Notizie mercati esteri

Venerdì 26 Marzo 2021

Per raggiungere il target zero emissioni, il Galles creerà migliaia di nuovi posti di lavoro nel settore edilizio

Per raggiungere il target “zero emissioni” stabilito dal governo gallese entro il 2050, l’industria edilizia dovrà creare 12.000 posti di lavoro entro il 2028.

Secondo un report della Construction Industry Training Board (CITB), questi posti di lavoro dovranno essere creati attraverso l’assunzione di diverse nuove figure professionali, potenziando anche l’efficienza dei ruoli esistenti e l’innovazione nella decarbonizzazione del settore.

L’industria edilizia britannica produce all’incirca il 40% delle emissioni inquinanti del Paese, secondo il Green Building Council (UKGBC). La CITB ha dichiarato che la transizione verso un settore piú green rappresenterà migliori opportunità di assunzione ed una preziosa occasione di sviluppo delle competenze dei lavoratori esistenti.

Nel report della CITB, dal titolo Building Skills for Net Zero, si dichiara che una delle difficoltà maggiori nel raggiungimento del target zero emissioni sarà la riduzione delle emissioni delle strutture edilizie esistenti.

L’80% delle costruzioni in uso nel 2050 in UK, infatti, consterà di edifici già costruiti in precedenza, che produrranno il 95% delle emissioni totali dell’industria edilizia. La riduzione delle emissioni fino ad arrivare al target zero richiederà dei consistenti lavori di ristrutturazione su 1,4 milioni di abitazioni e 100.000 edifici non residenziali.

La CITB ha definito le competenze necessarie alla forza lavoro per il progetto, secondo i dati raccolti dal Climate Change Committee (CCC), il quale segnala la necessità futura di 2.500 direttori di costruzione, 900 specialisti di esterni e 2.800 tecnici per gli impianti idraulici e di ventilazione in Galles.

Fonte: https://bit.ly/3rspU0b

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Venerdì 26 Marzo 2021
Venerdì 26 Marzo 2021

L’economia polacca è tra le più forti d’Europa

"L’economia polacca è una dei più forti e dinamiche nell'Europa", ha detto il direttore della Banca nazionale della Polonia Adam Glapiński in una intervista per il settimanale "Tygodnik sieci". "Il mio ruolo era assicurare i cittadini che i loro soldi sono al sicuro e che li possono ritirare in ogni momento. Mi pare di avercela fatta nonostante non si fosse prevista la pandemia, questi tempi difficili sono apparsi all'improvviso”.

Secondo il direttore la Polonia si trova in una buona situazione per quanto riguarda l'indebitamento: “Non siamo molto indebitati. La Polonia conduce una politica finanziaria razionale e conservativa. Le nostre riserve valutarie ammontano a quasi 135 miliardi di euro, un certo aumento nel debito invece non è una cosa anormale perché ha toccato tutti i paesi nei tempi della pandemia”. Il direttore ha sottolineato che la maggioranza dei paesi europei è più indebitato della Polonia: “Abbiamo un debito pubblico relativamente basso. L'economia polacca è una delle più forti d'Europa, e forse del mondo. Usciamo più forti da ogni crisi: con perdite piccolissime o pari a zero".

Fonte: https://bit.ly/3ruQMMW

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

 

Ultima modifica: Venerdì 26 Marzo 2021
Venerdì 26 Marzo 2021

L’indennità di ferie in Danimarca

Il 20 Settembre 2020, il Parlamento danese ha approvato un nuovo disegno di legge che introduce importanti modifiche sull’indennità di ferie (Ferieloven) dei lavoratori in Danimarca (The Local Dk, 2021).

Generalmente, i dipendenti con un contratto a tempo pieno, ricevono almeno cinque settimane di ferie retribuite ogni anno. L’indennità di ferie viene calcolata dal datore di lavoro e prevede un accumulo del 12% dallo stipendio, ovvero 2,08 giorni di ferie per ogni mese in cui si è lavorato (Life in Denmark, 2021). Se il contratto lavorativo è inferiore a un mese, viene maturato 0.07 giorni di ferie per ogni giorno lavorativo (ibid.).

Secondo la legge precedente, un lavoratore doveva aver lavorato un anno solare per poter ricevere le ferie retribuite (Feriepenge), ovvero i dipendenti maturavano le ferie dal 1 ° gennaio al 31 dicembre dell'anno precedente, per poi utilizzarle dal 1 ° maggio al 30 aprile dell’anno successivo (Work in Denmark, 2021).

Con il nuovo emendamento, i lavoratori avranno diritto ad avere le ferie pagate maturate dal 1° settembre al 31 agosto (12 mesi) e potranno usufruirne tra il 1° settembre e il 31 dicembre (16 mesi). Il motivo per cui il periodo di ferie è di quattro mesi più lungo rispetto al periodo di maturazione è per consentire una maggiore flessibilità in relazione a quando posso essere utilizzate le ferie (Azets, 2021).

Prima che la nuova legge danese sulle ferie entrasse in vigore, c’è stato un periodo di transizione, in cui sono state accumulate 10 settimane di ferie provenienti dal vecchio e dal nuovo ordinamento, ovvero dal 1° gennaio 2019 al 31 agosto 2019. Il Governo danese ha deciso di istituire un nuovo fondo risparmio, Lønmodtagernes Feriemidler, per la gestione delle ferie dei dipendenti maturate durante l’anno di transizione, con la possibilità di congelarle e richiederle una volta raggiunta l’età pensionabile (Life in Denmark, 2021).

Successivamente, nell’autunno 2020 in relazione alla necessità di incentivare l’economia durante la crisi del Covid-19, il Ministero del Lavoro è giunto ad un accordo in cui veniva data la possibilità ai lavoratori di richiedere l’erogazione di massimo 3 settimane di indennità di ferie, accumulate dal 1° settembre 2019 al 31 agosto 2020, altrimenti le stesse sarebbero destinate al fondo istituito (Lønmodtagernes Feriemidler). In seguito, durante la primavera 2021 si è deciso nuovamente di rilasciare le restanti due settimane di ferie maturate (LD Fonde, 2021). 

È stato rilevato un totale di 108 miliardi di DKK versati da datori di lavoro nel fondo per l’indennità di ferie e un totale di 52 miliardi di DKK al lordo delle imposte ricevuti dai dipendenti (ibid.). Per poter richiedere l’erogazione dell’indennità, bisogna presentare domanda al servizio online e l’importo verrà versato sul conto bancario del dipendente (ibid.)

Il rilascio delle ferie congelate è una risposta importante da parte del Governo contro l’impatto economico che la pandemia ha avuto sull’economia del paese, pensato per sostenere il consumo privato nella speranza di aiutare le industrie più colpite del paese (DR, 2021).


(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Venerdì 26 Marzo 2021
Venerdì 26 Marzo 2021

Argentina: il 2021 sarà un anno vantaggioso per le macchine agricole

Per l'anno in corso, la Camera Argentina dei Costruttori di Macchine Agricola (Cafma), preso in esame l'ultimo studio di Sectorial Economic Reports (IES), prevede una forte espansione per le attività di settore grazie agli aumenti di credito concessi.

Nel 2020, secondo l'Istituto nazionale argentino di statistica e censimento (Indec), la produzione di macchine agricole ha mostrato una crescita complessiva del 44,2% rispetto al 2019. L'elevato livello di vendite dello scorso anno lascia un segno positivo per il primo quadrimestre dell'anno, con un mercato che mostra una domanda sostenuta, soprattutto di attrezzature.

Il settore delle macchine agricole continuerà ad aumentare l'operatività aziendale nel 2021, e molti industriali, per stare al passo con la domanda, pianificano di rinnovare e migliorare le infrastrutture e macchine.

Le imprese argentine, spinte dalla necessità di migliorare i propri processi produttivi, stanno avviando azioni di inversione con focus sul mercato italiano, da sempre orientato ad efficienza-sostenibilità-innovazione. In questo l'Argentina, dati i forti vincoli commerciali instaurati con l'Italia, vede favorevolmente l'acquisto di nuove tecnologie Made in Italy ed aumentare così la propria efficienza nella produzione locale.

 

(Contenuto editoriale a cura della Cámara de Comercio Italiana de Rosario)

Ultima modifica: Lunedì 19 Aprile 2021
Venerdì 26 Marzo 2021

Vietnam: nuovo porto internazionale nel delta del fiume Mekong

Con il miglioramento del sistema di trasporto una direzione di sviluppo chiave per il delta del fiume Mekong, il Ministero dei trasporti vietnamita ha proposto di sviluppare un porto internazionale che potrebbe collegare il delta al mondo.

In tal modo, in numerosi mandati, soprattutto nel 2016-2020, il governo ha investito molte risorse nello sviluppo del sistema di trasporto del delta del fiume Mekong. Nella risoluzione n. 120 / NQ-CP del 17 novembre 2017 sullo sviluppo sostenibile e resiliente al clima del Delta del Mekong, il governo ha evidenziato gli svantaggi del sistema di trasporto locale che non può accogliere il potenziale della provincia.

Secondo il ministro dei trasporti Nguyen Van The "Il governo ha assegnato al Ministero dei trasporti e alle località due compiti. Primo, adeguare i piani generali del sistema di trasporto regionale e costruire un piano a medio termine per il 2021-2025 per ulteriori investimenti nel sistema di trasporto regionale. Secondo, concentrare tutte le risorse per realizzare tutti i principali progetti di sviluppo nella regione.”

Così il ministro ha proposto di sviluppare un porto in acque profonde nel delta del fiume Mekong per ricevere navi da 100.000 DWT e collegare il Vietnam al mondo.

"Nel piano di investimenti pubblici per il 2021-2025 per il sistema di trasporto del delta del fiume Mekong, il MoT e il Ministero della pianificazione e degli investimenti hanno deciso di erogare 57 trilioni di VND (2,5 miliardi di dollari), molto più dei 29 trilioni di VND (1,26 miliardi di dollari) dell'ultimo periodo di sviluppo. Ci auguriamo che il sistema di trasporto della regione sarà migliorato in modo significativo entro il 2025 in una direzione sostenibile ", ha detto il ministro Nguyen Van The.

Il delta del fiume Mekong comprende una città a gestione centrale Can Tho e altre 12 province come Long An, Tien Giang, Ben Tre, Vinh Long, Tra Vinh, Hau Giang, Soc Trang, Dong Thap, An Giang, Kien Giang, Bac Lieu e Ca Mau. Ha una superficie totale di 3,94 milioni di ettari e una popolazione di 17,5 milioni, rappresentando il 12% della superficie terrestre naturale del Vietnam e il 19% della sua popolazione.

Scritto da: Nguyen Huong

Fonte: https://bit.ly/3cqB4yg

 

(Contenuto editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Vietnam (ICHAM))

 

Ultima modifica: Venerdì 26 Marzo 2021
Venerdì 26 Marzo 2021

Import-Export della Germania nel 2020

Il 9 febbraio scorso l’ufficio di statistica del governo tedesco (Destatis) ha pubblicato un report che racchiude i risultati ottenuti dalla Germania nello scambio commerciale con l’estero a fine 2020.
Il documento mette in mostra sia i dati del 2020, sia quelli del 2019, in modo da favorire una comparazione tra la situazione pre- e post-Covid19.

Osservando l’interscambio annuale fra la Germania ed i vari paesi è evidente quanto la pandemia abbia impattato negativamente sui volumi del commercio internazionale. Tuttavia, il documento suggerisce qualcosa in più. I dati sono infatti divisi tra il periodo gennaio – dicembre (resoconto annuale) ed un focus sul mese di dicembre.

Il motivo alla base di questa scelta è infatti quello di evidenziare come, seppur ancora in piena emergenza pandemica, il mercato sembri aver ritrovato il suo ritmo a tal punto da registrare in molti casi bilanci superiori nel mese di dicembre 2020 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

Prendendo ora in analisi l’import ed export tra la Germania e l’Italia, i numeri rivelano un export tedesco che subisce un crollo del 10.8% su base annuale, mentre una diminuzione del 2.0% per il mese di dicembre. Per quel che concerne l’import (proveniente dall’Italia), notiamo nuovamente un ristringimento del 5,7% su base annuale, questa volta però accompagnato da un +2.6% nel mese di dicembre. In numeri concreti questo implica uno scambio dall’Italia alla Germania a dicembre 2020 superiore di 100 € Mln rispetto allo stesso mese nel 2019.

Questi risultati suggeriscono alcune considerazioni. Da una parte, osservando l’interscambio commerciale fra la Germania e altri paesi, è possibile delineare un trend positivo sugli ultimi dati resi noti dall’ufficio di statistica tedesco. Pertanto, ipotesi di un mercato che ha imparato a convivere, ed in alcuni casi anche a sfruttare, la pandemia, sono ormai al centro della discussione. In secondo luogo, bisogna riconoscere la capacità che le aziende italiane hanno avuto nel riuscire a migliorare le proprie relazioni commerciali con le controparti tedesche in un periodo del genere.

Fonte: https://bit.ly/3w2zydn

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)

Ultima modifica: Martedì 20 Aprile 2021
Venerdì 26 Marzo 2021

La Danimarca e la parità di genere nel management aziendale

Tra i Sustainable Development Goals della Nazioni Unite, il progresso verso l’uguaglianza di genere e l’emancipazione femminile è il quinto obiettivo che i 193 Stati membri si prefiggono di realizzare entro il 2030 (UNRIC).

Lo Stato danese, con la Strategia per l’impegno della Danimarca con la United Nations Entity for Gender Equality and the Empowerment of Women (UN Women) 2018-2022, intende promuovere la parità di genere, rafforzando le normative in vigore e sviluppando i propri sistemi di governance (UM dk). Inoltre, secondo un report stilato dal Ministero degli Affari Esteri danese per la “UN Convention on the Elimination of All Forms of Discrimination against Women”, il sistema di welfare in Danimarca è progettato per promuovere e garantire l’uguaglianza di genere (OHCHR, 2021).

Nel concreto, a seguito dei continui squilibri di genere nei consigli di amministrazione e nei processi decisionali, dal 2013 la Danimarca ha adottato una serie di atti normativi per promuovere effettivamente l’uguaglianza di genere. In relazione al management aziendale, le leggi adottate vincolano le grandi aziende a stabilire obiettivi per l’equilibrio di genere nei loro consigli di amministrazione e a incentivare attività finalizzate alla promozione delle pari opportunità al proprio interno. Negli ultimi otto anni, a seguito delle politiche di gender equality adottate, la quota di donne all’interno dei consigli di amministrazione aziendali è aumentata e vi è una maggiore consapevolezza dei vantaggi della diversità nella gestione delle stesse aziende (ibid.).

Dal 2017, Statistiks Danmark registra il numero di donne presenti nel consiglio di amministrazione e nel management delle imprese danesi, col fine di migliorare l’analisi di genere all’interno dello Stato (ibid). Se si guarda ai servizi sanitari e sociali nel loro insieme, il 43% dei manager sono donne. All’interno dell’industria della bellezza e della cura della pelle il 68% dei dirigenti sono donne. Nel settore dell’acconciatura la percentuale è del 61%, seguito dall’industria della consulenza psicologica, dove il 57 % del management è costituito da donne (Statistiks Danmark, 2021).

Per quanto concerne le dimensioni delle aziende, è tra quelle molto piccole che le donne si trovano al massimo grado nelle posizioni apicali. Questo deve essere visto in relazione al fatto che ci sono molte piccole imprese nei settori in cui le donne costituiscono un’alta percentuale degli amministratori (ibid.). Tuttavia, troviamo il minor numero di manager donne tra i settori di approvvigionamento energetico (6%), edilizia e costruzioni (6%) ed estrazione di materie prime (8%) (ibid.).

Le disparità di genere costituiscono uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo sostenibile e alla crescita economica di un Paese. Infatti, un traguardo importante che la Danimarca si pone è quello di raggiungere un equilibrio di genere 50-50 a livello dirigenziale entro il 2030 (OHCHR, 2021).

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

Ultima modifica: Venerdì 26 Marzo 2021
Lunedì 15 Marzo 2021

Post Brexit: le esportazioni britanniche verso l’UE crollano di 5,6 miliardi di sterline

L’Office for National Statistics (ONS) ha dichiarato che il declino delle importazioni e delle esportazioni britanniche, causato dalla diminuzione dei flussi commerciali con l’UE, ha contribuito a determinare la peggiore performance mensile dell’economia britannica dal 1997.

In particolare, le esportazioni UK verso l’Unione Europea hanno subito un calo del 40,7% a gennaio, nel primo mese dopo l’entrata in vigore effettiva della Brexit e nel periodo di restrizioni piú severe del lockdown nazionale.

Secondo l’ONS, infatti, durante questo periodo le esportazioni britanniche verso l’Unione Europea sono scese di 5,6 miliardi di sterline, mentre le importazioni di 6,6 miliardi.

In seguito alle operazioni di stoccaggio da parte delle aziende e il caos registrato alle dogane in preparazione del periodo di transizione, il declino dell’economia britannica ha comportato il crollo de PIL nazionale del 2,9% rispetto ai livelli di dicembre.

Fonte: https://bit.ly/30JXZh4

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Venerdì 9 Aprile 2021
Lunedì 15 Marzo 2021

Svizzera - Gli esperti della Confederazione confermano: dopo il graduale allentamento delle misure anti-COVID la ripresa sarà celere

È probabile che il PIL svizzero diminuisca nell'attuale primo trimestre, ma in seguito l'allentamento delle misure anti-COVID dovrebbe comportare una rapida ripresa. L'incertezza rimane eccezionalmente alta.

Dalla fine del 2020 l'inasprimento delle misure per contrastare il virus ha pesato molto sui settori dell'economia. Alcuni comparti del terziario hanno registrato un crollo delle attività. Il gruppo di esperti prevede pertanto, per il 1° trimestre in corso, un forte calo del PIL della Svizzera. Finora, tuttavia, nulla lascia presagire un tracollo di entità analoga a quello della prima ondata dello scorso anno.

Sviluppi epidemiologici permettendo, e se sarà possibile allentare le misure anti-COVID secondo le fasi previste, l'economia nazionale dovrebbe riprendersi molto rapidamente. I consumatori ritroveranno allora diverse possibilità di spendere, poco praticabili nei mesi invernali, e ciò rilancerà le vendite nei settori interessati. In parallelo, l'aumento della domanda mondiale dovrebbe sostenere il ramo dell'export. L'utilizzo delle capacità produttive lieviterà di conseguenza, con ricadute positive sulle attività di investimento in Svizzera. Nel complesso, il gruppo di esperti si aspetta per l'intero 2021 una crescita del PIL del 3,0 % al netto degli eventi sportivi (previsione invariata). L'economia svizzera crescerebbe cioè a un tasso superiore alla media storica, superando il livello del PIL pre-crisi verso la fine del 2021. La disoccupazione dovrebbe diminuire gradualmente e attestarsi a una media annua del 3,3 % nel 2021 (previsione invariata).

Questo scenario presuppone la sostanziale attuazione, a partire dai mesi primaverili del 2021, delle misure di allentamento, senza che sia necessario inasprire le misure a forte impatto sull'economia.

Stando così le cose, la successiva ripresa congiunturale dovrebbe anche guadagnare in ampiezza. Persino i settori economici parecchio esposti, come il turismo internazionale, dovrebbero uscire progressivamente dalla crisi attuale. Per il 2022 il gruppo di esperti prevede pertanto una crescita del PIL del 3,3 % superiore alla media, al netto degli eventi sportivi. Rispetto alle stime del dicembre scorso (3,1 %) il contesto internazionale appare un po' più favorevole e ciò non può che giovare alle esportazioni svizzere. Sulla scia della ripresa economica, l'occupazione dovrebbe chiaramente aumentare, mentre la disoccupazione scenderebbe a una media annua del 3,0 % (previsione invariata).

Fonte: https://bit.ly/3tiJtcp

 

(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

Ultima modifica: Lunedì 15 Marzo 2021
Venerdì 12 Marzo 2021

Il Governo britannico stanzia dei fondi per la realizzazione di nuovi progetti ferroviari in Galles

Il Primo Ministro Boris Johnson vuole destinare 20 milioni di fondi per l’avviamento di una serie di progetti infrastrutturali, incluse strade e ferrovie, per migliorare l’interconnessione tra diverse aree britanniche.

Il governo britannico sta inoltre considerando di approvare l’esonerazione della tassa Air Passenger Duty per i voli interni al Regno Unito.

Tali misure sono state annunciate in seguito alla pubblicazione del report di Sir Peter Hendy,  Union Connectivity Review (UCR).

Lo scorso anno, infatti, è stato richiesto a Sir Peter Hendy di esplorare nuovi modi per connettere in maniera piú efficace le varie aree del Regno Unito.

Il suo report finale la prossima estate identificherà i nuovi possibili potenziamenti alla rete di trasporti.

Per dare il via ad alcuni dei progetti evidenziati da Sir Peter, il governo britannico vuole quindi stanziare 20 milioni di sterline per esplorarne il futuro sviluppo.

Tuttavia, saranno probabilmente necessari diversi miliardi di sterline di investimenti per consentirne la piena realizzazione.

Fonte: https://bit.ly/3cmFHYR

 

(Contenuto editoriale a cura di The Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom)

Ultima modifica: Venerdì 12 Marzo 2021