Notizie mercati esteri

Mercoledì 10 Marzo 2021

Danimarca prima tra i paesi per il benessere dell’infanzia

La Danimarca è uno degli Stati in cui maggiormente trovano spazio politiche sociali che concretamente sostengono il benessere dei bambini e degli adolescenti (UNICEF Report Card, 2020).

La Report Card n. 16 “Sfere di influenza”, studio lanciato dal Centro di Ricerca Innocenti (IRC) dell’UNICEF, traccia un quadro chiaro della probabilità, per bambini e adolescenti, di crescere, ricevere tutela, istruzione e ascolto. Lo studio dell’UNICEF, che si concentra sugli Stati ad altro reddito dell’Unione Europea e dell’OCSE, tiene inoltre in considerazione la misura in cui i genitori sono in grado di fornire sostegno e risorse per garantire ai propri figli le migliori possibilità di vivere un’infanzia sana e felice (ibid.).

Il report sviluppa questi temi adottando un approccio multilivello, così da stabilire come il benessere dei bambini sia influenzato dalla rete di sostegno e dalle risorse di chi si occupa di loro, dalle politiche pubbliche e dal contesto nazionale in cui si trovano (Ibid.). Sulla base di questi indicatori, la Danimarca si classifica al secondo posto tra i migliori Paesi in cui crescere un bambino (ibid.). Tra i principali fattori che portano lo Stato danese in cima alla graduatoria ci sono: le politiche sociali, l’istruzione e la sanità.

Lo Stato danese mette infatti a disposizione delle famiglie diversi sussidi economici per affrontare le spese destinate alla crescita dei propri figli. Sono previsti assegni familiari, erogati con cadenza trimestrale (børnecheck), per ciascun figlio fino al compimento della maggiore età. Questi possono essere integrati da un ulteriore assegno, se i genitori rientrano in determinate condizioni: essere single, aver due o più gemelli, essere pensionato, o frequentare un corso d’istruzione (Life in Denmark, 2021).

Nel rispetto delle condizioni fissate dal Governo danese nel corso del 2021, per i bambini che hanno solo uno dei genitori, l’importo percepito può arrivare ad un totale di 200 euro per ciascun figlio; se invece uno dei due (o entrambi) i genitori frequentano un corso d’istruzione, il sussidio erogato avrà un importo massimo di 265 euro (ibid.).

Il sistema del congedo parentale rientra nelle politiche sociali a sostegno della famiglia. Esso prevede 52 settimane, di cui 32 sostenute da sussidi statali, per entrambi i genitori (ibid.). Di queste, 18 sono concesse alla madre, 2 al padre, le restanti possono essere fruiti in modalità condivisa a seconda dei bisogni della coppia (Agi, 2018). Per ricevere l’indennità di maternità è necessario però soddisfare alcune condizioni lavorative: essere un lavoratore stipendiato, un lavoratore autonomo o un disoccupato. L’importo, di massimo 600 euro settimanali, viene calcolato in base alla retribuzione oraria del salario e al numero delle ore settimanali prese per il congedo (Life in Denmark, 2021).

La Danimarca, inoltre, garantisce a tutti i bambini un posto in asili, scuole materne e centri di assistenza. Per coloro il quale reddito familiare totale non supera le 185.000 DKK annue, lo Stato mette a disposizione un ulteriore sussidio finanziario così da poter accedere in modo gratuito all’istruzione (ibid.).

In totale, fra sussidi e prestiti a tassi calmierati, ­lo Stato spende quasi 25 miliardi di DKK l’anno, equivalenti a quasi 3,3 miliardi di euro: circa l’1% del Pil della Danimarca. Così, lo Stato danese si qualifica come uno dei sistemi più generosi e flessibili d’Europa (Corriere della Sera, 2020).

Fonte: https://bit.ly/38Ju8tV   

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Mercoledì 10 Marzo 2021
Mercoledì 10 Marzo 2021

Il RCEP spiana la strada al Vietnam per unirsi alle catene di approvvigionamento globali

Nguyen Thi Thu Trang, Direttore dell'OMC e Centro di integrazione presso la Camera del Commercio e dell'Industria del Vietnam (VCCI), ha detto che la firma del RCEP (Regional Comprehensive Economic Partnership) al 37º Summit dell’ASEAN nel 2020 ha dimostrato la determinazione e il successo del Vietnam alla presidenza dell'ASEAN.

Ha anche dimostrato che il Vietnam è un partner affidabile e che ha espresso il suo prestigio sulla scena internazionale. Per quanto riguarda le opportunità derivanti dall'accordo, secondo Trang quest’ultimo comprende una regione economica che fornisce la più grande fonte di materiali e attrezzature per il Vietnam e rappresenta il più grande mercato per i consumi del paese.

L’accordo copre anche le più grandi catene di produzione del mondo, facilitando così la connessione del Vietnam con altre economie membri del RCEP e promuovendo la sua potenzialità per investimenti esteri.

Per il paese sarà quindi più facile aderire alle catene di fornitura globali. 

L'accordo ha anche posto molte sfide, ha aggiunto Trang, spiegando che esso aumenterà il deficit commerciale del Vietnam nella regione e lo vedrà perdere slancio istituzionale con standard non troppo elevati. Per quanto riguarda l’attrazione degli IDE (Investimenti Diretti Esteri), la maggior parte delle economie membri del RCEP sono grandi investitori in Vietnam, ma ci sono ancora partner le cui tecnologie e qualità di investimento non sono buone.

Per sfruttare al meglio il RCEP il Vietnam potrà adottare tre tipi di soluzioni: continuare a innovare le istituzioni e a migliorare il contesto imprenditoriale; elaborare politiche industriali chiare che definiscano le industrie di punta e di supporto; innovare i meccanismi di controllo e garantire la qualità degli IDE.

Per attuare efficacemente l'accordo, le imprese dovranno quindi migliorare la loro competitività, studiare gli impegni dell'accordo e prepararsi per qualsiasi sfida.

Fonte: https://bit.ly/3t7tHRO

 

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Vietnam (ICHAM))

Ultima modifica: Mercoledì 10 Marzo 2021
Venerdì 5 Marzo 2021

L’economia britannica si assesta nel mese di febbraio

Il rendimento economico britannico si è stabilizzato nel mese di febbraio, dopo un forte crollo registrato a gennaio, mentre molti business continuano a soffrire le restrizioni del lockdown che colpiscono in primis il settore hospitality e degli altri servizi in praesentia.

Qualche ora prima dell’annuncio di Rishi Sunak circa i futuri programmi di sussidio finanziario al Paese, l’indice IHS Markit/CIPS era 49,6 per il mese di febbraio, contro il 41,2 di gennaio.

I dati mostrano che i business hanno registrato un’attività stabile durante lo scorso mese, in seguito ad un aspro peggioramento all’inizio dell’anno.

In linea con le stime, anche l’indice per il settore dei servizi è salito al 49,5 a febbraio, contro il 39,5 di gennaio.

Fonte: https://reut.rs/3kRx4tg

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Venerdì 5 Marzo 2021
Venerdì 5 Marzo 2021

Il centro di produzione e distribuzione alimentare SmartParc a Derby riceverà fondi da 17,5 milioni di sterline

Si prospetta lo stanziamento di importanti fondi da 17,5 milioni di sterline per la costruzione del nuovo centro di produzione di alimentari SmartParc, a Derby, Inghilterra, il quale potrebbe contribuire alla creazione di 5.000 posti di lavoro.

Il piano di costruzione è già stato avviato e consiste nella creazione di un centro di produzione e distribuzione di generi alimentari da 300 milioni di sterline, che verrà costruito nell’ex area di Celanese, vicino al centro città.

La D2N2 Local Enterprise Partnership ha già stanziato 12 milioni di sterline provenienti dal fondo governativo britannico Getting Building Fund.

All’amministrazione della città di Derby è ora richiesto di garantire il finanziamento esistente e di fornire 5,5 milioni di sterline aggiuntive.

L’approccio rivoluzionario di SmartPac raduna i produttori di alimentari per migliorare le proprie conoscenze e apportare piú investimenti, riducendo, tra le altre cose, lo spreco di cibo e le emissioni inquinanti. 

La grande struttura potrà ospitare installazioni manifatturiere, start-up e un’area adibita al Food Manufacturing Technology Centre of Excellence. L’intero edificio sarà alimentato da un impianto ad energia rinnovabile ideato per ridurre le emissioni inquinanti ed aumentare l’efficienza produttiva.

Fonte: https://bit.ly/3bhzGNC

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

 

Ultima modifica: Venerdì 5 Marzo 2021
Venerdì 5 Marzo 2021

Il budget di Rishi Sunak dà una scossa all’economia britannica per uscire dalla crisi

Il ministro delle finanze britannico Rishi Sunak ha annunciato le nuove grandi spese nazionali per aiutare l’economia UK ad uscire dalla crisi finanziaria provocata dal Covid19. Tra queste, delle nuove imposte sui redditi societari a partire dal 2023, per far fronte al duro colpo inferto alle finanze pubbliche del Paese.

Di recente Sunak ha dichiarato che l’economia del Regno Unito sarebbe tornata ai livelli pre-pandemia a partire dalla metà del 2022, sei mesi prima rispetto alle stime di qualche tempo fa, grazie alla spinta decisiva della campagna vaccinale britannica.

Tuttavia, il danno economico, pari al 3% delle uscite annuali, persisterà ancora per qualche tempo e 65 miliardi di sterline di supporto finanziario aggiuntivo sono state necessarie nel breve periodo, alla luce dell’attenuamento delle restrizioni previsto per i prossimi mesi.

Il primo aumento delle imposte sulla società in Regno Unito dal 1974 vedrà la tassazione al 25% per le aziende piú grandi e redditizie britanniche a partire dal 2023, contro il 19% attuale.

Tuttavia, prima che questo accada, i business potranno usufruire di una “super detrazione” della durata di due anni, nella speranza che uno sgravo fiscale li aiuti ad uscire dalla situazione di stallo provocata dalla pandemia, permettendo loro di investire maggiormente in una crescita futura.

Le misure annunciate da Sunak comprendono anche l’estensione di 5 mesi del programma a supporto dei business e dei lavoratori autonomi (Job Retention Scheme, taglio del 5% all’IVA per il settore hospitality, Business Rates Relief, ecc.) e dei provvedimenti dettati dall’emergenza rispetto ai pagamenti dei mutui (Mortgage Guarantee Scheme).

Saranno inoltre disponibili i cosiddetti Restart Grants, ovvero delle sovvenzioni che vanno fino a 6.000 sterline per i business che commerciano beni considerati “non essenziali” e fino a 18.000 per le attività commerciali nei settori dell’hospitality, fitness, leisure e cura della persona.

Fonte: https://reut.rs/3c2a0nv  

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

 

Ultima modifica: Venerdì 5 Marzo 2021
Venerdì 5 Marzo 2021

Gli effetti del Coronavirus sugli interscambi Italia-USA

Recentemente sono stati pubblicati i dati per l’intero anno 2020 degli interscambi commerciali tra Italia e Stati Uniti, ovvero il terzo mercato di riferimento per l’export italiano (dopo Germania e Francia).

Come era prevedibile, in un contesto di forte decelerazione dei consumi e di pesante crisi economica internazionale, le nostre esportazioni oltreoceano hanno subito un calo sostanziale del -13,6% rispetto all’anno precedente.

Siamo in buona compagnia visto che la Francia ha diminuito le sue esportazioni verso gli USA di ben il 25,3%, il Regno Unito del 20,6%, il Giappone del 16,8% e anche la Germania ha registrato una flessione importante del 9,7%. 

L’Italia scende quindi dal 12° al 13° posto tra i paesi fornitori degli USA e perde conseguentemente una parte della sua quota di mercato che scende dal 2,3% al 2,1%. Prima di noi in classifica ci sono nell’ordine: Cina, Messico, Canada, Giappone, Germania, Vietnam, Corea del Sud, Svizzera, Irlanda, Taiwan, India e Regno Unito.

In termini monetari abbiamo perso poco meno di 8 miliardi di dollari di export, passando dalla cifra record registrata nel 2019 di 57,2 miliardi a 49,4 miliardi di dollari di valore delle nostre esportazioni verso gli USA nel 2020.

Pur in un contesto così problematico, la nostra bilancia commerciale con gli USA continua ad avere un saldo a nostro favore di 29,5 miliardi di dollari. Lo scorso anno l’Italia ha importato merci dagli States per un valore di $19,9 miliardi a fronte appunto di un valore di esportazioni di $49,4 miliardi.

Tra i principali settori del Made in Italy solo l’agroalimentare e bevande è riuscito a crescere sul mercato statunitense (+2,8%). In calo invece altri comparti strategici come Meccanica (-10,2%), Chimica e Farmaceutica (-22,3%), Moda ed accessori (-14,9%), Mezzi di Trasporto (-15,5%), Arredamento ed edilizia (-8,4%).

All’interno di questi macro-comparti ci sono comunque delle piacevoli eccezioni come per esempio la gioielleria (il cui export è aumentato del 10,3% nel 2020) o Navi ed imbarcazioni (+8,3%)

Fonte: ICE

(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce Southeast)

Ultima modifica: Venerdì 5 Marzo 2021
Venerdì 5 Marzo 2021

I prezzi immobiliari britannici aumentano a febbraio, contro le aspettative

I prezzi immobiliari in Regno Unito sono cresciuti inaspettatamente lo scorso mese, secondo un’indagine del creditore ipotecario Nationwide pubblicata martedì.

I dati sfidano le aspettative di un rallentamento nel settore, grazie anche alle nuove misure annunciate dal ministro della finanza Rishi Sunak per stimolare il mercato.

Il costo degli immobili in UK, infatti, è accresciuto del 6,9% a febbraio, contro il 6,4% di gennaio, e contro le stime che prevedevano un rallentamento a; 5,6%.

Nationwide ha dichiarato che la situazione in cui riversa il mercato immobiliare britannico è incerta al momento, ed esiste la possibilità che il settore riceva una spinta dalle misure che Rishi Sunak comunicherà mercoledì.

Tuttavia, Nationwide sottolinea anche che il mercato potrebbe rallentare a causa dell’indebolimento del mercato del lavoro.

Secondo i media, Sunak sembrerebbe pronto ad estendere i tagli temporanei delle tasse sull’acquisto di proprietà fino a giugno e ad annunciare un nuovo sistema di garanzia sui mutui per i nuovi acquirenti.

Fonte: https://reut.rs/3qn7InY

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

 

Ultima modifica: Venerdì 5 Marzo 2021
Venerdì 5 Marzo 2021

La produzione di energia rinnovabile in Portogallo raggiunge i massimi dal 1979

La produzione di energia rinnovabile ha raggiunto i massimi storici dall'aprile 1979 grazie alla spinta dell'energia idroelettrica, che ha registrato il più alto valore mensile di sempre nel febbraio 2021. 

La produzione di energia da risorse naturali ha infatti fornito la stragrande maggioranza (88%) del consumo di elettricità nel corso del mese di febbraio. 

Di conseguenza, la grande disponibilità di energie rinnovabili ha comportato una contrazione nell'utilizzo delle più tradizionali fonti energetiche. 

REN ritiene che le condizioni sono state favorevoli alle energie rinnovabili con "l'indice di produttività idroelettrica" che si è attestato a 1,85 (media storica pari a 1) registrando la più alta produzione mensile di sempre (2709 GWh), mentre l'indice di generazione eolica ha registrato 1,19".

Fonte:  https://bit.ly/2PCBokv

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per il Portogallo)

Ultima modifica: Venerdì 12 Marzo 2021
Venerdì 5 Marzo 2021

Il complesso piano di Joe Biden per creare 10 milioni di posti di lavoro “green”

La nuova amministrazione Biden tenterà di introdurre numerosi elementi di discontinuità rispetto a quella precedente. Concetti come un nuovo stipendio minimo, la cancellazione dei debiti scolastici, più tasse ai più abbienti e meno influenze delle lobby al Congresso sono stati i cavalli di battaglia della campagna dell’ex vicepresidente. Tra tutti questi progetti, però, quello ambientale è probabilmente il più ambizioso.

La Casa Bianca intende infatti de-carbonizzare l’America entro il 2035, cogliendo anche l’opportunità per creare fino a dieci milioni di posti di lavoro. Biden, inoltre, ha specificato sul suo sito personale come questi saranno lavori con stipendi competitivi, che porteranno ricchezza nelle tasche e nelle case degli Americani.

Ad una prima analisi, non è chiarissimo cosa intenda Biden con l’espressione “lavori green”, dato che secondo gli studi più recenti già quasi 4 milioni di americani erano ufficialmente coinvolti in mansioni che riguardavano la sostenibilità prima della pandemia.

Quel che è certo è che gli oltre 400 milioni di dollari l’anno verranno investiti in un progetto su due fronti, per una spesa totale prevista di circa duemila miliardi. Da un lato, il rifacimento delle infrastrutture più obsolete e malconce, dato che secondo il Dipartimento dei Trasporti circa il 24% delle strade americane ha bisogno di manutenzione (oltre il 30% in stati come California e Pennsylvania) e negli anni si sono accumulate critiche anche sulla gestione delle infrastrutture urbane come le metropolitane.

Dall’altro, ci si prospetta un massiccio sforzo verso le energie rinnovabili e la transizione tecnologica verso un’industria più sostenibile. Tra questi, oltre ai settori energetici, figurano gli sforzi verso l’automobilistica elettrica, la riconversione degli impianti industriali e il potenziamento delle tratte ferroviarie (pesantemente sottosviluppate negli Usa) per limitare il traffico aereo.

Le idee del Presidente, in ogni caso, dovranno prima fare i conti con il Congresso per evitare il destino del predecessore Obama, che vide i suoi ordini esecutivi riguardanti la lotta al cambiamento climatico cancellati da un tratto di penna di Donald Trump.

Ottenere il supporto delle camere, però, sembra piuttosto complicato al momento, visto che la maggioranza dei parlamentari americani è concentrata sull’enorme piano di aiuti post-pandemici, anch’esso ammontante a circa 2000 miliardi di dollari, che toglierà tempo e risorse alle ambizioni climatiche del Presidente.

 

(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce Southeast)

 

 

Ultima modifica: Venerdì 5 Marzo 2021
Venerdì 5 Marzo 2021

Le azioni nel settore energetico fanno diminuire l’indice FTSE 100 britannico

L’indice FTSE 100 di Londra è sceso a causa dell’andamento delle azioni in ambito energetico, con i prezzi del petrolio in discesa alla luce dei timori circa un abbassamento della domanda in Cina.

L’indice FTSE 100 é sceso, infatti, dello 0,1%, principalmente a causa dell’andamento dei grandi attori del mercato petrolifero BP e Royal Dutch Shell.

Il prezzo del petrolio è crollato di piú dell’1%.

Una serie di fattori a livello internazionale ha aiutato l’indice FTSE 100 a ricrescere del 35% in seguito alla crisi economica dello scorso anno. Tuttavia, l’eventualità di un aumento dell’inflazione e dei rendimenti obbligazionari ha affievolito l’ottimismo dell’ultimo periodo.

D’altro canto, l’indice mid-cap FTSE 250 britannico è aumentato dello 0,1%, guidato dai guadagni nelle azioni nella tecnologia dell’informazione.

Fonte: https://reut.rs/3ecBDwU

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Venerdì 5 Marzo 2021