Notizie mercati esteri

Martedì 4 Luglio 2023

Sostegno agli agricoltori britannici affinché accedano a nuovi investimenti per guidare il ripristino naturale

Il governo britannico annuncerà ulteriori sostegni agli agricoltori per guidare il ripristino naturale nelle loro aziende agricole. Il primo evento in assoluto "Nature for Finance" riunirà agricoltori, gestori del territorio, investitori ed esperti di conservazione, con il fine di identificare nuove opportunità di investimento nel ripristino naturale.

All'evento, il Segretario di Stato per l'Ambiente, l'Alimentazione e gli Affari Rurali Thérèse Coffey annuncerà l'intenzione di lanciare un ulteriore round del Natural Environment Investment Readiness Fund (NEIRF) entro la fine dell'anno, per aiutare gli agricoltori britannici ad accedere alle forme d’investimento. Thérèse Coffey, ha dichiarato: “La produzione alimentare e il miglioramento dell'ambiente vanno di pari passo. Dobbiamo continuare a sostenere i nostri agricoltori salvaguardando la biodiversità e la diversità dei nostri paesaggi. L'evento di oggi è un importante passo avanti per aiutare ad investire in natura e sbloccare nuove opportunità per migliorare la produttività, la redditività e la sostenibilità delle nostre aziende”.

Ad oggi, 86 progetti in tutto il paese hanno ricevuto sovvenzioni fino a £100.000 attraverso due trance del NEIRF da £ 10 milioni nel 2021 e nel 2022. Il Wendling Beck Exemplar Project, una collaborazione tra proprietari terrieri privati, autorità locali, ONG ambientali e Anglian Water, ha già beneficiato del sostegno NEIRF. Questo mira a trasformare l'uso del suolo a beneficio dell'ambiente, vendendo anche servizi ecosistemici come il Biodiversity Net Gain.

Il Segretario di Stato britannico annuncerà inoltre l'inizio della fase pilota di una nuova versione del kit per la preparazione agli investimenti del Green Finance Institute (GFI), che fornirà un quadro generale con preziosi consigli su come creare progetti di finanziamento con focus sulla natura. Nella fase pilota, il GFI raccoglierà le opinioni delle parti interessate, per garantire che il toolkit soddisfi le esigenze specifiche degli agricoltori.

Il Regno Unito è stato il primo grande paese a pubblicare una strategia di green finance nel 2019, che è stata aggiornata quest'anno insieme a un nuovo Nature Markets Framework. Sono stati compiuti progressi significativi nell'integrazione della natura nell'economia, compresi gli obiettivi statutari per il miglioramento ambientale e lo sviluppo di un quadro politico per l'ampliamento dei mercati.

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Martedì 4 Luglio 2023
Martedì 4 Luglio 2023

I costi di produzione alimentare in UK diminuiscono per la prima volta dal 2016

I produttori alimentari britannici hanno riportato il primo calo dei costi di produzione dal 2016, in parte dovuto alla diminuzione dei prezzi delle materie prime e dell'energia, e alle spedizioni più economiche – come mostrato da un rapporto della Lloyds Bank.

I prezzi delle materie prime, misurati dall'indice dei prezzi alimentari delle Nazioni Unite, sono inferiori del 21% rispetto a un anno fa. "Ci vorrà ancora del tempo prima di vedere i vantaggi in termini di prezzi", ha affermato Annabel Finlay, amministratore delegato di Lloyds Bank. "Questo è, in parte, dovuto alla natura a lungo termine dei contratti tra produttori e rivenditori, nonché ai segmenti più ampi della catena di produzione".

L'inflazione dei prezzi alimentari, misurata dall'Office for National Statistics britannico, ha toccato il livello più alto dal 1977 ad aprile 2023 - pari al 19,1% - ed è diminuita solo in parte a maggio. La scorsa settimana Tesco, la più grande catena di supermercati in UK, ha dovuto tagliare il prezzo di alcuni prodotti alimentari a seguito del picco dell’inflazione.

Il governatore della Bank of England Andrew Bailey ha dichiarato che i prezzi dei prodotti alimentari sono stati i più lenti a scendere rispetto a quanto inizialmente previsto, contribuendo ad un'inflazione complessiva superiore alle attese - si è attestata a quasi il 9% ad aprile 2023.

Il rapporto della Lloyds Bank si basa su un'analisi dei dati dell'indice S&P Purchasing Managers' Index che copre circa 1.300 società.

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Martedì 4 Luglio 2023
Martedì 4 Luglio 2023

Andamento dell’import di beni agroalimentari italiani in Germania sul biennio 2021- 2022

Da secoli, i due Paesi Italia e Germania sono legati da forti rapporti economici e commerciali, come dimostrano i dati.

Nel 2022 la Germania ha importato dall'Italia beni dell'industria agroalimentare per un valore di oltre 8,1 miliardi di euro. Ciò corrisponde a circa il 4% del totale delle importazioni agricole tedesche.

Il principale prodotto agricolo italiano che viene importato dalla Germania è un classico: il vino italiano. Nel 2022 sono stati commercializzati oltre 4,9 milioni di ettolitri (= 1 miliardo di euro) di vino. Questo fa del vino, come genere voluttuario, la maggiore esportazione italiana verso la Germania.

La Germania ha poi importato dall'Italia circa 535.000 tonnellate di frutta fresca (esclusa la frutta tropicale). Questo corrisponde a un valore di circa 700 milioni di euro. Mele, pere, mele cotogne e uva hanno fatto la parte principale, circa un terzo ciascuno. Solo i prodotti da forno italiani hanno realizzato un fatturato maggiore, con circa 980 milioni di euro.

 

Come è cambiato l’importo di beni agroalimentari italiani in Germania tra il 2021 e il 2022?

Nel 2022 le importazioni di vino sono diminuite di quasi il 14% rispetto all'anno precedente. Ciò corrisponde a circa 161 milioni di euro in meno di valore della merce. Anche il valore commerciale delle verdure fresche e degli altri ortaggi da cucina è diminuito - del 22% rispetto al 2020 (= -120 milioni di euro). Sono invece aumentate le importazioni di caffè dall'Italia. Nel 2022 la Germania ha importato circa 63.000 tonnellate, il 18% in più rispetto all'anno precedente. Ciò corrisponde ad un aumento del valore commerciale di quasi 100 milioni di euro (= +39%).

Complessivamente, nel 2022 la Germania ha importato dall'Italia circa la stessa quantità di prodotti agricoli e dell'industria alimentare, in termini di valore, dell'anno precedente.

Invece, le esportazioni di prodotti agricoli dalla Germania verso l’Italia, invece, sono aumentate di circa il 16% rispetto al 2021.

Confrontando il fatturato generato dal settore alimentare e bevande italiano con quello degli altri Paesi europei, l'Italia ha realizzato un +16,8% rispetto all'anno precedente, collocandosi dietro la Spagna (+19%) e la Germania (18,6%). Determinante per questo risultato è stata l'inflazione, con un aumento del 13,7% dell'indice dei prezzi alla produzione. Le tensioni internazionali hanno portato a un aumento di tutte le commodities agricole, i cui prezzi sono ora tornati ai livelli pre-guerra, ma sono ancora più alti rispetto al 2019.

Fonte: https://tinyurl.com/nhbhmnd8

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Tedesca)

Ultima modifica: Lunedì 10 Luglio 2023
Martedì 4 Luglio 2023

Regno Unito - Tesco vede i primi segnali del rallentamento dell’inflazione

Ken Murphy, Chief Executive Office di Tesco, ha affermato che la catena di supermercati ha registrato i "primi segnali" di un rallentamento dell’inflazione ed un successivo un aumento delle vendite.

Il tasso di aumento dei prezzi alimentari è stato indicato come una delle principali cause dello stallo inflazionistico dei beni di consumo, con i prezzi ancora superiori dell'8,7% rispetto a un anno fa.  Murphy ha negato che Tesco abbia approfittato di questo aumento dei prezzi, aggiungendo: "Ci sono primi segnali incoraggianti che l'inflazione sta iniziando a diminuire in tutti i settori".

All'inizio di questa settimana Andrew Bailey, il governatore della Bank of England, che sta cercando di ridurre l'inflazione al 2%, ha affermato che questa sta impiegando "molto più tempo del previsto" per scendere. L'inflazione dei prezzi alimentari è più lenta a diminuire rispetto ai prezzi delle materie prime globali, nonostante le passate rassicurazioni degli esperti del settore.

Il CEO di Tesco ha poi aggiunto che ci sono stati diversi fattori che hanno contribuito all'inflazione nel settore, ma quando i prezzi delle materie prime sono scesi, "l'industria alimentare si è dimostrata reattiva nel trasferire questa diminuzione ai consumatori". Ha dichiarato poi che "è improbabile" che i prezzi tornino ai livelli precedenti all'invasione russa dell'Ucraina”, ma ha sottolineato come i salari sono "sostanzialmente più alti rispetto a due anni fa. Ciò che è importante è il potere d'acquisto dei consumatori".

Charles Allen, analista di vendita al dettaglio presso Bloomberg Intelligence, ha dichiarato che l'inflazione ha avuto un peso enorme su Tesco. "I prezzi delle materie prime stanno iniziando a scendere, ma è importante ricordare che un'inflazione più bassa non significa deflazione, ma solo che i prezzi saliranno meno velocemente".

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Martedì 4 Luglio 2023
Martedì 4 Luglio 2023

Le esportazioni di auto elettriche dall’UE in Regno Unito a rischio dall'accordo commerciale sulla Brexit

Le esportazioni di auto elettriche dall’UE in Regno Unito (circa 30 miliardi di euro all'anno) sono a rischio, salvo variazioni dell'accordo commerciale sulla Brexit. Tre delle più grandi case automobilistiche del mondo hanno già chiesto al governo britannico di aprire il dialogo su una serie di nuove regole che vedranno tariffe del 10% sulle esportazioni verso l'UE, se il 45% del veicolo elettrico non avrà origine UE o UK.

L'Associazione europea dei produttori di automobili (ACEA) ha quantificato il rischio, affermando che ci potrebbe essere un +3 miliardi di euro di costi per l’industria europea. Le esportazioni di veicoli elettrici dei membri ACEA in UK sono state valutate circa 4,3 miliardi di euro nel 2022, ma con una ripresa della catena di approvvigionamento, si prevede che il mercato aumenterà. ACEA rappresenta il 75% dell'industria automobilistica in UE.

"Prevediamo che le vendite totali si aggireranno tra i 25 ei 30 miliardi di euro entro il 2026", ha affermato Jonathan O'Riordan, direttore del commercio internazionale di ACEA. “Una tariffa del 10% aggiungerebbe costi fino a 3 miliardi di euro da trasferire ai consumatori, o da far assorbire alla stessa industria” ha aggiunto.

Questo significherebbe che i veicoli elettrici importati dall'UE, già considerati proibitivi da molti, costerebbero ancora di più. L'UE ha introdotto la regola di origine per aiutare il nascente commercio di auto elettriche. Il mese scorso, il colosso automobilistico Stellantis, responsabile di 14 marchi tra cui Vauxhall e Jeep, ha avvertito che potrebbe dover chiudere l’hub operazionale UK, con la perdita di migliaia di posti di lavoro.

O'Riordan ha dichiarato che la Cina è il principale fornitore globale di materiali attivi "raffinati" delle batterie, tra cui nichel, manganese e ossido di cobalto. “Il problema è che la batteria è un componente così prezioso di un veicolo elettrico: nelle autovetture, il 35%/45% del costo totale è composto dalla batteria. Se stiamo parlando di un autocarro pesante, è tra il 45% e il 50%". Al momento, l'accordo commerciale richiede semplicemente che la cella della batteria sia assemblata in Europa, ma dal prossimo anno anche le singole parti dovranno provenire dall'Europa, incluso il Regno Unito, cosa che secondo ACEA è impossibile.

Non stiamo dicendo che le regole non dovrebbero essere restrittive, ma non siamo nella posizione di essere troppo restrittivi in questo momento. Chiediamo un meccanismo transitorio per i prossimi tre anni", ha detto O'Riordan. All'inizio di questo mese, il vicepresidente della Commissione europea, Maroš Šefčovič, ha affermato che il Regno Unito potrebbe aderire all'accordo mediterraneo paneuropeo, che consente di trattare le parti prodotte in un paese ma assemblate in un altro come un prodotto di esportazione.

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Martedì 4 Luglio 2023
Martedì 4 Luglio 2023

Il PIL cresce del 1,9%: come il Brasile si confronta con gli altri Paesi

L'economia brasiliana è cresciuta del 1,9% nei primi tre mesi dell'anno rispetto ai tre mesi immediatamente precedenti, una crescita superiore a quanto previsto da molti analisti di mercato. I numeri sono stati divulgati dall'IBGE - Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica il 1º giugno.

I dati mostrano che l'agricoltura è stata il "motore" della crescita brasiliana all'inizio del 2023 - con un'espansione del 21,6% nei primi tre mesi dell'anno rispetto all'ultimo trimestre del 2022. Anche il settore dei servizi ha registrato un aumento dello 0,6%. L'industria, invece, ha registrato un leggero calo dell'attività dello 0,1%.

Mentre il Brasile ha iniziato il 2023 con una crescita superiore a quella prevista dagli analisti di mercato, che prevedevano un'espansione intorno all'1,3%, alcuni Paesi sembrano trovarsi di fronte a uno scenario più complesso.

In Brasile, il bollettino Focus – che contiene le previsioni settimanali effettuate dal mercato finanziario brasiliano ed è pubblicato dalla Banca Centrale – ha evidenziato una riduzione delle attese di inflazione. Il mercato brasiliano ritiene che l'inflazione nel 2023 si fermerà al 5,71% e che il tasso di interesse scenderà dall'attuale 13,75% al ​​12,5%.

Negli ultimi dodici mesi l'economia brasiliana è cresciuta del 3,3% rispetto ai quattro trimestri immediatamente precedenti.

Nel resto del mondo, alcune economie hanno registrato una debole crescita economica. La Germania ha recentemente confermato di trovarsi in una recessione tecnica. Il Regno Unito è finora sfuggito a una recessione, ma il suo PIL è cresciuto a un tasso di appena lo 0,1% negli ultimi due trimestri consecutivi. Gli Stati Uniti hanno confermato una crescita inferiore alle attese nel primo trimestre di quest'anno, e diversi analisti stanno addirittura discutendo di una recessione americana entro la fine dell'anno.

Tra i Paesi emergenti, India e Cina continuano a registrare tassi di crescita sostenuti, entrambi superiori al Brasile (vedi i numeri nel grafico in allegato).

Anno difficile per l'economia mondiale

Nel suo rapporto di aprile, il FMI - Fondo Monetario Internazionale afferma che la speranza che ci sia una ripresa regolare nel mondo nel 2023 non viene confermata. Invece di diminuire l'inflazione e tornare alla crescita, il mondo sta ora assistendo a un'inflazione elevata e tremori nei mercati finanziari, secondo il Fondo.

Il FMI prevede ora che l'inflazione mondiale - che era dell'8,7% nel 2022 - dovrebbe scendere al 7% entro la fine di quest'anno. I livelli pre-pandemia di inflazione e interesse arriverebbero solo nel 2025, secondo il Fondo.

L'economia mondiale vive un contesto di grande incertezza sul futuro. Il mondo intero ha sofferto pesantemente con la pandemia di coronavirus, che dal 2020 ha causato disoccupazione e chiusura di massa di ampi settori dell'economia mondiale.

In alcuni Paesi la ripresa è stata relativamente rapida e sono stati ristabiliti i livelli economici pre-pandemia. Tuttavia, dallo scorso anno, molte di queste economie hanno ristagnato. Ciò è in parte dovuto a una nuova crisi causata questa volta dall'elevata inflazione. La pandemia ha disorganizzato le filiere produttive internazionali in un momento in cui i consumi in tutto il mondo si stavano surriscaldando, con la fine del momento più drastico della pandemia. Con una carenza di offerta, molti prezzi sono saliti alle stelle.

Diversi luoghi – come il Brasile, l'Europa e gli Stati Uniti – hanno iniziato ad affrontare la cosiddetta crisi del costo della vita.

In Paesi come il Regno Unito e gli Stati Uniti, l'inflazione ha raggiunto il livello più alto degli ultimi 40 anni. Per controllare i prezzi, le banche centrali di tutto il mondo hanno iniziato ad aumentare i tassi di interesse, il che provoca un rallentamento economico, aumentando i costi di investimento per le aziende. L'alta inflazione ha anche provocato scioperi generali in Europa.

Lo scenario è diventato ancora più complesso con lo scoppio della guerra in Ucraina lo scorso anno – che ha scosso i prezzi delle materie prime – e con crisi bancarie localizzate quest'anno.

Gli economisti non possono dire esattamente cosa potrebbe accadere d'ora in poi. L'unico consenso è che il futuro immediato non è promettente.

La crescita [dell'economia mondiale] dovrebbe diminuire dal 3,4% nel 2022 al 2,8% nel 2023, prima di stabilizzarsi al 3% nel 2024. Si prevede che le economie avanzate vedranno un rallentamento della crescita particolarmente pronunciato, dal 2,7% nel 2022 al 1,3% nel 2023”, ha scritto il FMI nel suo rapporto di aprile sulle prospettive dell'economia globale.

Alcuni ritengono che il ciclo di rialzi dei tassi di interesse potrebbe essere prossimo alla fine in alcuni Paesi.

In Brasile, il presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha criticato la Banca Centrale – presieduta da Roberto Campos Neto – per aver mantenuto i tassi di interesse ai massimi livelli negli ultimi anni.

C'è chi prevede che questo scenario di alti tassi di interesse e bassa crescita continuerà per alcuni mesi nel mondo – e c'è anche chi afferma che Paesi come gli Stati Uniti potrebbero entrare presto in recessione. Il mese scorso, la Germania ha annunciato di trovarsi in una recessione tecnica (due trimestri consecutivi di crescita negativa).

La ripresa globale dipende dal calo dell'inflazione, che ha risposto lentamente agli alti tassi di interesse. Ma finora non ci sono stati chiari segnali in nessun Paese che l'inflazione possa scendere.

Stati Uniti in recessione?

La più grande preoccupazione nel mondo di oggi è il ritmo lento della più grande economia: gli Stati Uniti. L'economia americana si è ripresa in tempi relativamente brevi dalla crisi del coronavirus, ma ora sta vivendo momenti di incertezza.

Nei primi tre mesi dell'anno, l'economia statunitense è cresciuta a un ritmo annualizzato dell'1,1%, ben al di sotto della proiezione vicina al 2% della maggior parte degli economisti.

Nei trimestri precedenti, l'economia statunitense cresceva a un ritmo annualizzato molto più rapido: del 2,6% (quarto trimestre 2022) e del 3,2% (terzo trimestre 2022).

I consumi delle famiglie, che sono il principale motore dell'economia statunitense, continuano a crescere. Tuttavia, tutti i settori sembrano risentire dello sforzo delle autorità monetarie di abbassare l'inflazione con un ciclo di alti tassi di interesse.

La banca centrale statunitense ha alzato i tassi di interesse statunitensi in dieci riunioni consecutive, raggiungendo un intervallo compreso tra il 5% e il 5,25%.

La borsa americana ha mostrato poco ottimismo in relazione al futuro. Il Dow Jones è al livello di 33 mila punti questo mese, lo stesso di inizio anno. Tra il 2020 e il 2022, durante la pandemia, il Dow Jones è salito del 75%, passando da circa 20 mila a circa 35 mila punti.

Ora ci sono diversi segnali che l'economia statunitense è in un ciclo discendente: la produzione industriale e i prestiti bancari stanno diminuendo. Il settore bancario teme una crisi dovuta al crollo delle banche di medie dimensioni. Le grandi aziende continuano a promuovere licenziamenti di massa. Ci sono economisti che prevedono una recessione verso la fine di quest'anno.

"Continuiamo ad aspettarci una lieve recessione tecnica negli Stati Uniti, con due contrazioni consecutive nel secondo e nel terzo trimestre", ha affermato la società di consulenza dell'Economist Intelligence Unit.

Una recessione negli Stati Uniti avrebbe un impatto su tutto il mondo, data l'importanza del mercato statunitense per il commercio e la finanza internazionale.

Altri paesi

L'economia britannica è sfuggita per un pelo a una recessione tecnica.

Il PIL del Regno Unito è cresciuto dello 0,1% nel primo trimestre di quest'anno, lo stesso ritmo registrato nell'ultimo trimestre dello scorso anno. Per quest'anno, la Banca centrale d'Inghilterra ritiene che l'economia rimarrà stagnante nel primo semestre, con ripresa nel secondo. La previsione è leggermente più ottimistica di quella fatta a febbraio, quando la banca prevedeva una recessione per il Regno Unito.

A differenza del resto dell'Europa e degli Stati Uniti, solo di recente l'economia del Regno Unito è stata in grado di raggiungere i livelli pre-pandemia. Il Regno Unito ha attualmente la peggiore performance economica tra le sette maggiori economie del mondo. Nell'area dell'euro, quest'anno il PIL è cresciuto dello 0,1%.

I due giganti emergenti, Cina e India, continuano a registrare forti tassi di crescita.

Il 31 maggio, l'India ha riferito che la sua economia è cresciuta del 6,1% nel primo trimestre di quest'anno rispetto all'ultimo trimestre dello scorso anno, cosa attribuita ai settori dei servizi e dell'industria.

Il PIL della Cina è cresciuto del 4,5% nel primo trimestre dell'anno, superando le aspettative del governo e la recente performance dell'economia cinese.

A differenza della maggior parte degli altri paesi del mondo, l'economia cinese ha continuato a soffrire della pandemia di coronavirus e dei blocchi per tutto il 2022. L'anno scorso, l'economia cinese era cresciuta solo del 3%.

Goldman Sachs Bank prevede che il 2023 sarà un anno di ripresa per l'economia cinese, con possibilità di crescita del 6%. Gli economisti ritengono che il governo cinese dovrebbe annunciare nuovi incentivi per gli investimenti quest'anno.

Fonte: https://tinyurl.com/bdznxdxz

 

(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)

Ultima modifica: Martedì 4 Luglio 2023
Martedì 4 Luglio 2023

Regno Unito - Nuova strategia geospaziale per rafforzare la posizione del paese come leader nella tecnologia di localizzazione

La “UK Geospatial Strategy 2030” sbloccherà miliardi di sterline di investimenti per lo studio di nuove tecnologie come l'intelligenza artificiale, l'imaging satellitare e l'innovazione in termini di localizzazione. Le applicazioni e i servizi geospaziali svolgono un ruolo fondamentale nella vita di tutti i giorni ed uno sviluppo di questi potrebbe aiutare il settore pubblico britannico.

Jonathan William Berry, ministro per l'intelligenza artificiale e la proprietà intellettuale del dipartimento per la scienza, l'innovazione e la tecnologia, ha dichiarato: “I dati e le tecnologie di localizzazione potranno alimentare la nostra economia e aiutare la Geospatial Strategy 2030, garantendo che il paese rimanga un leader mondiale nel settore. La nuova strategia farà crescere la l’economia britannica, influenzerà la nostra vita quotidiana - guidando la creatività del settore pubblico e privato - e consoliderà lo status del Regno Unito come superpotenza scientifica e tecnologica globale”.

La strategia definisce inoltre le priorità della Commissione Geospaziale per il prossimo decennio, secondo quanto riportato dal documento pubblicato nel 2020. La strategia avrà lo scopo di implementare il National Underground Asset Register (NUAR) (un programma guidato dal governo volto a creare un'unica piattaforma standardizzata di condivisione dei dati su posizione e condizioni di tubi e cavi sotterranei) in zone come l’Inghilterra nord-orientale, il Galles e Londra.

Il National Underground Asset Register (NUAR) dovrebbe diventare pienamente operativo in Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord entro la fine del 2025. La Commissione geospaziale revisionerà l'accordo per quanto riguarda il settore pubblico (PSGA), per garantire che sia funzionale al progetto per i restanti sette anni d’accordo.

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Martedì 4 Luglio 2023
Martedì 4 Luglio 2023

L'economia britannica torna a crescere nel mese di aprile, mentre le esportazioni aumentano di 1 miliardo di sterline

L'economia del Regno Unito è tornata a crescere ad aprile, con il PIL in aumento dello 0,2% dopo una contrazione dello 0,3% a marzo - secondo i nuovi dati dell'Office for National Statistics (ONS). Anche l'economia complessiva è cresciuta dello 0,1% nei tre mesi precedenti ad aprile 2023.

Il valore delle esportazioni britannico è aumentato di circa 1 miliardo di sterline (3,4%) con le importazioni in calo di 0,7 miliardi (1,4%). Il deficit commerciale totale è ancora di 12,3 miliardi, ma è diminuito di 12,6 nel trimestre fino aprile, rispetto al primo trimestre del 2023.

Nello stesso periodo, il disavanzo dei beni si è ridotto di 10,7 raggiungendo i 52,5 miliardi di sterline, mentre il surplus dei servizi è aumentato di 1,9 miliardi, per un totale 40,3.

Nonostante queste cifre, un rapporto delle Nazioni Unite ha mostrato che le esportazioni del Regno Unito nell'ultimo decennio sono state superate da tutti gli altri paesi del G7, ad eccezione del Giappone. I dati della Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD) mostrano che le esportazioni di beni e servizi del Regno Unito sono cresciute del 6% tra il 2012 e il 2021, rispetto a un aumento del 29,1% dell’eurozona.

Economicamente parlando, la crescita del settore dei servizi in UK (+0,3%) è stato il principale contributo all’aumento del PIL. Tuttavia, la produzione è diminuita dello 0,3% dopo una crescita dello 0,7% a marzo - cifre in linea con le aspettative degli analisti.

Ruth Gregory, economista presso la società di consulenza Capital Economics, ha dichiarato che le cifre "aumenteranno ulteriormente quest’anno, evitando il pericolo di una recessione", ma ha aggiunto che con "gli alti tassi d’interesse, è troppo presto per abbassare la guardia”.

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Martedì 4 Luglio 2023
Martedì 4 Luglio 2023

Il sistema scolastico danese

In Danimarca gran parte del sistema scolastico è finanziato attraverso le tasse e risulta essere gratuito per lo studente. I bambini danesi iniziano con l’asilo nido già a nove mesi e all’età di tre anni il 98% di loro frequenta l’asilo.

Seguiti da professionisti con formazione nell’educazione della prima infanzia queste istituzioni insegnano concetti accademici di base come lettere e numeri ma, soprattutto, regole sociale come fare turni e aiutare gli altri. Altra parte fondamentale dell’istruzione infantile è spesa nel concetto del “free play” - intendendosi quest’ultimo come libertà dei giovani danesi di sentirsi liberi di esprimersi liberamente seguendo i propri desideri – e attività all’aperto.

Tutti i bambini in Danimarca hanno accesso gratuitamente alle così dette “folkeskole”, ossia, le scuole pubbliche sino all’età di sedici anni.

Vicini alla fine della scuola primaria, i bambini danesi svolgono un test nazionale finalizzato ad aiutarli nella scelta dello step successivo, ossia, nella scelta della scuola secondaria. Molti adolescenti scelgono la scuola superiore spaziando dai corsi linguistici, scientifici ecc. che li possano preparare all’università, altri scelgono gli istituti tecnico-industriali mentre altri, possono optare per “efterskole”, degli istituti in cui gli studenti vivono lontano da casa e studiano materie di loro interesse come teatro, sport, scienze sociali.

Una particolare forma d’istruzione scolastica presente in Danimarca e in altri pochi paesi del nord Europa, sono le “Folkehøjskole”; un concetto di scuola e d’istruzione originariamente elaborato dallo scrittore, poeta, filosofo e pastore danese N. F. S. Grundtvig (1783–1872). Questo tipo di scuole si concentrano sull’insegnamento dell'etica, della morale e della democrazia, anche se non vengono insegnate esplicitamente. La filosofia grundtviana è incorporata nell'insegnamento di varie materie, come ad esempio le arti, la ginnastica e il giornalismo. La maggior parte delle scuole ha un'area di competenza, ad esempio lo sport, la musica, l'arte o la scrittura. Poiché non vengono rilasciati diplomi o lauree, l'insegnamento è più libero e informale rispetto alle istituzioni scolastiche ordinarie. La maggior parte dei licei popolari scandinavi sono collegi in cui gli studenti vivono per 2-6 mesi; alcune scuole offrono anche programmi per un anno intero. Proprio l’informalità di tali istituzioni è alla base della loro particolarità. Agli studenti, infatti, non vengono assegnati voti, non vengono imposti orari di lezione, né specifiche materie da seguire; essi sono liberi di autodeterminarsi, seguendo i corsi che più gli interessano.

Essere pagati per andare all’università

Gli studenti a tempo pieno in Danimarca possono beneficiare di “Statens Uddannelsestøtte”, ossia di sostegni al reddito limitato da parte del governo insieme ad altri lavori che svolgono per contribuire a pagare le spese durante gli studi. Detto in parole semplici, ogni studente iscritto ad un istituto universitario in Danimarca ha diritto a percepire un salario da parte del governo che gli permetta di continuare gli studi e di auto mantenersi. Tutti i cittadini danesi, compresi i membri della Royal Family ricevono tale forma di sussidio governativo. Una piccola differenza la si ha per gli studenti stranieri, sui quali ricade l’onere di trovarsi un lavoro part-time da svolgere per un numero di ore tali da non inficiare sulla qualità dello studio e la cui differenza retributiva verrà poi fornita in compensazione dallo Stato, in modo da garantire che, anche essi, ottengano lo stesso livello sussidiario previsto.

Due Culture che si incontrano… e alle volte, si scontrano

Come precedentemente accennato, il sistema educativo danese si qualifica tra i migliori al mondo, tuttavia, quando noi italiani ci confrontiamo con tale sistema, alle volte è facile trovarci a storcere il naso per dinamiche che a noi risultano essere (culturalmente) di difficile comprensione.

Il concetto stesso di “free play” danese può arrivare a scontrarsi con meccanismi che per noi sembrano banali, talvolta, configurandosi addirittura come prese di posizione eccessive. Per fare un esempio, mandare nostro figlio a lezione di chitarra nei primi anni scolastici, per nostra presa decisione, potrebbe risultare estraneo al popolo danese. Tuttavia, i danesi crescono bene, educati e con un forte senso civico, che li premia nelle future opportunità lavorative.

 

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Martedì 4 Luglio 2023
Martedì 4 Luglio 2023

Rep. Ceca - Gli arrivi negli alberghi hanno superato in aprile il livello prepandemia

Gli arrivi negli alberghi e in altre strutture di accoglienza hanno superato per la prima volta in aprile i livelli prima della pandemia di covid-19. Lo ha indicato l’agenzia statale CzechTourism.

In aprile hanno pernottato negli alberghi e in altre strutture circa 1,26 milioni di ospiti con un rialzo rispetto ad aprile del 2019 dello 0,3%. Rispetto al 2019 è tuttavia cambiata la struttura degli ospiti con una maggiore presenza dei clienti residenti in Repubblica Ceca, mentre il dato dei turisti stranieri continua a essere ancora inferiore ai livelli prima della pandemia. Gli arrivi dall’estero sono circa 300.000 in meno.

In media i turisti soggiornano per un periodo più breve negli alberghi rispetto al 2019. Il numero dei pernottamenti è calato da 2,94 milioni a 2,89 milioni. A incidere è proprio il dato dei turisti esteri, che in media soggiornano per un periodo più lungo nelle strutture di accoglienza.

Fonte: https://tinyurl.com/2s69kzdf

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

Ultima modifica: Martedì 4 Luglio 2023