Notizie mercati esteri

Venerdì 4 Ottobre 2024

Notizie dai mercati esteri - Germania

Mobilità sostenibile: il modello tedesco

La Commissione Europea, secondo quanto dichiarato all’interno del documento “Sustainable and Smart Mobility Strategy”, punta a tagliare le emissioni prodotte dai mezzi di trasporto del 90% entro il 2050, promuovendo una mobilità sostenibile, sicura e accessibile. Entro la metà del secolo, quindi, la maggior parte dei mezzi di trasporto privati, pubblici e commerciali produrranno zero emissioni. Ma come è possibile raggiungere un obiettivo tanto ambizioso? Le istituzioni europee promuovono non solo l’utilizzo di mezzi di trasporto pubblico, ma anche la produzione e vendita di veicoli a basse emissioni e il ricorso a carburanti sostenibili.

Secondo un sondaggio di Greenpeace Deutschland, 4 cittadini tedeschi su 5 vorrebbero che le città fossero strutturate in modo da rendere l’utilizzo dell’auto meno necessario. AutoScout24 ha stilato la classifica delle città tedesche più sostenibili dal punto di vista della mobilità, basandosi su criteri quali: l’efficienza delle reti di trasporto urbano, l’accesso ai servizi di bike e car sharing, la presenza di piste ciclabili in città, la quota di incidenti con danni a persone e l’inquinamento dell’aria. Sul podio di questa classifica sono presenti Monaco, Friburgo e Stoccarda. Gli ultimi posti sono invece occupati da Amburgo, Lipsia e Dortmund.

Le città stanno diventando sempre più sostenibili, e anche i cittadini stanno modificando le loro scelte di trasporto, come evidenziato dalla rapida crescita del mercato delle auto elettriche in Germania. Nonostante l’iniziale riluttanza dei consumatori tedeschi, tradizionalmente legati alle auto alimentate con carburanti tradizionali, nel 2023 il 18% delle auto vendute erano elettriche, a cui si aggiunge il 6,2% di auto ibride.

In questo paese ci sono oltre 100.000 punti di ricarica per auto elettriche. Un altro aspetto interessante della mobilità a zero emissioni è rappresentato dai mezzi di trasporto a idrogeno: il segmento di mercato più promettente é quello dei mezzi pesanti a lunga percorrenza e dei bus cittadini. In Germania sono già stati implementati progetti di mobilità a idrogeno, dove la situazione pare promettente: anche grazie agli investimenti statali, le aziende riescono a ridurre i costi per l'acquisto di questa tipologia di mezzi.

Fonti:
https://transport.ec.europa.eu/transport-themes/mobility-strategy_en
https://www.bundesregierung.de/breg-de/schwerpunkte/klimaschutz/nachhalt...
https://www.ilsole24ore.com/art/auto-elettrica-perche-l-italia-e-ultimi-...
https://www.bundesnetzagentur.de/DE/Fachthemen/ElektrizitaetundGas/EMobi... 3%A4lt,52%20GW%20Ladeleistung%20bereitgestellt%20werden. https://www.edisonnext.it/it/nextjournal/la-mobilita-idrogeno-presto-rea... https://www.autoscout24.de/informieren/ratgeber/studienumfragen/urbane-m...

La Smart City: Uno Sguardo alla Germania

​1. ​Il concetto di SmartCity

Una smart city è una città intelligente che integra tecnologie digitali nelle proprie reti, servizi e infrastrutture per diventare più efficiente e vivibile a beneficio degli abitanti e delle imprese.

 Secondo la Commissione Europeasmart city significa: 

  • Reti di trasporto urbano intelligenti
  • Miglioramento dell'approvvigionamento idrico e delle strutture per lo smaltimento dei rifiuti
  • Modi più efficienti per illuminare e riscaldare gli edifici
  • Amministrazione cittadina più interattiva e reattiva
  • Spazi pubblici più sicuri

In altre parole, una città intelligente e sostenibile utilizza le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ITC) per migliorare la qualità della vita, l'efficienza e la competitività, garantendo nel contempo la soddisfazione dei bisogni delle generazioni presenti e future.

Secondo la Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite (UNECE), la definizione di smart city include elementi come connettività domestica diffusa e Wi-Fi nelle aree pubbliche, infrastrutture intelligenti, contatori elettrici intelligenti, open data ed e-government.

2. Le SmartCity in Germania

Il governo tedesco sta investendo 820 milioni di euro in 73 progetti modello di Smart City, selezionati in tre fasi a partire dal 2019. Questi progetti, in linea con la "Smart City Charter", dimostrano come le qualità distintive delle città europee possano essere trasferite all'era digitale. Coinvolgendo l'intera società urbana, l'obiettivo è creare città e regioni vivibili e attraenti, focalizzate sui bisogni delle persone.

I progetti sfruttano la digitalizzazione per sviluppare soluzioni contro il cambiamento climatico e per migliorare i servizi comunali, affrontando in modo responsabile i rischi del cambiamento digitale. Attualmente in tutto sono 600 le misure pianificate o che hanno già iniziato a essere implementate.

Tra le città coinvolte troviamo grandi centri urbani come Lipsia e Colonia, città di medie dimensioni come Bamberg e Jena, e anche piccole città o comunità rurali.

Klimaschutzgesetz: cosa prevede la legge tedesca per la protezione del clima?

Il Green Deal è uno strumento europeo utile per il raggiungimento degli obiettivi climatici ed energetici.

In Germania, a livello nazionale, i piani per la decarbonizzazione dell’economia tedesca sono declinati all’interno della legge sulla protezione del clima (Klimaschutzgesetz) del 2022, che ha sostituito il programma di protezione del clima 2030 (Klimaschutzprogramm 2030).

Le principali misure di protezione climatica della Germania dichiarate all’interno del Klimaschutzgesetz possono essere riassunte nei seguenti punti:

  1. Riduzione delle emissioni di gas serra del 65% entro il 2030 rispetto al 1990 (nuova legge sulla protezione del clima),
  2. Neutralità climatica entro il 2045 (nuova legge sulla protezione del clima),
  3. Aumento del prezzo della CO2 per il riscaldamento, il gas naturale, la benzina e il diesel (parte del programma di protezione del clima 2030)

Transizione energetica:

  • Eliminazione del carbone entro il 2038 (legge sull'eliminazione del carbone).
  • Efficienza energetica: promozione di costruzioni e ristrutturazioni ad alta efficienza energetica (inclusa la nuova legge sull'energia degli edifici),
  • Energie rinnovabili: La quota delle energie rinnovabili deve salire al 65% entro il 2030 (modifica della legge sulle fonti energetiche rinnovabili (“EEG 2021”)),
  • Idrogeno verde (strategia dell'idrogeno)

Trasformazione della mobilità

La riorganizzazione della mobilità verso modelli e soluzioni sostenibili è un pilastro fondamentale delle misure di protezione del clima della Germania. Una mobilità innovativa e rispettosa del clima significa innanzitutto pensare alla mobilità indipendentemente dai combustibili fossili e renderla possibile. La Germania sta investendo in particolare nelle seguenti forme alternative di mobilità (segue una selezione di misure importanti):

  • Elettromobilità

Sostegno all'acquisto di auto elettriche (“bonus ambientale” o “premio per l'acquisto di auto elettriche”) esteso fino al 2025 e integrato con un premio per l'innovazione,

  • Esenzione decennale dalla tassa di circolazione per le auto elettriche (prima immatricolazione entro il 31 dicembre 2025),
  • Punti di ricarica: 1 milione di punti di ricarica pubblici entro il 2030
  • Produrre batterie sostenibili e ad alte prestazioni in Germania, tra l'altro come prerequisito per la produzione di auto elettriche in Germania,
  • Ferrovia e trasporto pubblico locale
  • Riduzione dell'IVA per i biglietti dei treni a lunga percorrenza a partire dall'inizio del 2020.
  • Investimenti per l'espansione della rete ferroviaria e del trasporto pubblico locale.

Biodiversità e conservazione della natura

Il programma LIFE per la politica ambientale e climatica, lanciato nel 1992, è uno dei fiori all'occhiello dei finanziamenti dell'UE per l'ambiente e il clima. Il budget complessivo è stato aumentato rispetto al precedente periodo di finanziamento e ammonta a 5,432 miliardi di euro per il periodo 2021-2027. Almeno 2,1 miliardi di euro saranno disponibili per l'area prioritaria “Conservazione della natura e biodiversità”.

LIFE è composto dalle due sezioni del programma “Ambiente” e “Politica climatica”, ciascuna suddivisa in due priorità:

1. Ambiente

a) Conservazione della natura e biodiversità

b) Economia circolare e qualità della vita

2. Politica climatica

a) Protezione e adattamento al clima

b) Transizione energetica

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)

Ultima modifica: Mercoledì 15 Gennaio 2025
Venerdì 4 Ottobre 2024

Spagna. Il commercio estero mostra la sua tenuta in un contesto internazionale complesso

Secondo gli ultimi dati raccolti nel Rapporto Mensile sul Commercio Estero del Ministero spagnolo dell’Economia, del Commercio e dell’Impresa, redatto dalla Segreteria di Stato per il Commercio, il settore estero spagnolo continua a mostrare la sua tenuta in un contesto internazionale complesso.

Le esportazioni del mese di luglio 2024 hanno raggiunto 33.269,6 milioni, un massimo storico per un mese di luglio e un aumento del 9,3% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. In termini destagionalizzati e con la correzione del calendario, sono cresciute del 2,9% su base annua.

Anche i dati cumulati da gennaio sono positivi. Nei primi sette mesi del 2024, le esportazioni di beni hanno raggiunto 228.375 milioni di euro, il secondo miglior dato della serie storica per lo stesso periodo (0,9% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Le importazioni sono state pari a 247.411,3 milioni di euro (-1,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).

Il deficit commerciale è diminuito del 10,7% a 19.036,2 milioni di euro. Il saldo non energetico è diminuito del 40,3% a 1.192,5 milioni di euro, mentre il deficit energetico è diminuito del 7,7% a 17.843,7 milioni di euro.

I settori con i suprplus di bilancia maggiori sono stati: alimentari, bevande e tabacco (+11.832,8 milioni di euro), il settore automobilistico (+5.466,0 milioni) e i semilavorati non chimici (+3.941,9 milioni).

Per area geografica, le esportazioni verso l’Unione Europea-27 hanno rappresentato il 62,1% del totale, mentre le esportazioni verso destinazioni extra-UE hanno rappresentato il 37,9% del totale.

Nel periodo in esame è stato registrato un surplus di 20.210,2 milioni di euro con l’Unione Europea, mentre il deficit commerciale con i Paesi terzi è sceso a 39.246,4 milioni di euro. I Paesi con cui l’economia spagnola ha registrato le maggiori eccedenze sono stati: Francia (+13.765,6 milioni di euro), Portogallo (+8.595,6 milioni) e Regno Unito (+8.199,0 milioni).

Le esportazioni in Italia nel periodo gennaio-luglio 2024 sono rimaste invariate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre le importazioni sono diminuite del 5,6%, in linea con i dati della media dell’Eurozona (-5,4%).

Per quanto riguarda le comunità autonome, quelle che hanno registrato la maggiore crescita delle esportazioni sono state le Isole Canarie ( 21,7%), seguite da Estremadura (14,5%) e Castilla y León (11,0%).

Il numero di esportatori regolari (quelli che hanno esportato più di 1.000 euro nell’anno di riferimento e in ciascuno dei tre anni immediatamente precedenti) è cresciuto del 4,9% nel periodo cumulato fino a luglio 2024, arrivando a 43.971 unità. Questi esportatori hanno realizzato vendite per un valore di 219.426,1 milioni di euro, pari al 96,1% del totale, con un aumento del 2,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

È possibile scaricare il rapporto cpompleto attraverso il link nel campo corrispondente.

Fonte: monedaunica.net

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana per la Spagna)

Ultima modifica: Mercoledì 15 Gennaio 2025
Venerdì 4 Ottobre 2024

Notizie dai mercati esteri - Australia

Opportunita' nel settore minerario in Australia

L'industria mineraria è da lungo tempo una pietra miliare dell'economia australiana. Le scoperte d'oro negli anni '50 del 1800 furono fondamentali per lo sviluppo iniziale del paese. Oggi, continua a essere uno dei settori più consolidati del paese, contribuendo per circa il 13,6% del PIL totale nel 2023. L'industria è fortemente orientata all'esportazione (75% delle esportazioni del paese), contribuisce in modo significativo alla forza lavora australiana ed è una delle principali influenze sul tenore di vita in Australia, sull’aumento dei redditi e sull’economia fiorente.

Alcuni dati chiave sul settore:

  • L'Indice dei Prezzi all'Esportazione per il Settore Minerario è aumentato dell'11,0% tra gli anni finanziari 2021-22 e 2022-23, dopo un aumento del 39,9% tra gli anni solari 2021 e 2022. Grazie a questa crescita nei prezzi il reddito totale del settore è cresciuto del 24% ($108.9 miliardi) nel 2023 rispetto al 2022.I guadagni minerari e il VA industriale sono cresciuti rispettivamente del 23,4% (52,0 miliardi di dollari) e del 23,2% (66,4 miliardi di dollari), guidati da un aumento del 21,6% (93,3 miliardi di dollari) nei ricavi da vendite e servizi.
  •  La crescita dei guadagni minerari è stata sostenuta dai settori dell'estrazione del carbone e del petrolio e gas, aumentati rispettivamente del 54,9% (26,1 miliardi di dollari) e del 73,9% (37,7 miliardi di dollari). La crescita dei guadagni è stata leggermente compensata da un calo del 16,5% (-19,9 miliardi di dollari) per il settore dell'estrazione dei minerali metallici. La crescita dei settori dell'estrazione del carbone e del petrolio e gas, e il calo del settore dell'estrazione dei minerali metallici sono stati rappresentati in modo simile nelle esportazioni di merci.
  • L'occupazione nell'industria mineraria è aumentata dell'8,8% (18.000 persone), guidata da una crescita del 7,7% (7.000 persone) nel settore dell'estrazione dei minerali metallici e da una crescita dell'8,6% (4.000 persone) nei servizi di esplorazione e supporto ad altre attività minerarie.
  • L'esplorazione nel settore minerario australiano riflette una tendenza divergente, con l'esplorazione dell'oro che ha registrato un notevole calo del 22,5% nell'anno fiscale 2023, mentre l'esplorazione del minerale di ferro rimane relativamente stabile grazie ai prezzi più elevati. La spesa totale per l'esplorazione è diminuita del 6,8% a 4,2 miliardi di dollari nell'anno fiscale 2023, principalmente a causa dei cali nell'esplorazione dell'oro e del petrolio e gas. L'esplorazione dell'oro, sebbene rappresenti il segmento più grande, è prevista in ulteriore calo nell'anno fiscale 2024, con una media annuale di 949 milioni di dollari nei prossimi cinque anni. Al contrario, l'esplorazione di petrolio e gas è destinata a una crescita robusta, con un aumento previsto del 102,4% nell'anno fiscale 2024 e un'ulteriore espansione (33,8%) nell'anno fiscale 2025, posizionando il petrolio come il componente predominante dell'esplorazione mineraria.
  • Negli investimenti minerari, un recupero dal calo post-2013 è stato segnato da una crescita negli investimenti nel carbone e nei minerali metallici, portando a un aumento del 13,4% degli investimenti minerari totali a 43,9 miliardi di dollari nell'anno fiscale 2022. La previsione attuale indica un aumento del 2,5% degli investimenti totali nell'anno fiscale 2023, con un incremento stimato del 4,1% negli investimenti in impianti, macchinari e attrezzature. Questa prospettiva, più forte del previsto, è influenzata da fattori come i prezzi elevati del petrolio e progetti di grande rilevanza.

Il settore minerario in Australia offre numerose opportunità per le aziende italiane, grazie alla posizione del Paese come uno dei maggiori produttori mondiali di minerali come ferro, carbone, oro, rame e litio. Le aziende italiane specializzate in tecnologia e innovazione possono trovare un mercato in crescita, dato l'interesse dell'industria mineraria australiana per l'automazione, la robotica e soluzioni digitali avanzate che migliorino l'efficienza operativa. Anche la sostenibilità rappresenta una grande opportunità: con una maggiore attenzione all'adozione di pratiche ecologiche, le aziende italiane che offrono tecnologie per le energie rinnovabili, la gestione dei rifiuti e la riduzione delle emissioni di CO2 possono rispondere alle esigenze del mercato. Inoltre, vi è una forte domanda di macchinari e attrezzature specializzate, come quelli per l'estrazione mineraria e il trattamento dei materiali, ambiti in cui l'Italia eccelle nella produzione di soluzioni di alta qualità.

Un'altra area di grande interesse è legata ai minerali critici, come litio e cobalto, fondamentali per la transizione energetica e la produzione di batterie, dove le aziende italiane attive in questi settori possono beneficiare della crescente domanda. Le collaborazioni nella ricerca e sviluppo sono altrettanto importanti: le università australiane e i centri di ricerca sono aperti a partnership internazionali per sviluppare tecnologie innovative e sostenibili nel campo minerario. Anche i servizi di ingegneria e consulenza italiani, con la loro lunga tradizione di eccellenza, possono avere un ruolo chiave nel progettare e gestire nuove miniere o migliorare quelle esistenti. La sicurezza sul lavoro è una priorità nell'industria mineraria australiana, offrendo alle aziende italiane che forniscono dispositivi di protezione, formazione professionale e sistemi di monitoraggio della sicurezza opportunità di mercato significative. Infine, partecipare a eventi settoriali, come conferenze e incontri B2B, rappresenta una via importante per le imprese italiane per stringere relazioni con partner australiani e promuovere i propri prodotti e servizi innovativi.

Risorse

Australia's mining industry report (2024), https://www.ausimm.com/insights-and-resources/mining-industry/australian-mining-industry/ 

U.S. International Trade Administration (2024), Australia - Country Commercial Guidehttps://www.trade.gov/country-commercial-guides/australia-mining 

Australian Bureau of Statistics (2024), Australian Industry, https://www.abs.gov.au/statistics/industry/industry-overview/australian-industry/latest-release

Oxford Economics Australia (2024), Future of Construction in Australia https://oxfordeconomics.com.au/construction-sector-analysis-in-australia/#:~:text=Australian%20near%2Dterm%20building%20outlook,billion%20(constant%20FY2021%20prices) 

Australian Bureau of Statistics (2014), Mining Operations, Australia, 2012-13https://www.abs.gov.au/ausstats/abs@.nsf/7d12b0f6763c78caca257061001cc588/3bdd8d5646c35eccca257e7000155218!OpenDocument#:~:text=During%202012%2D13%2C%20sales%20and,June%202012%20and%20June%202013

Mercato immobiliare australiano: le cause dell'attuale crisi

L'Australia sta affrontando una grave crisi immobiliare, caratterizzata da un aumento esorbitante dei costi delle abitazioni e degli affitti, che sta mettendo a dura prova le finanze delle famiglie. Diverse cause hanno contribuito a generare questa situazione, tra cui incentivi fiscali, immigrazione crescente e regolamentazioni urbanistiche restrittive. Con sempre meno famiglie australiane, soprattutto giovani, capaci di accedere al possesso di una casa, l’importanza del tema è testimoniata dalla sua centralità nel dibattito pubblico e nella politica australiana.

Possedere una casa di proprietà, considerato simbolo di ricchezza e sicurezza ha da sempre costituito la componente principale del grande sogno australiano. Questa propensione è evidente nei livelli relativamente alti di proprietà della casa, rimasti ben oltre il 50% dal dopoguerra.

I prezzi delle case in Australia hanno avuto un primo picco nel 1950, raddoppiando in un solo anno, coincidente con la fine dei controlli sui prezzi della terra e degli affitti post-Seconda Guerra Mondiale. Prima di allora, i terreni nelle città erano relativamente economici, mantenendo bassi i prezzi delle case.

Con la crescente scarsità di terreni vicino ai centri cittadini e l'aumento dell'immigrazione, i prezzi sono aumentati costantemente negli anni '50, '60 e '70. In questo periodo, i prezzi delle case sono cresciuti in media del 3-4% all'anno, grazie ai miglioramenti nei trasporti personali e pubblici che hanno reso accessibili le aree suburbane lontane.

La deregulation del settore finanziario negli anni '80, insieme a un ambiente a bassa inflazione e bassi tassi di interesse negli anni '90, ha aumentato l'accesso delle famiglie ai finanziamenti, facendo crescere la domanda e i prezzi.

Il Grande Boom Immobiliare degli anni 2000 ha visto una crescita fenomenale, guidata dai mercati delle grandi città come Sydney, Melbourne e Brisbane. Tra il 1996 e il 2010, i prezzi delle case sono aumentati in media del 6,2% annuo e tra il 2012 e il 2017 del 5,2%, seguiti dal boom post-Covid degli ultimi tre anni.

Secondo l'Australian Bureau of Statistics (ABS), nel 1970 i prezzi medi delle case a Sydney erano circa $27.500, equivalenti a circa $250.000 oggi. Attualmente, il valore mediano delle case a Sydney è di $1,1 milioni. Sempre secondo l’ABS, una famiglia ha bisogno di un reddito annuale di $170.000 per permettersi la casa mediana a Melbourne, e di $260.000 per la casa mediana di Sydney, a fronte di un reddito famigliare mediano di $100.000 in entrambe le città.

Al tempo stesso, gli affitti mediani a Sydney hanno raggiunto i $3000 al mese, e i$2500 a Brisbane, dopo essere cresciuti di oltre l’8% all’anno dal 2020 a oggi.

Tra i vari fattori presi in considerazione come cause del fenomeno, si contano un’offerta limitata di nuove abitazioni relativamente all’immigrazione, regolamentazioni urbanistiche limitanti, e incentivi fiscali che causano distorsioni nel mercato.

Immigrazione

Nel dibattito pubblico, la colpa di questa situazione è spesso data a un’eccessiva immigrazione dall’estero. Tra il 2022 e il 2023, oltre 740.000 nuovi immigrati sono arrivati nel Paese, con un impatto particolarmente forte nel mercato degli affitti. Tuttavia, la tesi secondo cui gli immigrati sono la causa primaria dell’aumento dei valori immobiliari è ritenuta debole. Il tasso di immigrazione netta è infatti in decrescita da oltre un decennio, ed è in linea con le medie storiche.

Offerta di nuove case e regolamentazioni urbanistiche

Nel 2023, sono state costruite solo 170.000 nuove abitazioni, la quantità più bassa in dieci anni, in una tendenza che vede il tasso di nuove costruzioni per abitante in calo da quaranta anni. Uno dei fattori di questa tendenza è prettamente culturale: l’Australia ha infatti una forte predilezione per le abitazioni unifamiliari in contesti suburbani, che ha contribuito alla dispersione urbana e a creare ambienti molto estesi e con basse densità abitative. Nonostante la grandissima disponibilità di terra in Australia, tuttavia, i permessi di costruzione sono calati fortemente e si sono allungati i tempi per ottenerli, per via di un sempre più radicata mentalità NIMBY (Not In My Back Yard). Al tempo stesso, la maggior parte dei terreni migliori, perché più in prossimità dei centri urbani, è stata occupata. Il risultante aumento dei prezzi dei terreni ha anche aumentato i costi delle nuove costruzioni, con un ulteriore impatto negativo sul mercato.

Incentivi fiscali

Se l’immigrazione e il calo nella costruzione di nuove abitazioni hanno di sicuro peggiorato la crisi abitativa in Australia, un ruolo ancor maggiore è svolto da particolari incentivi fiscali presenti nel Paese.

Negli anni ‘30, per far fronte a una mancanza di abitazioni, il governo introdusse il cosiddetto negative gearing per incentivare gli investimenti privati in case da reddito. Presente tra i Paesi del OSCE in solo altre due nazioni (il Giappone e la Nuova Zelanda), negative gearing è uno schema fiscale che permette agli investitori di compensare le perdite di un immobile da reddito deducendole dal proprio imponibile fiscale. Negli anni ‘80, dopo un tentativo di riforma e indebolimento di questa politica che incontrò una forte opposizione pubblica, il negative gearing venne mantenuto nella sua forma originaria. Combinato con il rilassamento nella regolazione finanziaria di quel periodo e la riduzione di ulteriori misure, ha reso il regime fiscale per gli investimenti immobiliari ancora più attraente favorendo speculazioni nel mercato immobiliare e diminuendo l’attrattività di altri tipi di investimenti come quelli nel mercato azionario.

https://www.forbes.com/advisor/au/property/high-cost-of-australian-housing/

(Contributo editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia inc.)

Ultima modifica: Mercoledì 15 Gennaio 2025
Giovedì 3 Ottobre 2024

Spagna. Sánchez annuncia 4,5 miliardi di sussidi e 50 miliardi di prestiti per le PMI

Il governo ha deciso di raddoppiare i finanziamenti per le PMI, in modo che le aziende più piccole possano trasformarsi e crescere. Lo farà attraverso due meccanismi: trasferimenti e prestiti agevolati. 

Il Presidente Pedro Sánchez ha annunciato oggi due voci di 4,5 miliardi di sovvenzioni e quasi 50 miliardi di prestiti destinati esclusivamente alle aziende con un massimo di 249 lavoratori, dove lavora il 60% dei lavoratori dipendenti in Spagna. Entrambe le sovvenzioni provengono dal Piano di ripresa.

L'attuazione degli oltre 54.000 milioni di finanziamenti alle PMI si articolerà attraverso diversi meccanismi. Gli inviti a presentare proposte sono ora aperti. Secondo fonti governative, Red.es distribuirà 1,38 miliardi di sovvenzioni. Le varie Perte, da parte loro, riceveranno altri 3 miliardi di sovvenzioni. 630 milioni andranno alle garanzie CERSA. Altri 2,4 miliardi andranno al Social Impact Fund e al Cofides Co-investment Fund. L'ICO disporrà di oltre 30 miliardi di prestiti per le linee ICO Green e ICO Business and Entrepreneur.

L'annuncio del Primo Ministro è stato fatto in occasione di un evento sull'impatto del Piano di ripresa sulle PMI spagnole, tenutosi presso la Escuela de la Organización Industrial (EOI) di Madrid. È stata la prima volta che un capo di governo ha visitato questo centro aziendale, situato a pochi metri dal Palazzo della Moncloa, che lavora con 13.000 PMI ogni anno.

Le piccole e medie imprese sono state finora le principali beneficiarie del piano di ripresa nazionale. 

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana - Barcellona)

Ultima modifica: Venerdì 17 Gennaio 2025
Mercoledì 2 Ottobre 2024

L’agenzia Moody’s ha alzato il rating del Brasile da Ba2 a Ba1, con outlook positivo

Ora il Paese è a un passo del cosiddetto investment grade, un certificato di buon pagatore concesso dalle agenzie, che garantisce agli investitori un minor rischio di default.

Di André Catto, g1 - 02/10/2024

Martedì (1°), l’agenzia di rating del rischio Moody’s ha alzato il rating del credito del Brasile da Ba2 a Ba1, con outlook positivo. Ora il Paese è a un passo del cosiddetto investment grade, un certificato di buon pagatore concesso dalle agenzie, che garantisce agli investitori un minor rischio di default.

La nuova classificazione indica ancora un “grado speculativo” che, secondo le agenzie di rischio, indica che il Brasile è meno vulnerabile al rischio a breve termine, ma continua ad affrontare l’incertezza in relazione alle condizioni finanziarie ed economiche avverse.

In altre parole, il Brasile non ha il cosiddetto “certificato del buon pagatore”, una classificazione che segnala un minor rischio di default per chi investe in titoli del Tesoro Nazionale.

A maggio Moody’s aveva annunciato il mantenimento del rating creditizio del Brasile al livello Ba2 e il cambiamento della prospettiva di valutazione da “stabile” a “positivo”, segnalando un possibile miglioramento del rating in futuro.

Fitch Ratings e Standard & Poor's (S&P) mantengono ancora il rating del Brasile con un rating creditizio BB, con un outlook “stabile”, che colloca il Paese in un grado speculativo, ma a due passi dall’investment grade.

 

Cosa ha detto Moody’s

Secondo l’agenzia, l’aumento del rating brasiliano riflette il significativo miglioramento del credito del Paese, inclusa una crescita più robusta del Prodotto Interno Lordo (PIL) e una storia crescente di riforme economiche e fiscali.

Il cambiamento, dice Moody’s, avviene nonostante il quadro fiscale del Brasile abbia ancora “moderata credibilità”, come si evince dal “costo relativamente alto del debito pubblico”.

Al contrario, una crescita più robusta e una politica fiscale con una coerente aderenza al quadro fiscale consentiranno al peso del debito di stabilizzarsi nel medio termine, anche se a livelli relativamente elevati”, ha affermato l’agenzia.

Secondo Moody’s, la decisione di mantenere le prospettive positive riflette la possibilità che la crescita economica e il rispetto del quadro fiscale contribuiranno a ridurre l’incertezza sulla traiettoria del debito brasiliano.

Per spiegare l’aumento del rating sovrano del Brasile, l’agenzia ha riferito di aver rivisto la previsione di crescita del PIL del Paese al 2,5%.

Ha anche iniziato a prevedere, nel medio termine, una crescita “molto più solida” rispetto agli anni precedenti la pandemia, “risultante, in parte, dalle riforme strutturali attuate nel corso delle amministrazioni successive”.

Nei prossimi anni prevediamo che la crescita continuerà ad essere generalizzata, con la domanda interna guidata da un mercato del lavoro relativamente forte – rispetto al passato del Brasile – e salari reali più alti”, ha continuato.

Nel documento, Moody’s ha inoltre indicato come progressi “nei successivi governi”:

  • il rafforzamento dell’indipendenza della Banca Centrale;
  • il miglioramento della governance delle aziende statali;
  • la digitalizzazione finanziaria e la riforma del lavoro.

La riforma fiscale, a sua volta, è stata definita “una notevole riforma strutturale che migliorerà il contesto imprenditoriale e l’allocazione delle risorse, contribuendo al potenziale di crescita a lungo termine”.

Infine, per quanto riguarda i conti pubblici, Moody’s ha dichiarato di aspettarsi un graduale miglioramento dei risultati primari del governo, in linea con gli obiettivi fiscali per il prossimo triennio.

In una dichiarazione pubblicata dopo la decisione dell’agenzia, il Ministero delle Finanze ha affermato che “mantiene il suo impegno per il miglioramento continuo dei risultati fiscali, compiendo sforzi per aumentare le entrate e contenere le spese”.

Oltre a stabilizzare il rapporto debito/PIL, un saldo fiscale più solido contribuirà a ridurre i tassi di interesse e a migliorare le condizioni del credito, creando un ambiente favorevole per l’espansione degli investimenti pubblici e privati”, ha affermato il Ministero.

Fonte: g1 | Economia

(Contributo editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)

Ultima modifica: Mercoledì 15 Gennaio 2025
Mercoledì 2 Ottobre 2024

Notizie dai mercati esteri - Polonia

Inflazione: in Europa cala, in Polonia cresce

A settembre l'inflazione in Polonia ammontava il 4,9%. Nella maggioranza dei paesi europei, l’inflazione ha cominciato a diminuire mentre in Polonia è aumentato dal 4,3% al 4,9%. Questo è il peggiore risultato da dicembre 2023. La più grande diminuzione dell’inflazione si è registrata in Spagna (il 0,8%), Francia e Islanda (il 0,6%) ed in Austria (il 0,5%). Oltre alla Polonia solo Portogallo e Belgio hanno notato l’aumento dell’inflazione. In generale a settembre l’inflazione nell’area dell’euro  è diminuita del 0,4%. Secondo gli analisti di Ebury questa diminuzione significa che i tassi di interesse della Banca centrale europea molto probabilmente diminuiranno del 0,25%. 

Buoni segnali dall'indice PMI

Da molti mesi gli economisti segnalano la difficoltà del settore più importante dell’economia polacca: l'industria. Tuttavia, le previsioni non si sono avverate, perché l'indice PMI per l'industria nazionale è aumentato in modo significativo. Questo indice misura le opinioni dei responsabili degli acquisti di 200 aziende di produzione operanti in Polonia. Gli analisti si aspettavano che il risultato di settembre sarebbe sceso più che in agosto, prospettavano un risultato di 46,5 punti, invece è aumentato a 48,6 punti. Il punto di equilibrio è considerato pari a 50 punti. Secondo un rapporto della società responsabile della preparazione dell’indice PMI, S&P Global Market Intelligence, il valore di settembre è il più alto da novembre 2023. Il risultato del PMI polacco è aumentato a settembre per il terzo mese consecutivo, il che significa che l'industria nel paese sta diminuendo a un ritmo più lento rispetto ad agosto. Trevor Balchin, direttore economico di S&P Global Market Intelligence, aggiunge che la differenza tra i dati per la Polonia e i dati flash per la zona euro è aumentata a 3,8 punti, il che significa che la situazione in Polonia è diventata indipendente dalla cattiva situazione economica nella zona euro. Gli analisti della PKO BP hanno anche notato che lo studio non ha riportato alcun impatto negativo dell’alluvione sul settore produttivo. Hanno inoltre attirato l'attenzione sulla diminuzione della correlazione tra l'indice PMI in Polonia e quello in Germania, che potrebbe significare una crescente diversificazione delle esportazioni nazionali. Si tratta di una notizia positiva se si considerano i gravi problemi dell'industria di trasformazione tedesca. Nonostante i risultati inaspettatamente buoni, gli economisti notano che non si tratta di un successo completo. A settembre l'afflusso di nuovi ordini è nuovamente diminuito, ma al ritmo più lento da novembre. La situazione è simile con la riduzione della produzione che è diminuita ad un ritmo più lento, questa volta da aprile. Nel rapporto, gli analisti affermano anche che si è verificato uno squilibrio nei pensionamenti e nelle riduzioni del personale temporaneo perché i nuovi lavoratori hanno rapidamente colmato le carenze di personale. A causa delle prossime festività natalizie, i produttori prevedono un aumento della domanda di prodotti finiti, aumentando le loro scorte per il secondo mese consecutivo. Allo stesso tempo, i prezzi di questi prodotti sono diminuiti per la 17^ volta in 18 mesi. Tuttavia, i salari reali nell’economia sono aumentati. I risultati molto peggiori della Polonia nel rapporto li hanno avuti la Germania, il cui PMI è sceso a 40,6 punti, e la Francia, che ha segnato 44,6 punti. Un indice più alto ha avuto la Spagna, con il PMI di 53 punti.

Tra qualche giorno Żabka si quoterà in borsa

Il previsto debutto del Gruppo Żabka (catena di piccoli negozi) alla Borsa di Varsavia avverrà intorno al 17 ottobre. La società intende raccogliere dal mercato fino a 6,45 miliardi di złoty, ma sarà venduto solo il 30% delle azioni emesse. L'offerta pubblica del Gruppo Żabka comprende fino a 300 milioni di azioni. Il prezzo massimo delle azioni nell'offerta è di 21,5 złoty. L'intera società, secondo il prezzo massimo, vale 21,5 miliardi di złoty. L'offerta di Żabka dovrebbe essere la più grande IPO in Polonia dopo l'offerta record di 2,8 miliardi di dollari dell'operatore di e-commerce Allegro.eu nel 2020. I ricavi del Gruppo Żabka nei primi sei mesi del 2024 sono stati pari a 11,15 miliardi di złoty, con un aumento di 1,97 miliardi di złoty (+21,5%) rispetto allo stesso periodo del 2023. Come detto, Żabka non ha finora distribuito dividendi. Il gruppo prevede che entro il 2028 la sua rete di punti vendita in Polonia comprenderà circa 14.500 negozi, il che significa l'apertura di circa 4.500 nuovi negozi in Polonia tra il 2024 e il 2028.

Nuova sede di Santander Bank Polska, affittati 19 piani del grattacielo The Bridge a Varsavia

Santander Bank Polska ha firmato un contratto di locazione per 19 piani del grattacielo The Bridge, costruito da Ghelamco nel centro direzionale di Varsavia. Questa è la più grande transazione sul mercato degli uffici polacco dal 2022, che comprende circa 24.500 metri quadrati di superficie e una terrazza privata al 40° piano. La banca trasferirà la sua sede nel nuovo edificio il prossimo anno e nell'edificio adiacente Bellona verrà creata una filiale moderna della banca. Jarosław Zagórski, direttore generale di Ghelamco Poland, ha sottolineato che Santander affitta metà del grattacielo, il che dimostra l'elevata domanda di uffici di altissima qualità. Il Direttore di Santander Bank Polska Paweł Dziedzina ha dichiarato che il trasferimento fa parte della strategia della banca, che pone l'accento sull'esperienza dei clienti e dei dipendenti, nonché sulle soluzioni ESG a lungo termine e sulle tecnologie moderne che migliorano l'efficienza energetica.

(Polonia Oggi, Gazzetta Italia)

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

Ultima modifica: Mercoledì 15 Gennaio 2025
Martedì 1 Ottobre 2024

Notizie dai mercati esteri - Brasile

Il Brasile conquista 20 nuovi mercati in sei paesi

Il governo brasiliano ha accolto con satisfazione le recenti approvazioni sanitarie per l’apertura dei mercati in sei paesi

Di Diplomacia Business - 1 ottobre 2024

Il Perù ha autorizzato l’importazione di yerba mate, il Regno Unito e il Messico hanno autorizzato l’importazione di yerba mate trasformata, aumentando la presenza di questo prodotto sul mercato internazionale e consolidando il Brasile come importante fornitore globale di questa “commodity”.

La crusca di manioca brasiliana è stata autorizzata all’esportazione in Australia, Perù, Regno Unito, Angola, Messico e Corea del Sud, ampliando così la portata di questo prodotto in altri mercati.

È stata approvata l’esportazione della polpa di agrumi disidratata in Australia, Messico, Regno Unito, Angola e Corea del Sud, consolidando la leadership brasiliana nel settore degli agrumi.

È stata ottenuta l’autorizzazione all'esportazione di fieno (“alfalfa hay” e “timothy hay”) verso Perù, Angola e Corea del Sud, oltre al fieno trasformato verso il Regno Unito. Ciò crea nuove opportunità nel settore dell’alimentazione animale e diversifica le possibili destinazioni di esportazione.

Inoltre, in Perù è stato aperto il mercato dei fiori di chiodi di garofano essiccati e della fibra di cocco, ampliando la varietà di prodotti agricoli che possono essere esportati in questo mercato.

Con queste venti nuove autorizzazioni, l’agroindustria brasiliana raggiunge la 158esima apertura di mercato nel 2024, per un totale di 236 nuove opportunità dall’inizio del 2023, consolidando il ruolo di leader del Brasile nel commercio agricolo internazionale.

Questi risultati sono il frutto di un lavoro congiunto tra il Ministero dell’Agricoltura e dell’Allevamento (Mapa) e il Ministero degli Affari Esteri (MRE).

Fonte: Ministero dell'Agricoltura e dell'Allevamento | Diplomacia Business

Brasile | La semplificazione delle importazioni comporterà un risparmio di 40 miliardi di R$ all’anno

L’aumento di competitività dovrebbe aggiungere 130 miliardi di dollari al PIL entro il 2040

di Wellton Máximo - Giornalista presso Agência Brasil - Pubblicato il 30/09/2024

Prevista per il 1° ottobre, la semplificazione delle importazioni fornita dalla migrazione delle operazioni al Portale Unico del Commercio Estero garantirà alle aziende un risparmio di 40 miliardi di R$ all’anno. L’informazione è stata diffusa il 30 settembre dal Segretario del Commercio Estero del Ministero dello Sviluppo, dell’Industria, del Commercio e dei Servizi (MDIC), Tatiana Prazeres.

Il ministero calcola che il guadagno in competitività e la riduzione della burocrazia dovrebbero aggiungere 130 miliardi di dollari all’economia brasiliana entro il 2040. Il Portale Unico sostituisce Siscomex, un sistema brasiliano di registrazione del commercio estero in funzione dal 1993.

Inaugurata nel 2014, la piattaforma riduce i requisiti documentali, esegue simultaneamente processi eseguiti in sequenza e consente il rilascio di licenze flessibili (in cui diverse operazioni commerciali sono autorizzate in base al volume di carico o per periodi fissi).

Con il portale, invece di compilare più documenti, l’azienda compilerà la Dichiarazione Unica di Importazione (Duimp).

Nel caso delle esportazioni, la migrazione al portale con dichiarazione unificata è iniziata nel 2017 e si è conclusa nel 2018, riducendo i tempi medi di svincolo delle merci da 13 a 4,8 giorni. Per quanto riguarda le importazioni, il progetto pilota Duimp è iniziato nel 2018. Da allora, il tempo medio di rilascio delle merci in arrivo nel Paese è sceso da 17 a nove giorni.

Il costo giornaliero delle merci fermate equivale allo 0,8% del suo valore. Sulla base delle importazioni per 242 miliardi di dollari lo scorso anno e della riduzione delle operazioni in quattro giorni [da nove a cinque giorni], calcoliamo un guadagno di circa 40 miliardi di R$ per le società del commercio estero [circa 8 miliardi di dollari]”, ha spiegato Tatiana Prazeres.

Fasi

La migrazione delle importazioni al Portale Unico ha iniziato il 1° ottobre e durerà fino alla fine del 2025. Da ottobre a dicembre di quest’anno la Duimp sarà obbligatoria per le importazioni marittime. Da gennaio a luglio 2025, per le merci in arrivo in aereo. Da luglio a dicembre del prossimo anno, per le importazioni attraverso le frontiere terrestri e attraverso la Zona di Libero Scambio di Manaus.

Secondo il MDIC, il Portale Unico del Commercio Estero ha ridotto il numero di documenti emessi ogni anno da 871mila a 135mila. La dichiarazione unica prevede la compilazione di 38 campi, contro i 98 campi della precedente dichiarazione tramite Siscomex.

Siscomex è diventato importante negli anni ’90, quando ha sostituito i documenti cartacei con quelli digitali. Il Portale Unico è un’evoluzione che riduce il numero di documenti, digitalizza il servizio e consente l’ispezione congiunta [delle merci] tra l’Agenzia delle Entrate del Brasile e altri organismi”, ha affermato il segretario speciale dell'Agenzia delle Entrate del Brasile, Robinson Barreirinhas.

Fonte: Agência do Brasil

La spesa degli stranieri in Brasile ha raggiunto i 26 miliardi di R$ nel 2024

Solo nel mese di agosto, i visitatori hanno versato più di 3 miliardi di R$

Agência Brasil – Pubblicata il 26/09/2024  

I turisti stranieri hanno generato più di 26 miliardi di R$ in Brasile, da gennaio ad agosto di quest’anno. Il valore è il più alto degli ultimi 29 anni per il periodo ed è superiore di circa il 10% rispetto a quello registrato nei primi otto mesi del 2023. Solo nel mese di agosto, visitatori provenienti da altri paesi hanno iniettato in Brasile più di 3 miliardi di R$. I dati sono stati rilasciati il 25 settembre dalla Banca Centrale.

Nei primi otto mesi dell’anno, il Brasile ha accolto più di 4,45 milioni di turisti internazionali, in aumento del 10,7% rispetto allo stesso periodo del 2023 e dell’1% in più rispetto a quello registrato da gennaio ad agosto 2019 (43,3mila arrivi in ​​più), anche prima della pandemia covid-19.

Solo nel mese di agosto di quest’anno, 417.900 viaggiatori internazionali hanno visitato le città brasiliane, un numero in aumento del 14,5% rispetto allo stesso mese del 2023.

Il ministro del Turismo, Celso Sabino, afferma che il governo vuole attirare più visitatori internazionali, lavorando sulla connettività aerea ma anche sulle infrastrutture turistiche delle destinazioni. “La crescita di questo valore è dovuta anche al rafforzamento delle azioni di promozione internazionale. Lavoriamo per mostrare sempre di più al mondo che il Brasile è un Paese sicuro che riunisce in un unico luogo bellezze naturali, cultura e gastronomia”, ha affermato in un comunicato.

L’obiettivo del governo federale, attraverso il Piano Nazionale del Turismo (PNT) 2024-2027, è quello di rendere il Brasile il più grande destinatario di turisti in Sud America entro il 2027. Il documento definisce l’obiettivo di raggiungere 8,1 milioni di visitatori internazionali all’anno nelle città brasiliane e generare Ricavi per 8,1 miliardi di dollari nel periodo.

Fonte: Agência Brasil

(Contributo editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)

 

 

Ultima modifica: Mercoledì 15 Gennaio 2025
Martedì 1 Ottobre 2024

Notizie dai mercati esteri - Polonia

Nuova impennata dell'inflazione

Gli ultimi dati dell'Ufficio Centrale di Statistica (GUS) confermano che l'inflazione in Polonia è in aumento e ha superato l'intervallo accettabile. L'inflazione a settembre è salita al 4,9% anno su anno dal 4,3% di agosto. A marzo era ancora al 2%. La lettura di settembre è la più alta da quando è stata registrata l’inflazione di dicembre 2023 (6%), e si è rivelata leggermente superiore alle aspettative degli economisti: la maggior parte delle previsioni era nell'intervallo 4,8-5,0%. I prezzi di cibo e bevande analcoliche sono aumentati del 4,7% anno su anno e i vettori energetici dell'11,4%. I carburanti per il trasporto privato sono diminuiti del 2% nel corso dell'anno. Su base mensile, i prezzi medi dei beni di consumo e dei servizi sono aumentati solo dello 0,1%, il che è una buona notizia, a dimostrazione del fatto che crescita attuale dei prezzi non è preoccupante e che l'accelerazione su base annua è in gran parte attribuibile a effetti statistici. "L'aumento del tasso di inflazione annuale CPI (Consumer Price Index) è in gran parte il risultato di una base di riferimento bassa rispetto a un anno fa, quando i prezzi di carburanti, vettori energetici e cibo sono scesi in modo significativo sull'onda della diminuzione degli effetti negativi degli shock sui mercati delle materie prime", affermano gli economisti della Banca Millennium. I dati sull'inflazione di fondo per settembre saranno pubblicati il 16 ottobre.

Ministero delle Finanze: grandi guadagni per le banche polacche

Secondo gli ultimi dati pubblicati dal Ministero delle Finanze, la banca PKO BP si è classificata al primo posto nell'elenco dei maggiori contribuenti dell'imposta sul reddito delle società (CIT) secondo i dati del 2023. Tra i dieci maggiori contribuenti CIT, ben sette sono rappresentanti dell'industria finanziaria. Si può dire che la Polonia è un paese di banche e che queste sono quelle che crescono più rapidamente, poiché hanno i profitti più alti e pagano tasse elevate. Tuttavia, questa non è una notizia positiva per l'economia polacca, in quanto alti profitti bancari significano minori profitti per l'“economia reale”, che sostiene costi per consentire a banche e assicurazioni di guadagnare. Gli aumenti più elevati nei pagamenti di CIT sono stati registrati da: PKO BP (+646 milioni złotych su base annua), Santander BP (+596 milioni złotych) e Bank Millennium (+373 milioni złotych). 

Aumento del debito estero polacco

Nel secondo trimestre del 2024, il debito estero della Polonia è aumentato a 406,44 miliardi di euro dai 400,38 miliardi di euro del primo trimestre, secondo la Banca Nazionale Polacca (NBP). L'aumento del debito è osservato non solo in termini assoluti, ma anche in relazione al PIL. Il settore governativo ha registrato un aumento del debito a 117,69 miliardi di euro, mentre il debito degli altri settori è aumentato a 83,18 miliardi di euro. Espresso in dollari, il debito estero ammonta a 434,77 miliardi di USD. Il debito estero comprende diverse forme di obbligazioni verso i creditori stranieri, come conti correnti, depositi, titoli di debito e prestiti. È un indicatore importante per la valutazione della solvibilità creditizia di un paese da parte delle agenzie di rating internazionali. Il Ministero delle Finanze ha comunicato che la quota degli investitori stranieri nelle obbligazioni polacche è diminuita in agosto di 2,0 miliardi di zloty a 143,8 miliardi di zloty. Il debito nei Titoli di Stato Nazionali (SPW) è aumentato di 17,5 miliardi di zloty, raggiungendo 1.092,9 miliardi di zloty. Questo aumento è dovuto all'incremento del debito verso le banche nazionali e gli investitori non bancari nazionali, nonché alla diminuzione del debito verso i non residenti. Il governo emette titoli di stato, acquistati da investitori nazionali e stranieri e da banche nazionali, per finanziare il debito pubblico. 

Crisi demografica in Polonia

La Polonia è entrata in un periodo di crisi demografica, che potrebbe essere una tendenza a lungo termine. Il numero di nascite è diminuito ed è il più basso dell'intero dopoguerra. I fattori che determinano i cambiamenti nel numero e nella struttura della popolazione polacca includono le nascite, la mortalità, l'aspettativa di vita, l'inizio e la fine dei matrimoni e le migrazioni. Secondo l'Ufficio centrale di statistica (GUS), lo stato di calo delle nascite dura da quasi 30 anni, dal 1990. La persistenza di una bassa fertilità per un lungo periodo di tempo rischia di far entrare nella cosiddetta trappola della bassa fertilità, dalla quale è molto difficile uscire. L'età media delle donne che partoriranno nel 2023 è di 31 anni. Al contrario, il numero di nascite di bambini da donne straniere in Polonia è in aumento. Nel 2023, il numero di nascite da donne straniere in Polonia rappresenterà il 6,7% di tutte le nascite. I risultati delle previsioni indicano che entro il 2060 la popolazione polacca diminuirà di 6,7 milioni di persone (rispetto al 2023).

(Polonia Oggi, Gazzetta Italia)

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

Ultima modifica: Mercoledì 15 Gennaio 2025
Martedì 1 Ottobre 2024

Danimarca. La cultura del riciclo

La Danimarca è riconosciuta a livello internazionale per il suo impegno verso la sostenibilità attraverso soluzioni sempre più innovative. Ciononostante, quando si parla di tasso di riciclo e produzione di rifiuti, il Paese ha ancora spazio di miglioramento, complice la diffusa ricchezza dei suoi cittadini. Del resto, si sa, più soldi hai, più cose compri; e più cose compri, più la tua pattumiera diventa milionaria!

Ad ogni modo, la crescente sensibilizzazione dei danesi sull'importanza del riciclo è indubbia e si estende ad un ampio ventaglio di comportamenti eco-sostenibili, come l’utilizzo dei centri di riciclaggio e il mercato dell’usato.

I centri di riciclo e il ruolo di ARC

A Copenaghen, i centri per il riciclo (nærgenbrugsstationer) sono dei veri e propri punti di raccolta di rifiuti domestici differenziati che includono aree di scambio dove è possibile donare o prendere oggetti ancora utilizzabili, promuovendo il riuso all'interno della comunità. In questi centri, il waste management diventa intuitivo e user-friendly. La cultura del dono e della fiducia – radicata nella cultura danese – guida e rende possibili scambi liberi e gratuiti di oggetti pronti a ricevere nuova vita. ARC (Amager Resource Center) è un’azienda pubblica di gestione di rifiuti che non solo sovrintende il pionieristico termovalorizzatore di Copenaghen ma opera nelle cinque municipalità di Dragør, Frederiksberg, Hvidovre, Copenhagen e Tårnby tramite nove centri di riciclo a disposizione della comunità, nel tentativo di promuovere uno smaltimento efficace, consapevole e trasformativo dei rifiuti – a favore del clima e dell’ambiente.

Second-hand in Danimarca

La crescente cultura del riutilizzo, alimentata dal pragmatismo danese e dall’attenzione alla sostenibilità, fa del second-hand un modello mainstream di scambio di beni e uno stile di vita che in Danimarca non ha nulla a che fare con scelte di necessità o di povertà, come accade spesso altrove.

Mercati dell’usato, gruppi sui social media e piattaforme online come DBA.dk giocano un ruolo cruciale in questa economia circolare, specialmente nel settore tessile. Alcuni negozi di abbigliamento, flea markets e fiere del second-hand sono ormai delle istituzioni, soprattutto a Copenaghen, radicate in un’estetica hip che riunisce tutti coloro che ne condividono immaginari e valori green.

Il Deposit Return Scheme Danese

Il second-hand market e il crescente utilizzo dei centri di riciclaggio sono segnali di una società che sta gradualmente abbracciando, sotto un numero crescente di aspetti, la transizione verso un’economia circolare. Questo cambiamento culturale si riflette anche nel supporto delle istituzioni, che incoraggiano pratiche più sostenibili e promuovono politiche a lungo termine per ridurre i rifiuti.

Esemplare in tal senso è il Deposit Return Scheme (DRS) introdotto nel 2001 dal Decreto Legislativo sul deposito per gli imballaggi di bevande. Si tratta di un sistema di deposito con cauzione dove il consumatore paga un sovrapprezzo sulle bevande il cui importo può venire recuperato inserendo gli imballaggi in un apposito raccoglitore automatizzato, che rilascia un ticket da incassare o accrediti su un’app. Ad oggi, è uno dei sistemi di raccolta più efficienti al mondo per gli imballaggi delle bevande – con un tasso di raccolta stabile intorno all'89%.

Verso la leadership europea

Il crescente interesse dei danesi per il riuso insieme al successo del mercato second hand, rappresenta un modello virtuoso che potrebbe ispirare altri Paesi europei. Tuttavia, nonostante gli sforzi della Danimarca, il Paese non è ancora tra i leader in Europa per tasso di riciclo. Paesi come l’Italia, con un impressionante 83% di rifiuti riciclati, sono, per ora, i promotori del riciclo.

In questo contesto, l’Italia potrebbe fungere da guida per la Danimarca e altre nazioni che vogliono migliorare le loro performance di riutilizzo. Grazie alla sua esperienza e alle sue infrastrutture avanzate, l’Italia è in una posizione ideale per condividere il proprio know-how con imprese danesi desiderose di migliorare i propri sistemi di gestione dei rifiuti. Questa collaborazione potrebbe rappresentare un passo importante verso un futuro più sostenibile per tutta l’Europa, dove l’economia circolare acquista un ruolo sempre più centrale.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)

 

Ultima modifica: Mercoledì 15 Gennaio 2025
Lunedì 30 Settembre 2024

Notizie dai mercati esteri - Polonia

Quasi il 51% dei polacchi soddisfatto del proprio stipendio

Secondo uno studio condotto dalla società internazionale SD Worx, quasi il 51% dei polacchi ammette di essere soddisfatto del proprio stipendio attuale e solo il 17,5% dichiara una forte insoddisfazione. La Polonia è unica in questo senso su scala europea. Lo studio è stato condotto su un gruppo di 18000 dipendenti provenienti da 18 paesi europei. Gli ultimi dati mostrano che lo stipendio medio in Polonia è leggermente superiore a 6500 zloty lordi. Per gli uomini è 6770 zloty lordi e per le donne 6350 zloty lordi. Analizzando più in dettaglio, sappiamo che il 10% dei polacchi guadagna 4242 zloty o meno, il 20% fino a 4512,10 zloty e il 70% fino a 7563,29 zloty lordi al mese. Supponiamo che solo i percettori di reddito più alto siano soddisfatti del loro stipendio, ovvero il gruppo del 51% dei polacchi con lo stipendio più alto. Ciò porta alla conclusione che un importo pari allo stipendio medio deve essere soddisfacente almeno per alcune persone. Allo stesso tempo, lo studio SD Worx mostra che lo stipendio è la cosa più importante per i polacchi (e anche per gli europei) quando scelgono un datore di lavoro specifico. Lo stipendio è un criterio chiave per il 60% degli intervistati. La sicurezza del lavoro e la stabilità finanziaria sono al secondo posto per gli europei (42%), e subito dietro ci sono un buon clima lavorativo e relazioni con i colleghi (41%).

 

Approvati gli emendamenti al bilancio 2025

Il governo ha approvato emendamenti al bilancio per il 2025, con l'obiettivo di supportare le vittime delle alluvioni e la ricostruzione delle aree danneggiate dalle inondazioni. Le entrate del bilancio ammonteranno a 632,85 miliardi di zloty, mentre le spese rimarranno a 921,62 miliardi di zloty, con un deficit di 288,77 miliardi di zloty. Sono stati stanziati fondi significativi per la prevenzione e la gestione delle calamità naturali (3,191 miliardi di zloty), incrementata la riserva per l'edilizia di 421 milioni di zloty e garantiti ulteriori fondi per l'edilizia abitativa (4,7 miliardi di zloty). Fondi record sono stati destinati alla sanità (221,7 miliardi di zloty) e alla difesa nazionale (186,6 miliardi di zloty). Al contempo, sono state ridotte altre riserve, tra cui quelle per gli obblighi del Tesoro dello Stato e la riserva generale. Le modifiche al piano delle entrate per il 2025 derivano anche dal regolamento del Ministro delle Finanze del 19 settembre 2024, che ha prorogato i termini di pagamento degli acconti su alcune tasse per il 2025 per i soggetti colpiti dalle alluvioni. Le inondazioni che hanno colpito le regioni meridionali e sud-occidentali della Polonia hanno causato molti danni e perdite. In queste circostanze, aiutare le vittime è una priorità urgente.

 

Enorme successo dell'e-commerce verso l'estero, vendite per 4,7 miliardi di zloty

Amazon ha pubblicato l'ultima ricerca, da cui emerge che le aziende polacche si concentrano sempre più sulle esportazioni nelle loro vendite online. L’anno scorso, oltre il 90% delle piccole e medie imprese polacche che vendevano su Amazon hanno deciso di puntare sui mercati esteri. Si tratta di un aumento di 15 punti percentuali rispetto al 2022. La maggior parte dei prodotti sono stati venduti nelle categorie casa e cucina, bellezza e abbigliamento. Circa il 70% dei venditori esportava prodotti verso i paesi dell'Unione Europea (le direzioni di trasporto più popolari erano Germania, Francia e Italia) e oltre il 55% al di fuori dell'UE, preferibilmente negli Stati Uniti. Il valore totale delle vendite all'estero delle aziende polacche ha superato i 4,7 miliardi di PLN (oltre un miliardo di euro). L'aumento della popolarità delle vendite transfrontaliere è stato notato, tra gli altri, da Katarzyna Ciechanowska-Ciosk, country leader di Amazon in Polonia, e Daniel Blumczyński, membro del consiglio di amministrazione di PayU. Secondo loro, i venditori polacchi di e-commerce sono sempre più disposti a testare nuove possibilità e sono interessati a vendere su mercati parzialmente simili alla Polonia, come la Repubblica Ceca, la Slovacchia o la Romania.

 

Previsioni del Consiglio di Politica Monetaria: rallentamento dell'inflazione e crescita del PIL nel 2025

Il Consiglio di Politica Monetaria (RPP) ha presentato i principali assunti della politica monetaria per il 2025, prevedendo un aumento dell'inflazione e della dinamica economica. Le previsioni indicano che l'inflazione, dopo un aumento temporaneo nella seconda metà del 2024 e all'inizio del 2025, inizierà a diminuire verso l'obiettivo di inflazione della NBP, fissato al 2,5% +/- 1 punto percentuale. Ad agosto, l'inflazione è stata del 4,3% anno su anno. Il presidente della Banca Centrale della Polonia (NBP), Adam Glapiński, prevede che l'inflazione inizierà a diminuire dalla metà del 2025 e tornerà all'obiettivo di inflazione nel 2026. La dinamica del PIL dovrebbe accelerare nel 2025, guidata principalmente dal consumo privato, nonostante un export più debole. Gli investimenti dovrebbero aumentare grazie ai fondi dell'UE nel quadro finanziario 2021-2027. Nonostante la bassa disoccupazione, la dinamica dei salari nominali dovrebbe diminuire. L'RPP ha indicato diversi fattori di rischio, come la politica fiscale nazionale, le regolamentazioni sui prezzi dell'energia e la situazione geopolitica, inclusi i conflitti armati e la volatilità dei mercati finanziari. Le incertezze riguardano anche le future politiche economiche delle principali economie e l'impatto della politica climatica dell'UE sui prezzi di beni e servizi. Le misure fiscali potrebbero portare a un aumento del deficit del settore pubblico e la procedura di disavanzo eccessivo potrebbe imporre una politica fiscale più restrittiva. L'RPP sottolinea l'impatto dell'aumento dei prezzi dell'energia sulle aspettative di inflazione delle famiglie e sulla dinamica dei salari, che rappresenta anche una significativa fonte di incertezza. 

 

Polonia tra i paesi più economici dell'UE

In Polonia il livello medio dei prezzi è inferiore del 37% rispetto alla media UE. “La Polonia è uno dei tre paesi più economici dell’UE in termini dei prezzi (2023)”, afferma Dariusz Jarosz, giornalista finanziario. Ha pubblicato un’interessante mappa su LinkedIn, che mostra il livello medio dei prezzi polacchi contro i prezzi medi negli altri paesi. Questi calcoli mostrano che solo Bulgaria (-43%) e Romania (-46%) sono più economiche della Polonia. I prezzi più vicini ai prezzi polacchi sono quelli in Italia. Germania e Francia alterano leggermente le statistiche, mentre la Spagna le sottostima. Il più costoso è il Lussemburgo, dove i prezzi sono superiori del 52% rispetto alla media UE, ma quel paese ha anche il reddito medio più alto. Anche Irlanda (+45%) e Danimarca (+43%) sono molto costose. Dariusz Jarosz sottolinea che "l'elenco è stato preparato tenendo conto della valuta necessaria per acquistare la stessa quantità di prodotti in diversi paesi. I calcoli sono stati effettuati in base al consumo individuale effettivo di beni e servizi consumati dagli individui (in contrapposizione al PIL) e al tasso di cambio in ciascun paese".

 

L'italiana UNICREDIT scala Commerzbank, principale azionista della polacca mBank

La società italiana UniCredit ha aumentato il proprio pacchetto d'azioni nella tedesca Commerzbank dal circa 9% al 21%. Commerzbank è il principale azionista di mBank, una delle più grandi banche al dettaglio e aziendali in Polonia. Il risultato di questo intervento improvviso è l’intensificarsi delle tensioni tra la banca italiana e il governo tedesco. Venerdì scorso il governo tedesco ha annunciato che non venderà le sue azioni pari al 12% della Commerzbank, mentre ieri il presidente di UniCredit, Andrei Orcel, ha annunciato l'acquisto delle azioni, metà delle quali provenivano dal governo tedesco. L’ultima transazione non verrà regolata finché la Banca Centrale Europea non darà alla banca italiana il consenso necessario per aumentare il numero di azioni oltre il 10%. UniCredit ha tuttavia presentato richiesta per aumentare la propria quota al 29,9%. Questo processo può richiedere fino a 90 giorni e, se la società riceverà il consenso, potrà diventare il maggiore azionista di Commerzbank. Il presidente Orcel ammette che l'obiettivo è prendere il sopravvento sui rivali europei e cercare di consolidarli nel settore utilizzando UniCredit. Le azioni della banca italiana suscitano preoccupazione in Germania, si teme l'indebolimento del settore bancario tedesco.

 

La massa monetaria è aumentata

La massa monetaria si è attestata a 2 trilioni 363,68 miliardi di złoty alla fine di agosto 2024, con un aumento dello 0,5% al mese e del 7,8% su base annua. Questo risultato è stato marginalmente peggiore delle previsioni degli economisti. Il debito del settore delle imprese non finanziarie è aumentato di 4 miliardi di złoty, raggiungendo i 415,5 miliardi di złoty, mentre quello delle famiglie è aumentato di 3,7 miliardi di złoty, raggiungendo i 795,2 miliardi. Ad agosto, il valore dei depositi e delle altre passività delle famiglie incluse nella massa monetaria è aumentato di 4,1 miliardi di złoty, raggiungendo i 1.000 miliardi e 268,5 miliardi di złoty. Il valore del contante in circolazione è aumentato dello 0,8% su base mensile e ammonta a 384,58 miliardi di złoty (con un incremento annuo dell'8,5%). Secondo gli esperti, i polacchi stanno ricostruendo i propri risparmi. La maggiore propensione al risparmio è una delle ragioni della moderata crescita dei consumi.

(Fonte: Polonia Oggi, Gazzetta Italia)

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

Ultima modifica: Mercoledì 22 Gennaio 2025