Digitalizzazione

Giovedì 23 Marzo 2023

Innovazione Digitale in Ontario

L'analisi settoriale su innovazione digitale in Ontario, presenta un quadro positivo per attori sia pubblici che privati interessati ad accrescere o investire nei processi di trasformazione digitale sul territorio canadese. Inoltre, la presenza e il successo di alcune realtà aziendali italiane come Leonardo e IDS North America, sono testimonianza delle potenzialità che il mercato canadese offre a quanti interessati al settore dell' innovazione digitale.

Grazie, infatti, ad investimenti in tecnologie digitali e informazione, il settore tecnologico canadese ha visto una crescita tre volte maggiore rispetto all’intera economia del paese dal 2013. Tra i paesi del G7 risulta essere al primo posto tra i Digital Risers, ovvero il primo paese in grado di aumentare maggiormente la propria competitività digitale (2018 e il 2020).

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana dell'Ontario Canada (ICCO Canada))

Ultima modifica: Venerdì 14 Aprile 2023
Venerdì 3 Febbraio 2023

Eventi a Miami sul settore Blockchain e Criptovalute

Negli ultimi anni, Miami si sta affermando come importante hub tecnologico per l’intero continente americano, attraendo investitori, startup e aziende che operano nella fintech.  Questa nuova vocazione di Miami, come capitale del Bitcoin e delle criptovalute, è stata determinata dalle favorevoli condizioni che fanno della Florida un ambiente “business friendly”, per citarne alcune: zero tasse sui redditi personali, tassa del 5,5% per le aziende e costi della vita notevolmente più bassi rispetto alle altre metropoli americane. 

Anche la forte volontà politica del suo sindaco, il repubblicano Francis Suarez, ha contribuito ad accrescere la percezione di Miami come capitale delle nuove tecnologie. Determinato a porre le condizioni affinché Miami diventasse l’hub delle criptovalute per l’intero continente, Suarez ha fondato nel 2019 MiamiCoin, una criptomoneta i cui proventi avrebbero sostenuto gli investimenti della città. Inoltre, a partire dal 2021 il sindaco ha dichiarato di ricevere il proprio stipendio in Bitcoin e di avere l’intenzione di voler aprire la possibilità di pagare le tasse in Bitcoin.  

Nonostante la crisi che ha investito il settore delle criptovalute del 2022, Miami continua credere nel potenziale di questo settore e a presentarsi come suo importante centro e hub per le Americhe. I prossimi eventi dedicati alla fintech, blockchain e alle criptovalute che la città ospiterà sono:

 

(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce Southeast)

Ultima modifica: Venerdì 3 Febbraio 2023
Venerdì 27 Gennaio 2023

Il settore ICT in Ontario

L'impatto della pandemia sulle iniziative di trasformazione digitale ha permesso che sempre più aziende ed organizzazioni si servano di canali digitali per le interazioni quotidiane con i clienti e nelle scelte decisionali aziendali. 

Il Canada ospita un numero di 43,200 aziende nel settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT) il cui 48% dei lavoratori si trova nella provincia dell'Ontario e in particolare nelle città di Ottawa, Toronto e Waterloo. 

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana dell'Ontario Canada (ICCO Canada))

Ultima modifica: Giovedì 16 Febbraio 2023
Venerdì 13 Gennaio 2023

Danimarca al primo posto nella digitalizzazione amministrativa

Dal 2001 con cadenza biennale, il Dipartimento per gli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite pubblica il “Global E-Government Development Index” (EGDI), l’indice di sviluppo di digitalizzazione statale dei 193 stati membri.

Quest’anno (2022), lo studio ha nominato come miglior paese digitalizzato la Danimarca, che ottiene così questo riconoscimento per la terza volta consecutiva. Si tratta di un risultato rilevante, poiché la trasformazione digitale di un paese e della sua pubblica amministrazione porta innumerevoli benefici ai cittadini.

La pandemia di Covid-19, per esempio, ha dimostrato chiaramente i vantaggi di uno stato digitalizzato. Le tecnologie digitali, infatti, garantiscono il funzionamento della macchina statale anche in momenti di difficoltà trovando soluzioni ai problemi collegati alle emergenze sanitarie e assicurando l'effettiva fornitura dei servizi pubblici essenziali sia speciali che ordinari, anche in periodi di crescente isolamento, incertezza e vulnerabilità.

Ma un sistema digitalizzato offre possibilità che non si fermano al – comunque fondamentale – settore sanitario. Il cosiddetto e-gov è in grado di offrire ai cittadini svariati tipologie di servizi pubblici di base anche nel campo dell’istruzione, della sicurezza, dei trasporti, ecc. Le tecnologie digitali, insomma, contribuiscono in maniera evidente allo sviluppo sia nazionale che locale, facilitando l’accesso ai servizi, favorendo lo scambio di informazioni, e aumentando le possibilità dei cittadini.

L’ e-gov, quindi è la base di un sistema istituzionale effettivo, inclusivo, stabile e resiliente a molteplici livelli. Per le Nazioni Unite, un’amministrazione digitale è considerata anche un elemento fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) fissati per il 2030, soprattutto l’obiettivo 16 “pace, giustizia ed istituzioni solide”, ed il punto 17 “partnership per gli obiettivi”.

Secondo i dati riportati dallo studio, gli stati europei sono il 53% del gruppo con il più alto livello di digitalizzazione statale. Nei primi dieci posti, 6 sono paesi europei e la Danimarca apre la fila con un punteggio di 0,97 contro una media globale di 0,61.

Le categorie prese in considerazione nel calcolo dei dati, sono, per esempio, le lezioni online, le dichiarazioni dei redditi digitali, la possibilità di richiedere assistenza finanziaria online, le prenotazioni sanitarie via internet, ecc. La Danimarca viene così premiata per il suo approccio olistico alla digitalizzazione amministrativa, che pone al centro il cittadino e mira a rispondere ai bisogni dei singoli individui, cercando di non lasciare nessuno “offline”.

Il report ha, inoltre, analizzato tutte le città più popolose degli stati membri delle Nazioni Unite, e ha piazzato Copenhagen, la capitale danese, al quarto posto, dietro, Berlino, Madrid e Tallin, come città più “smart”.

Comprendere il grado di digitalizzazione delle singole città, infatti, è decisivo per lo sviluppo della società in ottica SDG. Infatti, i cittadini interagiscono principalmente con le amministrazioni locali, più che con le strutture governative centrali. Perciò, un collegamento diretto e costante tra i due è fondamentale per facilitare l’interazione ed il coinvolgimento della popolazione negli affari pubblici, offrendo loro servizi, e possibilità di comunicare opinioni, bisogni, nonché dare loro la chance di influenzare la direzione delle politiche e pratiche pubbliche locali.

La digitalizzazione del settore pubblico, insomma, è un passo indispensabile che ogni nazione dovrebbe intraprendere, per migliorare i propri legami con i cittadini e per operare in un’ottica di raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati dalle Nazioni Unite entro il 2030. In questo campo, la Danimarca sta offrendo un esempio virtuoso, fonte di ispirazione per tutti gli altri paesi che vogliono muoversi in questa direzione.

Fonte: https://bit.ly/3XaFf5Y

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

 

Ultima modifica: Venerdì 27 Gennaio 2023
Venerdì 16 Dicembre 2022

Thailandia - Il governo stabilisce nuovi traguardi digitali

Il governo si sta muovendo verso la terza fase del piano di sviluppo digitale della Thailandia, nel tentativo di raggiungere la top 30 della classifica World Digital Competitiveness, con l’economia digitale che contribuisce al 30% del PIL in cinque anni.

Il piano quinquennale, che inizia nel 2023, è parte del progetto governativo per sviluppare l’economia digitale e la società.

La versione aggiornata del progetto è stata approvata recentemente in un meeting del National Digital Economy e della Society Commission, sotto la guida del Primo Ministro Prayut Chan-o-cha.

La terza fase è stata formulata in linea con il rapido cambiamento dell’economia globale e delle strutture sociali, ha affermato Prayut.

Il piano promuove la completa trasformazione digitale del Paese. La prima fase era focalizzata sulla creazione delle infrastrutture digitali, mentre la seconda sull’integrazione della tecnologia digitale.

La Thailandia vuole raggiungere la top 30 della classifica World Digital Competitiveness dell'Istituto dello Sviluppo Gestionale, incluso il terzo posto nell’Asean, con il punteggio dell’alfabetizzazione digitale che supera 75 punti.

La Thailandia è arrivata quarantesima nella classifica del 2022, scendendo di due posti rispetto al 2021.

“Per quanto riguarda il piano nazionale per la crescita digitale, la Thailandia deve dare priorità allo sviluppo economico e sociale. Tutti gli elementi devono essere revisionati ogni due anni per stare al passo con i cambiamenti”, ha dichiarato Prayut.

All’incontro è anche stata menzionata la quarta fase del progetto, con l’obiettivo di rendere la Thailandia un Paese leader nella sfera digitale globale, ha affermato il Ministro dell’Economia Digitale e Sociale Chaiwut Thanakanusorn.

La quarta fase punta a un contributo dell’economia digitale di almeno il 50% del PIL e a raggiungere la top 20 nella classifica e il secondo posto nell’Asean.

Secondo Chaiwut, ci si aspetta che il punteggio dell’alfabetizzazione digitale del Paese superi gli 85 punti.

Il Ministro afferma che la nuova politica aggiornata si focalizza su tre concetti: far progredire il Paese con i dati; creare immunità digitale o resilienza digitale; posizionare il settore privato in prima linea dello sviluppo digitale, con il supporto del governo.

Nell’incontro si è anche parlato del report Thailand Digital Outlook 2022, secondo cui 88% dei nuclei famigliari ha accesso a internet, rispetto all’ 85.2% dell’anno precedente.

Per quanto riguarda i cittadini compresi tra 55 e 74 anni, il 63.1% ha usato internet nel 2022, contro il 48.8% del 2021.

Circa il 3.4% degli utenti ha registrato violazioni dei dati personali, una percentuale in calo rispetto al 6.3% del 2021.

La quantità di imprenditori che usano piattaforme online per raggiungere i mercati esteri ha raggiunto il 26.3% nel 2022, in confronto al 3.2% del 2021.

 

(Contenuto editoriale a cura della Thai-Italian Chamber of Commerce)

 

Ultima modifica: Venerdì 16 Dicembre 2022
Venerdì 16 Dicembre 2022

Il Settore Cybersecurity in Ontario

Con il grande impatto della pandemia, le iniziative di trasformazione digitale hanno permesso una crescita di organizzazioni che rapidamente si affacciano a canali digitali per interazioni con i clienti e adottando l'uso di tecnologie avanzate nel processo decisionale aziendale. 

Il settore tecnologico in Canada è molto forte e con circa 43.200 aziende nel settore ICT. Il 48% dei lavoratori lavora nella regione dell'Ontario e in particolare nelle città di Toronto, Ottawa e Waterloo, grazie ad immobili a prezzi accessibili, nonché costi di manodopera e telecomunicazioni meno costosi che altrove. 

L' analisi qui riportata guarda a uno dei campi più in tendenza del settore ICT per il 2022: Cybersecurity. 

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana dell'Ontario Canada (ICCO Canada))

Ultima modifica: Venerdì 13 Gennaio 2023
Venerdì 9 Dicembre 2022

Cyber Security Week Türkiye

Dal 30 novembre al 2 dicembre 2022 si è svolta ad Ankara la "Cyber Security Week Turkiye", importante rassegna organizzata dall’Agenzia per l’Industria della Difesa turca (SSB), dall’Ufficio per la Trasformazione Digitale e dal Turkish Cyber Security Cluster, una piattaforma nazionale che sviluppa prodotti per la sicurezza informatica locale. Giunta alla sua terza edizione, la Cybersecurity Week è stata visitata in passato da oltre 9.000 persone, principalmente addetti ai lavori ma non solo. Si prefigge l’obiettivo di contribuire all’ulteriore sviluppo dell’ecosistema nazionale impegnato nell’ambito della sicurezza informatica, nonché di aumentare la consapevolezza e la cooperazione in tale materia attraverso la creazione di sinergie tra il settore pubblico, quello privato ed il mondo delle scuole e delle università. Insieme alla rassegna si sono svolti anche l’International Cyber Warfare and Security Conference (ICWS) e la National Cyber Security Fair, con desk promozionali allestiti dalle principali aziende turche del settore. Nella giornata inaugurale sono intervenuti Mustafa Varank, Ministro dell'Industria e della Tecnologia, Ismail Demir, Presidente dell'Agenzia per l'Industria della Difesa della Presidenza della Repubblica (SSB) e Ali Taha Koc, Capo dell'Ufficio per la Trasformazione Digitale della Presidenza della Repubblica. Presenti, tra gli altri, anche i CEO di Turkcell e Turk Telecom.

Il Ministro dell'Industria e della Tecnologia, Varank, ha evidenziato la pervasività della tecnologia nella nostra vita quotidiana e l’importanza di non abbassare la guarda di fronte delle insidie che si nascondono ovunque. La protezione informatica - ha proseguito il Ministro - è tanto importante quanto la protezione dei propri confini geografici. A tale riguardo ha citato la roadmap realizzata dal suo dicastero nel 2021, che si prefigge vari obiettivi, tra cui quello di sviluppare, grazie ad un’attività profilata in questo settore anche di TUBITAK (l’equivalente del nostro CNR dipendente dal Ministero dell’Industria, che nel 2022 ha investito nel settore della cybersecurity oltre un miliardo di lire turche), tecnologie atte a prevenire attacchi cibernetici. Il piano strategico turco passa anche per gli incentivi ad una formazione tecnica mirata delle giovani generazioni, garantendo sostegno al percorso dei più talentuosi, anche con lo scopo di arginare il numero di esperti informatici turchi che si trasferiscono all’estero (circa 30.000 nell’ultimo anno, secondo le stime citate da Varank), con una conseguente dispersione di know-how.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

Ultima modifica: Venerdì 9 Dicembre 2022
Venerdì 9 Dicembre 2022

Uno sforzo collettivo per proteggere la Danimarca dagli attacchi informatici

La Danimarca si posiziona ai primi posti nelle classifiche dei paesi maggiormente digitalizzati. Tutti gli aspetti della vita della popolazione danese sono, infatti, influenzati dalla digitalizzazione: lavoro, vita privata, settore pubblico, collegamenti tra il settore pubblico e quello privato, tutto è digitale.

Per il paese scandinavo, la digitalizzazione non rappresenta solo un modo pratico ed innovativo per far funzionare la realtà, ma è un elemento fondamentale per lo sviluppo del paese. Nuove opportunità di sviluppo commerciale e di crescita economica si materializzano proprio dal progresso tecnologico.

Minacce digitali

La digitalizzazione offre molte possibilità, ma porta con sé anche dei rischi. L'altra faccia della medaglia, infatti, è proprio la minaccia alla sicurezza digitale.

Il pericolo informatico, infatti, è considerato dal paese, uno dei rischi più seri da affrontare, poiché può compromettere qualsiasi aspetto della vita delle persone prese singolarmente, ma anche dell’intera società danese.

Come del resto succede in tutta Europa, in Danimarca, cittadini, aziende, ed il settore pubblico possono venire minacciati ogni giorno da attacchi informatici più o meno gravi. Hacker, criminali e servizi d'intelligence ostili sono un’insidia per la sicurezza.

Il Piano strategico per la sicurezza informatica

Per questo motivo, il governo danese ha varato, a fine 2021, un piano biennale di difesa contro gli attacchi informatici chiamato “Strategia Nazionale Danese per la Sicurezza Informatica”, per intraprendere un’operazione di rafforzamento del sistema di sicurezza informatica fino al 2024.

Questo piano strategico prende in considerazione tutti gli stakeholders del paese: il governo ed il settore pubblico, i singoli cittadini privati, le piccole e medie aziende, ed infine le grande imprese. Numerose iniziative, che prevedono uno sforzo collettivo ed integrato dei vari attori, sono state pianificate per rafforzare il sistema di sicurezza informatico, ed un totale di 270 milioni di corone danesi sono state assegnate al finanziamento di questo progetto.

Le imprese

La politica danese ha affermato come la sicurezza informatica debba diventare una priorità per tutte le aziende danesi, in particolare per le circa 300.000 piccole e medie imprese (PMI). Molte PMI, infatti, sono colpite da attacchi informatici e le statistiche dimostrano che questa tendenza è in costante aumento.

Un attacco informatico può avere costi così significativi per una realtà commerciale, che può portare perfino al fallimento. Per questo motivo, il piano strategico mostra un occhio di riguardo per le PMI, riservando loro uno sforzo coordinato e coerente, mirato al potenziamento del livello di sicurezza digitale di ciascuna azienda, per assicurare, di conseguenza, una crescita economica stabile e senza ostacoli, competitiva e sana.

I punti fondamentali del piano

I Il piano strategico per la sicurezza informatica mira a:

  • Irrobustire i livelli di sicurezza digitale del sistema pubblico, per evitare il rischio di collasso in una situazione di crisi informatica.
  • Migliorare il livello di expertise e conoscenze in ambito di cyber-security di manager e responsabili sia nel settore pubblico che in quello privato.
  • Rafforzamento della cooperazione tra settore pubblico e privato, con attività di supporto e di consulenza. Questo punto è particolarmente importante per le PMI, che possono ottenere così conoscenze e sistemi di difesa informatica efficaci ed efficienti, ed irrobustire i livelli di sicurezza digitale.
  • Partecipazione attiva a livello internazionale nella lotta contro le minacce informatiche, lavorando con NATO, Unione Europea e Nazioni Unite.

Tutto ciò mira non solo a salvaguardare aziende, cittadini ed il sistema paese, ma è volto anche a rafforzare il sistema economico danese, creando basi per una longeva stabilità e crescita.

La camera di commercio italiana in Danimarca ha contribuito al raggiungimento di questi obiettivi attraverso il progetto Engine – CyberSecurity per le piccole e medie imprese europee, di cui è stato il principale coordinatore.

Il progetto, finanziato da Erasmus+, offre degli strumenti pratici, efficaci (e gratuiti), proprio dedicati a tutte le piccole e medie imprese europee, per rafforzare la loro sicurezza informatica.

Fonte: https://bit.ly/3Hm6GVo

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Venerdì 9 Dicembre 2022
Venerdì 7 Ottobre 2022

Industria 4.0: Italia e Germania a confronto – Focus settembre 2022

La quarta rivoluzione industriale consiste nella crescente compenetrazione tra il mondo fisico, biologico e digitale, e costituisce un processo volto all’ottimizzazione e all’automatizzazione dei sistemi produttivi e distributivi. Tale livello di efficienza si concretizza nella Industry 4.0, resa possibile grazie all’implementazione di quattro rivoluzionari strumenti: intelligenza artificiale (IA); Internet delle cose (Internet of things, IoT); cloud manufacturing; cybersecurity.

Sia in Italia che in Germania le aziende hanno risposto alla diffusione della pandemia con un incremento della digitalizzazione dei processi, in particolare nelle telecomunicazioni, nei servizi finanziari, nell’editoria, in ambito farmaceutico e nel settore HoReCa.

In Germania i pionieri della digitalizzazione risultano essere le grandi aziende e i settori ICT, concentrati in particolare negli stati federali del sud del paese e negli agglomerati urbani. La digitalizzazione è tra gli obiettivi principali del Piano di Sviluppo e Resilienza (DARP): infatti, oltre la metà del budget complessivo di €26,5 miliardi è destinato alla trasformazione digitale. Ciononostante, l’auspicata digitalizzazione non si è concretizzata come previsto: infatti, la crescita del digitale non è dovuta ad un miglioramento intrinseco, bensì a fattori esterni, tra cui la disponibilità di risorse umane e di infrastrutture. Si tratta quindi di una spinta di alcuni processi aziendali, quali l’home office o lo scambio di informazioni all’interno delle aziende, non di una maggior digitalizzazione in senso lato. Attualmente tre grandi imprese tedesche su quattro affermano di disporre di personale con spiccate doti IT, contro il 17% delle PMI, collocandosi al di sotto della media europea (18%).

Per quanto riguarda l’Italia, il 59,1% delle aziende con maggiore digital attitude sono state fondate dopo gli anni 2000, e di queste il 70,3% sono aziende Micro (0-10 dipendenti) e oltre il 59% sono situate al Nord. Nel 2021, il 60,3% delle piccole e medie imprese (PMI) italiane ha raggiunto almeno un livello base di intensità digitale. La consapevolezza dell’importanza della digitalizzazione è ben radicata nelle aziende, come dimostra il fatto che oltre il 40% delle imprese hanno messo almeno il 10% del loro budget a disposizione degli investimenti nella digitalizzazione; di questi, la metà ha investito addirittura il 30% del loro budget.

 

Fonti: https://bit.ly/3McmQRT; https://bit.ly/3McQuq6; https://ibm.co/3yqi8Km; https://bit.ly/3yogJUT   

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)

Ultima modifica: Venerdì 7 Ottobre 2022
Venerdì 2 Settembre 2022

Digitalizzazione: Italia e Germania a confronto – Focus agosto 2022

Dal 2014 la Commissione europea monitora i progressi degli Stati membri in materia di digitalizzazione e pubblica ogni anno l’Indice dell’economia e della società digitali (DESI). In generale si osserva che la pandemia ha accelerato le tendenze già esistenti. Inoltre, in tutti gli Stati membri le politiche in questo ambito saranno ampiamente facilitati dai €127 miliardi dedicati alle riforme e agli investimenti digitali nei 25 piani nazionali di ripresa e resilienza adottati dal Consiglio.

Secondo i dati del report di quest’anno, l’Italia si colloca al 18° posto fra i 27 Stati membri dell’UE, scalando di due posizioni rispetto al 2021. Considerando che l’Italia è la terza economia dell’Unione europea per dimensioni, i progressi che essa compirà nell’ambito della trasformazione digitale saranno di fondamentale importanza al fine di conseguire gli obiettivi del decennio digitale per il 2030.

Il 25,1 % del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che ammonta a circa €48 miliardi, è destinato proprio alla transizione digitale. Questo garantisce i fondi necessari per accelerare la trasformazione digitale dell’Italia. Da un punto di vista del capitale umano, più della metà della popolazione non dispone nemmeno delle competenze digitali basilari, e la percentuale degli specialisti rimane sotto la media UE. Il numero delle PMI dotate di un livello minimo di digitalizzazione (60%) è invece in aumento. Sono stati fatti dei progressi in termini di connettività e nell’erogazione di servizi pubblici digitali: nonostante soltanto il 40% dei cittadini italiani ne faccia ricorso, l’incremento negli ultimi due anni è stato notevole.

La Germania si colloca invece al 13° posto. La digitalizzazione è tra gli obiettivi principali del Piano di Sviluppo e Resilienza (DARP) della Germania: infatti, più del 50% del budget totale di €26,5 miliardi è destinato alla trasformazione digitale.

In termini di capitale umano, la Germania presenta dati contrastanti: la percentuale di persone con competenze digitali di base è leggermente inferiore alla media; al contrario, la quota di professionisti nel settore è superiore. Per quanto riguarda la connettività, la copertura della rete fissa ad altissima capacità è migliorata in modo significativo. Tuttavia, la Germania è ancora in ritardo per quanto riguarda la copertura in fibra ottica (con il 15,4% si colloca tra le ultime posizioni). Infine, la maggior parte degli indicatori riguardanti l’integrazione delle tecnologie digitali all’interno delle imprese si attesta intorno alla media UE.

 

Fonti: https://bit.ly/3q62VK3; https://bit.ly/3Rzqmr0; https://bit.ly/3KEqVgV   

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)

 

Ultima modifica: Venerdì 14 Ottobre 2022