Lunedì 7 Luglio 2025
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Il tasso ipotecario di riferimento rimane così al livello dell’ultimo tasso pubblicato. In tutta la Svizzera le pigioni vengono stabilite in base a questo tasso.
Il tasso d'interesse di riferimento è basato su un tasso d'interesse medio dei crediti ipotecari svizzeri, ponderato secondo il volume dei crediti, oggetto di rilevamento trimestrale. Viene calcolato in quarti di punto percentuale. Rispetto al trimestre precedente, il tasso d'interesse medio, riferito al 31 dicembre 2021, dal 1,21% è sceso al 1,19%. Con l'arrotondamento commerciale, il tasso d'interesse di riferimento, determinante sotto il profilo del diritto della locazione, si mantiene così al 1,25%. Si manterrà a questo livello finché il tasso d'interesse medio non scenderà sotto l'1,13% o non supererà l'1,37%.
Dal 3 marzo 2020 il tasso ipotecario di riferimento è al 1,25 % ed è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente: perciò dall'ultima pubblicazione non sussiste il diritto ad aumenti o a diminuzioni della pigione. Se un contratto di locazione prevede attualmente una pigione non stabilita secondo il tasso d'interesse di riferimento vigente (1,25%), può essere chiesta una diminuzione in virtù di una precedente riduzione del tasso d'interesse di riferimento. Inoltre, il diritto ad un adeguamento della pigione può derivare da variazioni di costo (il 40% dell'indice nazionale dei prezzi al consumo e/o dei costi di manutenzione) ed essere fatto valere nel quadro della riduzione della pigione.
Il tasso ipotecario di riferimento e il tasso d'interesse medio in base al quale viene calcolato sono pubblicati trimestralmente dall'UFAB sul sito www.tassodiriferimento.admin.ch. Inoltre il pubblico viene informato mediante comunicati stampa. Il prossimo è previsto per il 1° giugno 2022.
Dal 10 settembre 2008 in tutta la Svizzera il tasso ipotecario di riferimento per la determinazione delle pigioni è stato unificato e ha sostituito quello precedentemente determinante nei singoli Cantoni per le ipoteche a tasso variabile. La base legale è l'articolo 12a dell'Ordinanza concernente la locazione e l'affitto di locali d'abitazione o commerciali (OLAL).
Fonte: http://www.ccis.ch/it/news.aspx?id=1492
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)
Personnel service, compagnia polacca specializzata in risorse umane, ha analizzato le opportunità lavorative per i rifugiati ucraini, basandosi sulle informazioni dell’Ufficio centrale di statistica.
Secondo l’agenzia, ci saranno posti di lavoro soprattutto nell’industria, nel servizio e nel settore dei lavori più umili.
“La cosa più importante saranno le leggi che permetteranno ai datori di lavoro di assumere velocemente chi ne ha bisogno e di dare l’assistenza ai bambini fuggiti dalla guerra assieme alle loro famiglie” si legge nella nota della Personnel service. “Ci sarà anche bisogno di molti specialisti in vari settori, quindi le persone che possiedono competenze superiori e che già padroneggiano la lingua polacca troveranno impieghi anche in questi ambiti”.
Fonte: https://bit.ly/3pDmKIO
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)
Quasi tutti gli stati del continente europeo, compresa la Danimarca, hanno espresso il loro profondo disaccordo con la guerra che sta scuotendo l’Ucraina da ormai una settimana. In un clima politico ed economico sempre più teso, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha firmato una richiesta ufficiale di adesione dell’Ucraina all’Unione Europea.
La risposta dell'Unione Europea. In risposta, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione non vincolante sulla concessione all’Ucraina dello status di candidato all’UE, accolta con 637 voti. Questa risoluzione fa parte del tentativo dell’UE di fornire un aiuto principalmente politico al governo ucraino: infatti, pochi giorni dopo l’inizio del conflitto, la Commissione europea ha approvato l’attivazione della direttiva sulla protezione temporanea del 2001, che prevede accordi eccezionali per concedere protezione internazionale a richiedenti asilo non comunitari rinnovabili fino a tre anni.
In Danimarca. Il governo danese, in continuità con le posizioni assunte da molti stati e istituzioni europee, sta fornendo aiuti all’Ucraina principalmente in due modi: in primo luogo, inviando armi e protezione. In particolare, il governo ha annunciato che la Danimarca invierà giubbotti protettivi, kit di primo soccorso e aiuti umanitari per 50 milioni di corone danesi (circa 7 milioni di euro). Inoltre, l’aiuto della Danimarca è di natura legislativa. Infatti, il governo danese sta approvando una legge interna speciale che permetterebbe ai richiedenti asilo ucraini di integrarsi direttamente nel tessuto sociale e nel mercato del lavoro danese. In particolare, Mattias Tesfaye, ministro degli affari esteri e dell’integrazione, ha espresso l’intenzione di concedere ai rifugiati ucraini un permesso di soggiorno per un periodo iniziale di due anni.
Le imprese. Anche il tessuto imprenditoriale danese si è mosso in linea con le intenzioni del governo. Un numero crescente di aziende danesi stanno fornendo aiuti e beni di prima necessità all’Ucraina e hanno espresso la volontà di aprire le loro porte ai rifugiati ucraini. La brevità dell’eventuale integrazione delle famiglie ucraine nel mercato del lavoro sarebbe senza dubbio facilitata dalla profonda digitalizzazione della società danese, che per decenni ha fatto dell’intuitività e dello snellimento della burocrazia il suo punto di forza.
La guerra in Ucraina ha visto l’Unione europea unita. La Danimarca, un partner importante dell’UE con un’economia robusta e un tessuto sociale profondamente digitalizzato e reattivo, si conferma una risorsa fondamentale per l'Unione Europea di fronte al conflitto ucraino.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
L'affiliazione cresce di 37.726 lavoratori a febbraio, inferiore a quella dello stesso mese prima del covid. Nonostante il punto di partenza dei due momenti è diverso, dal mese scorso, il mercato del lavoro ha nuovamente superato il record di affiliati con 19.934.481 lavoratori.
Prendendo in considerazione la disoccupazione, inoltre, il numero di disoccupati è sceso di 11.394 a febbraio. In questo caso, la caduta in febbraio è più alta che nello stesso periodo prima dell'inizio del covid.
Fonte: https://bit.ly/3pBpyGh
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana – Barcellona)
Nel 2021 l'uso dei servizi bancari su Internet in Corea è aumentato del 18% su base annua; questo è da attribuirsi al fatto che i clienti hanno preferito i servizi a distanza durante la pandemia da Covid-19.
Secondo i dati della Bank of Korea (BOK) l'uso quotidiano dei servizi bancari online, compreso il mobile banking, ha raggiunto 17,32 milioni di istanze l'anno scorso, segnando un corposo aumento rispetto ai 14,68 milioni del 2020.
L'utilizzo del mobile banking è arrivato quindi a 14,36 milioni di istanze al giorno, con un aumento del 22,9% rispetto all'anno precedente e rappresentando quasi l'83% del totale ti tutte le operazioni bancarie.
Il valore delle transazioni giornaliere tramite l'online banking si è attestato a 70,6 trilioni di won (58,6 miliardi di dollari), segando un aumento del 19,6% rispetto all'anno precedente.
La quantità giornaliera di transazioni tramite mobile banking o servizi bancari a cui si accede tramite dispositivi mobili è stata in media di 12,9 trilioni di won lo scorso anno, con un aumento del 36,6% rispetto al 2020.
In particolare, lo scorso anno la media giornaliera dei prestiti contratti tramite internet banking è stata di poco superiore ai 750 miliardi di won, in crescita del 56,9% rispetto al 2020.
Il numero di abbonati all'internet banking registrati presso 18 istituti finanziari ammontava a 198,6 milioni a fine dicembre, con un aumento del 9,4% rispetto all'anno precedente. Il numero di utenti di mobile banking è aumentato del 13,5% su base annua arrivando a 153,4 milioni.
Secondo la BOK la cifra è la semplice somma di tutti gli utenti registrati presso i fornitori di servizi di Internet e mobile banking nel paese, il che significa che la stessa persona può contare più volte nella stima.
Fonte: https://bit.ly/3MkpjsP
(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Korea)
Nel 2021, l’andamento degli scambi USA-Italia ha registrato un forte aumento (+19,4%) dopo il calo del -14,4% nel 2020 e +2,1% rispetto al 2019. L’Italia è riuscita quindi a guadagnare una posizione tra i partner commerciali degli USA, passando dal 15° al 14° posto, e una posizione anche rispetto ai Paesi europei, passando dal 7° al 6° posto dopo Germania, Regno Unito, Olanda, Irlanda e Svizzera.
In tale contesto, nel 2021 l’export italiano verso gli USA registra una forte crescita (+23,4%) rispetto al calo del -13,6% del 2020, superiore alla media mondiale ed europea, e guadagna una posizione, attestandosi a 12° paese fornitore degli Stati Uniti, e guadagnando leggermente anche in quota di mercato (2,2%), rispetto al 2,1% del 2020. I dati del 2021 segnano inoltre una crescita rilevante rispetto ai livelli pre-pandemici (+6,5% vs. 2019).
Gli Stati Uniti mantengono la posizione di 3° mercato di destinazione del nostro export. Nel confronto dei saldi di interscambio con i principali competitors, l’Italia nel 2021 ha registrato verso gli Stati Uniti un attivo di bilancia commerciale per $ 39,3 miliardi. Il valore totale dell’export italiano del 2021 è ammontato a 61 miliardi di dollari. Per l’Italia i settori trainanti sono stati: Meccanica (+27,2%), Moda e accessori (+58%) e Agroalimentari e bevande (+18,2%).
Per quanto riguarda l’andamento degli altri settori di importazioni USA dall’Italia nel 2021, con l’eccezione dei settori Chimica e farmaceutica (-0,3%) e Mezzi di trasporto (-2,5%), tutti i settori del Made in Italy hanno registrato forti riprese rispetto all’anno precedente, come Semilavorati e componenti (+43,9%) e Arredamento e edilizia (+32%).
Fonte: Italian Trade Agency
(Contenuto editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce Southeast)
Il conflitto in Ucraina dovrebbe avere un impatto limitato sull’economia ceca. Lo prevede la Banca Centrale Ceca (ČNB).
Né la Russia né l’Ucraina rappresentano mercati particolarmente rilevanti per gli esportatori cechi. Le vendite verso la Russia ammontavano nel 2021 a circa 3,6 miliardi di euro. Si tratta del 2,3% delle esportazioni totali ceche e di circa la metà delle vendite ceche verso l’Italia. L’esposizione verso Kiev è ancora minore. Potrebbero tuttavia avere difficoltà alcune imprese industriali con forte presenza nei paesi dell’ex Unione Sovietica, come è già accaduto nel 2014 con l’annessione russa della Crimea e le relative sanzioni europee e americane.
Gli esperti e la banca centrale però attendono una maggiore spinta inflattiva a causa dei rialzi dei prezzi del petrolio, gas e altre materie energetiche. Inoltre, la Russia è esportatrice di rilievo mondiale anche di alcuni materiali, come il palladio, utilizzati nell’industria automobilistica e nelle produzioni ad alto contenuto tecnologico. I due paesi in conflitto sono inoltre esportatori di rilevanza globale dei cereali.
Il conflitto ha già avuto una ricaduta sul corso della corona, che si è indebolito. Molti investitori internazionali stanno disinvestendo dalle valute degli stati nell’Europa centrale e orientale. “La Banca Centrale Ceca è pronta a intervenire nel caso di oscillazioni straordinarie del corso della corona, che minerebbero il buon funzionamento del mercato valutario e finanziario” ha indicato la ČNB.
Fonte: https://bit.ly/35BJ9il
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italo-Ceca)
La Corea ha annunciato in data 28 febbraio la decisione di vietare le esportazioni di materiali strategici verso la Russia e di unirsi ai partner occidentali per escludere la Russia dalla rete di pagamento globale SWIFT.
La Corea prevede di rafforzare le procedure di screening delle esportazioni riguardanti la Russia.
Si prevede di bloccare le esportazioni verso la Russia di materiali strategici individuati da quattro regimi multilaterali di controllo delle esportazioni: il Nuclear Suppliers Group (NSG); l'Accordo di Wassenaar (WA); il Gruppo Australia (AG); e il regime di controllo della tecnologia missilistica (MTCR).
Le misure mirano a respingere la diffusione delle armi di distruzione di massa, i loro veicoli da trasporto e le relative tecnologie e attrezzature.
La Corea prevede inoltre di finalizzare in cooperazione con gli Stati Uniti tagli all'export verso la Russia su dozzine di articoli, come semiconduttori, computer, telecomunicazioni, apparecchiature per la sicurezza delle informazioni, laser e sensori.
Sul fronte finanziario, il governo di Seoul prevede di unirsi alla decisione di rimuovere la Russia dal sistema di pagamento SWIFT.
Oltre a partecipare al programma di sanzioni il governo di Seoul prevede di rafforzare il sostegno umanitario all'Ucraina. Ciò include la fornitura di divise militari ed altri articoli di questo genere, e l'espansione dei fondi assegnati dal governo all'Ucraina per lo sviluppo.
Fonte: https://bit.ly/3BY78EJ
(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Korea)
Copenhagen detiene il podio come migliore città per gli espatriati europei. Secondo l’ultimo sondaggio del gruppo di consulenza ECA International (Employment Conditions Abroad International), con l’allentarsi delle restrizioni anti-Covid, le città dei paesi nordici, della Svizzera e dell’Irlanda sono in cima alla classifica 2021 delle città più vivibili. Per gli espatriati europei, i Paesi migliori in cui vivere nel mondo sono proprio quelli limitrofi.
In cosa consiste la classifica stilata da ECA International? Si tratta di uno studio annuale che misura la qualità delle condizioni di vita degli espatriati in oltre 490 località del mondo per arrivare ad una valutazione equa e coerente del livello di difficoltà che l’espatriato incontrerà nell’adattarsi nella nuova città. Lo studio prende in considerazione diverse variabili: i servizi sanitari, gli alloggi, l’accesso a una rete sociale, alle strutture ricreative e al tempo libero, così come l’inquinamento dell’aria, la sicurezza personale e le tensioni sociali e politiche valutate per il periodo tra giugno e novembre dello scorso anno.
Qualità e stile della vita. Copenhagen è al primo posto per qualità della vita. La capitale danese deve le radici del suo successo ad anni di investimenti urbani lungimiranti in infrastrutture e ampi spazi verdi. Allo stesso modo, grazie anche alle sue ambizioni di creare un ambiente più sano, con aria più fresca e acqua più pulita. L’attenzione alla qualità della vita si riversa anche su abitudini altrettanto sane: i numerosi ciclisti sulle strade di Copenhagen danno una chiara idea dell’importanza dell’aria aperta e dell’attività fisica per i danesi.
Non solo, infatti è noto come lo stile di vita hygge rimane un aspetto fondamentale della vita danese. Difficile da tradurre, hygge si colloca a metà strada tra l’intimità, la cordialità e l’unione.
Network e socialità. Quando si tratta di standard di vivibilità per gli espatriati europei, la comunicazione e il network hanno un ruolo rilevante. Non dovrebbe sorprendere che le città classificate più in alto siano quelle in cui l’inglese è ampiamente parlato e compreso. L’inglese dei danesi è infatti il migliore parlato dai non nativi, il che facilita il carico amministrativo per i nuovi espatriati o anche per quelli di lunga data.
La questione della lingua aiuta anche a combattere la solitudine - un problema comune degli espatriati - così come la geografia della città. La Svezia è a pochi minuti di distanza con i mezzi pubblici e molte grandi città europee possono essere raggiunte in meno di due ore dall’aeroporto di Copenhagen, che è a soli 15 minuti di treno dal centro della città.
Sicurezza. A Copenhagen spetta anche il podio nel Safe Cities Index 2021 con 82,4 punti su 100. La classifica viene aggiornata ogni due anni per rilevare quali sono le città più sicure in base a diversi criteri: sicurezza digitale, sicurezza sanitaria, sicurezza delle infrastrutture, sicurezza personale e sicurezza ambientale.
La definizione di felicità. Per concludere, è d’obbligo riportare che periodicamente la Danimarca gareggia con gli altri Paesi scandinavi per il vertice nella classifica del World Happiness Index stilata dalle Nazioni Unite. Lo scorso anno si è classificata terza, a conferma di un soddisfacente stile di vita dei suoi residenti e di coloro che decidono di trasferirvisi. Sostenendo quindi la vivibilità della città e i risultati dello studio pubblicato da ECA International.
Fonte: https://bloom.bg/3squUpQ
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
Secondo la Bank of Korea nel 2021 gli asset finanziari all'estero della Corea hanno raggiunto il massimo storico grazie all'aumento degli investimenti azionari e ai rendimenti di questi ultimi.
Secondo i dati le attività finanziarie esterne del paese a fine dicembre 2021 ammontavano a 2,16 trilioni di dollari USA; segnando un aumento di 198,2 miliardi rispetto al 2020.
A fine dicembre 2021 anche la posizione netta sull'estero della Corea ha raggiunto la cifra record di 637,9 miliardi di dollari USA, nel 2020 il valore era stato di 466,1 miliardi.
Il debito estero del paese si è attestato a 628,5 miliardi di dollari USA a fine dicembre; in aumento di 83,6 miliardi rispetto all'anno precedente.
Nello specifico il debito estero a breve termine è aumentato di 6,9 miliardi e il debito a lungo termine è aumentato di 76,7 miliardi.
Il rapporto tra debito estero a breve termine e riserve estere si è attestato al 35,9% a fine dicembre, in calo di 0,1 punti percentuali rispetto al 2020.
Fonte: https://bit.ly/3poVmhA
(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Korea)