Venerdì 9 Maggio 2025
Vai al Contenuto Raggiungi il piè di pagina
Quali sono le professioni più richieste dal mercato del lavoro in Svizzera? Lo svela un recente sondaggio che mette in relazioni le offerte di lavoro e i posti vacanti registrati nella Confederazione Elvetica.
Emerge che la Svizzera diventa appetibile sia per i giovani lavoratori che vogliano provare una nuova esperienza di vita, che per le PMI, più o meno strutturate, che qui possono trovare terreno fertile per ampliare il proprio business attraverso l’export di beni e servizi.
Tra le figure professionali più richieste c’è quella dello sviluppatore web ma anche quella dell’ingegnere (di vario ordine e grado). Non mancano poi le proposte di lavoro manuale come il carpentiere e il manovale specializzato in cantieristica. Opzioni che potrebbero essere soddisfatte dall’offerta Made in Italy, messa in campo dalle numerose aziende italiane, che svolgono anche lavori all’estero e che, attraverso il distaccamento dei lavoratori, potrebbero efficacemente rispondere alla domanda elvetica.
La lista delle professioni più richieste in Svizzera continua con le voci “insegnanti qualificati” e “personale sanitario”.
Ragguardevole il salario medio erogato che oscilla tra i 6mila e i 9mila franchi svizzeri al mese. A questi emolumenti vanno però sottratti i costi della vita che, nel territorio svizzero, sono sensibilmente più alti di quelli italiani. Vanno infatti considerati l’affitto di casa le spese per l’assicurazione sanitaria obbligatoria, i prezzi dei beni di consumo e quelli per soddisfare le attività per il tempo libero.
Un calcolo che professionisti e aziende italiane devono fare, se vogliono espandere il proprio business oltralpe, considerando che la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera è a disposizione per consulenze specifiche legate all’internazionalizzazione, ai servizi per le imprese, all’apertura di una rappresentanza fiscale sul territorio.
Fonte: http://tinyurl.com/bde7ufwk
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)
Il presidente ad interim della Repubblica, Geraldo Alckmin, ha affermato che il contesto internazionale fa del Brasile “la grande alternativa” per un mercato che cerca sempre più, oltre alla qualità e al buon prezzo, prodotti ecocompatibili.
Durante la sua partecipazione al convegno Il Powershoring e la Neoindustrializzazione Verde del Brasile – Prospettive, Potenziale, Politiche Pubbliche e Private, promosso dalla Confederazione Nazionale dell'Industria (CNI), a Brasilia, Alckmin ha elencato una serie di fattori che rappresentano vantaggi competitivi per il Paese che, secondo lui, è già il quinto ad attrarre investimenti diretti.
La questione ambientale – e la conferma, soprattutto da parte dei Paesi ricchi, dei suoi effetti dannosi sul clima – rappresenterà, per il Brasile e altri Paesi con foreste nel loro spazio geografico, vantaggi finora senza precedenti, ha affermato Alckmin.
“La domanda è sempre stata 'dove posso farlo bene e a buon mercato?' Ora è 'dove posso produrre bene, a buon mercato e compensare le emissioni di carbonio?' E poi il Brasile è la grande alternativa. Avremo una grande opportunità. Siamo già il quinto Paese al mondo ad attrarre investimenti diretti, e questo può crescere enormemente. La neo-industrializzazione è esattamente questo, innovazione e verde”, ha affermato il presidente ad interim.
CBA
Secondo Alckmin, il Centro di Biotecnologia dell’Amazzonia (CBA), che da 21 anni si occupa di ricerca e crea nuovi prodotti con materie prime dell'Amazzonia, giocherà un ruolo importante in questo contesto. Tra i prodotti che sono al centro di questo centro ci sono alimenti, bevande, medicinali, cosmetici e prodotti farmaceutici. Funziona anche per formare i residenti delle comunità tradizionali.
“Abbiamo un nuovo modello e un contratto di gestione con il CBA per fare un altro passo verso la trasformazione della biodiversità amazzonica in occupazione e reddito. Con lo scopo di diventare brevetto, diventare impresa e diventare prodotto”, ha aggiunto.
Alckmin ha ricordato che, attualmente, il mondo dipende principalmente da tre foreste tropicali, situate in Brasile, Congo e Indonesia. “Poiché la foresta pluviale amazzonica è di gran lunga la più grande e la più importante”.
Ha aggiunto che il governo ha agito per continuare il compito permanente di lavorare sulla proprietà terriera e combattere la deforestazione. Un altro compito menzionato dal presidente ad interim è la decarbonizzazione.
“E poi abbiamo già un progetto di successo, che è il biodiesel. Il presidente Lula, nel suo primo mandato, ha lanciato il B3, per scambiare il 3% del gasolio con olio vegetale, come quello di soia, di ricino, di palma, di girasole o grasso animale. È stato un successo. Si è passato al B7, B10, B13 e arriverebbe al B15, ma lo scorso anno è stato ridotto al B10, riducendo la presenza di bio nel gasolio. Quest'anno è tornato al B12. L'anno prossimo si passerà al B13 e poi al B14 per poi arrivare al B15 e poi al B20”, ha ricordato.
Alckmin ha ribadito che il Brasile non importa più gasolio, per mantenere la strategia di sostituirlo sempre più con olio vegetale prodotto nel Paese stesso, come avviene per l'olio di soia.
“C'è anche l'etanolo, che è una realtà. L'auto flessibile è un motivo di orgoglio brasiliano. La nostra benzina è l'unica che ha il 27% di etanolo e c'è uno studio per raggiungere il 30%. Ecco perché emettiamo meno [gas inquinanti]. Se lo portiamo dal pozzo alla ruota, l'etanolo puro inquina meno anche dell'auto elettrica, perché deve tener conto di come è fatta questa batteria e di quale energia viene utilizzata per produrla”, ha affermato ribadendo che biodiesel ed etanolo rappresentano “grandi possibilità” per il futuro del Paese.
“Il mondo intero cambierà il cherosene degli aerei con carburanti sostenibili, e il Brasile e gli Stati Uniti sono i due grandi protagonisti in quest'area. Se gareggiamo nella ricerca e nell'innovazione, ne usciremo avanti", ha aggiunto.
Fonte: http://tinyurl.com/3v2wcp74
(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)
La crescita vertiginosa delle vendite di pompe di calore si è arrestata quest’anno, cedendo il passo a un calo altrettanto importante.
La crescita passata e le previsioni
Secondo un articolo di Tekniq Arbejdsgiverne risalente all’11 marzo 2022, circa 21000 pompe di calore ad acqua sarebbero state vendute nel 2021 in Danimarca, per un aumento del 56% rispetto all’anno precedente. La crescente conversione delle pompe ad olio e delle caldaie a gas a pompe di calore avrebbe fatto sì che nel biennio precedente al 2021 il numero delle pompe di calore ad aria, acqua e geotermiche vendute aumentasse del 50% ogni anno. La tendenza sarebbe continuata nel 2022, con la vendita di circa 40000 impianti ad acqua.
Numerose compagnie impegnate nel settore delle installazioni stavano cercando di aumentare il proprio personale. Ciononostante, secondo le stime di Tekniq Arbejdsgiverne l’installazione costante di una pompa di calore alla settimana per ciascuno dei 1200 installatori approvati sarebbe stata sufficiente a coprire la domanda.
Le stesse stime prevedevano che le vendite avrebbero raggiunto le 50 000 unità negli anni successivi. La decisione dell’Agenzia Danese per l’Energia di cambiare la distribuzione dei sussidi, riportata da Tekniq il 16 marzo 2022, sembrava dare fondamento a questa ipotesi. Dei 300 milioni di corone disponibili (40,26 milioni di euro al cambio attuale), 240 erano stati destinati a progetti di sostituzione di caldaie a gasolio o metano. Secondo l’Agenzia Danese per l´Energia, durante il primo giorno di apertura del fondo circa 7000 proprietari di casa avrebbero mandato candidature per circa 130 milioni di corone (17,45 milioni di euro).
La situazione attuale
Le nuove cifre rilasciate dall’Agenzia Danese per l’Energia fanno però cadere le previsioni degli anni passati. Nel secondo semestre 2023, le vendite di pompe di calore ad acqua sarebbero calate del 33% rispetto al 2022, da 9835 a 6586.
Secondo Troels Blicher Danielsen, CEO di TEKNIQ Arbejdsgiverne, questo costituirebbe una notizia incredibilmente negativa per la “trasformazione verde” della società, specialmente per quanto riguarda l’utilizzo di fonti di riscaldamento ecologiche.
Le possibili cause
Gli installatori avrebbero avvertito da tempo un calo della domanda da parte dei clienti, con appuntamenti rimandati o cancellati. Una possibile spiegazione potrebbe risiedere nel fatto che il fondo per le pompe di calore sia stato rimandato. Il fondo avrebbe dovuto essere aperto all’inizio dell’anno, ma verrà rilasciato solo a metà settembre. Questo potrebbe aver portato i consumatori a posporre i piani di cambiamento delle fonti di riscaldamento.
Il futuro
Secondo Troels Blicher Danielsen, i 250 milioni di corone del fondo faranno ripartire le conversioni, ma sarebbe comunque probabile che il rallentamento del mercato continui nel prossimo trimestre. Il CEO ritiene infatti che ci voglia tempo per invertire la tendenza una volta che si sia bloccata.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
Si riporta di seguito il report che illustra i punti di forza dell'economia del Texas aggiornati al primo semestre 2023.
(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce of Texas)
Per la prima volta in oltre un decennio, il Texas ospita il maggior numero di aziende Fortune 500 della nazione, e Houston è ora la sede della più grande concentrazione di Fortune 500 nello Stato della Stella Solitaria grazie a diversi recenti trasferimenti da altri Stati.
La lista Fortune 500 2022 classifica le più grandi aziende degli Stati Uniti in base al fatturato dell'anno fiscale 2021. Ventiquattro aziende nell'elenco di quest'anno hanno sede nell’area metropolitana di Houston, di cui 21 entro i confini della città. In tutto lo Stato, 53 aziende sono entrate nell'elenco di quest'anno.
L'elenco del 2022 indica per la prima volta che due aziende di Fortune 500, NRG Energy e Hewlett Packard Enterprise (HPE), sono state inserite nella colonna di Houston. NRG ha annunciato nel maggio 2021 che avrebbe trasferito la sua sede centrale da Princeton, NJ a Houston. HPE ha completato il trasferimento della propria sede da San Jose, in California, all'area di Spring all'inizio di quest'anno.
ExxonMobil, che occupa il sesto posto nella classifica Fortune 500, ha annunciato all'inizio di quest'anno che avrebbe trasferito la sua sede centrale dall'area di Dallas a Houston. Il trasferimento non dovrebbe essere completato prima del 2023 e l'azienda rimane nell'elenco di quest'anno nella zona di Dallas.
Tra gli Stati con la maggiore concentrazione di aziende di Fortune 500, New York è scesa al secondo posto nella classifica di quest'anno con 51 aziende, dopo sette anni di permanenza al vertice. La California è al terzo posto con 50 aziende.
Un totale di 97 aziende texane è entrato nell'elenco allargato di Fortune 1000 quest'anno. Quarantatré di queste hanno sede nell'area di Houston.
(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce of Texas)
18-22 ottobre 2023 Dallas Fashion week
Organizzata dalla società the Bureau Fashion Week, produttore leader di fashion week, che organizza eventi di moda in diverse città, tra cui New York, Los Angeles, Dallas e Miami. The Bureau Fashion Week offre un palcoscenico dinamico a stilisti affermati, talenti emergenti e leader del settore.
La Dallas Fashion Week™ è uno degli eventi più importanti del Paese e rappresenta un'opportunità entusiasmante per gli appassionati di moda e i professionisti del settore. L'evento si svolge nell'arco di tre giorni e comprende diverse sfilate, spazi per i venditori, tavole rotonde, dimostrazioni di prodotti ed eventi lifestyle.
Uno dei punti salienti della Dallas Fashion Week™ è rappresentato dalle molteplici passerelle che presenteranno gli ultimi modelli di moda di stilisti emergenti e affermati.
Gli spazi dedicati ai venditori della Dallas Fashion Week™ offrono ai professionisti del settore della moda una piattaforma per presentare i loro prodotti e servizi. Dagli stilisti ai proprietari di boutique, dai parrucchieri ai truccatori, gli spazi dei venditori offrono ai partecipanti un'opportunità unica di entrare in contatto con la comunità della moda.
Oltre alle sfilate e agli spazi dedicati ai venditori, la Dallas Fashion Week™ prevede anche dibattiti e dimostrazioni di prodotti.
Per info: https://thesocietyfashionweek.com/fashion-week-dates/dallas-fashion-week-october/
24-27 ottobre 2022 Dallas apparel & accessory market
Si tratta di un evento che si ripete ogni 5 anni e che ospita migliaia di linee di abbigliamento femminile all'ingrosso, accessori moda, calzature, prodotti di bellezza e benessere emergenti e affermati in decine di categorie.
Per info: https://dallasmarketcenter.com/markets/
(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce of Texas)
Il governo britannico ha recentemente annunciato un nuovo hub per le piccole imprese in cerca di supporto nella riduzione delle emissioni di carbonio. Il Business Climate Hub, una collaborazione tra governo, imprese e gruppi industriali, sarà il partner britannico dello SME Climate Hub, un'iniziativa globale istituita nel 2020 per consentire alle PMI di tutto il mondo di intraprendere azioni a sostegno della transizione climatica.
Una ricerca pubblicata lo scorso anno da Sage e dalla Camera di commercio internazionale (ICC) ha rivelato che le PMI generano il 44% delle emissioni di gas serra (GHG) non domestiche in UK. L’obiettivo del nuovo Business Climate Hub del Regno Unito sarà aiutare queste imprese a ridurre il proprio consumo energetico.
In occasione del lancio del nuovo hub, il ministro per la Sicurezza Energetica e Net-Zero Graham Stuart, ha dichiarato: “Sempre più aziende stanno riconoscendo i vantaggi commerciali del raggiungimento del Net-Zero e siamo determinati a dar loro la possibilità di farlo. Il nuovo UK Business Climate Hub è uno sportello unico in cui le aziende potranno trovare consigli pratici per ridurre il proprio impatto climatico e risparmiare sulle bollette energetiche”.
Il nuovo hub offre suggerimenti pratici e indicazioni in otto aree che vanno dall'uso dell'energia domestica e degli edifici, ai veicoli elettrici e ai trasporti, dalla catena di fornitura, alle etichette e alle certificazioni dei prodotti. L'hub è stato approvato dal nuovo Net Zero Council, un organismo creato all'inizio di quest'anno che riunisce leader aziendali con responsabili politici e governativi.
Jane Tait, consulente doganale presso l'Institute of Export and International Trade (IOE&IT) specializzata in questioni relative ai fattori ESG, ha affermato: “Il settore delle PMI è la chiave per la crescita economica del Regno Unito e rientra nell'agenda governativa per livellare il paese. Il giusto sostegno consentirà alle PMI di uniformarsi maggiormente alle linee ESG, affinché i futuri finanziamenti green diventino una realtà".
(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)
La scarsa diffusione delle auto elettriche è dovuta alla mancanza degli incentivi pubblici. Lo hanno detto al quotidiano MF Dnes gli esperti del settore dei trasporti.
La quota delle auto elettriche sulle nuove immatricolazioni si è fermata nella prima metà di quest’anno in Repubblica Ceca al 2,6%. Si tratta di uno dei dati più bassi in tutta l’Unione Europea. Al vertice delle vendite delle auto elettriche ci sono i paesi del nord, come Danimarca, Svezia o Finlandia, con quote superiori al 30%.
A determinare il gap secondo gli esperti sono gli incentivi pubblici. Il governo, tuttavia, per ora non prevede l’introduzione degli incentivi per le persone fisiche, mentre sarà varato un programma a sostegno della mobilità elettrica nelle aziende.
Fonte: http://tinyurl.com/3ex29j5x
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
La crescita dell’economia ceca ha registrato una fase di rallentamento nel secondo trimestre. Lo indica la prima stima del Pil dell’Ufficio di Statistica Ceco.
Nel secondo trimestre il Pil ha registrato un aumento dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e un calo dello 0,6% rispetto a un anno fa. A influire negativamente sul dato anno su anno è stata l’evoluzione negativa dei consumi delle famiglie e degli investimenti. “Continua un effetto positivo della domanda estera” ha indicato Vladimír Kermiet dell’ufficio di statistica.
Secondo gli analisti i dati del secondo trimestre indicano una stagnazione dell’economia ceca.
Fonte: http://tinyurl.com/sm4vr3a4
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
In base ai dati di nehnutelnosti.sk i prezzi degli appartamenti bilocali nei capoluoghi di regione sono diminuiti nel secondo trimestre tra il 3% ed il 22% su base annua. Nel caso dei trilocali, il calo è stato del 3-17%. I prezzi più bassi si sono registrati a Prešov e Košice. I prezzi degli appartamenti sono in calo da 12 mesi e sono tornati ai livelli del 2021. Tuttavia, il ritmo trimestrale del calo si è dimezzato nel 2° trimestre rispetto al 1° trimestre, indicando una graduale stabilizzazione dei prezzi. Per gli appartamenti più piccoli, il calo ha raggiunto la doppia cifra in più della metà delle regioni e dei distretti cittadini slovacchi. A parte il fenomeno del centro di Bratislava (zona Bratislava I), dove gli appartamenti più grandi hanno visto un aumento dei prezzi del 14% rispetto all'anno precedente, i valori sono diminuiti in tutta la Slovacchia. Bratislava regge, comunque, bene anche per i bilocali, con una media di riduzione dei prezzi di appena il 5%.
I maggiori cali di prezzo nel corso dell'anno si sono verificati a Prešov (del 16,77%), Trenčín (del 15,79%), nei quartieri di Košice fuori dal centro (dal 10,22 al 14,06%) e a Trnava (del 13,07%).
I tassi ipotecari potrebbero aumentare di 0,2-0,3 punti verso il 5%, secondo Zdenko Štefanides, capo economista della banca VÚB. Questo dovrebbe essere il livello finale, che riflette pienamente i due ulteriori aumenti dei tassi della BCE previsti per quest'anno. L'aumento dei tassi avrà certamente delle ripercussioni sul mercato immobiliare slovacco.
Secondo i dati della NBS il volume dei nuovi mutui è salito leggermente a maggio 2023 a 783 milioni di euro, ma è ancora un terzo più basso su base annua. A maggio, i tassi sui nuovi mutui sono aumentati al 4,3%, mentre il tasso medio per i rifinanziamenti è stato del 3,4%. Per ora quindi non sembra che il volume dei mutui sia diminuito in modo tale da essere la principale causa del calo dei prezzi delle case. Anche i tassi di interesse sui prestiti al consumo sono in aumento.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Slovacca)