Economia

Giovedì 30 Settembre 2021

La Banca Nazionale Ceca non ha modificato i tassi d’interesse

La Banca Nazionale Ceca non ha modificato nella seduta aprile i tassi d’interesse.

Il ritorno al rialzo dei tassi d’interesse è tuttavia imminente secondo il governatore Jiří Rusnok. “Sono convinto che un rialzo quest’anno ci sarà – ha detto Rusnok – E non so dire, quanti rialzi ci saranno”. Secondo il governatore la modifica dei tassi d’interesse potrebbe intervenire già nella prossima seduta del board a giugno. Attualmente i tassi sono ai minimi storici.

La Banca Nazionale ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita dell’economia ceca per quest’anno. Secondo l’istituto il PIL crescerà di solo dell’1,2 %. La stima è molto più bassa rispetto a previsioni simili di altri enti cechi. Ad esempio il Ministero delle Finanze prevede un rialzo del 3 %. L’economia ceca sta risentendo quest’anno ancora delle limitazioni dovute alla pandemia. “La riapertura dell’economia sarà resa possibile nei prossimi mesi grazie all’immunizzazione della popolazione” ha sottolineato Rusnok. Per il 2022 la previsione è in miglioramento al +4,3 %.

Fonte: https://bit.ly/3CTAPpx

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)

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Giovedì 30 Settembre 2021

La situazione sul mercato del lavoro svizzero nel mese di agosto 2021

I disoccupati registrati in agosto 2021 - Secondo i rilevamenti effettuati dalla Segreteria di Stato dell’economia (SECO), alla fine di agosto 2021 erano iscritti 126’355 disoccupati presso gli uffici regionali di collocamento (URC), ossia 1’924 in meno rispetto al mese precedente. Il tasso di disoccupazione è diminuito dal 2,8% nel mese di luglio 2021 al 2,7% nel mese in rassegna. Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, il numero di disoccupati è diminuito di 24’756 unità (-16,4%).

Il numero di giovani disoccupati (15-24 anni) è aumentato di 1’600 unità (+13,1%) arrivando al totale di 13’801, ciò che corrisponde a 6’540 persone in meno (-32,2%) rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

Disoccupati di 50-64 anni
Il numero dei disoccupati di 50-64 anni è diminuito di 1’115 persone (-2,8%), attestandosi a 38’027. In confronto allo stesso mese dell’anno precedente ciò corrisponde a una diminuzione di 1’808 persone (-4,5%).

Persone in cerca d’impiego nel mese di agosto 2021
Complessivamente le persone in cerca d’impiego registrate erano 214’415, 4’768 in meno rispetto al mese precedente e 22’800 (-9,6%) in meno rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.

Posti vacanti annunciati
Il 1° luglio 2018 è stato introdotto in tutta la Svizzera l’obbligo di annunciare i posti vacanti per i generi di professioni con un tasso di disoccupazione pari almeno all’8%; dal 1° gennaio 2020 questo valore soglia è stato ridotto al 5%. Il numero dei posti annunciati all’URC è aumentato in agosto di 1’638 raggiungendo le 58’450 unità. Dei 58’450 posti, 44’836 sottostavano all’obbligo di annuncio.

Lavoro ridotto conteggiato nel mese di giugno 2021
Nel mese di giugno 2021 sono state colpite dal lavoro ridotto 162’290 persone, ovvero 95’177 in meno (-37,0%) rispetto al mese precedente. Il numero delle aziende colpite è diminuito di 14’427 unità (-40,6%) portandosi a 21’090. Il numero delle ore di lavoro perse è diminuito di 7’481’141 unità (-46,8%), portandosi a 8’504’403 ore. Nel corrispondente periodo dell'anno precedente (giugno 2020) erano state registrate 28’374’970 ore perse, ripartite su 488’312 persone in 52’405 aziende.

Persone che hanno esaurito il loro diritto all’indennità nel mese di giugno 2021
Secondo i dati provvisori forniti dalle casse di disoccupazione, nel corso del mese di giugno 2021, 2’192 persone hanno esaurito il loro diritto alle prestazioni dell’assicurazione contro la disoccupazione.

Fonte: https://bit.ly/3kKRKVp

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

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Giovedì 30 Settembre 2021

Svizzera: Pil in ripresa nel 2° trimestre 2021

Dopo il calo dello 0,4 % registrato nel 1° trimestre, il PIL della Svizzera è cresciuto dell'1,8 %.* Nel settore dei servizi, l'allentamento delle misure COVID ha determinato un notevole aumento del valore aggiunto. I consumi sono in forte ripresa. Nonostante il ritmo meno sostenuto rispetto a quello dei trimestri precedenti, anche l'industria ha evidenziato un trend in crescita. Nel complesso il PIL nel 2 trimestre è rimasto leggermente inferiore ai livelli pre-crisi del 4° trimestre 2019 (−0,5 %).

Il 2° trimestre ha visto la revoca o l'allentamento di numerose misure sanitarie restrittive. Il valore aggiunto ne ha risentito positivamente, aumentando proprio in corrispondenza dei servizi più colpiti. Il settore alberghiero e della ristorazione (+48,9 %) si è ripreso notevolmente dalle battute d'arresto accusate nel semestre invernale: le strutture della ristorazione sono state autorizzate a riaprire e il turismo interno ha iniziato la sua fase di ripresa. Ciò nonostante, il valore aggiunto del 2° trimestre è rimasto a un livello pari a solo circa la metà di quello registrato nel periodo pre-crisi. A seguito degli allentamenti, anche il settore dell'arte, dell'intrattenimento e delle attività ricreative (+52,9 %)** ha fatto segnare una forte crescita. Anche in questo caso il valore aggiunto si trova però ancora ben al di sotto dei livelli pre-crisi.

La riapertura dei negozi fisici ha permesso al commercio (+4,8 %) di crescere significativamente, trainato sia dal segmento non-food del commercio al dettaglio, sia dal commercio all'ingrosso. In linea con la sempre maggiore mobilità della popolazione, anche il settore dei trasporti e delle comunicazioni ha visto un'evoluzione positiva (+1,9 %). Per finire, sono risultati in crescita anche i servizi alle imprese (+1,1 %). Tra tutti i servizi, solo i servizi finanziari (−0,7 %) sono stati caratterizzati da un calo consistente del valore aggiunto. Al generale andamento positivo del settore dei servizi si è accompagnato inoltre l'aumento delle esportazioni di servizi (+3,2 %).

Con l'allentamento delle misure per contrastare il coronavirus, i consumi privati (+4,1 %), che avevano subito un marcato calo nel semestre invernale, sono nuovamente saliti. Le spese per i consumi delle economie domestiche sono state maggiori in quasi tutti i comparti. Ancora più consistenti sono stati gli aumenti a livello di consumi dello Stato (+5,5 %), dettati dalle spese eccezionali sostenute per contrastare la pandemia. Dopo un trimestre negativo, anche gli investimenti in beni di equipaggiamento (+1,6 %) si sono ripresi. Nel complesso, la domanda interna è aumentata fortemente, accompagnata da un leggero incremento delle importazioni*** (+0,5 %). L'unica componente della domanda interna a subire uno stallo è stata quella degli investimenti edili (+0,1 %), in linea con lo sviluppo contenuto dell’edilizia (−0,3 %).

Nel settore dell'industria manifatturiera (+0,9 %), l’andamento si è normalizzato dopo il forte trend di recupero dei trimestri precedenti. Il valore aggiunto, che era già salito sopra il livello pre-crisi nel 1° trimestre, nel 2° trimestre lo ha superato del 4,7 %. Infine, il rallentamento della crescita dell'industria e del commercio a livello mondiale ha rallentato in parte l'industria svizzera. Le esportazioni di beni industriali sensibili all’andamento congiunturale, come macchinari e strumenti di precisione, sono diminuite. L'industria chimico-farmaceutica è stata invece di nuovo in grado di espandersi fortemente. Allo stesso modo, le esportazioni di merci**** (+0,3 %) hanno registrato un lieve incremento nonostante il calo del commercio di transito.

 

* Tasso di variazione reale rispetto al trimestre precedente. Al netto degli eventi sportivi, la crescita del PIL è stata del +1,6 % nel 2° trimestre, mentre nel 1° trimestre aveva accusato un calo del -0,4 %.
** Al netto degli eventi sportivi: +20,7 %
*** Servizi e merci esclusi gli oggetti di valore
**** Esclusi gli oggetti di valore

 

Fonte: https://bit.ly/3ocidNJ

 

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Giovedì 30 Settembre 2021

La fiducia nell’economia ceca segna un netto miglioramento

L’indice di fiducia nell’economia ceca ha registrato in aprile una forte ripresa rispetto a marzo e ad aprile dello scorso anno. Lo indica l’Ufficio di Statistica ceco.

Rispetto a marzo l’indice complessivo è risalito di 7,7 punti a 94,7 punti. Di oltre sette punti è aumentato l’indice di fiducia tra le imprese e di quasi dieci punti quello tra i consumatori. Tra le persone sono diminuite le valutazioni negative sull’andamento dell’economia ed è calata anche la preoccupazione che riguarda la crescita della disoccupazione. Rimangono stabili le valutazioni della situazione finanziaria personale.

Nel settore imprenditoriale la fiducia è cresciuta soprattutto a causa di maggiori attese di commesse e di volumi produttivi, specifica l’Ufficio di Statistica. L’unico calo dell’indice, di ben 5,5 punti, è stato registrato nell’edilizia. Il clima di fiducia è invece cresciuto di otto punti nel commercio e di 8,6 punti nei servizi. Nell’industria l’indice è aumentato di quasi sette punti a 102,3 punti. Migliorano le valutazioni e le attese degli ordini e volumi produttivi. Il tasso di impiego dei mezzi produttivi è all’85 %, meno che nei mesi precedenti. Le imprese pianificano una forte ripresa di investimenti, che dovrebbero crescere nel 2021 dell’11 %.

Fonte: https://bit.ly/3icrlho

 

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Giovedì 30 Settembre 2021

Svizzera: il Consiglio federale approva l'accordo sui frontalieri

Adottato il messaggio sull'intesa firmata in dicembre tra Svizzera e Italia.

Il nuovo accordo sui frontalieri tra la Svizzera e l'Italia ha il sostegno del Consiglio federale, che ha adottato il messaggio per la sua approvazione. Con la nuova intesa raggiunta, che contribuisce a mantenere i buoni rapporti tra i due Paesi, la Confederazione tratterrà l'80% dell'imposta alla fonte ordinaria prelevata sul reddito dei nuovi frontalieri che lavoreranno in Svizzera, che poi verranno tassati in via ordinaria anche in Italia.

I "nuovi frontalieri" sono le persone che entrano nel mercato del lavoro transfrontaliero dopo l'entrata in vigore dell'accordo. I frontalieri che hanno lavorato in Ticino, nel canton Grigioni e in Vallese, prima dell'entrata in vigore del testo, continueranno ad essere tassati esclusivamente in Svizzera, la quale verserà ai Comuni italiani di confine fino all'anno fiscale 2033 una compensazione finanziaria del 40% dell'imposta alla fonte prelevata nel Paese.

Sempre secondo l’accordo, in futuro il «lavoratore frontaliere» includerà coloro che risiedono entro 20 chilometri dalla frontiera e che, in linea di massima, rientrano ogni giorno al loro domicilio. Tale nuova definizione si applica a tutti i frontalieri (nuovi e attuali) a partire dall’entrata in vigore dell’accordo.

L’intesa, secondo il Consiglio federale, migliora sensibilmente l’attuale regolamentazione dell’imposizione dei lavoratori frontalieri e contribuisce a mantenere i buoni rapporti tra i due Paesi.

Per l’entrata in vigore dell’accordo manca ora l’approvazione da parte del Parlamento italiano.

Fonte: https://bit.ly/3oc6Chr

 

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Giovedì 30 Settembre 2021

Praga: terza regione più ricca nell’Unione Europea

La città di Praga capitale è stata nel 2019 la terza regione più ricca nell’Unione Europea. Lo indicano i dati diffusi dall’Eurostat.

La ricchezza della capitale ceca espressa in PIL pro capite calcolato sulla base del potere d’acquisto era pari al 205% della media dell’Unione Europea. Un dato superiore è stato registrato solo in Lussemburgo e in Irlanda. Il dato di Praga è stabile rispetto al 2018 e in miglioramento di circa tredici punti rispetto al 2010.

Come spiega l’Eurostat i dati fortemente oltre la media dell’intera Unione Europea sono spesso il risultato dell’affluenza di molti lavoratori specializzati o della sede di aziende multinazionali nel dato territorio.

La Repubblica Ceca è in convergenza rispetto alla media dell’Unione Europea. Il dato per l’intero paese è del 93% della media UE, mentre dieci anni prima era pari all’84%. Oltre a Praga altre due macroregioni registrano un valore superiore all’ottanta percento: la Boemia Centrale e la Moravia meridionale con le Alture boemo-morave (Vysočina). Il dato più basso, il 64%, è invece registrato nel nordovest della Boemia (regioni di Karlovy Vary e Ústí nad Labem).

Fonte: https://bit.ly/3o727Vw

 

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Giovedì 30 Settembre 2021

La situazione sul mercato del lavoro svizzero nel mese di luglio 2021

I disoccupati registrati in luglio 2021 - Secondo i rilevamenti effettuati dalla Segreteria di Stato dell’economia (SECO), alla fine di luglio 2021 erano iscritti 128’279 disoccupati presso gli uffici regionali di collocamento (URC), ossia 3’542 in meno rispetto al mese precedente. Nel mese in rassegna, il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al 2,8%. Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, il numero di disoccupati è diminuito di 20’591 unità (-13,8%).

Disoccupazione giovanile
Il numero di giovani disoccupati (15-24 anni) è aumentato di 438 unità (+3,7%) arrivando al totale di 12’201, ciò che corrisponde a 5’694 persone in meno (-31,8%) rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

Disoccupati di 50-64 anni
Il numero dei disoccupati di 50-64 anni è diminuito di 1’291 persone (-3,2%), attestandosi a 39’142. In confronto allo stesso mese dell’anno precedente ciò corrisponde a una diminuzione di 388 persone (-1,0%).

Persone in cerca d’impiego
Complessivamente le persone in cerca d’impiego registrate erano 219’183, 7’454 in meno rispetto al mese precedente e 16’579 (-7,0%) in meno rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.

Posti vacanti annunciati
Il 1° luglio 2018 è stato introdotto in tutta la Svizzera l’obbligo di annunciare i posti vacanti per i generi di professioni con un tasso di disoccupazione pari almeno all’8%; dal 1° gennaio 2020 questo valore soglia è stato ridotto al 5%. Il numero dei posti annunciati all’URC è diminuito in luglio di 3’905 raggiungendo le 56’812 unità. Dei 56’812 posti, 43’219 sottostavano all’obbligo di annuncio.

Lavoro ridotto conteggiato nel mese di maggio 2021
Nel mese di maggio 2021 sono state colpite dal lavoro ridotto 257’467 persone, ovvero 46’817 in meno (-15,4%) rispetto al mese precedente. Il numero delle aziende colpite è diminuito di 5’502 unità (-13,4%) portandosi a 35’517. Il numero delle ore di lavoro perse è diminuito di 4’988’144 unità (-23,8%), portandosi a 15’985’544 ore. Nel corrispondente periodo dell'anno precedente (maggio 2020) erano state registrate 57’933’292 ore perse, ripartite su 890’890 persone in 109’988 aziende.

Persone che hanno esaurito il loro diritto all’indennità nel mese di maggio 2021
Secondo i dati provvisori forniti dalle casse di disoccupazione, nel corso del mese di maggio 2021, 46 persone hanno esaurito il loro diritto alle prestazioni dell’assicurazione contro la disoccupazione. Ogni persona assicurata che al 1° marzo 2021 non ha ancora esaurito le sue indennità giornaliere beneficerà al massimo di 66 indennità giornaliere supplementari per il periodo dal 1° marzo 2021 al 31 maggio 2021.

Fonte: https://bit.ly/3lWzzLG

 

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Mercoledì 29 Settembre 2021

Cresce l'utile della Banca Nazionale Svizzera

La Banca nazionale svizzera (BNS) è riuscita ad aumentare nettamente i suoi ricavi nel primo semestre del 2021: con 43,5 miliardi di franchi, l'utile dell’istituto è aumentato del 55,6% in un anno.

L’utile sulle posizioni in valuta estera è ammontato a 44,5 miliardi di franchi, mentre sulle disponibilità in oro è risultata una perdita pari a 1,4 miliardi di franchi. Il beneficio finanziario sulle posizioni in franchi è stato complessivamente pari a 0,6 miliardi di franchi.

Il risultato della Banca nazionale dipende prevalentemente dall’andamento dei mercati dell’oro, dei cambi e dei capitali.

Fonte: http://www.ccis.ch/it/news.aspx?id=1440

 

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Mercoledì 29 Settembre 2021

Congiuntura svizzera: seppur attenuato, permane l’ottimismo

Gli analisti finanziari rimangono ottimisti riguardo all’andamento della congiuntura elvetica, meno però di quanto lo fossero nei mesi scorsi. A pesare sono le incognite della variante delta della pandemia di coronavirus.

L’indice sulle prospettive economiche calcolato da Credit Suisse e da CFA Society Switzerland sulla base di un sondaggio fra gli esperti si è attestato in luglio a 42,8 punti, valore di 8,5 punti inferiore a quello di giugno, come riportato dai dati pubblicati ad agosto.

In sostanza, questo significa che sono comunque più numerosi gli specialisti che nei prossimi sei mesi si aspettano un rafforzamento della dinamica economica di quelli che puntano sull’evoluzione opposta. L’indice era a 8,3 nel gennaio 2020 e - con lo scoppio della pandemia di coronavirus - era crollato a -45,8 nel marzo 2020, per poi risalire nei mesi successivi; nel maggio di quest’anno era stato toccato il valore record di +72,2 punti.

Tornando a luglio 2021 e scendendo nei dettagli, il 40,0% degli interrogati è convinto che nei prossimi sei mesi non vi saranno cambiamenti nella situazione congiunturale, il 51,4% si aspetta un miglioramento e l’8,6% pronostica un peggioramento (valori che determinano poi l’indice complessivo: 51,4 meno 8,6 = 42,8).

Rispetto a giugno calano gli ottimisti (-7,6 punti), aumentano leggermente i pessimisti (+0,9%) e si infoltiscono le file di coloro che puntano sullo status quo (+6,7 punti). Un po’ più negativo, nel confronto mensile, è anche il giudizio sulla situazione attuale, con un indice a 37,2 punti (-6,4 punti).

Il peggioramento delle stime per il futuro elvetico si accompagna a un’analisi analoga - e in parte ancora più marcata - per l’Eurozona (-16,4 punti a 40,0 punti), Stati Uniti (-32,4 a 8,6 punti) e Cina (-9,2 punti a 11,8 punti).

Tornando entro i confini elvetici aumentano gli esperti che si aspettano un incremento dell’inflazione (+15 punti al 69%). Una quota non indifferente (17%) non prevede però cambiamenti e qualcuno (14%) scommette su una contrazione.

I tassi sono attesi fermi nel corto termine (80%); nessuno li pensa in calo e solo una minoranza (20%) vede all’orizzonte un aumento. Sul lungo termine però il 77% ipotizza una progressione: meno consistente è la quota di chi non scorge mutamenti (23%) e nessuno prende in conto una flessione.

Il 47% degli interrogati prevede inoltre una progressione dell’indice di borsa SMI, mentre il 38% punta su valori stabili e il 15% su una flessione. Riguardo ai cambi, il 51% del campione ritiene che non vi saranno cambiamenti nel corso euro/franco, il 26% si aspetta un indebolimento del franco e il 23% un rafforzamento. Sul fronte della disoccupazione il 15% vede una crescita dei senza lavoro, il 44% una stagnazione e il 41% un calo.

Al sondaggio, effettuato fra il 15 e il 22 luglio, hanno partecipato 35 analisti.

Fonte: http://www.ccis.ch/it/news.aspx?id=1439

 

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Mercoledì 29 Settembre 2021

I prezzi in Repubblica Ceca sono cresciuti di oltre il 3%

Lo scorso anno in Repubblica Ceca il tasso d’inflazione è rimasto superiore al 3 %. Lo indicano le rilevazioni dell’Ufficio di Statistica Ceco.

L’inflazione è cresciuta lo scorso anno del 3,2 %. Il dato è in aumento rispetto al 2019 ed è il più alto dal 2012. Il tasso d’inflazione è stato trainato dal forte aumento dei prezzi nel comparto alimentare e delle spese per l’abitazione. Unico comparto che registra un contributo negativo è quello delle poste e telecomunicazioni.

Il tasso d’inflazione ha registrato una frenata a fine anno. Nel quarto trimestre l’aumento dei prezzi è diminuito al 2,6 % rispetto al 3,3 % del terzo trimestre. A dicembre il tasso d’inflazione si è fermato al 2,3 %, di molto inferiore rispetto alle previsioni della Banca Nazionale Ceca. “Nel corso di quest’anno il tasso d’inflazione calerà ulteriormente” prevede l’istituto nazionale.

Fonte: https://bit.ly/3kIKaKD

 

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