Notizie mercati esteri

Venerdì 26 Febbraio 2021

Il tasso di crescita del PIL del Vietnam potrebbe espandersi al 5,8%

Il Vietnam Institute for Economic and Policy Research (VEPR) ha stimato la crescita del PIL del paese al 5,6-5,8%, o 1,8-2% se nella peggiore delle ipotesi.

La nuova ondata di COVID-19 nel paese è stata tenuta sotto controllo fin da subito e non si prevedono nuove ondate per gran parte di quest'anno. Grazie a ciò, le attività economiche interne continueranno a riprendersi e ad adeguarsi alla nuova normalità dell'economia globale, dove il VEPR prevede sporadiche rinascite su piccola scala.

Di conseguenza, l'impatto di COVID-19 sarà meno grave nei settori economici rispetto al 2020, con un tasso di crescita del PIL stimato del 5,6-5,8 %.

Tuttavia, in uno scenario più pessimistico, l'economia locale subirà maggiori sconvolgimenti a causa della crisi sanitaria, con conseguente rallentamento della crescita economica dell'1,8-2%. Lo scenario include continue restrizioni di viaggio e prolungate difficoltà per i servizi di ristorazione e alloggio.

Le raccomandazioni politiche del VEPR hanno avvertito il Vietnam di non seguire le politiche macro di altre nazioni come l'allentamento della politica monetaria per mitigare i deficit di bilancio prolungati. Inoltre, la prevenzione del COVID-19 e la garanzia del benessere sociale rappresentano anche un onere per i bilanci nazionali.

Tuttavia, l'attuale priorità dovrebbe rimanere quella di garantire la sicurezza sociale, stabilizzare il clima imprenditoriale, ridurre la pressione sulle imprese che hanno temporaneamente interrotto le operazioni e sostenere quelle ancora operative.

Fonte: https://bit.ly/3qZJK3s

 

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Vietnam (ICHAM))

 

Ultima modifica: Venerdì 26 Febbraio 2021
Venerdì 26 Febbraio 2021

Germania - focus sul settore delle costruzioni

La Germania rappresenta il più grande mercato edile d'Europa. In condizioni “normali”, ovvero senza una pandemia che sta mettendo in ginocchio la maggior parte delle potenze globali, si potrebbe giustificare il primo posto nel mercato europeo chiamando in causa un’economia ed un clima stabile per gli investimenti, così come la progressiva attenzione all’efficienza energetica sostenuta dal mercato e dal governo federale. Tuttavia, come ben sappiamo, la situazione attuale è diversa. Ma quanto diversa per il mercato delle costruzioni in Germania?

Il 14 gennaio 2021 l’ufficio di statistica federale ha reso noti i primi calcoli relativi all’andamento dell’economia tedesca nel 2020. Con un ristringimento del 5,0% del prodotto interno lordo, la Germania si trova per la prima volta dopo 10 anni in una condizione di recessione. Le cause di un simile dato sono ovviamente riconducibili analizzando i vari settori e come questi abbiano sofferto la crisi legata al Covid-19. Così facendo è infatti possibile notare che quasi tutti gli indici delle categorie economiche abbiano un segno meno davanti alle loro variazioni annuali. Quasi tutti, ma non tutti.

A spiccare per i numeri positivi, sono infatti due settori in particolare: il commercio online e le costruzioni. Quest’ultimo, nascosto fra variazioni fortemente negative, registra un significativo valore aggiunto lordo rettificato per prezzi aumentato dell'1,4% rispetto all'anno precedente. Per capire le dimensioni di un simile dato, nel 2019 il settore delle costruzioni aveva contribuito per il 5,6% al valore aggiunto lordo totale dell’economia, con una quota per gli investimenti nel settore delle costruzioni pari al 10,9% del prodotto interno lordo. L’industria persiste dunque come un settore chiave per la Germania ponendosi in vantaggio rispetto a settori industriali importanti come l’ingegneria meccanica o l’industria chimica sia in termini di produzione che di occupazione.

Proprio per quanto riguarda l’occupazione, le costruzioni rappresentano (insieme di nuovo col settore IT) un’eccezione, continuando a ricercare nuovi dipendenti. Nel terzo trimestre del 2020 il numero degli occupati nel settore delle costruzioni è aumentato di 21.000 unità, pari allo 0,8% rispetto allo stesso trimestre nel 2019. Confrontandolo invece col trimestre precedente del 2020, l’occupazione nel settore delle costruzioni è aumentata di 8.000 persone.

Osservando gli ordini, i numeri più recenti suggeriscono un lieve aumento negli ultimi mesi a seguire di un calo del 2,6% su base annua registrato nei primi dieci mesi del 2020. D’altro canto, i prezzi nelle costruzioni hanno visto un aumento dello 0,4% nel quarto trimestre del 2020 rispetto al trimestre precedente. Questi evidenziano una riduzione dello 0,1% rispetto al quarto trimestre del 2019 principalmente a causa della riduzione dell’IVA in Germania da luglio a dicembre 2020. Se l’aliquota fiscale fosse rimasta invariata, ci sarebbe stato un aumento dei prezzi del 2,5% in termini puramente aritmetici.

È indubbio che la pandemia abbia colpito fortemente l’economia tedesca. La domanda a questo punto è se il settore delle costruzioni sarà percepito come fulcro positivo che sul quale fare leva per gli altri settori, o se rimarrà un’eccezione difficilmente ricalcabile nel breve periodo dalle altre categorie. La risposta ce la daranno i risultati dei prossimi mesi.

Fonti: https://bit.ly/2P3B6CJ; https://bit.ly/3spKtLC; https://bit.ly/3sl27jB; https://bit.ly/3usX5n0; https://bit.ly/3qS81Zb    

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)

 

Ultima modifica: Lunedì 15 Marzo 2021
Venerdì 26 Febbraio 2021

Turchia: inflazione vicina al 15%

Secondo i dati dell’Ente di Statistica turco (TurkStat), la Turchia ha registrato un aumento annuo del 14,60% dei prezzi al consumo nel dicembre 2020, in aumento di 0,57 punti percentuali dal 14,03% di novembre, al di sopra delle aspettative di mercato.

L'aumento annuale più elevato dei prezzi è stato registrato in beni e servizi vari, trasporti e alimenti e bevande analcoliche con il 28,12%, il 21,12% ed il 20,61%, rispettivamente. Gli altri gruppi principali, in cui sono stati realizzati gli aumenti annuali più bassi, sono stati: bevande alcoliche e tabacco con lo 0,65%, comunicazione con il 5,73% ed istruzione con il 6,84%. D'altro canto, il gruppo abbigliamento e calzature ha registrato un'inflazione negativa con un -0,32%.

L'indice dei prezzi al consumo ha visto anche un aumento mensile dell'1,25%. L'incremento più alto è stato registrato da arredamento e casalinghi con il 3,46%, mentre il calo più evidente da abbigliamento e calzature con il 3,18%.

A gennaio 2021, la Turchia ha invece registrato un aumento annuo del 14,97% dei prezzi al consumo, con un aumento di 0,37 punti percentuali dal 14,60% di dicembre 2020. Il più alto aumento annuale dei prezzi è stato registrato in beni e servizi vari con il 24,53%, seguito dai prezzi degli arredi e delle apparecchiature domestiche, in aumento del 23,25%. Su base mensile, l'indice dei prezzi al consumo è salito dell'1,68% a gennaio. Il calo mensile più significativo è stato di 4,37 % in abbigliamento e calzature tra i principali gruppi, mentre i servizi ed i prodotti di assistenza medica hanno registrato il più alto aumento mensile con il 4,25%.

In base al nuovo Programma Economico, annunciato dal Governo lo scorso settembre, l'obiettivo del tasso di inflazione della Turchia per quest'anno è dell'8%. La previsione di inflazione di fine anno della Banca Centrale per il 2021 è del 9,4%.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana di Izmir)

 

Ultima modifica: Venerdì 26 Febbraio 2021
Venerdì 26 Febbraio 2021

Settori in crescita: focus Shanghai

Grazie al rapido sviluppo di automobili a nuova energia, circuiti integrati, intelligenza artificiale e industrie di biomedicina, si sottolinea come nel 2020 la produzione industriale strategica di Shanghai abbia raggiunto quota 8,9%. I primi di febbraio 2021, la Commissione per l’Economia e l’Informatizzazione di Shanghai ha difatti notato come questo balzo dell’8.9% equivarrebbe a 1,39 trilioni di yuan (213,8 ​​miliardi di dollari); cifra molto superiore alla crescita dell'1,7% del PIL della città.

Sono state le cosiddette tre "principali industrie in crescita" di Shanghai - circuiti integrati, biomedicina e intelligenza artificiale – ad aver dato impulso all'economia digitale della città e alla trasformazione orientata all'innovazione. Più nel dettaglio, nel corso del 2020, il fatturato dell'industria dei circuiti integrati ha raggiunto i 200 miliardi di yuan, con una crescita del 21% su base annua. In merito, in città è stata costruita una catena industriale di chip completa e avanzata. Per quanto riguarda invece il campo della biomedicina, 18 aziende tra le prime 20 aziende farmaceutiche mondiali hanno istituito sedi regionali e centri di ricerca a Shanghai. Inoltre, di fronte alle sfide generate dalla pandemia, Shanghai ha continuato ad ampliare la produzione di materiali, maschere, indumenti e occhiali protettivi. La capacità di produzione giornaliera di mascherine ha raggiunto le 60 milioni di unità, rispetto alle 400.000 unità di un anno fa. Per quanto riguarda il campo dell’intelligenza artificiale invece, l'anno scorso i ricavi a Shanghai hanno raggiunto i 200 miliardi di yuan con una crescita del 30%. In merito, sono stati firmati e confermati 36 progetti di investimento a Shanghai.

SenseTime, una delle aziende di intelligenza artificiale più promettenti in Cina, durante il corso del 2020 ha avviato la costruzione di un data center di intelligenza artificiale nell'area di Lingang, investendo un totale di 5,6 miliardi di yuan. L’obiettivo principale del data centre è quello di migliorare in modo esponenziale la capacità di calcolo della città, uno dei settori chiave nello sviluppo dell'IA.

Per concludere, in linea con le aspettative generali del quattordicesimo piano quinquennale (2021-2025), il Congresso Municipale del Popolo di Shanghai ha affermato che la portata delle industrie AI e dei semiconduttori di Shanghai raddoppierà in termini percentuali nei prossimi cinque anni. Questa è una notizia molto positiva non solo per tutto il settore industriale cinese in sé, ma anche per tutti gli investitori interessati al campo delle strategic industries.

Fonte: https://bit.ly/3uQIt15 

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana in Cina)

Ultima modifica: Mercoledì 3 Marzo 2021
Venerdì 26 Febbraio 2021

Cina: nuove opportunità per lo sviluppo del comparto dei veicoli elettrici

La Cina e l'UE hanno raggiunto un Accordo Comprensivo sugli investimenti (CAI) che rappresenta un punto di svolta nel favorire maggiore reciprocità negli investimenti e accesso al mercato. A seguito dell’accordo la Cina si prepara a rimuovere gradualmente le restrizioni agli investimenti in diversi settori, e liberalizzare l'accesso al mercato. Tra i settori maggiormente interessati quello automobilistico e in particolare il comparto dei veicoli elettrici.

L’ Accordo prevede infatti, per il mercato automobilistico e non, l’eliminazione del requisito di ingresso esclusivamente tramite Joint Venture con partner locale e la possibilità di ingresso per i veicoli elettrici. Le aziende UE di settore potranno, dunque, stabilire in Cina società operanti nel comparto dei veicoli elettrici e non, mantenendone il 100% della proprietà.

Le basi per una maggiore apertura dell'industria automobilistica cinese erano già presenti nel 2018, poste dall'abolizione delle restrizioni alla partecipazione straniera nell’industria dei veicoli speciali e veicoli elettrici, l'abolizione delle stesse pei i veicoli commerciali nel 2020, e la prospettiva eliminazione per il comparto delle autovetture nel 2022.

La firma dell'Accordo bilaterale avrà un profondo impatto sul mercato automobilistico interno. L’ ulteriore apertura del suo mercato all'Europa nel settore automobilistico, siglata dallo stesso, creerà nuove opportunità di crescita per questo settore a livello domestico, con particolare riferimento al comparto dei veicoli elettrici.  Il mercato dei veicoli a energia elettrica potrà beneficiare, infatti, dall’ apertura per diventare maggiormente competitivo e dinamico e di riflesso sempre più interessante per le aziende automobilistiche europee.

L’apertura favorirà, oltre alle aziende automobilistiche, l’intera filiera produttiva di settore e lo sviluppo delle tecnologie legate ai veicoli elettrici, favorendo un significativo calo dei costi e un miglioramento degli standard industriali interni.

In ultimo, la liberalizzazione degli investimenti nel settore automobilistico sarà avviata in una fase in cui la Cina si prepara a espandere i consumi di autovetture nelle aree rurali favorendo l’accesso a sussidi per l’acquisto di autovetture, migliorando le infrastrutture e lavorando alle vigenti restrizioni relative alla circolazione dei veicoli. 

Fonte: https://bit.ly/3q4bhiV

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana in Cina)

 

Ultima modifica: Venerdì 5 Marzo 2021
Venerdì 26 Febbraio 2021

Nel 2019 il trasporto merci in Svizzera è diminuito del 2,2%

Nel 2019 le prestazioni del trasporto merci sono diminuite del 2,2% rispetto all’anno precedente. Su strada il calo è stato del 2,7%, su rotaia dell’1,4%. Circa un terzo del volume trasportato via ferrovia rientrava nel traffico combinato. Lo rileva la statistica del trasporto merci realizzata dall’Ufficio federale di statistica (UST).

Considerando che una tonnellata-chilometro corrisponde al trasporto di una tonnellata per un chilometro, nel 2019 le prestazioni di trasporto sulla rete stradale e ferroviaria svizzera hanno totalizzato 27,2 miliardi di tonnellate-chilometri, ovvero il 2,2% in meno rispetto all’anno precedente. Il trasporto merci su strada ha registrato un decremento leggermente più marcato (–2,7%) rispetto a quello su rotaia (–1,4%).
Lo stesso anno, la percentuale dei trasporti ferroviari rispetto a tutte le prestazioni di trasporto è rimasta invariata intorno al 37% circa, quella dei trasporti stradali intorno al 63%. In Svizzera la quota di trasporto ferroviario è elevata rispetto a quella riscontrata sul piano internazionale: la media di tutti i Paesi dell’EU si attesta infatti al 19% circa.

I trasporti interni costituiscono quasi i due terzi del traffico pesante su strada
Nel trasporto merci su strada con autocarri e trattori a sella, i trasporti all’interno delle frontiere svizzere costituiscono il segmento di gran lunga più importante. Nel 2019 in questo settore il traffico interno ha costituito il 65% delle prestazioni di trasporto. Il trasporto d’importazione ha raggiunto 16%, le esportazioni il 10% e il traffico di transito il 9%. Rispetto al 2000 si constata un aumento delle prestazioni per tutti i tipi di traffico, tranne che per quello di transito.
Dopo la forte progressione degli anni Duemila, dal 2011 il traffico di transito su strada attraverso la Svizzera è tendenzialmente in calo, per attestarsi nel 2019 a un valore di quasi l’8% inferiore a quello del 2000. Questo potrebbe essere una conseguenza della politica svizzera di trasferimento, che promuove il trasporto merci transalpino su rotaia. Un altro freno al traffico di transito attraverso la Svizzera è poi dovuto alla debole evoluzione economica italiana dopo la crisi finanziaria ed economica del 2009.
 

Per saperne di più: https://bit.ly/3q5op7w

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

Ultima modifica: Lunedì 1 Marzo 2021
Venerdì 26 Febbraio 2021

Regno Unito: il porto di Blyth in North East inaugura un nuovo terminale “ad energia pulita”

Il Porto di Blyth ha annunciato il lancio di un nuovo terminale portuale ad energia pulita, nell’intento di capitalizzare sul mercato delle fonti rinnovabili, in cui il North East è particolarmente coinvolto negli ultimi anni.

Il Bates Clean Energy Terminal offre servizi potenziati per i business nel settore dell’energia rinnovabile, nonché l’opportunità di investimenti nell’innovazione green con basse emissioni di carbonio.

Grazie al supporto della North East LEP, il progetto mira a rafforzare la reputazione del Porto di Blyth come una delle località piú importanti a supporto dell’energia pulita offshore. È stato realizzato un terminal di 17 ettari con due punti di ormeggio e delle banchine potenziate per il sollevamento di carichi pesanti. Il progetto prevede una futura ulteriore espansione dell’area portuale.

Una ricerca dello scorso anno ha dimostrato che la catena di approvvigionamento nel settore dell’energia eolica offshore in North East potrà creare 4.500 posti di lavoro nei prossimi cinque anni.

Il Porto di Blyth è anche impegnato in alcuni progetti di decarbonizzazione del territorio, che includono l’elettrificazione degli impianti e delle iniziative a basse emissioni di carbonio per la costruzione dei nuovi edifici.

La scorsa settimana i porti di Blyth, Tyne e Sunderland sono stati candidati per lo status di freeport dall’amministrazione del North East, il che apporterebbe 3,4 miliardi di sterline alla regione insieme a 60.000 nuovi posti di lavoro.

Fonte: https://bit.ly/2ZYqEii

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

 

 

Ultima modifica: Lunedì 1 Marzo 2021
Giovedì 25 Febbraio 2021

Buone prospettive per il settore delle infrastrutture in Polonia

Il ministro delle Infrastrutture Andrzej Adamczyk ha dichiarato che il settore d'edilizia non subirà ripercussioni negative nei prossimi anni. Si progetta infatti lo sviluppo delle reti stradali, ferroviarie e idriche, oltre alla costruzione dell'Aeroporto Centrale.

Durante la conferenza EEC Trends, Adamczyk ha riferito che, nonostante il rallentamento dell'economia mondiale, in Polonia gli investimenti non sono stati fermati e si sono riusciti a mantenere un milione e mezzo di posti di lavoro. L'anno scorso quasi 140 chilometri di strade statali sono state aperte, l'autostrada A2 è stata allungata e sono state costruite nuove tangenziali. Nei progetti ci sono le costruzioni della Via Carpatia nel voivodato della Podlachia, della tangenziale di Chełm e di Trójmiasto, e di altri tratti delle autostrade (S11, S10, S74). L'anno scorso sono anche stati modernizzati 750 chilometri di binari ferroviari, incluse le stazioni ferroviarie e sono state costruite oltre 100 stazioni.

Attualmente sono in corso i lavori del canale attraverso la Mierzeja Wiślana e si stanno facendo interventi lungo gli argini dei fiumi. Grazie a tutti questi progetti sarà possibile migliorare il sistema di comunicazione nel paese.

Fonte: Polonia Oggi

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

 

Ultima modifica: Lunedì 15 Marzo 2021
Giovedì 25 Febbraio 2021

La Turchia utilizzerà il gas proveniente dal Mar Nero nel 2023

Secondo fonti governative, la Turchia inizierà ad utilizzare il gas dal giacimento di Sakarya nel Mar Nero nel primo trimestre del 2023. La prima nave di perforazione nazionale turca, Fatih, ha scoperto nel 2020, presso il pozzo Tuna-1 situato a circa 170 chilometri al largo della costa turca di Zonguldak, 405 miliardi di metri cubi (bcm) di gas naturale. La nave Fatih ha continuato l’attività di perforazione nella regione ed il primo pozzo (Turkali-1) è stato completato il mese scorso. Attualmente si sta lavorando sul secondo pozzo (Turkali-2) ad una profondità di 3.050 metri. Fatih perforerà 10 pozzi nel giacimento di gas Sakarya nei prossimi due anni, ciascuno con un diametro di 2 chilometri. Un'altra delle tre navi di perforazione statali, la Kanuni, inizierà i lavori per il completamento del pozzo entro la fine di marzo. La prima produzione di gas dal campo inizierà nel 2023 per essere consegnata a Filyos, una città costiera nella provincia di Zonguldak, attraverso un gasdotto sottomarino lungo 150 chilometri che si collegherà alla rete nazionale del gas.

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana di Izmir)

Ultima modifica: Venerdì 5 Marzo 2021
Giovedì 25 Febbraio 2021

Il Vietnam migliora il suo posto in classifica sull’indice globale di e-commerce B2C 2020

Secondo la recente relazione della conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD), il Vietnam è rimasto tra le prime 10 economie in via di sviluppo e di transizione della regione dell’Asia orientale, meridionale e sudorientale, tra cui Singapore, Cina, Hong Kong, Corea del Sud, Repubblica della Malesia, Tailandia, Iran, Cina, Mongolia, Vietnam e India. Il Vietnam è anche migliorato di una posizione nell’ultimo anno.

Tutte le prime 10 economie in via di sviluppo nell’indice del 2020 sono quindi asiatiche, e tutte sono economie a reddito medio-alto o ad alto reddito.

Nell’edizione 2020 dell’indice dell’UNCTAD su e-commerce B2C, la Svizzera ha rimpiazzato i Paesi Bassi come paese con la massima disponibilità ad impegnarsi e beneficiare dell’e-commerce. Le economie europee dominano la classifica, ma vi sono anche Singapore, Cina e Hong Kong.

Dall’altra parte, i paesi meno sviluppati occupano 18 delle 20 posizioni più basse dell’indice. Gli ampi divari tra i paesi con il più alto ed il più basso livello di preparazione all’e-commerce indicano la necessità di affrontare le debolezze dei paesi in ritardo per un’ulteriore preparazione digitale, al fine di ottenere benefici per lo sviluppo inclusivo.

La pandemia di covid-19 ha introdotto i paesi in una nuova dimensione data dalle misure della quarantena a vantaggio dell’e-commerce.

Pur essendo i più grandi mercati del mondo la Cina e gli Stati Uniti si posizionano rispettivamente in 12 a e 55a posizione. Una delle ragioni per questo posizionamento è che la loro scala non è inclusa nell’indice. Anche se i due paesi regnano in una serie di misure assolute, essi sono in ritardo in comparazioni relative. Ad esempio, la penetrazione di internet negli Stati Uniti è inferiore a qualsiasi altra delle economie nella top 10, mentre la Cina su questo indicatore si colloca all’87° posto nel mondo. Per quanto riguarda la penetrazione dello shopping online, gli Stati Uniti sono al 12° posto, mentre la Cina al 33°.

Fonte: https://bit.ly/3sADD65

 

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Vietnam (ICHAM))

 

Ultima modifica: Mercoledì 3 Marzo 2021