Venerdì 9 Maggio 2025
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Il post pandemia è stato un momento di grande crescita economica a Rosario, e i numeri cominciano a mostrare il volume di questa ripresa: dal 2020 sono arrivati in città 85 nuovi investimenti industriali. Il contesto macroeconomico e gli incentivi locali sono alcune delle chiavi che spiegano il fenomeno.
Il 40% delle 85 aziende sono progetti di logistica: aziende che si dedicano a questo settore, o che hanno una componente importante della loro attività, oltre alla lavorazione e alla produzione, anche nella distribuzione e nello stoccaggio. Nell'ambito degli attuali nuovi modelli di business, la tendenza verso l'e-commerce fa sì che molte aziende moltiplichino i loro investimenti nei centri di distribuzione e smistamento delle merci. L'altro 60% sono imprese industriali: aziende che si trasferiscono o si insediano per la prima volta individualmente in parchi industriali. In generale si tratta di progetti di tipo associativo.
Il fenomeno dell'arrivo di questo tipo di investimenti ha iniziato a verificarsi nel 2020, ma soprattutto dal 2021 in poi, con lo sviluppo di normative che promuovono il radicamento industriale in città con procedura semplificata e l’approvazione dell’ordinanza vincolata alla promozione del suolo industriale con sconti sugli oneri fiscali. Alla luce di questi sviluppi, appare evidente come vi siano molteplice opportunità d'investimento per le imprese italiane.
(Contenuto editoriale a cura della Cámara de Comercio Italiana de Rosario)
Il 31 luglio scorso, il Ministro della Cultura e del Turismo, Mehmet Nuri Ersoy, ha annunciato che nel primo semestre del 2023, il numero di turisti in Turchia, pari a oltre 22 milioni (19,6 stranieri e 3,3 turchi residenti all’estero), è aumentato del 17% rispetto allo stesso periodo del 2022. In particolare, si è registrato un incremento dei visitatori sia stranieri (+19,88%) sia turchi residenti all’estero (+5,1%).
In termini di provenienza geografica, nei primi sei mesi del 2023, i turisti russi si sono collocati al primo posto (2,6 milioni), seguiti da tedeschi (2,2 milioni), inglesi (1,4 milioni), bulgari (1,3 milioni) e iraniani (1 milione).
Nel giugno 2023, secondo i dati provvisori pubblicati dal Ministero della Cultura e del Turismo il 23 luglio scorso, il numero di turisti stranieri, pari a 5,6 milioni, è aumentato dell’11,3% rispetto allo stesso mese del 2022. Le prime cinque destinazioni turistiche sono state Antalya (36,6%), Istanbul (29,1%), Muğla (9,4%), Edirne (7,8%) e Izmir (3,2%).
Il Ministro Ersoy, inoltre, ha reso noto che nel primo semestre del 2023, le entrate per il settore turistico sono aumentate del 27% rispetto al medesimo periodo del 2022, attestandosi alla cifra di USD 21,7 mld.
Tuttavia, il Ministro ha constatato che i tassi di occupazione degli alberghi di alta categoria sono stati inferiori alle aspettative, anche a causa dell'impatto dei terremoti del 6 febbraio scorso, oltre che dei “consistenti acquisti immobiliari da parte di cittadini russi”.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
“Al termine di un complesso e fruttuoso processo di consultazione, la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) e la Turkish Football Federation (TFF) hanno deciso di unire gli sforzi proponendo alla Uefa l’organizzazione congiunta di Euro 2032”. Con queste parole, ha inizio il comunicato stampa con cui il 28 luglio scorso la FIGC ha annunciato la candidatura di Italia e Turchia a organizzare insieme i Campionati europei di calcio del 2032.
I due Paesi erano gli unici due candidati e la decisione di passare dalla competizione alla cooperazione è maturata dopo un incontro, avvenuto a Roma nei giorni precedenti, tra il Presidente della FIGC Gabriele Gravina e il suo omologo turco Mehmet Büyükeksi.
“Se l'offerta congiunta soddisferà i requisiti di gara” – si legge nel comitato diffuso dalla UEFA – “essa sarà sottoposta al Comitato Esecutivo Uefa nel meeting del 10 ottobre, dove verranno designate le federazioni ospitanti per il 2028 e il 2032”.
Entusiasmo è stato espresso dai vertici di entrambe le federazioni nazionali. “Sarà una pietra miliare per la Turchia”, ha dichiarato il Presidente Büyükeksi, annunciando che, se la UEFA accetterà la formula presentata, la Turchia si ritirerà dalla competizione per gli Europei 2028, per i quali è altresì candidata.
Dal canto suo, il Presidente Gravina ha ribadito la “svolta storica”, sottolineando anche il valore extra-calcistico della decisione: “Il progetto, oltre ad avvicinare due realtà consolidate nel panorama calcistico europeo, esalta i valori di amicizia e cooperazione, coinvolgendo due mondi contraddistinti da profonde radici storiche, due culture che, nel corso dei millenni, si sono reciprocamente contaminate influenzando in maniera sostanziale la storia dell’Europa mediterranea. Il calcio vuole essere un ponte ideale per la condivisione delle passioni e delle emozioni legate allo sport".
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Secondo i dati diffusi dall’Agenzia ICE di Istanbul, tra gennaio e maggio 2023, l’interscambio tra Italia e Turchia, pari a USD 11,3 mld, ha registrato un incremento del 4,6% rispetto allo stesso periodo del 2022. In particolare, le esportazioni italiane verso la Turchia sono cresciute del 15,1% (da USD 5,3 mld a USD 6,1 mld), mentre le importazioni sono diminuite del 5,6% (da USD 5,5 a USD 5,2 mld). La bilancia commerciale mostra un saldo positivo in favore dell’Italia pari a USD 992,7 milioni.
Nell’arco temporale di riferimento, l’Italia si posiziona al sesto posto tra i partner commerciali della Turchia, risultandone il sesto fornitore (dopo Russia, Cina, Svizzera, Germania e Stati Uniti) e il terzo cliente (dopo Germania e Stati Uniti). Le esportazioni italiane costituiscono il 3,9% del totale delle importazioni turche, mentre le esportazioni da Ankara rappresentano il 5% delle importazioni complessive italiane. In ambito UE, l’Italia si colloca alla seconda posizione in termini di interscambio, preceduta da Berlino (USD 20.3 mld) e seguita da Parigi (USD 9.1 mld) e Madrid (USD 8.1 mld). Nell’area mediterranea, invece, Roma si conferma il primo partner commerciale di Ankara.
Nei primi cinque mesi del 2023, la dinamica dell’export italiano è stata trainata dalle vendite di “autoveicoli, trattori e parti di ricambio” (+83,4%), di “metalli e pietre preziose” (+73,7%) e di “strumenti e apparecchi di ottica, per fotografia e per cinematografia” (+45,2%). In calo, invece, l’export di “combustibili e oli minerari” (-55,2%), di “ferro e acciaio” (-31,2%) e di “articoli in ferro e acciaio” (- 28,2%). In termini assoluti, la principale voce del nostro export rimane rappresentata dai “macchinari e apparecchiature meccaniche”, in crescita del 23% rispetto allo scorso anno, con un valore di quasi USD 1.5 mld.
La dinamica dell’export turco mostra invece un calo negli acquisti italiani di “ferro e acciaio” (-56,2%) e di “materie plastiche” (-28,2%), a fronte di una crescita nel settore “autoveicoli, trattori e parti di ricambio” (+30,2%), che si conferma la principale voce tra le importazioni turche in Italia, con un valore di oltre USD 1,1 mld.
Nel confronto con i principali partner commerciali europei, nel periodo di riferimento, le esportazioni di Francia, Germania e Regno Unito verso la Turchia sono cresciute rispettivamente del 28,6%, del 18,3% e del 3,5%.
Complessivamente, l’interscambio della Turchia con il resto del mondo ha quasi raggiunto la cifra di USD 261 mld (+5,2%), con USD 158,5 mld di importazioni (+8,8%) e USD 102,5 mld di esportazioni (+0,1%), riportando così un disavanzo commerciale di USD 56 mld, in crescita rispetto a quello dei primi cinque mesi del 2022 (USD 43,3 mld).
Si segnalano, infine, gli incrementi delle esportazioni turche verso la Russia (+129,5%) e delle importazioni da Svizzera (+420% trainato dall’oro) ed EAU (+162,4%).
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Le esportazioni spagnole di agroalimentare e pesca nel 2022 hanno raggiunto una nuova cifra record di 68.018 milioni di euro, che rappresenta un aumento del 13,1% rispetto ai dati dell'anno precedente, 2021. Si tratta di uno dei dati principali pubblicato da Informe Anual de Comercio Exterior 2022 del Ministero spagnolo dell'Agricoltura, della Pesca e dell'Alimentazione, che spiega come l'invasione russa dell'Ucraina nel febbraio 2022 abbia proiettato effetti significativi sull'economia europea e mondiale, aggravati in campo agroalimentare al trattarsi di due grandi produttori mondiali.
Nello scenario attuale, caratterizzato dagli alti prezzi internazionali dei prodotti, le esportazioni dell'economia spagnola nel suo complesso sono aumentate del 23,6% rispetto al 2021. In questo contesto, il saldo della bilancia commerciale del settore agroalimentare e della pesca si è ridotto del 26%, attestandosi al + 13.869 milioni di euro. Un dato che si spiega per il notevole aumento del valore delle importazioni.
Un chiaro riflesso del ruolo importante svolto dal settore agroalimentare e della pesca nel commercio estero spagnolo è che le sue esportazioni hanno rappresentato il 17,5% dell'export spagnolo totale nel 2022 mentre le esportazioni del settore l'11,8%. In particolare, i principali sottosettori dell'export nel 2022 sono stati:
Per quanto riguarda le destinazioni delle esportazioni agroalimentari e ittiche nel 2022, il 64,1% delle esportazioni è andato verso l'Unione Europea (UE-27), con un aumento del 15% rispetto al 2021, e le esportazioni verso Paesi terzi hanno rappresentato il 35,9% del totale, in aumento del 9,9%.
In particolare, l'Italia è la terza destinazione dell'export agroalimentare spagnolo, con 6.779 milioni di euro (+15,6% rispetto al 2021), I prodotti maggiormente esportati al nostro Paese sono olio di oliva, molluschi, conserve di carne e pesce. Per quanto riguarda le importazioni, l'Italia occupa la quinta
posizione tra i principali fornitori della Spagna, con un valore di 2.407 milioni di euro (+20,2% rispetto al 2021).
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana per la Spagna)
L'inflazione, la disoccupazione e ora anche i tassi di interesse stanno diminuendo. Diversi indicatori hanno mostrato un miglioramento nel 2023 nell'economia brasiliana, ma ci sono ancora difficoltà per il decollo dell'economia del Paese. Gli economisti ascoltati da UOL affermano che i numeri sono più consistenti, ma che c'è ancora molto da migliorare.
I dati mostrano una più consistente ripresa degli indicatori. L'inflazione accumulata in 12 mesi è scesa al livello più basso in quasi 3 anni e la disoccupazione è scesa all'8%, il tasso più basso per un secondo trimestre dal 2014. Anche le proiezioni per la crescita economica sono state riviste al rialzo.
Il rating creditizio del Brasile è stato alzato da due agenzie internazionali di valutazione del rischio. Tra le giustificazioni per alzare il rating del Paese, Fitch e DBRS hanno citato i progressi nella riforma fiscale, il voto sul quadro fiscale e una "performance macroeconomica e fiscale migliore del previsto".
L'aspettativa, tuttavia, è che il PIL non sarà forte quest'anno. Il tasso di interesse a livelli elevati aiuta a controllare l'inflazione, ma mette anche sotto pressione i consumi e l'attività economica. L’attuale proiezione di mercato, secondo l'ultimo bollettino Focus della Banca Centrale, prevede una crescita economica del 2,24% nel 2023, in calo rispetto al 2,9% del 2022.
“Abbiamo ancora qualche incertezza nello scenario, ma maggiore ottimismo con la decelerazione dell'inflazione. Se non ci sarà un peggioramento dovuto alle condizioni meteorologiche o ai prezzi del petrolio, potremo persino avere un'inflazione all'interno dell'intervallo di tolleranza dell'obiettivo [nel 2023]". André Braz, economista presso il FGV Ibre (Istituto Brasiliano di Economia della Fondazione Getúlio Vargas).
“Guardando avanti, al di là degli impatti della politica, penso che possiamo essere ottimisti. Con la riforma fiscale, il quadro fiscale, che ha portato alla revisione del rating del Brasile, tutto questo crea le condizioni per una crescita sostenibile nel lungo termine”. Rafael Pacheco, economista di Guide Investimentos.
“Non direi che sta meglio degli ultimi mesi. Dalla seconda metà dello scorso anno abbiamo visto numeri molto più consistenti, non solo dal punto di vista dell'attività, del mercato del lavoro, ma l'inflazione ha iniziato a invertire questi picchi. È un ciclo di ripresa che è già in atto e che continua quest'anno”. Silvio Campos Neto, economista e partner di Tendências Consultoria.
Inflazione e tassi di interesse
Il Copom (Comitato per la Politica Monetaria) ha ridotto i tassi di interesse per la prima volta in tre anni. La Banca Centrale ha giustificato il calo di 0,5 punti percentuali al miglioramento dello scenario inflazionistico e ha sorpreso segnalando nuovi tagli della stessa entità nelle prossime riunioni.
Le approvazioni di questioni come il quadro fiscale, la riforma fiscale e il mantenimento dell'obiettivo di inflazione aiutano. Silvio Campos Neto, economista e partner di Tendências Consultoria, afferma che lo scenario attuale offre maggiori garanzie che l'inflazione sarà controllata. Banco Itaú, ad esempio, ha rivisto la sua proiezione del Selic (tasso di interesse base) a fine anno all'11,75% e ha inoltre valutato che "non è possibile escludere un'accelerazione alla fine dell'anno, o prima".
I prezzi del carburante possono rendere un po' difficile rallentare l'inflazione. Questo perché a luglio il governo ha ripreso la piena riscossione dei tributi che erano stati sbloccati lo scorso anno. Quando i carburanti diventano più costosi, tendono ad avere un impatto su molti altri prezzi, poiché la maggior parte dei trasporti in Brasile viene effettuata da camion che utilizzano gasolio per il rifornimento. Vale anche la pena ricordare che la benzina è la voce con il peso più alto nell'IPCA (Indice Nazionale Esteso dei Prezzi al Consumo).
"Ora è stato davvero creato l'ambiente giusto, con i fondamentali, in modo che la Banca Centrale possa ridurre i tassi di interesse in modo più coerente e sostenibile". Silvio Campos Neto, di Tendências Consultoria.
Disoccupazione
Il tasso di disoccupazione è sceso all'8%, ma il Paese ha ancora 8,6 milioni di disoccupati. L'aspettativa è che il tasso aumenterà leggermente nei prossimi mesi. Il mercato del lavoro richiede tempo per riflettere gli effetti del calo dei tassi di interesse. Campos Neto afferma che il mercato potrebbe ancora risentire dell'impatto della politica monetaria restrittiva e la disoccupazione potrebbe aumentare leggermente. Nonostante ciò, l'aumento non dovrebbe essere eccessivo.
Il calo della disoccupazione dovrebbe essere esaminato attentamente. Rodolpho Tobler, economista di FGV Ibre, afferma che i dati sono stati potenziati dall'aumento dell'informalità e dal fatto che molti brasiliani hanno rinunciato a cercare lavoro. Ciò fa sì che vengano ignorati nel calcolo del tasso di posti vacanti.
Il reddito dei lavoratori è ancora una preoccupazione. Nonostante l'aumento, il reddito medio non è ancora tornato ai livelli pre-pandemia. Il paese ha bisogno di una ripresa più forte affinché il mercato del lavoro migliori i dati e la qualità del lavoro, secondo Tobler.
“Quest'anno sembra un po' più positivo, con il ciclo di riduzione dei tassi di interesse. Sarà importante per l'economia avere una crescita più forte per recuperare il mercato del lavoro. Quando l'economia è più forte, il mercato [del lavoro] riprende". Rodolpho Tobler, economista presso FGV Ibre.
PIL
L'attività economica si sta dimostrando più forte del previsto. Campos Neto afferma che ciò ha influenzato le revisioni positive del PIL. Il governo e il mercato hanno rivisto al rialzo le aspettative sul PIL.
A luglio, il Ministero delle Finanze ha alzato la previsione di crescita economica nel 2023 dall'1,9% al 2,5%, dopo i dati positivi del PIL per il 1° trimestre. Nell'ultimo bollettino Focus della Banca Centrale la proiezione degli analisti si è mantenuta al 2,24%.
La spesa pubblica deve essere frenata per una crescita più forte. Campos Neto afferma che se il governo adotta una politica fiscale di maggiore spesa per rilanciare l'economia, ciò potrebbe portare a un aumento dei tassi di interesse.
“Vediamo un PIL più debole quest'anno e il prossimo anno a causa della politica monetaria. Mentre guardiamo oltre gli impatti della politica, penso che possiamo essere ottimisti. Con la riforma fiscale e il quadro fiscale, c'è stata una revisione del rating del Brasile. Tutto ciò crea le condizioni per una crescita sostenibile a lungo termine”. Rafael Pacheco, economista di Guide Investimentos.
“Quello che dovresti avere è qualcosa di più vicino al 2%. Anche se non è il ritmo che tutti vorremmo, più veloce, consolida comunque la ripresa degli ultimi anni e contribuisce a sostenere il mercato del lavoro”. Silvio Campos Neto, economista e partner di Tendências Consultoria.
Dollaro
Il dollaro ha toccato R$ 4,72 al minimo dell'anno, a luglio. "Il dollaro è sceso molto in Brasile, principalmente a causa del processo disinflazionistico che abbiamo portato avanti qui, che ha riancorato l'inflazione all'interno del target", afferma Davi Lelis, specialista e partner di Valor Investimentos.
Il dollaro si è svalutato anche rispetto ad altre valute. Lelis dice che il movimento è legato ai timori del mercato con la recessione americana. Gli analisti prevedono un tasso di cambio di R$ 4,91 alla fine del 2023.
“Abbiamo visto che la profondità può essere bassa, non dovrebbe essere una forte recessione. Non dovremmo vedere una soluzione di questo processo di recessione americana risolversi dall'oggi al domani, ma nemmeno dovrebbe durare per dieci anni di debole crescita dell'economia americana. Ciò contribuisce anche a far perdere forza al dollaro rispetto ad altre economie”. Davi Lelis, specialista e partner di Valor Investimentos.
Ibovespa
L'Ibovespa*, il principale indice B3 (Borsa Brasiliana), ha chiuso a luglio intorno ai 120.000 punti. Pacheco afferma che le prospettive per l'Ibovespa sono positive fino alla fine dell'anno, soprattutto con l'inizio del ciclo al ribasso del Selic. L'indice, tuttavia, deve ancora recuperare le perdite dovute alla pandemia. Il 7 giugno 2021, Ibovespa ha raggiunto il punteggio nominale più alto con 130.776 punti.
Con i tassi di interesse a livelli elevati, gli investimenti a reddito fisso tendono ad attirare maggiore attenzione da parte degli investitori. Questo perché pagano rendimenti elevati con meno rischi, provocando un deflusso di reddito variabile.
Ibovespa*: l'indice Bovespa o Ibov è l'indicatore più importante dell'andamento medio dei prezzi delle azioni scambiate su B3 - Brasile, Borsa valori, Over-the-counter. È formato dai titoli con il maggior volume scambiato negli ultimi mesi.
Fonte: https://tinyurl.com/tmn4pbbp
(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)
Il contratto a tempo determinato, noto anche come contratto temporaneo, era una forma contrattuale ampiamente utilizzata in Spagna. Nel 2021, con l’approvazione del Decreto Legge 32/2021, è stata attuata una significativa riforma che ha interessato questo tipo di contratto, con l’obiettivo di promuovere la stabilità occupazionale e ridurre la precarietà nel lavoro. Da un lato, molte aziende (specialmente nel settore edile, organizzazione eventi, ecc…) non si sono conformate alla normativa e, dall’altro, che sono aumentati i controlli da parte degli organismi di ispezione, in particolare nei confronti delle aziende che assumono attraverso le Agenzie per il Lavoro Temporaneo (ETT). Per questo motivo, lo studio legale Escura, socio della CCIS, ha riassunto i casi in cui le aziende possono ricorrere ai contratti a tempo determinato in Spagna.
I. Motivi giustificati per l’assunzione temporanea
La riforma del 2021 ha stabilito una serie di motivi giustificati per la stipula di contratti a tempo determinato. Lo scopo di questa misura è evitare l’abuso dei contratti temporanei e garantire che vengano utilizzati in modo giustificato e proporzionato. Di seguito sono elencati i motivi giustificati:
a) Sostituzione di lavoratori (maternità, malattia, ecc…)
b) Circostanze di produzione dovute dall’aumento occasionale e imprevedibile dell’attività: la durata massima è di 6 mesi (estendibile a 12 per contratto collettivo). Per ricorrere a questo tipo di contratto, ci devono essere necessità di produzione o richieste temporanee, imprevedibili e non ripetute nel tempo, in linea con l’inquadramento del vecchio contratto occasionale. Non devono rispondere alle esigenze di lavoro stagionale o intermittente, per cui è prevista la figura del lavoratore fisso intermittente.
c) Circostanze di produzione occasionali e prevedibili (un esempio possono essere le vendite natalizie) non potranno superare i 90 giorni nell’anno solare.
Il nuovo contratto a tempo determinato per circostanze di produzione è dunque limitato, in entrambe le sue versioni, alla copertura di esigenze “occasionali” di forza lavoro, non potendo quindi essere utilizzato quando tali esigenze si presentano in modo ricorrente.
II. Durata massima del contratto:
A seguito della riforma, i lavoratori che in un periodo di ventiquattro mesi, abbiano avuto un contratto per una durata superiore a diciotto mesi, con o senza soluzione di continuità, per la stessa o diversa posizione lavorativa con la stessa azienda o gruppo di aziende, attraverso due o più contratti per circostanze di produzione, direttamente o ETT, acquisiscono lo status di lavoratori a tempo indeterminato. Inoltre, acquisisce lo status di indeterminato la persona che occupa una posizione lavorativa, con o senza soluzione di continuità, per più di diciotto mesi in un periodo di ventiquattro mesi tramite contratti per circostanze di produzione (anche mediante ETT).
III. Conversione in contratto a tempo indeterminato:
La riforma del 2021 ha introdotto altresi cambiamenti riguardo la conversione dei contratti temporanei in contratti a tempo indeterminato. Si sono stabiliti meccanismi al fine di evitare situazioni in cui i datori di lavoro utilizzino contratti temporanei come via per eludere le assunzioni a tempo indeterminato. Si mira a garantire un uso adeguato e giustificato dei contratti temporanei, promuovendo la stabilità occupazionale e riducendo la precarietà nel lavoro.
Fonte: Escura www.escura.com
Il testo del Decreto Legge 32/2021 è disponibile attraverso il seguente link: https://www.boe.es/buscar/act.php?id=BOE-A-2021-21788
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana per la Spagna)
I turisti stanno affluendo a Dubai con numeri da record. Nei primi sei mesi del 2023, la città ha accolto 8,55 milioni di visitatori internazionali, superando la cifra pre-pandemia di 8,36 milioni di turisti nel primo semestre del 2019. Questo dato segna una crescita del 20% rispetto all'anno precedente.
Gli ultimi dati rilasciati dal Dipartimento dell'Economia e del Turismo di Dubai mostrano che la città sta avanzando costantemente verso l'obiettivo di diventare la destinazione più visitata al mondo. La prima metà del 2023 rappresenta la migliore performance H1 del settore.
Nel primo semestre del 2023 gli hotel dell'emirato hanno superato i livelli pre-pandemia in tutte le metriche dell'ospitalità. L'occupazione media degli hotel si è attestata al 78%, tra le più alte al mondo.
I risultati record del primo semestre confermano la posizione di Dubai come destinazione in più rapida ripresa a livello globale e superano di gran lunga le proiezioni dell'Organizzazione mondiale del commercio delle Nazioni Unite, secondo cui gli arrivi turistici internazionali potrebbero raggiungere quest'anno l'80-95% dei livelli pre-pandemia.
Lo sceicco Hamdan bin Mohammed bin Rashid Al Maktoum, principe ereditario di Dubai, ha dichiarato: "La notevole impennata di visitatori internazionali registrata da Dubai nella prima metà del 2023 dimostra ulteriormente il suo emergere come uno dei punti più brillanti non solo nel settore turistico mondiale, ma anche nel più ampio panorama economico globale".
Questo risultato è stato reso possibile dalla lungimiranza della leadership di Dubai, la cui visione e le cui politiche prudenti hanno rafforzato la sua capacità di resistenza sulla scia delle sfide globali e le hanno permesso di riprendersi più rapidamente di altri mercati. Se da un lato la crescita delle visite internazionali rafforza l'ascesa di Dubai come importante destinazione turistica globale, dall'altro ne testimonia lo status di centro nevralgico per il commercio, gli investimenti e le imprese.
Fonte: https://tinyurl.com/yhnvscn9
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana negli Emirati Arabi Uniti)
La rivista britannica The Economist, una delle più rispettate al mondo per la sua copertura di questioni economiche, ha pubblicato sul suo sito web un articolo che indica il miglioramento delle prospettive economiche del Brasile nel primo anno del terzo mandato del presidente Lula dal punto di vista degli investitori internazionali.
Con un pre-titolo che chiede: "Potrebbe essere... un decollo?" – che si può leggere come un riferimento alla famosa copertina con Cristo che decolla nel 2009, alla fine del secondo mandato di Lula –, il testo registra il crescente ottimismo degli investitori nei confronti dell'economia brasiliana, in un clima molto diverso da quello che ha preceduto l'inaugurazione del candidato di PT, nel gennaio di quest'anno.
Il testo descrive Fernando Haddad come un “ministro efficiente” e sottolinea come punto positivo l'autonomia della Banca Centrale (BC) nella conduzione della politica monetaria e nel contenimento dell'inflazione, nonostante gli attacchi di Lula al presidente della BC Roberto Campos Neto.
La rivista sottolinea il miglioramento della valutazione del Brasile da parte delle agenzie di rating e attribuisce parte di questa nuova visione delle prospettive economiche del Paese a fattori che "non sono sotto il controllo di Lula". Il contesto internazionale segnato dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha favorito l'export di cereali dal Brasile, in quanto i due Paesi in conflitto sono grandi produttori di generi alimentari.
Secondo la pubblicazione, la guerra ha ridotto l'offerta di cibo in un momento in cui la Cina stava ponendo fine alle restrizioni causate dal Covid-19, trainando la domanda di cereali. L'aumento delle esportazioni di soia dal Brasile, secondo la rivista, potrebbe rappresentare quest'anno un quinto della crescita economica del Paese, che alza la bilancia commerciale brasiliana e favorisce l'apprezzamento del Real nei confronti del dollaro.
The Economist riferisce inoltre che la prospettiva di tassi di interesse più bassi negli Stati Uniti il prossimo anno e le crescenti tensioni tra la più grande economia mondiale e la Cina stanno portando molti investitori a cercare altri mercati emergenti per investire.
L'anno scorso, il Brasile ha ricevuto 91 miliardi di dollari in investimenti diretti dall'estero, il doppio rispetto all'anno precedente, secondo la pubblicazione, che riporta dichiarazioni di analisti che sottolineano che la visione internazionale del Brasile oggi è molto diversa da quella che era negli ultimi dieci anni.
L'autonomia della BC aiuta
Uno dei punti che, secondo la rivista britannica, aiuta in questa percezione è l'autonomia della Banca Centrale. The Economist registra che l'inflazione è scesa dal 12% annuo nell'aprile dello scorso anno al 3,2% attuale, senza che l'autorità monetaria esiti a mantenere il tasso di interesse al 13,75% anche sotto l'intenso attacco di Lula, accusando Campos Neto per la bassa crescita economica.
Progressi delle riforme
Ma, secondo l'articolo, il principale fattore positivo per gli investitori è il programma di riforme del ministro Fernando Haddad, come il nuovo quadro fiscale e la Riforma Fiscale. "Anche i più scettici credono che il debito del Brasile sarà probabilmente sotto controllo", si legge nel testo.
La rivista avverte che l'approvazione definitiva delle riforme in Congresso non è garantita, data la fragilità della base parlamentare del governo. E cita come esempio l'influenza delle lobby che cercano eccezioni alla Riforma Fiscale per i settori, spingendo verso l'alto la futura aliquota dell'imposta sul valore aggiunto derivante dalla fusione delle imposte sui consumi.
Giudica fragile anche il piano di equilibrio dei conti pubblici alzando spese e riscossioni, pur registrando che il ministro della Pianificazione, Simone Tebet – definita una “moderata ai vertici del governo” – afferma di essere disposta a effettuare tagli di bilancio per perseguire gli obiettivi fiscali del nuovo quadro fiscale.
D'altra parte, evidenzia il grande potenziale che il Paese ha nei progetti di transizione energetica. Cita le abbondanti risorse del Paese per produrre energia pulita e come Lula ha parlato della sua ambizione di rendere il Paese una potenza verde.
Storia di delusioni
L'articolo si conclude avvertendo il lettore che la storia recente del Brasile invita alla prudenza nel valutare le potenzialità del Paese, che spesso delude, sempre in ritardo rispetto a potenze emergenti come Cina e India. E ha dato come esempio la bassa produttività del Paese, cresciuta solo in agricoltura in tre decenni.
“La scena globale e i successi di Haddad stanno aumentando l'ottimismo degli investitori in questo momento. Ma ci vorrà una politica buona e coerente per invertire la tendenza a lungo termine del Brasile", conclude la rivista.
Fonte: https://tinyurl.com/4xmn3xex
(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)
Nell’estate 2021, il Ministero della Difesa danese aveva pubblicato un articolo riguardante l’accordo politico raggiunto sulla necessità della Marina di introdurre nuove navi da pattuglia.
L’Agenzia Danese per gli Approvvigionamenti e i Materiali per la Difesa ha ora firmato un accordo con Danske Patruljeskibe K/S, un consorzio formato da Terma (per gli armamenti), OMT (Odense Maritime Technology) e PensionDanmark (per la struttura finanziaria).
Il Consorzio si configura come fornitore “chiavi in mano”, assumendo quindi la responsabilità di progettare un design navale innovativo e modulare, di costruire le navi e di garantire l'investimento della Marina eseguendo la manutenzione dei nuovi pattugliatori.
Danske Patruljeskibe ha deciso di fare uso di subappaltatori, così da fornire una soluzione completa alla Marina danese.
La situazione attuale
Al momento, la Regia Marina danese è suddivisa in tre squadroni. I pattugliatori classe DIANA (sei in totale) fanno parte del secondo squadrone, insieme a 3 fregate classe IVER HUITFELDT, 2 fregate ASW (classe ABSALON) e a mezzi modulari per lo sminamento.
Le navi e gli equipaggi schierati in operazioni internazionali provengono principalmente dal secondo squadrone. La Marina danese è attualmente schierata nel Mediterraneo e nello Stretto di Hormuz, dove ha guidato l’operazione AGENOR da gennaio a luglio 2021.
Il nuovo modello
Al momento, le navi da pattugliamento della Marina danese si occupano della sorveglianza delle acque territoriali e dell’esecuzione di missioni di salvataggio.Il nuovo modello di pattugliatori dovrebbe invece essere in grado di svolgere compiti di scorta, respingimento, sorveglianza e raccolta di informazioni, nonché missioni di salvataggio, contenimento di fuoriuscite di petrolio e altri compiti ambientali.
Il progetto della nave dovrebbe essere realizzato entro la metà del 2025. Al completamento del progetto seguirà una decisione politica sull’acquisto e costruzione delle nuove navi.
La collaborazione
Come già menzionato, Danske Patruljeskibe farà uso di subappaltatori. Questi saranno in massima parte danesi. Le Forze Armate hanno infatti comunicato il loro interesse a che la costruzione e lo sviluppo siano gestiti da fornitori danesi, in modo da creare posti di lavoro. Un evento per prendere contatto con potenziali partner danesi è stato fissato per giovedì 17 agosto presso il Trinity Hotel & Centro Congressi a Fredericia.
Il Consorzio invita anche fornitori internazionali a partecipare, organizzando un altro evento in lingua inglese. La data dell’incontro non è stata ancora definita. Aziende e organizzazioni interessate possono registrarsi inviando una e-mail a dps@danskepatruljeskibe.dk, ricevendo aggiornamenti sull’evento via e-mail.
Conclusioni
Nonostante la richiesta delle Forze Armate danesi, la partecipazione all’incontro potrebbe comunque interessare aziende impegnate nel settore. La decisione del Consorzio di includere anche subappaltatori internazionali è stata infatti comunicata sulla pagina web dell’organizzazione.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)