Domenica 21 Dicembre 2025
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Il panorama automobilistico della Thailandia sta cambiando rapidamente grazie al contributo delle aziende automobilistiche cinesi, che stanno trainando la produzione di veicoli elettrici (EV). L'obiettivo è raggiungere una produzione annuale di 300.000 EV.
Sostenute dagli incentivi sugli investimenti e dalla disponibilità di componenti locali, aziende come BYD e Great Wall Motor stanno investendo miliardi per stabilire nuovi impianti di produzione.
La Thailandia punta ad attirare 28 miliardi di dollari di investimenti esteri entro il 2028, con immatricolazioni degli EV quadruplicate e partnership strategiche sempre più consolidate. Questo sviluppo è in linea con il trend globale del settore EV, dove Canada, USA e UE si pongono obiettivi ancora più ambiziosi. Grazie alla collaborazione con le aziende cinesi, per la Thailandia si prospetta un futuro promettente nel settore dei mezzi di trasporto sostenibili.
Il 40% circa delle medie e grandi imprese ceche utilizza o sperimenta l’intelligenza artificiale. Lo rileva un’indagine di Deloitte effettuata tra i direttori finanziari delle imprese.
Circa il 22% delle aziende afferma di stare già implementando l’intelligenza artificiale nelle proprie attività e un ulteriore 20% delle imprese sostiene che sta sperimentando l’utilizzo di questa nuova tecnologia. Il 29% delle aziende sta discutendo al suo interno della possibile adozione di questo tipo di tecnologie. Secondo il 60% circa dei direttori finanziari, l’intelligenza artificiale contribuirà in un futuro prossimo al raggiungimento degli obiettivi delle loro aziende. Dalla nuova tecnologia si attendono soprattutto un calo dei costi e il miglioramento dell’experience dei clienti aziendali.
I direttori finanziari sono tuttavia relativamente poco propensi a impiegare grandi somme per le applicazioni legate all’intelligenza artificiale, che sta diventando uno standard in numerosi pacchetti di software.
“L’intelligenza artificiale generativa non è e non sarà un servizio per cui le aziende spenderanno una quota elevata del proprio budget”, ha indicato Jan Hejtmánek di Deloitte AI Institute Lead.
Dopo circa due anni i redditi reali da lavoro dipendente sono tornati a crescere in Repubblica Ceca. Lo indica l’Ufficio di Statistica Ceco.
L’alto tasso di inflazione è stata la ragione per cui il potere d’acquisto dei dipendenti cechi è calato negli anni 2022 e 2023. Il primo trimestre del 2024 ha tuttavia registrato una svolta. I redditi da lavoro dipendente sono cresciuti in media del sette percento, mentre il tasso d’inflazione si è fermato al 2,1%. La remunerazione da lavoro dipendente è quindi cresciuta a una media di 43.941 corone lorde al mese. Gli aumenti più rilevanti nei primi tre mesi del 2024 sono stati registrati nella sanità e nei servizi amministrativi con una crescita di oltre il dieci percento. Nell’industria manifatturiera l’aumento è stato dell’8,1%.
Il livello degli stipendi è rimasto anche nel primo trimestre di quest’anno inferiore di circa il cinque percento a quello precedente alla pandemia di covid-19.
L’unico settore che ha registrato un incremento rispetto al primo trimestre del 2019 in termini reali è stato quello dell’energetica.
(Fonte: https://www.czso.cz/csu/czso/cri/prumerne-mzdy-1-ctvrtleti-2024)
Nel primo trimestre del 2024 gli investimenti privati sono aumentati del 12% per la prima volta dall'inizio della guerra in Ucraina. Lo ha scritto sui social media il ministro della Digitalizzazione e dello Sviluppo Economico, Dumitru Alaiba.
Secondo il ministro, gli investimenti privati rappresentano l'8% del totale. "Sebbene il dato degli investimenti totali sia in leggera diminuzione, gli investimenti privati sono in netto aumento. Le aziende moldave stanno mostrando segni di ripresa e questa è una buona notizia", ha dichiarato Alaiba, secondo cui “il contributo del Governo moldavo è stato decisivo in questo senso”.
"Prima di tutto" prosegue il ministro, "c'è la riforma dell'imposta sul reddito, con la quale abbiamo deciso di tassare solo il reddito distribuito sotto forma di dividendi. Solo questo ha portato alle aziende più di 1,4 miliardi di lei, soldi che sono diventati, almeno in parte, investimenti. In secondo luogo, il programma '373', grazie al quale sono stati stanziati più di 1,6 miliardi di lei per gli investimenti. In terzo luogo, i nostri sforzi su larga scala per ridurre la burocrazia e per la digitalizzazione, che fanno risparmiare agli imprenditori oltre un miliardo di lei all'anno. Ma, naturalmente, di importanza decisiva sono il coraggio, la determinazione e la flessibilità dei nostri imprenditori che, nonostante tutto, continuano a lottare e a creare".
Gli investimenti privati sono aumentati del 12% (nel primo trimestre del 2024) - per la prima volta dall'inizio della guerra in Ucraina. Lo ha scritto sui social media il ministro della Digitalizzazione e dello Sviluppo Economico, Dumitru Alaiba.
Secondo il ministro, gli investimenti privati rappresentano l'8% del totale.
"Sebbene il dato degli investimenti totali sia in leggera diminuzione, gli investimenti privati sono in netto aumento. Le aziende moldave stanno mostrando segni di ripresa e questa è una buona notizia", ha dichiarato Alaiba.
Il ministro è convinto che “il contributo del Governo moldavo sia stato decisivo in questo senso”.
"Prima di tutto, c'è la riforma dell'imposta sul reddito, con la quale abbiamo deciso di tassare solo il reddito distribuito sotto forma di dividendi. Solo questo ha portato alle aziende più di 1,4 miliardi di lei, soldi che sono diventati, almeno in parte, investimenti. In secondo luogo, il programma “373”, grazie al quale sono stati stanziati più di 1,6 miliardi di lei per gli investimenti. In terzo luogo, i nostri sforzi su larga scala per ridurre la burocrazia e digitalizzare, che fanno risparmiare agli imprenditori oltre un miliardo di lei all'anno. Ma, naturalmente, di importanza decisiva sono il coraggio, la determinazione e la flessibilità dei nostri imprenditori che, nonostante tutto, continuano a lottare e a creare", ha detto Alaiba.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana in Moldova)
In Repubblica Ceca continua la ripresa dei consumi retail. Lo indicano i dati dell'Ufficio di Statistica Ceco.
In aprile i consumi hanno continuato a crescere per il quinto mese consecutivo. I ricavi retail sono aumentati, rispetto a un anno fa, del 5,3%. Dall’inizio dell’anno i consumi corretti per effetti dell’inflazione sono cresciuti di oltre il quattro percento. Quest’anno i consumi sono trainati dal ritorno alla crescita del potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti.
In aprile le vendite dei beni alimentari sono aumentate del 3,6%, mentre le vendite di beni non alimentari sono cresciute di oltre sette percento. Particolarmente buoni sono stati i risultati dei cosmetici, dei prodotti farmaceutici e delle vendite on-line, che sono aumentate quasi di un quinto. In leggero calo invece le vendite di abbigliamento e delle calzature.
Fonte: https://www.czso.cz/csu/czso/cri/maloobchod-duben-2024
La Repubblica Ceca aprirà dal primo luglio il suo mercato di lavoro ai cittadini di nove paesi non aderenti all’Unione Europea. Lo ha approvato il governo.
Non avranno bisogno di visti di lavoro per accedere al mercato del lavoro ceco i cittadini di Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Corea del Sud, Singapore, Israele, Regno Unito, Canada e Stati Uniti. “La nostra motivazione è facilitare l’arrivo di lavoratori, che aiuteranno su lungo periodo la crescita dell’economia ceca” ha indicato il ministro del Lavoro Marian Jurečka. Nella scelta hanno pesato anche aspetti di sicurezza e di comuni valori democratici.
I paesi scelti non sono solitamente tra quelli a cui si rivolgono maggiormente le imprese ceche per trovare dipendenti, che mancano sul mercato del lavoro. L’apertura dovrebbe tuttavia facilitare secondo il Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali di lavoratori fortemente specializzati, manager o ricercatori e scienziati.
Il numero dei residenti con passaporto estero a Praga è quintuplicato negli ultimi 20 anni. Lo indica l’Istituto per la Pianificazione Urbana della capitale.
Il numero dei residenti stranieri è passato tra il 2001 e il 2022 da 61.000 a 345.000 persone. Gli stranieri residenti a Praga rappresentano circa il 40% di tutti gli stranieri insediati in Repubblica Ceca. Le nazionalità più rappresentate sono gli ucraini, anche per effetto della guerra, gli slovacchi per effetto della storia comune e i russi. Sono forti anche le comunità del Vietnam, della Romania e della Bulgaria.
Gli stranieri, che arrivano a Praga sono per lo più in età da lavoro, contribuiscono alla crescita dell’economia cittadina. “Praga è una città cosmopolita di successo e come altre città europee di successo attira nuovi abitanti grazie alle opportunità di lavoro” ha detto il vicesindaco Petr Hlaváček, che ha ricordato come una delle prime comunità estere insediate a Praga fossero gli artigiani e i specialisti del nord Italia.
Dopo circa due anni i redditi reali da lavoro dipendente sono tornati a crescere. Lo indica l’Ufficio di Statistica Ceco.
L’alto tasso di inflazione è stata la ragione per cui il potere d’acquisto dei dipendenti cechi è calato negli anni 2022 e 2023. Il primo trimestre del 2024 ha tuttavia registrato una svolta. I redditi da lavoro dipendente sono in media cresciuti del sette percento, mentre il tasso d’inflazione si è fermato al 2,1%. La remunerazione da lavoro dipendente è quindi cresciuta a una media di 43.941 corone lorde al mese. Gli aumenti più rilevanti nei primi tre mesi del 2024 sono stati registrati nella sanità e nei servizi amministrativi con una crescita di oltre il dieci percento. Nell’industria manifatturiera l’aumento è stato dell’8,1%.
Il livello degli stipendi è rimasto anche nel primo trimestre di quest’anno inferiore di circa il cinque percento a quello prima della pandemia di covid-19. L’unico settore che ha registrato un incremento rispetto al primo trimestre del 2019 in termini reali è stato quello dell’energetica.
Fonte: https://www.czso.cz/csu/czso/cri/prumerne-mzdy-1-ctvrtleti-2024
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
Il progetto "China Plus One" sta guadagnando terreno tra le aziende straniere con sede in Cina, che cercano alternative per integrare le proprie operazioni nel mercato asiatico. Questa strategia mira a diversificare i rischi, abbassare i costi e accedere a nuovi mercati, complementando le operazioni in Cina con investimenti in altri paesi asiatici. Tra queste destinazioni, la Thailandia emerge come una scelta attraente per gli investitori, grazie alla sua economia in crescita e alla posizione strategica nel Sud-est asiatico.
La Thailandia vanta un'economia robusta che ha dimostrato resilienza nonostante le sfide globali. Con un PIL di $505 miliardi nel 2018 e una crescita annua stabile del 3-4%, il paese offre un ambiente favorevole per gli investimenti. Settori tradizionali come il turismo, le telecomunicazioni e il settore bancario rimangono solidi, mentre industrie emergenti come l'assicurazione, l'elettricità e l'automotive stanno crescendo rapidamente. Il paese ha implementato riforme per semplificare le procedure di avvio di un'impresa, rendendo la Thailandia il terzo paese più semplice nella regione per fare affari secondo l'indice "Ease of Doing Business" della Banca Mondiale. Inoltre, la Thailandia partecipa a diversi trattati commerciali multilaterali e bilaterali, offrendo agli investitori un accesso privilegiato ai mercati globali. Il governo tailandese ha lanciato la strategia "Thailand 4.0", che mira a promuovere gli investimenti in settori ad alto valore aggiunto e tecnologicamente avanzati. Questa strategia si concentra su industrie come l'automotive, la tecnologia digitale e il turismo medico, offrendo una vasta gamma di opportunità di investimento per le imprese internazionali. Inoltre, la Thailandia offre una serie di incentivi fiscali e agevolazioni per gli investitori, inclusi quelli disponibili nelle zone economiche speciali e nel Corridoio Economico Orientale. Il governo ha introdotto il pacchetto di stimolo "Thailand Plus" nel 2019, progettato per attrarre gli investimenti stranieri con misure come nuove agevolazioni fiscali e semplificazioni normative. Infine, il paese dispone di una forza lavoro qualificata e di infrastrutture ben sviluppate, che favoriscono ulteriormente l'attrattività per gli investimenti stranieri. In sintesi, la Thailandia rappresenta un'opportunità allettante per le aziende che cercano di diversificare la propria presenza nel mercato asiatico, offrendo stabilità economica, facilità di fare affari e una vasta gamma di settori in crescita.
Il panorama automobilistico della Thailandia sta cambiando rapidamente grazie al contributo delle aziende automotive cinesi, che stanno trainando la produzione di veicoli elettrici (EV). Il loro obiettivo è raggiungere una produzione annuale di 300.000 EV. Sostenute dagli incentivi sugli investimenti e dalla disponibilità di componenti locali, aziende come BYD e Great Wall Motor stanno investendo miliardi per stabilire nuovi impianti di produzione. La Thailandia punta ad attirare 28 miliardi di dollari di investimenti esteri entro il 2028, con registrazioni degli EV quadruplicate e partnership strategiche sempre più consolidate. Questo sviluppo è in linea con il trend globale del settore EV, dove Canada, USA e UE si pongono obiettivi ancora più ambiziosi. Grazie alla collaborazione con le aziende cinesi, per la Thailandia si prospetta un futuro promettente nel settore dei mezzi di trasporto sostenibili.
Il mercato dell'e-commerce in Thailandia sta vivendo una rapida espansione, con previsioni che hanno raggiunto un valore di 5,96 trilioni di baht solo l'anno scorso. Il settore assicurativo è in testa alla crescita con il 31%, seguito dal settore artistico, poi dall'intrattenimento e dalla grande distribuzione. Questo incremento è guidato da fattori come il cambiamento nel consumer behaviour e da un accesso a Internet facilitato. In sei anni, le registrazioni di attività commerciali di e-commerce sono aumentate del 17,41%, con un capitale totale che supera i 43 miliardi di baht. La maggior parte di queste attività è concentrata a Bangkok, il principale centro economico del paese, rispecchiando un significativo spostamento verso lo shopping online. Questa trend evidenzia l'importanza per le imprese di avere una presenza digitale e dell'abilità di adattamento in un mercato thailandese in continua evoluzione.
Il gruppo Thai Union ha deciso di liquidare la sua sussidiaria, Thai Union China Company Limited (TUC), ponendo fine alla sua presenza diretta in Cina a causa della bassa redditività sostenuta nel tempo. Circa 30 dipendenti di TUC sono stati ricollocati all'interno di Thai Union o hanno trovato nuove posizioni in aziende cinesi. Thai Union continuerà a operare nel mercato cinese attraverso le sue filiali con sede in Thailandia. Il nuovo obiettivo è quello di indirizzare gli investimenti verso iniziative più redditizie. Nonostante ciò, Thai Union rimane attiva in Cina tramite la sua sussidiaria i-Tail Corporation, che gestisce le vendite di prodotti per animali domestici. Questo cambiamento non inciderà sulle attività di i-Tail nel mercato cinese.
(Contributo editoriale a cura della Thai-Italian Chamber of Commerce)
L’impegno del governo australiano di costruire 1,2 milioni di case nei prossimi 5 anni è afflitto da una carenza di personale qualificato dovuta alla mancanza di operatori commerciali certificati. Ciò equivale a 240.000 abitazioni sviluppate ogni anno. Tuttavia, il numero più alto di abitazioni costruite mai registrato è stato di 220.000 nel 2017. La mancanza di commercianti qualificati è anche aggravata dalle opere di capitale statali da 88 milioni di dollari del governo del Queensland.
Le tipologie di artigiani più richieste sono i muratori, i carpentieri, i conciatetti, i pittori e gli stuccatori.
Questo problema di carenza è in gran parte dovuto anche all’aumento dei costi di costruzione e alle questioni relative alla finanza aziendale. I posti vacanti nel settore edile sono aumentati dell’80%, mentre il tasso di completamento dei tirocini di apprendistato è pari al 50%. I professionisti del settore attribuiscono la permanenza dei commercianti a questioni come i bassi salari, l’insicurezza del lavoro e le aspettative di lavoro irrealistiche combinate con i bassi numeri di migrazione rispetto al piano di politica abitativa del governo.
Construction Skills Queensland (CSQ) Industry si impegna a sostenere il programma di formazione e a fornire ai lavoratori le competenze necessarie per avere successo e prosperare nel settore, nonché per soddisfare la domanda di manodopera.
Secondo CSQ il settore edile si trova a fronteggiare costantemente una forte domanda di artigiani nei vari settori.
Inoltre, il numero di artigiani impiegati nel settore edile aumenta solo lentamente, il che fa sì che non si riesca ad alleviare immediatamente la sfida della forza lavoro.
Il settore artigianale è aperto a colmare le lacune per alleviare la carenza di lavoratori nel settore edile incoraggiando persone provenienti da contesti diversi, compresi i migranti qualificati all’interno di alcuni dei tradizionali percorsi di apprendistato.
Per approfondimenti:
https://www.csq.org.au/wp-content/uploads/2023/09/CSQ_Industry_Outlook_2023-24.pdf
https://www.publicsectorpeople.com.au/queensland-s-expected-growth-for-the-following-years
(Contenuto editoriale della Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia (ICCI, Queensland) Inc.)
La stima per il 2024 va da 73,5 miliardi di dollari a 79,2 miliardi di dollari
Pubblicato il 04/07/2024 - Di Welton Máximo - Giornalista presso Agência Brasil
L’apprezzamento del dollaro e la ripresa del prezzo del petrolio e del minerale di ferro hanno indotto il Ministero dello Sviluppo, dell’Industria, del Commercio e dei Servizi (MDIC) a rivedere al rialzo la proiezione di un surplus commerciale (esportazioni meno importazioni) nel 2024. La stima è aumentata da 73,5 miliardi di dollari a 79,2 miliardi di dollari.
La proiezione viene aggiornata ogni tre mesi. Se confermato, il surplus sarà inferiore del 19,9% rispetto al saldo positivo di 98,9 miliardi di dollari nel 2023. “Si tratterebbe di una bilancia commerciale inferiore a quella del 2023, ma il secondo saldo più grande della storia”, ha affermato il direttore delle Statistiche e Studi sul Commercio Estero presso MDIC, Herlon Brandão.
Nonostante la revisione della stima, nel 2024 le importazioni cresceranno più delle esportazioni, rispetto ai risultati del 2023. Il governo prevede di esportare 345,4 miliardi di dollari nel 2024, con un aumento dell’1,7% rispetto ai 339, 7 miliardi di dollari esportati dal Paese l’anno scorso. D’altra parte, si prevede che le importazioni raggiungeranno i 266,2 miliardi di dollari, con un aumento del 10,6% rispetto ai 240,8 miliardi di dollari acquistati dall’estero nel 2023.
Rispetto alla proiezione precedente, pubblicata in aprile, le esportazioni sono aumentate di 12,8 miliardi di dollari. La previsione per le importazioni è aumentata di 7,1 miliardi di dollari. Brandão ha attribuito la revisione al rialzo del surplus commerciale al miglioramento dei prezzi di alcune materie prime (beni primari con prezzi internazionali), come il petrolio, il minerale di ferro, che hanno recuperato nell’ultimo mese, e all'aumento del raccolto di caffè.
Per quanto riguarda le importazioni, ha attribuito l’aumento alla ripresa del reddito brasiliano, che motiva maggiori acquisti di beni di consumo. Cita anche la ripresa dell’attività industriale, che stimola l’importazione di beni d’investimento (macchinari e attrezzature).
Fonte: Agência Brasil | Economia
Il mercato dell'illuminazione in Canada, e in particolare in Ontario, sta crescendo grazie all'adozione delle tecnologie LED e alle iniziative governative che promuovono l'uso di prodotti a basso consumo energetico, come il programma Save on Energy. Le imprese italiane potrebbero capitalizzare su questa tendenza, soprattutto nel settore residenziale di lusso e commerciale, dove c'è una crescente domanda di soluzioni di illuminazione premium e personalizzabili. La città di Vaughan, vicino Toronto, rappresenta una grande opportunità grazie allo sviluppo di infrastrutture e alla presenza di una numerosa comunità italiana.
In Ontario, eventi come il Toronto Home Show e The Interior Design Show Toronto sono una ottima opportunità per le aziende italiane di entrare nel mercato. Nonostante la quota di mercato italiana sia attualmente minima, la domanda per prodotti di lusso, sostenibili e innovativi è in aumento, indicando un potenziale di crescita significativo per i marchi italiani.
Nel 2023, l’Italia si è confermata la seconda esportatrice di vino nel mercato canadese superata solo dalla Francia.
L'esportazione di vino francese guida le esportazioni con un valore di circa 700 milioni di dollari canadesi, mentre quella italiana con 610 milioni, seguita poi dagli Stati Uniti con 570 milioni. La provincia del Québec emerge come principale importatore di vino italiano, superando l’Ontario, con 267 milioni di dollari canadesi contro 196 milioni. La crescita delle esportazioni italiane in Canada è favorita dalla popolarità dei vini europei.
Sebbene il mercato del vino abbia subito una contrazione nel 2023 dopo la crescita dovuta alla pandemia, le nicchie di vini biologici e analcolici mostrano un potenziale di sviluppo, soprattutto tra i Millennial e la Generazione Z. Il cambiamento climatico e le nuove leggi in Ontario, previste entro il 2026, potrebbero influenzare ulteriormente il mercato.
Per le aziende italiane, conoscere queste tendenze è essenziale per penetrare efficacemente nel mercato canadese, che continua a valorizzare il Made in Italy.
L'interesse per l'acquisto di biciclette in Canada è in costante crescita principalmente con mountain bikes e road bikes a dominare il mercato. Queste sono vendute per la maggior parte da grandi rivenditori come Walmart e Canadian Tire. Le infrastrutture ciclabili sono molto migliorate negli anni e gli incentivi governativi favoriscono di gran lunga l'uso delle biciclette, con una particolare attenzione alle biciclette elettriche. L'analisi settoriale sottolinea come il mercato delle biciclette abbia un andamento di crescita modesta, mentre quello delle e-bikes sembra essere in forte espansione.
L’Italia rientra nella top 10 dei Paesi da cui il Canada importa biciclette, sebbene a una distanza siderale dai produttori asiatici. Il valore delle biciclette italiane importante in Canada nel 2023 è di 2.2 milioni CAD$.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana dell'Ontario Canada (ICCO Canada))