Notizie mercati esteri

Venerdì 5 Marzo 2021

Adattare le reti portoghesi di distribuzione del gas all’idrogeno comporterà quasi 24 milioni di € di investimento

L'idrogeno è definitivamente entrato nei piani d'investimento di vari concessionari di distribuzione di gas naturale in Portogallo: solo nei piani di Galp Gás Natural Distribuição (GGND) troviamo il termine "idrogeno" 42 volte e nel piano di Portgás (di proprietà di REN) ci sono 67 riferimenti ad esso. 

I piani d'investimento di 11 imprese di distribuzione di gas naturale (nove controllate da GGND, una da REN e un'altra da Dourogás) per il periodo dal 2021 al 2025 sono appena entrati in consultazione pubblica sul sito web dell'Autorità di Regolazione dei Servizi Energetici (ERSE). Tale esercizio si ripete ogni due anni, affinché la società civile possa dare le sue opinioni sull'adeguatezza degli investimenti proposti da queste società. 

Complessivamente gli investimenti proposti associati all'idrogeno e ad altri gas rinnovabili ammontano a quasi 24 milioni di euro fino all'orizzonte del 2025.
E in questi piani è chiaro che oltre ai soliti investimenti nel rinnovamento delle infrastrutture di distribuzione del gas, le aziende ora prestano particolare attenzione alla necessità di adattare la rete che gestiscono per ricevere l'iniezione di idrogeno verde e altri gas rinnovabili, come il biometano.

Il più grande operatore, GGND (che Galp Energia ha recentemente venduto alla società tedesca Allianz), progetta un "importo totale di 10,6 milioni di euro per codesta attività. 

Ma ancora più ambizioso è il piano per Portgás, il distributore di gas naturale che REN ha comprato dal gruppo EDP e che opera nel nord del paese.
Tra gli investimenti previsti da Portgás per i prossimi cinque anni, che ammontano a 126,6 milioni di euro, l'azienda include una somma di 11,95 milioni di euro sotto la voce "decarbonizzazione e digitalizzazione dei beni".

Per questa voce la società stima investimenti per 2 milioni di euro quest'anno, 3,2 milioni nel 2022, 2,7 milioni nel 2023, 2,6 milioni nel 2024 e 1,4 milioni nel 2025.
Portgás ammette che una parte di questo investimento, precisamente 5,9 milioni di euro, sarà ammissibile per ricevere incentivi a fondo perduto.

E poi ci sono i piani di Sonorgás, un distributore che opera anche nella regione settentrionale e che prevede investimenti di 1,3 milioni di euro nella decarbonizzazione, con 650.000 euro per adattare la sua rete al biometano e altri 650.000 euro per adattare la rete all'idrogeno.

I vari piani dei concessionari di distribuzione del gas saranno in consultazione pubblica fino al 9 aprile. 

Poi l'ente regolatore del settore energetico (ERSE) compilerà questi contributi ed emetterà un parere.

Fonte: https://bit.ly/3sSITSI

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per il Portogallo)

 

Ultima modifica: Venerdì 5 Marzo 2021
Venerdì 5 Marzo 2021

Gli investitori stranieri rimangono ottimisti sul mercato vietnamita

Nonostante la recente recrudescenza della pandemia COVID-19, la maggior parte delle imprese straniere rimane ottimista per il 2021 con alcuni piani di espansione in Vietnam.

Per fare alcuni esempi, l'investitore straniero Foxconn Singapore Pte., Ltd. ha recentemente deciso di versare altri 23 milioni di dollari nella Fukang Technology Factory nella provincia settentrionale di Bac Ninh, portando il capitale di investimento totale di questo progetto a 293 milioni di dollari. Il progetto ha ottenuto licenze di investimento a metà gennaio. Foxconn, invece, sta reclutando 1.000 addetti all'assemblaggio elettronico per le sue fabbriche in Vietnam. I lavoratori lavoreranno presso i parchi industriali (IP) di Dinh Tram, Quang Chau, e Van Trung a Bac Giang e Que Vo IP a Bac Ninh. Inoltre, l'azienda sta reclutando 14 ingegneri addetti alla qualità dei fornitori. Secondo Zhuo Xianhong, direttore generale di Foxconn in Vietnam, il produttore taiwanese di componenti elettronici ha investito 1,5 miliardi di dollari in Vietnam, di cui 900 milioni nella sola provincia settentrionale di Bac Giang, creando posti di lavoro per oltre 35.000 lavoratori locali. Quest’anno mira a versare altri 700 milioni di dollari e a creare 10.000 posti di lavoro nel paese.

Il mercato locale conferma quindi la propria attratività per gli investitori stranieri nonostante la pandemia COVID-19 in corso.

Secondo i dati dell'Agenzia per gli investimenti esteri sotto il Ministero della Pianificazione e degli Investimenti, gli investimenti diretti esteri (FDI) in Vietnam hanno raggiunto 5,46 miliardi di dollari in gennaio e febbraio, pari all'84,4 per cento del corrispondente periodo dello scorso anno. Circa 126 progetti stranieri hanno ottenuto licenze di investimento con un capitale sociale totale di 3,31 miliardi di dollari, in calo del 33,9% su base annua. Nel frattempo, 115 progetti esistenti hanno adeguato il loro capitale di investimento con una somma aggiuntiva totale di 1,61 miliardi di dollari, 2,5 volte superiore al periodo dello scorso anno.

Infatti, il Vietnam ha attirato alcuni mega-progetti nei primi due mesi del 2021. La joint venture tra Vietnam Trading Engineering Construction JSC (Vietracimex) e Marubeni Corporation dal Giappone ha ricevuto ufficialmente il certificato di registrazione degli investimenti per la centrale termoelettrica 1.050MW O Mon II con il capitale preliminare di VND30.56 trilioni di miliardi (1,33 miliardi di dollari).

Al momento, il più grande investitore straniero del Vietnam è il Giappone con un capitale di investimento totale di 1,64 miliardi di dollari, pari al 30 per cento del totale. Singapore è arrivato secondo con 1,07 miliardi di dollari o 19,6 per cento, mentre la Corea del Sud era terzo con 1,05 miliardi di dollari o 19,3 per cento, seguita dalla Cina continentale, Hong Kong, e gli Stati Uniti.

Fonte: https://bit.ly/38bwMbx

 

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Vietnam (ICHAM))

 

Ultima modifica: Venerdì 5 Marzo 2021
Venerdì 5 Marzo 2021

Work-life balance: l’esempio della Danimarca

Secondo un’indagine sull’employer branding, condotta nel 2020 da Randstad, il work-life balance è in cima alla classifica dei fattori più importanti che un’azienda dovrebbe offrire ai propri dipendenti (Randstad, 2020). A tal proposito, la Danimarca rappresenta un ottimo esempio da cui prendere spunto.

Con il concetto di work-life balance si intende, generalmente, l'accettazione e il rispetto del diritto di un individuo di godere di una vita soddisfacente all'interno e all’esterno dell’ambiente di lavoro (Eurwork 2017 in Pegoraro, 2018). Questo concetto viene considerato sempre di più dai singoli come uno dei parametri più importanti per il raggiungimento del benessere all’interno del nucleo familiare (ibid.).

La Danimarca, in relazione al work-life balance, ricopre infatti una delle prime posizioni nella classifica stilata dall’Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD) - Better Life Index - che analizza indici diversi di benessere dei Paesi membri (OECD, 2019). Infatti, i dati suggeriscono che in Danimarca l’equilibrio tra vita privata e quella lavorativa è reso possibile da uno sviluppato sistema di welfare pubblico (Pegoraro, 2018).

Un aspetto indicativo dell’equilibrio tra lavoro e vita privata è la quantità di tempo trascorso sul posto di lavoro (Ranstad, 2020). Orari di lavoro estesi possono danneggiare la salute personale, creando affaticamento, sbalzi d'umore, irritabilità e diminuzione delle prestazioni lavorative (Forbes, 2018). Se, all’interno degli Stati membri dell’OECD, l’11% dei professionisti ha dei turni di lavoro più lunghi rispetto alla media, in Danimarca questo dato scende al 2%. Nel 2019, le ore medie annue effettivamente lavorate per dipendente si attestavano mediamente a 1380, quasi 350 ore in meno rispetto all’Italia (OECD, 2019).

Nella società danese è presente un forte interesse nel godere della propria vita familiare, integrando così la propria sfera affettiva a quella lavorativa (Business Insider, 2021). È molto frequente, infatti, avere degli orari di lavoro flessibili. I lavoratori in Danimarca, secondo i dati OECD più recenti, lavorano una media di 32,5 ore la settimana (MGMT Magazine, 2021). La giornata media lavorativa comincia alle 8 e finisce alle 16 (dal lunedì al venerdì).

La flessibilità oraria, tratto distintivo dell’organizzazione del lavoro in Danimarca, trova le sue basi nel senso di fiducia che i datori di lavoro hanno nei confronti dei propri dipendenti e collaboratori. L’importante non è, infatti, quando viene svolta una determinata attività: l’importante è che vengano raggiunti gli obiettivi prefissati, in maniera efficiente (ibid.).

L’esempio dello Stato danese suggerisce quindi, ove possibile, che l’ottenimento di ottimi risultati è raggiungibile anche attraverso una diversa gestione del tempo. La quantità e la qualità dello stesso sono importanti per il benessere dei lavoratori e possono generare concreti benefici per la salute fisica e mentale (OECD, Better Life Index).

Fonte: http://dspace.unive.it/bitstream/handle/10579/13834/842044-1223783.pdf?sequence=2

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Venerdì 5 Marzo 2021
Venerdì 5 Marzo 2021

Il Portogallo rafforza la sua leadership mondiale nel settore del sughero

Attraverso un'analisi del contesto economico attuale (analisi flash dei principali settori dell'economia, incentrata su minacce, opportunità, debolezze e punti di forza) è emerso un ritratto delle performance del 2020 rispetto al 2019.

Nella diagnosi, analizzando le debolezze e le minacce, si nota come il settore del sughero abbia subito un impatto moderato dalla pandemia, con un calo del fatturato delle esportazioni di meno 4,7% nel 2020 (-0,3% nel 2019).

L'analisi evidenzia la presenza di minacce alle foreste di querce da sughero, le quali devono essere minimizzate (incendi, altre coltivazioni, pressione urbana).

Al contrario, per quanto riguarda i punti di forza e le opportunità, va notato che il Portogallo ha rafforzato la sua leadership mondiale con una quota delle esportazioni mondiali che sale al 62,7% nel 2020 (61,4% nel 2019).

Il margine di sicurezza dell'11,8% nel 2019, ha indicato un basso rischio economico ed una resilienza al calo delle esportazioni nel 2020, con il tempo critico di carenza di flusso di cassa (quattro mesi) che è più alto di quello stimato di 0,6 mesi, corrispondente all'interruzione dell'attività di esportazione.

La copertura del capitale di debito remunerato in soli 0,6 anni di EBITDA ricorrente mostra un rischio finanziario molto basso.

Le aziende a basso rischio di insolvenza rappresentano il 46% di tutte le aziende alla fine del 2020.

Nella prognosi, si evidenziano inoltre le vulnerabilità legate alle catene globali del valore a cui è legato il sughero, tra cui il settore delle bevande, che è stato fortemente indebolito dalla pandemia, così come i settori dell'edilizia e della moda, messi sotto pressione dalla continuità della pandemia nel 2021.

Per quanto riguarda il potenziale, bisogna notare che le aziende/gruppi di sughero hanno fatto uno sforzo notevole per diversificare le loro catene di valore e i loro clienti, resistendo con successo ai materiali sostitutivi artificiali grazie alla ricerca e allo sviluppo, che ha permesso di sviluppare il notevole potenziale del sughero come isolante naturale contro il fuoco, il calore e il rumore, aprendo così la porta alla navigazione spaziale.

Le minacce legate alle foreste di querce da sughero hanno dunque un grande potenziale per essere invertite, in particolare a causa della loro grande importanza come ecosistemi che rafforzano le catene di valore alimentare, turistico, culturale e ambientale.

Fonte: https://bit.ly/38aFo1U

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per il Portogallo)

 

Ultima modifica: Lunedì 29 Marzo 2021
Lunedì 1 Marzo 2021

Nel 2020 il Pil svizzero è sceso del 2,9%

Come previsto anche l’economia svizzera nel 2020 ha subito le conseguenze della pandemia da coronavirus, sebbene meno di quanto inizialmente temuto: il prodotto interno lordo (Pil) è sceso del -2,9% rispetto all’anno prima, registrando una contrazione superiore a quella dei tempi della crisi finanziaria del 2009 (-2,1%).

In comunicato diramato questa mattina dalla la Segreteria di Stato dell’economia (SECO), si legge che bisogna risalire al 1975, epoca della crisi petrolifera, per ritrovare una flessione maggiore.

Ne frattempo la ripresa ha subito un rallentamento: nel quarto trimestre il Pil è salito del +0,3% rispetto ai tre mesi precedenti, a fronte di una progressione del +7,6% registrata nella terza parte dell’anno.

Fonte: https://bit.ly/3b7vYGc

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

 

Ultima modifica: Lunedì 1 Marzo 2021
Lunedì 1 Marzo 2021

Il Nord Est in UK vuole raddoppiare i posti di lavoro nel settore delle scienze biologiche

Sono stati recentemente definiti alcuni nuovi programmi per l’accrescimento del settore delle scienze biologiche, già in via di sviluppo, e la conseguente creazione di ben 12.000 nuovi posti di lavoro.

La East LEP, con base nel Nord Est, intende basare il proprio progetto di espansione sui consolidati punti di forza della regione, che si contraddistingue nell’ambito della salute, delle scienze biologiche e farmaceutiche e che intende raddoppiare le dimensioni del settore entro il 2030.

La pandemia, che ha portato alla luce l’importanza dell’innovazione nel settore sanitario, è stata il motore del progetto di espansione, che vedrà il numero di posti di lavoro nelle scienze biologiche raddoppiare da 12.000 a 24.000, così come il numero di business nel settore, che passerà da 150 a 300.

La regione britannica del Nord Est gode di una consolidata reputazione nell’ambito delle scienze biologiche, grazie anche alla Newcastle University, che è da tempo considerata come uno dei centri di ricerca in ambito medico più importanti del Regno Unito.

Alcuni operatori internazionali di alto calibro, tra cui Procter & Gamble e GlaxoSmithKline, hanno base nella regione, che conta anche numerose aziende farmaceutiche e un importante polo innovativo a Sedgefield (NETPark). 

Fonte: https://bit.ly/2NOAC36

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Lunedì 1 Marzo 2021
Lunedì 1 Marzo 2021

L’aeroporto di Heathrow registra perdite da 2 miliardi di sterline a causa della pandemia

Le perdite annuali dell’aeroporto di Heathrow sono precipitate a 2 miliardi di sterline, dopo che i numeri dei passeggeri sono diminuiti a livelli da record, paragonabili ai dati registrati nel 1970.

Heathrow ha richiesto al governo britannico la stipulazione di un accordo per permettere ai passeggeri di riprendere a volare già a partire da quest’estate e per fornire agevolazioni fiscali agli aeroporti per riuscire ad affrontare la crisi. 

L’aeroporto più importante di Londra è fiducioso circa la riapertura del mercato dei viaggi a partire da metà maggio.

Heathrow ha dichiarato che durante il 2020 il numero dei passeggeri è diminuito del 73% e che le perdite sul fatturato ammontano oggi a 2 miliardi di sterline. È stato anche comunicato, però, che la disponibilità di 3,9 miliardi di sterline in liquidità permetterà all’aeroporto di rimanere aperto almeno fino al 2023.

Fonte: https://reut.rs/3uLTPD8

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Lunedì 1 Marzo 2021
Lunedì 1 Marzo 2021

ECO-SCORE: la Francia lancia una nuova etichettatura alimentare destinata a promuovere i prodotti ecosostenibili e a km 0

Conoscevamo Nutri-score, l’etichetta a semaforo realizzata dal Ministero francese della Salute già dal 2017, che dava una patente nutrizionale tutta francese ai prodotti agroalimentari di largo consumo.

Nata tre anni fa, Nutri-score non è un’etichettatura obbligatoria, ma essendo ben visibile su buona parte delle confezioni alimentari, fornisce ai consumatori un’immediata lettura dei valori nutrizionali del prodotto orientandoli verso una scelta d’acquisto più consapevole, più salutare con un occhio attento alla prevenzione delle malattie cardiovascolari, diabete e obesità.

Il paradosso alimentare è che il “semaforo” Nutri-Score premia con la lettera verde “B” il Cordon Bleu fritto in olio di soia, mentre mette una bella e rossa “E” al nostro Parmigiano Reggiano DOP. 

 

OCCHIO AL SEMAFORO ECOLOGICO

Il semaforo Nutri-Score piace così tanto ai francesi, che sulla scia delle politiche nazionali legate alla transizione ecologica, hanno iniziato a vedere sugli scaffali dei supermercati l’ultimo nato: ECO-SCORE, “semaforino” a fogliolina con gli stessi colori del fratello maggiore ma che ha il compito di “certificare” l’impatto ambientale del ciclo produttivo degli alimenti (trasformati e non), premiando quelli ad alto valore di ecosostenibilità, quelli “very greeny” e quelli a km 0.

ECO-SCORE è per ora in fase di test, su un campione di 2500 referenze individuate in collaborazione con l'Agenzia francese per la transizione ecologica (Ademe), ma il suo obbiettivo è di prendere in conto i criteri qualitativi di un prodotto agroalimentare quali il luogo d’origine, il rispetto della stagionalità, l’impatto ambientale dei metodi di produzione, la completezza delle informazioni in etichetta, il riciclaggio degli imballaggi: ognuno di questi genera un punteggio su forma di bonus/malus che sommato determina il colore finale della preziosa fogliolina.

In Francia sono già numerose le App digitali utilizzate quotidianamente dai consumatori e che consentono, attraverso il codice a barre, di ottenere tutte le informazioni nutrizionali sul prodotto che si sta acquistando (Yuka, Open food facts, Marmiton, etc).  

Ora con i semafori NUTRI-SCORE ed ECO-SCORE il rischio di penalizzazione per il Made in Italy agroalimentare in Francia diventa assai più alto.

Fonti: https://bit.ly/37YND12; https://bit.ly/3uIcakx; https://bit.ly/3b1MasF

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana di Lione)

Ultima modifica: Lunedì 1 Marzo 2021
Lunedì 1 Marzo 2021

I leader degli Emirati Arabi Uniti approvano i progetti per i prossimi 50 anni

I leader degli Emirati Arabi Uniti hanno approvato una nuova edizione dell'Agenda Nazionale per modellare i modelli di lavoro e le prestazioni del governo federale e dei ministeri.

La nuova agenda riflette gli obiettivi a lungo termine del governo per sostenere la stabilità economica in tutti i settori.

L’incontro, durato due giorni, è stato presieduto da Sua Altezza lo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, vicepresidente e primo ministro degli EAU e sovrano di Dubai, e Sua Altezza lo sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, principe ereditario di Abu Dhabi e vice comandante supremo delle forze armate degli EAU.

La nuova agenda rappresenta il piano strategico del governo per promuovere il concetto di "sviluppo equilibrato" ovvero un piano di lavoro avanzato per adottare nuove tecnologie che aumentino lo status degli Emirati Arabi Uniti nella trasformazione digitale globale.

Una visione di sviluppo di 50 anni

Il ritiro di due giorni ha permesso di delineare un quadro strategico per la visione di sviluppo per i prossimi 50 anni del paese. L’obiettivo è quello di aumentare la competitività del paese in vari settori.

I partecipanti hanno affrontato la questione dello sviluppo futuro per ottenere salti competitivi nei settori vitali del paese e hanno esaminato nuovi meccanismi per espandere i progetti federali e locali e rendere gli EAU una delle nazioni più agili e adattabili.

 

Per l’articolo completo visita il sito Khaleejtimes.com

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana negli Emirati Arabi Uniti)

Ultima modifica: Giovedì 11 Marzo 2021
Lunedì 1 Marzo 2021

Obiettivi di crescita del PIL 2021 fissati per 29 province – oltre 10% previsto per Hebei e Hainan

Per il 2021 le province, municipalità e regioni autonome cinesi hanno stabilito i loro obiettivi di crescita economica ad eccezione dello Hebei e dello Heilongjiang che non hanno ancora presentato i rispettivi rapporti.

Complessivamente, gli obiettivi di crescita del PIL non sono inferiori al 6% simbolo di una forte fiducia nella ripartenza. In particolare, lo Hubei e Hainan hanno fissato obiettivi di crescita del PIL superiori al 10%. Per quanto riguarda lo Hubei, si prevede infatti un rilancio dell’economia a seguito del forte impatto che le chiusure dettate dall’epidemia da coronavirus hanno avuto sull’economia locale che ha registrato un calo annuale medio del 5%. Per Hainan, invece l’obiettivo di crescita è fortemente legato alla costruzione del porto di libero scambio, parte degli sforzi per promuovere le riforme e l'apertura dell'isola.

Secondo l'ultima edizione del World Economic Outlook Report del Fondo Monetario Internazionale nel 2021 l’economia cinese crescerà a un tasso dell’8,1%. In relazione a questo dato, gli obiettivi fissati a livello locale si configurano come leggermente più cauti (oltre 20 governi locali hanno fissato la crescita prevista a un tasso inferiore all’8%) ma relativamente robusti.

Le soglie stabilite favoriscono la continuità e la stabilità del perseguimento degli obiettivi di crescita a livello nazionale e segnalano i margini di manovra dei governi locali in un contesto ancora incerto a seguito dell'epidemia.

Nel quadro del 14° Piano Quinquennale annunciato nel novembre 2020, la Cina per la prima volta non ha posto l’enfasi sulla definizione di un obiettivo numerico di crescita in linea con il perseguimento di uno sviluppo qualitativo. Gli obiettivi definiti dai governi locali riflettono il perseguimento non eccessivo del tasso di crescita del PIL ponendo l'accento sulla qualità della crescita.

Fonte: https://bit.ly/3bV6wmS

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana in Cina)

Ultima modifica: Lunedì 1 Marzo 2021