nel Paese (YASED), indicano che nei primi dieci mesi del 2022 gli IDE totali in sono stati pari a 10,3 miliardi di dollari tra ricavi provenienti dalle vendite delle proprietà immobiliari (50,3%), acquisizione di partecipazioni azionarie e crediti e depositi commerciali e sottoscrizioni di titoli obbligazionari, facendo registrare un calo del 3% rispetto all’analogo periodo del 2021. Più in dettaglio, nel mese di ottobre 2022, lo stock di investimenti in entrata si è attestato a poco più di 1 miliardo di dollari divisi tra “equity capital” per 432 milioni di dollari, 389 milioni provenienti dalle vendite di proprietà immobiliari e 208 milioni di titoli di debito.

Secondo i dati del mese di ottobre 2022, sono ancora una volta i Paesi dell’Unione Europea più il Regno Unito i più importanti investitori in Turchia, detenendo la quota di maggioranza pari all’89% degli IDE totali in entrata nel Paese. l’Italia nel mese in esame passa dall’8 alla 9° posizione con 2 miliardi di IDE, dopo le acquisizioni di quote e fusioni di primarie aziende turche nei mesi passati.

La Spagna, se si prendono in esame i primi 10 mesi del 2022, si colloca al primo posto gli investimenti nel settore bancario grazie a quelli operati nei due mesi precedenti (Garanti Bank) con oltre 1,6 miliardi di dollari. Dati tuttavia che risentono molto anche delle “triangolazioni” effettuate da altri Stati attraverso intermediari bancari svizzeri, olandesi e lussemburghesi.

La Turchia si conferma tra i primi cinque Paesi più attraenti per gli afflussi di IDE provenienti da aziende europee. I settori dove le aziende europee investono di più sono il tessile, la chimica di base ed il settore automobilistico. La Turchia si piazzerebbe invece tra i primi dieci mercati per il c.d. fenomeno del “reshoring” tra le prime 30 destinazioni al mondo per attrazione di investimenti esteri.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

Ultima modifica: Lunedì 16 Gennaio 2023
Lunedì 16 Gennaio 2023

Le relazioni commerciali tra Italia e Turchia nel nuovo aggiornamento di dicembre 2022

La Turchia è il primo partner commerciale dell’Italia nell’area del Mediterraneo con un flusso stabile e bilanciato a testimonianza dell’elevato livello di interconnessione esistente tra le due economie. La tendenza dell’import/export è incoraggiante e conferma il trend positivo dello scorso anno quando l’interscambio fu pari a 23 miliardi di dollari, un risultato superiore al 2019 in periodo pre-pandemico. Una tendenza mostrata anche nei primi 10 mesi del 2022 che, se mantenuta fino alla fine dell’anno, potrebbe toccare la soglia record di 25 miliardi di dollari, rendendo realistico il raggiungimento in prospettiva dell’ambizioso obiettivo di 30 miliardi di dollari, già da tempo individuato dal Presidente Erdoğan.

Dopo un brillante 2021, (+33,3% rispetto all’analogo periodo dell’anno recedente), (un risultato in linea con un anno straordinario dell’export italiano con oltre 500 miliardi di euro di merci vendute), nel primi dieci mesi del 2022, secondo i dati resi pubblici dall’Ice-Agenzia di Istanbul, l’Italia si posiziona quale 5° partner commerciale della Turchia con 21,7 miliardi di interscambio (+17,2% rispetto all’analogo periodo del 2021 e con una quota del 4,3% del totale importato dalla Turchia). Dopo un primo semestre che aveva visto distribuire equamente vendite e acquisti tra i due Paesi con un saldo pressoché equilibrato, il mese in osservazione ha registrato un saldo negativo per la Turchia di 1.2 miliardi di dollari. Anche nei primi dieci mesi del 2022 l’Italia si conferma il 5° fornitore della Turchia (con 11,5 miliardi di dollari di export (+23,1% sul 2021) dopo Federazione russa, Cina, Germania e USA, mentre è stabile quale 5° cliente (10.2 miliardi di dollari di merci e servizi acquistati e +11,2% sul 2021) preceduta da Germania, Stati Uniti, Iraq e Regno Unito. La dinamica dell’export italiano nei dieci mesi del 2022 è stata trainata, anche se con minore intensità rispetto ai mesi precedenti, dalle vendite di combustibili e oli minerali (+181,55% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno) e da quelle della voce merceologica “metalli e pietre preziose” (+198,1%) e, in misura meno marcata, dalle nostre esportazioni di ferro e acciaio (+51,5%). Le principali voci del nostro export nel periodo in osservazione restano quelle tradizionali dei “macchinari e apparecchiature meccaniche” con 2.4 miliardi di euro.

Nel confronto con i principali partner commerciali europei, nei primi 10 mesi del 2022 si rileva ancora una crescita delle esportazioni dell’Italia (+23,1%) nettamente superiore ai lievi incrementi registrati dalla Germania (+6,4%), e dal Regno Unito (solo un +0,5%), mentre la Francia ha fatto registrare un +15,9% rispetto ai primi dieci mesi del 2021. Si registrano invece, sempre nel periodo gennaio-ottobre 2022, incrementi delle quote di export della Turchia verso la Germania (+9%), il Regno Unito (+0,4%) e verso la Francia (+5,3%). In ambito Ue, l’Italia si posiziona invece al secondo posto con, come sopradetto, 21,7 miliardi di interscambio totale nei primi dieci mesi dell’anno, dopo la sola Germania (36,8 miliardi di dollari) e prima di Francia (15,4 miliardi di dollari) e Spagna (13,8 miliardi di dollari), guadagnando quote nei confronti dei nostri tre principali concorrenti.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

Ultima modifica: Lunedì 16 Gennaio 2023
Lunedì 16 Gennaio 2023

Turismo in Svizzera: inverno caldo per il settore alberghiero

La segreteria di Stato dell’economia prevede un inverno favorevole sotto il profilo degli ingressi turistici in Svizzera, calcolando in via previsionale un +13% di pernottamenti rispetto alla scorsa stagione invernale. Questo nonostante l’inflazione alta e le sfide internazionali che chiamano le famiglie alla prudenza.

Gli ospiti provenienti dall’Europa si calcola acquisteranno oltre 2 milioni di pernottamenti: una tendenza sostenuta anche dalle incertezze del trasporto aereo che spinge molti a scegliere mete limitrofe al proprio paese di residenza.

Fonte: https://bit.ly/3H9jAFR

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

Ultima modifica: Lunedì 16 Gennaio 2023
Lunedì 16 Gennaio 2023

Turchia - Focus sui nuovi investimenti nel fotovoltaico e nell’eolico

Secondo un nuovo studio del think tank turco “Sustainable Economics and Finance Research Association” (SEFIA) pubblicato lo scorso 16 dicembre, l'aumento della capacità di generazione di energia fotovoltaica ed eolica potrebbe ridurre l'inflazione in Turchia del 7%. L'aumento della produzione di elettricità da fonti rinnovabili in Turchia ridurrebbe inoltre i costi del carburante (il Paese è fortemente dipendente dalle importazioni dall’estero per coprire il proprio fabbisogno) che sono stati pari a 3,1 miliardi di dollari nel 2021 e 3,3 miliardi nei soli primi sei mesi del 2022. Inoltre, da un recente rapporto congiunto elaborato dall’UNDP e dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), si stima che la Turchia potrebbe trarre enormi benefici economici spostando i nuovi investimenti dai combustibili fossili alle fonti energetiche rinnovabili aumentando il suo PIL fino a 8 miliardi di dollari all’anno e riducendo contestualmente le emissioni di gas di serra di circa il 10% rispetto ai livelli del 2019.

Secondo le ultime stime dell’IEA (dell'Agenzia Internazionale per l'Energia) si prevede che la Turchia possa crescere ancora di un ulteriore 60% nella sua capacità di generare energia rinnovabile nei prossimi cinque anni, collocando il Paese tra i primi 10 maggiori mercati del mondo, con 90 gigawatt (GW) di nuova potenza installata entro il 2027. Secondo il Direttore Esecutivo della IEA, il turco Fatih Birol, la crescita della capacità di energia rinnovabile deriverà per il 49% dall'energia solare e per un 24% dall'energia eolica. Un risultato che consentirebbe alla Turchia di diventare il 4° più grande mercato delle rinnovabili in Europa e il 10° nel mondo. Tra le rinnovabili oggi in Turchia la capacità idroelettrica, prima fonte, è di circa 31.600 (MW).

L’eolico (17,7%) è la seconda fonte rinnovabile di elettricità con 11.36 MW mentre la potenza assicurata e installata dal fotovoltaico in Turchia ha raggiunto i 9.120 MW a novembre 2022. L’idroelettrico, con oltre 600 centrali che assicurano al Paese quasi 30 mila MW, è molto sviluppato in Turchia; tuttavia, non sono previsti investimenti nei prossimi anni in considerazione del fatto che il potenziale idroelettrico del Paese, anche a causa del riscaldamento globale e della siccità che affligge grandi aree della Turchia nel periodo primaverile ed estivo, è stato in gran parte utilizzato. Investimenti sono invece previsti per l’espansione della capacità produttiva di energia eolica e solare che nel 2021 hanno assicurato quasi 45 terawattora (TWh). Le centrali eoliche (le più potenti sono installate nella regione di Izmir), hanno generato nel 2021 quasi 179 mila megawattora su un totale di quasi 800 mila megawattora di produzione giornaliera di elettricità. Nel Paese l’energia solare, distribuita in modo più omogeno in tutto il Paese rispetto all’eolico, può beneficiare di particolari condizioni vantaggiose, particolarmente nella sud-est dell’Anatolia e lungo la costa Egea del Mediterraneo e si stima che possano essere aggiunti 10 GW di energia solare entro il 2023 e 30 GW entro il 2030, di cui quasi 4 GW derivanti da istallazione fotovoltaiche per le utenze domestiche. Per quanto attiene l’energia eolica, oggi in Turchia la capacità è di 11.36 GW, +50% rispetto a due anni fa, ma si stima una crescita che potrebbe portare l’eolico a 13 GW entro il 2024.

Il 2022 si chiuderà, nelle recenti parole del Direttore della Turkish Wind Energy Association (TÜREB), Ibrahim Erden, con un risultato eccellente per quanto attiene la generazione di elettricità da fonte eolica anche in termini di export soprattutto verso i Paesi dell’Unione Europea. Secondo un recente rapporto dal titolo "Fossil Fuel Prices and Inflation in Turchia " la crisi energetica globale innescata dalla guerra della Russia in Ucraina, con il combinato deprezzamento della moneta turca, ha causato un aumento dei prezzi dell’energia in Turchia del 102% negli ultimi 12 mesi dell’anno. il costo del gas nel periodo in osservazione è salito del 145%, quello dei carburanti per autoveicoli del 182%. Il rapporto prevede anche per il 2023 un aumento di tali costi ma che, tuttavia, grazie ai cospicui investimenti previsti nel fotovoltaico e nell’eolico, si stima che in Turchia il prossimo anno il costo per megawatt ora generato dal fotovoltaico sarà circa di 64 dollari e quello dell'energia eolica a 44 dollari, meno della metà del costo per megawattora per produrre energia da gas naturale, il cui prezzo si aggirerà sui 128 dollari nel 2023.

Dati più recenti del Piano Energetico Nazionale, indicano una capacità complessiva di energia solare che potrebbe raggiungere, secondo stime preliminari diffuse ad inizio 2023 da una proiezione del Ministero dell’Energia e delle Risorse Naturali, i 52,9 giga watt entro il 2035 con un risparmio sul consumo di petrolio nel Paese. Quella eolica, nell’analoga data, dovrebbe invece aumentare a 29,6 gigawatt di cui 5 offshore.
Sempre entro il 2035 si stima che la potenza elettrica della Turchia potrebbe raggiungere i 189,7 gigawatt (+96,5 GW); la quota di energia elettrica prodotta dalle energie pulite passerebbe al 64,7% (+43,5%). Infine, secondo il Global Wind Report 2022" del “Global Wind Energy Council” (GWEC) la Turchia si colloca tra i quattro Paesi al mondo con il più alto “potenziale” di energia eolica offshore accanto a Azerbaijan, Australia e Sri Lanka.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

Ultima modifica: Venerdì 27 Gennaio 2023
Lunedì 16 Gennaio 2023

Cresce il PIL Svizzero: il 2022 chiude a +0,2%

Il 2022 si chiude con un segno positivo davanti al valore del prodotto interno lordo della Confederazione Elvetica. Dopo il trascurabile decremento dello 0,1% registrato nel 2^ trimestre dell’anno appena concluso, il PIL elvetico ha fatto chiudere il 2022 con un +0,2% incentivato dall’economia interna. Nonostante i tassi d’inflazione relativamente elevati, nel 3° trimestre la crescita dei consumi privati è stata nuovamente superiore alla media (+0,7 %).

A crescere sono stati anche il valore aggiunto del commercio al dettaglio e il commercio (+2,3 %), tornato a registrare un aumento sostanziale dopo quattro trimestri in negativo.

L’industria alberghiera e della ristorazione ha continuato la sua ripresa (+2,8 %) dopo il crollo dovuto alla pandemia, sostenuta anche da un incremento del turismo straniero. L’allentamento dei problemi di fornitura a livello internazionale ha favorito notevoli investimenti in veicoli; contemporaneamente sono saliti anche gli investimenti in informatica.

Sulla scia della ripresa della domanda interna, sono aumentate considerevolmente anche le importazioni (+4,9%).

Fonte: https://bit.ly/3H8qMC0

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

Ultima modifica: Lunedì 16 Gennaio 2023
Lunedì 16 Gennaio 2023

Danimarca – 2022 senza rapine in banca

Quest’anno, le statistiche presentate da Finans Danmark hanno portato alla luce un dato molto positivo per l’intero paese. In tutto il 2022 non si è mai verificata neppure una singola rapina in banca.

Per comprendere il peso di questa notizia, è importante fare un confronto con alcuni dati del passato. Nel 2000 si erano verificate 221 rapine, che sono gradualmente diminuite fino a non raggiungere neppure quota 10 a fine 2017. Nel 2021, il Paese ha contato una sola rapina e l’anno scorso, 2022, infine è stato raggiunto il traguardo di quota zero.

È una notizia positiva per molti aspetti. Innanzitutto, è un sollievo importante per i dipendenti delle banche, i quali, ovviamente, vengono sottoposti ad un fortissimo stress durante le rapine, ed ai quali, molte volte “rimangono cicatrici psicologiche per lungo tempo”, ha precisato Steen Lund Olsen, vicepresidente del sindacato dei lavoratori del settore finanziario, Finansforbundet.

Secondo il sindacato, le rapine in banca non sono più un trend per ladri e rapinatori grazie al fatto che ormai la Danimarca è una società cashless.

La banca centrale danese, infatti, ha riferito che l’uso dei contanti è diminuito drasticamente nell’ultimo decennio, dimezzandosi nel giro di un anno e, quindi, passando dal 23% di pagamenti in contanti nel 2017 al 12% nel 2021.

Nel paese, i pagamenti digitali ormai vengono utilizzati da tutti in maniera constante e sistematica. Per esempio, negli ultimi sei anni, l’uso del contante è diminuito di circa ¾ ogni anno ed oggi l’86% dei pagamenti in negozio è digitale. La pandemia di Covid-19, è stato poi, l’elemento decisivo per mettere fine all’uso del contante.

La sparizione dei pagamenti con i contanti è stata il motore di una serie di cambiamenti nel mondo del denaro in Danimarca. Gli istituti di credito hanno ridotto i servizi di cassa, hanno abolito la presenza di casseforti in loco, mentre hanno anche rafforzato la sorveglianza sia con telecamere che con comunicazioni più dirette e serrate con le forze dell’ordine.

Questa società cashless ha portato molti vantaggi alla Danimarca, che non solo ora può tracciare la maggior parte del denaro e diminuire il rischio di azioni malavitose con il denaro, ma non soffre più di rapite in banca.

Fonte: https://bit.ly/3kmxNGz

 

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

 

Ultima modifica: Lunedì 16 Gennaio 2023