Lunedì 7 Luglio 2025
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Il 5 maggio sono iniziati i lavori sul lato danese per la costruzione del tunnel Fehmarnbelt.
Di cosa si tratta:
Il Fehmarnbelt è un tunnel che permetterà al traffico ferroviario e stradale di scendere sotto il livello del mare e di dirigersi verso la Germania attraverso un tunnel lungo 18 km.
Il collegamento di Fehmarnbelt collegherà Rødby, sull'isola di Lolland in Danimarca, e Puttgarden, nel nord della Germania. Una volta completato, con data prevista 2029, sarà il tunnel immerso più lungo del mondo e renderà più comodo e veloce il viaggio tra la Germania e la Danimarca e tra la Scandinavia e l'Europa centrale.
In futuro sarà possibile viaggiare da Amburgo a Copenaghen in treno in sole 2,5 ore, un chiaro vantaggio non solo per il risparmio di ben 5 ore di viaggio attuali, ma anche per la diminuzione di inquinamento provocata da carburante ed emissioni di C02 che il normale trasporto provoca sull’ambiente.
Il tunnel amplierà i collegamenti ferroviari sul lato danese e tedesco: i moderni treni elettrici potranno viaggiare a velocità di 200 km/h e i pendolari dei due Stati beneficeranno di connessioni migliori e più veloci.
Il portale danese:
Al contrario di come si potrebbe comunemente pensare, il tunnel non inizierà direttamente nella città costiera di Rødby, ma i preparativi si estendono fino a Ringsted per l’ammodernamento della ferrovia già esistente. Il processo porterà a un tratto lungo 115 chilometri, tra la città di Ringsted e Holeby, dove la velocità verrà portata dagli attuali 120 km/h a 200 km/h.
Il progetto, su lato danese, ha un costo stimato di 9,5 miliardi di corone e il lavoro di progettazione verrà portato avanti da due entità distinte: per le strutture ferroviarie Banedamark, mentre per quelle stradali la The Danish Road Directorate.
Il processo di costruzione del tunnel:
Una volta avviata la fabbrica, verranno prodotti dei blocchi standard, uno ogni due settimane circa, per una durata totale di 3,5 anni.
Il numero totale, infatti, è di 79 elementi standard e 10 speciali, che hanno come differenza quella di essere costruiti su due piani, una sorta di seminterrato del tunnel stesso, in cui verranno appoggiati i sistemi tecnici ed elettronici.
A terra, nella fabbrica, verranno creati, in serie, i blocchi lunghi ciascuno 24 metri: un elemento standard è composto da 9 di questi segmenti e l’intero processo dura nove settimane.
Dopo la creazione dei segmenti, gli elementi vengono calati singolarmente nella trincea della galleria precedentemente scavata sotto il livello del mare e collegati tra di loro: tra le paratie che si trovano “confinanti” avviene un pompaggio di acqua di mare, che crea una forte pressione negativa, rendendo il collegamento tra i due assolutamente impermeabile.
Dopo l'assemblaggio degli elementi strutturali della galleria, i sistemi tecnici e meccanici possono essere installati nelle camere interne: si intendono per tanto binari, sistemi di ventilazione, telecamere, sistemi di comunicazione e segnaletica.
Si tratta sicuramente del più grande progetto infrastrutturale mai realizzato prima, che permetterà non solo ai cittadini danesi, ma a tutta l’Europa, di poter vivere e usufruire di un nuovo modo di “fare trasporti”.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
Nel confronto tra il 2022 ed il 2021, le esportazioni turche sono aumentate del 32,8% passando da 169,6 miliardi a 225,3 miliardi di dollari, mentre le importazioni hanno registrato un incremento pari al 23,6%, passando da 219,5 a 271,4 miliardi di dollari. Nel complesso l’interscambio totale ha registrato un aumento del 27,6%, passando da 389,2 a 496,7 miliardi di dollari con un deficit commerciale sceso a 46,1 miliardi di dollari.
Nei primi due mesi del 2022 il trend caratterizzato nel 2021 si ripete con un aumento delle vendite turche in soli due mesi di quasi 40 miliardi di dollari e, nell’analogo periodo, acquisti pari a 56 miliardi di dollari quindi con un leggero disavanzo commerciale della Turchia. Tornando al 2021, tra i principali Paesi esportatori troviamo al primo posto la Cina con più di 32 miliardi di dollari seguita dalla Russa (con quasi 30 miliardi), Germania (22 miliardi), USA (13 miliardi) e Italia (12 miliardi) che precede a lunga distanza Francia e India (8 miliardi), la Corea del Sud 7,5 miliardi) e Spagna e UK rispettivamente con 6 e 5,5 miliardi di dollari di merci vendute alla Turchia nel 2021.
Per quanto attiene i principali Paesi di sbocco delle merci turche al primo posto si piazza la Germania (con più di 19 miliardi di dollari di acquisti turchi) seguita da USA (14,7), Regno Unito (13,7) e Italia (11,5) che precede Iraq (11,1) e Spagna e Francia.
A livello di interscambio complessivo la Germania guida questa classifica con oltre 41 miliardi di merci scambiate nel 2021 seguita da Cina (35,9), Russia (34,7), USA (27,8), Italia (23,1) UK (19,3), Francia (17,1) e Spagna (15,9).
Infine, sempre nel 2021, l’Unione Europea si conferma il principale mercato estero per la Turchia (36% sul totale) con 178,5 miliardi di dollari di merci scambiate.
La classificazione merceologica delle merci scambiate tra la Turchia e i suoi principali partner mondiali vede al primo posto tra i prodotti venduti dalla Turchia gli autoveicoli (e parti di ricambio), seguiti dai macchinari e dalle apparecchiature meccaniche, da ferro e acciaio, macchinari di precisione (e attrezzature elettriche ed elettroniche), metalli e abbigliamento. Tra i prodotti acquistati dalla Turchia spicca al primo posto la voce combustibili (e minerali).
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
La generazione eolica offshore è una delle nuove frontiere dell’energia alternativa nel mondo.
In Brasile non c’è ancora generazione di energia eolica offshore, secondo l’associazione di settore, ABEEólica. Ma il decreto n. 10.946, pubblicato a gennaio 2022, potrebbe cambiarlo.
Il regolamento, che entrerà in vigore a luglio, regola i criteri tecnici, i requisiti, gli studi obbligatori. Elenca inoltre gli organismi che risponderanno e saranno responsabili dell’analisi, dell’approvazione e della formalizzazione dello stato di avanzamento di ogni fase dei progetti.
Tuttavia, non è stata fissata una data per la prima asta che si terrà. La previsione di Abeólica è che si svolgerà nel 2023 e mette in evidenza che un potenziale di 700 GW per il segmento, con 100 GW di progetti già analizzati da Ibama.
Lo svantaggio principale è che gli allevamenti offshore possono avere un impatto sull’industria della pesca, specialmente durante la costruzione di turbine.
Fonte: https://bit.ly/3loGkpB
(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria di Rio de Janeiro)
Il 10 aprile scorso il presidente Recep Tayyip Erdoğan ha tenuto una conversazione telefonica con il primo ministro austriaco Karl Nehammer durante la quale si è stata esaminata la possibilità di una maggiore cooperazione nel campo dell'energia poiché i due paesi hanno il potenziale per poter fungere da hub in tutta Europa. Il colloquio ha permesso di muovere i primi passi per migliorare le relazioni a 360 gradi Turchia-Austria ma ha anche toccato i temi regionali, inclusa la guerra Russia-Ucraina. Si tratta del primo incontro tra leader dei due Paesi in 13 anni, e che segna un concreto passo verso una normalizzazione dei rapporti tra Turchia e Austria
Erdoğan ha richiamato l'attenzione sulla natura strategica del posizionamento geografico della Turchia per il trasporto delle risorse energetiche del bacino del Caspio e del Mediterraneo orientale verso l'Europa. Erdoğan ha anche accolto con favore il recente intensificarsi dei contatti ad alto livello con l’Austria ribadendo di essere favorevole ad un rilancio delle relazioni Turchia-Ue. Erdogan ha infine espresso la propria soddisfazione per le politiche di Vienna nei confronti dei numerosi immigrati di origine turca che vivono in Austria.
La Russia attualmente copre il 40% del fabbisogno annuale di gas dell'Europa, attraverso l'esportazione di 150 miliardi di metri cubi di gas l'anno e circa il 30% del fabbisogno di petrolio. La Turchia potrebbe giocare un ruolo di accresciuto rilievo come mercato di transito per il gas proveniente dall’Azerbaigian attraverso il già attivo TANAP (circa 4 miliardi di metri cubi l'anno). Infine, la rotta del gas azero potrebbe incrociarsi con quella del gas estratto in Iraq.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
La Turchia mira ad aumentare il numero degli scali aeroportuali dagli attuali 53 presenti in tutto il territorio a 61 entro il 2053, con l’obiettivo di raggiungere i 200 milioni di passeggeri l’anno.
Accanto all’aeroporto internazionale di Istanbul, uno dei più importanti snodi del traffico passeggeri e merci al mondo, si aggiungono gli scali di di Çukurova, Rize-Artvin (secondo scalo in Turchia, inaugurato proprio nei giorni scorsi dai due Presidenti di Turchia e Azerbajan), Bayburt-Gümüşhane e Yozgat nell’ambito dell’ambizioso programma “Transportation 2053 Vision” previsto dal recente lancio del Master Plan Trasporti e Logistica. Il piano prevede anche l'ampliamento dell'aeroporto di Esenboğa nella capitale Ankara, l'aeroporto di Antalya nella città costiera mediterranea e l'aeroporto di Trabzon sul Mar Nero, mentre sarà completata anche la seconda fase del “mega” aeroporto di Istanbul, che per il secondo anno consecutivo è stato lo scalo più trafficato d'Europa secondo l'Airports Council International Europe (ACI Europe) con 37 milioni di passeggeri nel 2021.
Si prevede inoltre che gli investimenti consentiranno agli scali turchi un numero annuo di passeggeri di 203 milioni entro il 2053 dagli attuali 112 milioni. In questo processo verranno istituite infrastrutture di monitoraggio, rendicontazione e verifica delle emissioni di carbonio e verranno utilizzati biocarburanti ecologici e combustibili sintetici nelle tratte. Tra gli obiettivi figura anche lo sviluppo del trasporto regionale di merci per via aerea.
Secondo gli ultimi dati diffusi dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, il numero di passeggeri in transito attraverso gli aeroporti in Turchia è salito di oltre il 67% da gennaio a marzo 2022.
La Direzione Generale dell'Autorità Aeroportuale di Stato (DHMI), ha inoltre stimato che il flusso di passeggeri è salito da 17,7 milioni del marzo 2021, in piena pandemia, a 33,6 milioni nell’analogo periodo del 2022.
Nel frattempo, secondo le prime stime del dell'Associazione degli albergatori turchi (TÜROB), il flusso turistico è in netta ripresa nelle grandi città, nelle province nord-occidentali di Yalova e Bursa e nelle località costiere della Turchia (in cima la città costiera mediterranea di Antalya, Muğla e di Izmir sulla costa egea).
Secondo l’associazione turca, segnali positivi per l’imminente stagione estiva provengono dai mercati americano ed europeo: in primis dalla Spagna e dall'America Latina mentre in netto aumento sono anche le presenze dall’Iran (oltre 2 milioni di turisti previsti nell’anno in corso).
Il Turkish Statistical Institute (TurkStat) stima che le potenziali perdite del turismo proveniente dalla Federazione Russa e dall’Ucraina verrà anche in parte coperto dall’aumento del turismo domestico cresciuto dell'80,2% nel 2021 rispetto all'anno precedente con un fatturato di oltre 4 miliardi di dollari. Circa 10 milioni di turchi hanno infatti viaggiato in Turchia nel solo ultimo trimestre del 2021 con il numero di pernottamenti che all'interno del Paese è aumentato del 48,9% rispetto allo stesso trimestre del 2020.
L’ampliamento dell’aeroporto di Istanbul
Vengono stimati in 8,64 miliardi di dollari gli investimenti destinati all'aeroporto di Istanbul (al primo posto in Europa e al secondo nel mondo in termini di numero di passeggeri) per il suo ampliamento che consentirà allo scalo di gestire 90 milioni di passeggeri all'anno nella fase attuale, con una capacità potenziale di servire 200 milioni dopo il completamento di tutte le fasi, rendendolo il più grande del mondo. Nel 2021 l'aeroporto ha gestito un totale di 37 milioni di passeggeri, secondo i dati diffusi dall’Airports Council International Europe (ACI Europe), rendendolo il più trafficato d'Europa per il secondo anno consecutivo.
Infine, gli ultimi dati diffusi dalla DHMI (State Airports Authority), nel mese di aprile, gli scali turchi hanno ospitato oltre undici milioni di passeggeri (+88,2% rispetto all’analogo periodo del 2021). Oltre 5 milioni e mezzo di passeggeri hanno volato all’interno del Paese mentre sono stati quasi sette milioni quelli che hanno utilizzato gli scali per i voli internazionali per un totale di 140 mila aerei in movimento nel solo mese di aprile 2022. Nel secondo semestre dell’anno in corso, secondo quanto recentemente affermato dal CEO di Turkish Airlines, Bilal Eksi, saranno attivati voli diretti della Turkish Airlines verso Seattle, Juba (Sudan del Sud), Bukara (Uzbekistan) e Tivat (Montenegro).
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Nel mese di febbraio 2022, i flussi di investimenti diretti esteri (IDE) in Turchia sono stati pari a 450 milioni di dollari, valore più basso degli ultimi 17 mesi, pari al 9% del disavanzo delle partite correnti.
Gli IDE nel settore immobiliare da parte di cittadini stranieri sono stati pari a 396 milioni di dollari e hanno rappresentato l'88% del totale. Insieme alle vendite di immobili, gli altri settori che hanno beneficiato di importanti acquisizioni dall’estero sono stati i servizi di ristorazione, l’ICT, il settore chimico e quello agroalimentare con una quota pari all’80% provenienti dai Paesi dell'UE-27 e Regno Unito.
In testa i Paesi Bassi con il 35% di tutto il capitale IDE in entrata in Turchia seguiti da Austria e Germania.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Secondo i rilevamenti effettuati dalla Segreteria di Stato dell’economia (SECO), alla fine di aprile 2022 erano iscritti 104’391 disoccupati presso gli uffici regionali di collocamento (URC), ossia 5’109 in meno rispetto al mese precedente. Il tasso di disoccupazione è diminuito dal 2,4% nel mese di marzo 2022 al 2,3% nel mese in rassegna. Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, il numero di disoccupati è diminuito di 46’888 unità (-31,0%).
Disoccupazione giovanile
Il numero di giovani disoccupati (15-24 anni) è diminuito di 671 unità (-7,3%) arrivando al totale di 8’534, ciò che corrisponde a 5’570 persone in meno (-39,5%) rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Disoccupati di 50-64 anni
Il numero dei disoccupati di 50-64 anni è diminuito di 1’418 persone (-4,1%), attestandosi a 32’887. In confronto allo stesso mese dell’anno precedente ciò corrisponde a una diminuzione di 11’486 persone (-25,9%).
Persone in cerca d’impiego
Complessivamente le persone in cerca d’impiego registrate erano 183’220, 10’375 in meno rispetto al mese precedente e 63’007 (-25,6%) in meno rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.
Posti vacanti annunciati
Il 1° luglio 2018 è stato introdotto in tutta la Svizzera l’obbligo di annunciare i posti vacanti per i generi di professioni con un tasso di disoccupazione pari almeno all’8%; dal 1° gennaio 2020 questo valore soglia è stato ridotto al 5%. Il numero dei posti annunciati all’URC è diminuito in aprile di 1’603 raggiungendo le 69’535 unità. Dei 69’535 posti, 55’420 sottostavano all’obbligo di annuncio.
Lavoro ridotto conteggiato nel mese di febbraio 2022
Nel mese di febbraio 2022 sono state colpite dal lavoro ridotto 49’579 persone, ovvero 4’156 in meno (-7,7%) rispetto al mese precedente. Il numero delle aziende colpite è diminuito di 636 unità (-8,8%) portandosi a 6’569. Il numero delle ore di lavoro perse è diminuito di 461’656 unità (-16,5%), portandosi a 2’328’007 ore. Nel corrispondente periodo dell’anno precedente (febbraio 2021) erano state registrate 30’206’844 ore perse, ripartite su 413’451 persone in 51’622 aziende.
Persone che hanno esaurito il loro diritto all’indennità nel mese di febbraio 2022
Secondo i dati provvisori forniti dalle casse di disoccupazione, nel corso del mese di febbraio 2022, 1’965 persone hanno esaurito il loro diritto alle prestazioni dell’assicurazione contro la disoccupazione.
Fonte: http://www.ccis.ch/it/news.aspx?id=1504
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)
La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers) stanzierà un finanziamento di 500 milioni di euro alla Turchia per sostenere la transizione verde, lo ha fatto sapere il Vice-Responsabile della Bers Turchia, Arthur Poghosyan in una intervista rilasciata all'agenzia Anadolu lo scorso 19 aprile in cui rivela che la somma da stanziare è la maggiore rispetto ai finanziamenti precedentemente concessi alla Turchia per sostenere progetti energetici. "La dimensione del nuovo finanziamento (Green Economy Financing Facility Geff) risponde all'ambizioso impegno da parte della Turchia, soprattutto dopo la ratifica dell’accordo sul clima di Parigi dell’ottobre 2021” ha poi continuato Arthur Poghosyan, concludendo che “onorare questi impegni richiederà da parte della Turchia un netto aumento degli investimenti green dato che utilizza soltanto il 3% del potenziale stimato per l'energia solare e il 15% dell’eolico onshore”.
I tempi per l’erogazione dello stanziamento dipenderà dalla reattività del sistema finanziario turco. Nel dettaglio, il GEFF della BERS destinato alla Turchia prevede 21,5 milioni di euro di finanziamenti agevolati dal Clean Technology Fund (CTF) e 7,1 milioni di euro di sovvenzioni per l'assistenza tecnica dalla CTF e il restante dal Fondo di cooperazione Turchia-BERS. Per consentire al Paese di aumentare gli i investimenti verdi verranno messi in campo altri finanziamenti da parte di altre organizzazioni multilaterali come ad esempio quelli della International Finance Corporation della Banca Mondiale per consentire al Paese di raggiungere l’obiettivo prefissato delle zero emissioni entro il 2053.
Dal 2010 la BERS e i suoi partner finanziari hanno messo a disposizione per la Turchia 2,5 miliardi di euro insieme a quasi 80 milioni di euro in finanziamenti agevolati dalla CTF e 23 milioni di euro in sovvenzioni da parte dell'Unione Europea a 14 istituzioni finanziarie in Turchia.
Le energie rinnovabili svolgono un ruolo significativo nel raggiungimento degli obiettivi e nella riduzione dei costi per l'energia importata, che sono aumentati notevolmente a causa dell'aumento dei prezzi dell'energia e dell'inflazione a livello mondiale dopo l’invasione dell’Ucraina: la capacità solare fotovoltaica installata della Turchia ha superato gli 8 mila megawatt nel marzo 2022, rappresentando l'8% della sua capacità installata totale, mentre l'energia eolica si è attestata a 10.861 megawatt, di cui il 10,8% della capacità elettrica totale. La capacità geotermica del paese è invece di 1.676 megawatt.
La quota delle risorse di energia rinnovabile sulla capacità totale installata ha raggiunto il 54%, secondo i dati diffusi dal Ministero dell'Energia e delle Risorse Naturali; la capacità è passata da 32.000 MW nel 2002 a 100.334 a fine marzo 2022. Gli impianti idroelettrici detengono la quota maggiore potenza installata con 31.508 MW, seguita da centrali a gas naturale con 25.458 MW. Il carbone domestico detiene la terza quota più grande con 11.388 MW, seguito dalle centrali eoliche con 10.861 MW.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Secondo un decreto presidenziale pubblicato nel mese di marzo scorso sulla Gazzetta Ufficiale, il Governo di Ankara sosterrà il progetto del giacimento di gas naturale scoperto nel 2020 nel Mar Nero. Il valore dell'investimento del progetto Turkish Petroleum (TPAO) è stimato in 145 miliardi di lire turche (circa 10 miliardi di dollari) e la durata del progetto sarà di 11 anni.
Per lo sfruttamento del giacimento di gas, che creerà posti di lavoro per oltre 1.000 persone, è prevista l'esenzione dai dazi doganali, l'esenzione dall'imposta sul valore aggiunto (IVA) e un abbattimento di tutte le tasse. L’espansione del progetto porterà la capacità di produzione annua della Turchia a 14 miliardi di metri cubi (bcm).
Il giacimento di Sakarya al largo della provincia settentrionale di Zonguldak ha volumi stimati in 540 miliardi di metri cubi.
I dati più recenti diffusi dall'Autorità di regolamentazione del mercato dell'energia (EPDK) mostrano che il consumo di gas naturale della Turchia è stato di 59,6 miliardi metri cubi nel 2021, con un aumento del 24% rispetto all'anno precedente, mentre le importazioni della Turchia sono cresciute del 22% a 58,7 miliardi di metri cubi.
Si stima che il flusso annuo di gas naturale dal giacimento di Sakarya (il gas verrebbe trasportato dal porto di Fiyos alla rete nazionale turca grazie anche all’ingegneria della nostra SAIPEM), potrebbe variare tra 15 e 20 miliardi di metri cubi, corrispondenti a circa il 30% del consumo annuo di gas della Turchia.
Secondo i piani di Ankara, l’impianto dovrebbe entrare in funzione nei primi mesi del prossimo anno contribuendo a ridurre sensibilmente le importazioni estere, in particolare dalla Federazione Russa. La Turchia, infatti, riceve quasi il 98% del gas che consuma dal gasdotto Blue Stream e Turkish Stream attraverso il Mar Nero dalla Russia e dall’Azerbaigian attraverso il gasdotto TANAP e dall’Iran oltre che il GNL dal Qatar, Algeria e Nigeria.
(Contenuto editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)
Rio è stato appena scelto per ospitare l’edizione brasiliana del Web Summit, uno dei più grandi eventi di tecnologia e innovazione al mondo, che riunisce più di 70.000 persone ogni anno a Lisbona.
La prima edizione brasiliana si svolgerà tra un anno, dal 1° al 4 maggio, in uno spazio di oltre 100mila metri quadrati a Riocentro.
Rio de Janeiro stava disputando l’evento con altre due capitali: Porto Alegre e Brasilia.
L’evento fa parte di uno sforzo più ampio di Rio per attrarre investimenti privati e posizionarsi come la capitale latinoamericana della tecnologia e dell’innovazione.
Come parte di questo sforzo, Rio ha già ospitato tre importanti eventi tecnologici negli ultimi 12 mesi: la Rio Innovation Week, che si è svolta a gennaio; Ethereum Rio, a marzo; e Rio2C la scorsa settimana.
Oltre ad attirare il Web Summit, la città ospiterà ad agosto un nuovo evento crypto, Unblockd, organizzato da Dream Factory, dalla stessa holding che organizza Rock in Rio, e da Grupo C+D.
Il Web Summit “segna un nuovo momento per la città: l’attrazione di investimenti e imprese, la trasformazione del contesto imprenditoriale e la qualificazione del nostro capitale umano sono un salto straordinario per fare di Rio la capitale dell’innovazione in America Latina”, il Sindaco Eduardo Paes ha detto al Brazil Journal. “Rio sta pensando di nuovo in grande.”
I negoziati per l’arrivo del Web Summit in Brasile sono iniziati bene nello stile del mercato tecnologico… sui social network.
Nel dicembre 2020, Paddy Cosgrave, l’irlandese che ha fondato il Web Summit più di dieci anni fa, ha pubblicato un tweet prendendo in giro i brasiliani e chiedendo chi avrebbe vinto il concorso Web Summit Brasil: Porto Alegre o Rio.
“All’epoca ho inviato questo tweet a Paes e ho detto che questo evento era estremamente importante strategicamente e che non potevamo mancare affatto a questo!” ha affermato Rodrigo Stallone, presidente di InvestRio, l’agenzia di promozione degli investimenti della città.
Il giorno successivo, Paes ha risposto al tweet di Paddy dicendo che Rio aveva le braccia aperte.
Stallone ha negoziato l’arrivo del Web Summit con Connected Intelligence, la holding che controlla il Web Summit e altri due eventi tecnologici nel mondo: Collision, a Toronto, e Rise, a Hong Kong.
Per Connected, il franchise brasiliano è una naturale espansione del business in uno dei pochi continenti dove ancora non era presente: l’America Latina. Il prossimo passo dovrebbe essere quello di creare una filiale in Africa.
Quanto a Rio, l’arrivo del Web Summit è una doppia vittoria. Oltre ad attrarre investimenti nella città e promuovere il turismo durante i quattro giorni della manifestazione, il Comune è riuscito a creare un contratto che lo esonera da qualsiasi esborso di risorse pubbliche.
A differenza del modello di Lisbona, in cui la città paga con risorse pubbliche le royalties per l’utilizzo del marchio, Rio pagherà questa cifra con le sponsorizzazioni che attira all’evento.
Per garantire lo svolgimento dell’evento, Senac/Fecomércio ha anche agito come garante dell’operazione: se la città non è in grado di riscuotere l’intero importo delle royalties con la sponsorizzazione, l’istituto integrerà l’importo.
Per rendere la sponsorizzazione più attraente per le aziende, Rio è anche riuscita a ottenere quote di sponsorizzazione per dare ai marchi il diritto di visibilità sia al Web Summit Rio che agli altri tre eventi Connected (Web Summit Lisboa, Collision e Rise).
Inizialmente il contratto con Connected è di tre anni, con possibilità di proroga per altri tre anni.
Il municipio prevede di attirare da 30 a 35mila persone nella prima edizione dell’evento, che dovrebbe generare (direttamente e indirettamente) circa 1 miliardo di R$.
Nel sesto anno, il municipio proietta un pubblico di oltre 70mila persone e un giro d’affari di 3 miliardi di R$.
“Questo deriva dai posti di lavoro che l’evento genera e dal turismo, ma anche dall’attrarre imprese in città”, ha affermato Stallone. “Sia Google che BMW, ad esempio, hanno deciso di aprire la loro sede europea a Lisbona perché vedevano nella città un epicentro dell’innovazione. Pensiamo che il Web Summit farà la stessa cosa qui: quando un’azienda che guarda al Brasile vede che Rio si sta concentrando su tecnologia e innovazione, vorrà venire qui”.
Fonte: Brazil Journal
(Contenuto editoriale a cura della Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria di Rio de Janeiro)