Lunedì 27 Ottobre 2025
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Nel 2024, l’economia spagnola continua a crescere costantemente ed è stata riconosciuta come la più dinamica dal settimanale britannico The Economist. La rivista ha infatti posizionato la Spagna in cima alla sua classifica delle 37 economie dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), basandosi sulle performance dell’ultimo anno. Inoltre, la pubblicazione ha sottolineato la ripresa dei cosiddetti PIGS (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna), Paesi che hanno affrontato alcune delle peggiori crisi economiche degli ultimi anni ma che sono riusciti a risollevarsi.
Gli indicatori utilizzati per stilare la classifica sono 5: prodotto interno lordo (PIL), inflazione, disoccupazione, deficit pubblico e performance del mercato azionario. Analizzando i dati del terzo trimestre del 2024 e confrontandoli con quelli dell’ultimo trimestre del 2023, la rivista ha creato un punteggio combinato, giungendo alla conclusione che, per il terzo anno consecutivo, le economie mediterranee dominano la classifica. The Economist sottolinea come questi Paesi, a lungo sottovalutati dai loro vicini settentrionali, stiano ora vivendo una vera e propria “rinascita economica”.
La Spagna domina la lista di quest'anno, seguita dall'Irlanda, che è riuscita a sedurre diverse grandi aziende tecnologiche. Poi c'è la Danimarca, sede della Novo Nordisk, famosa per il farmaco Ozempic. La Grecia e l'Italia, un tempo tra le economie più vulnerabili dell'eurozona, si sono rafforzate e chiudono la top five. Nel frattempo, dall'altra parte della classifica, alcuni dei pesi massimi del Vecchio Continente, come il Regno Unito e la Germania, hanno registrato performance deludenti. Tuttavia, l'ultimo posto appartiene agli Stati baltici di Lettonia ed Estonia, come nel 2022.
Tra le misure vincenti della Spagna ci sono il salario minimo e la solidità del mercato del lavoro, il grande flusso turistico, tra altri.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana - Barcellona)
Lo sviluppo della produzione domestica di energie rinnovabili sta diventando una priorità strategica fondamentale per molte nazioni del Sud del mondo. Questo orientamento offre l'opportunità di ridurre la dipendenza dalle importazioni, costruire industrie locali sfruttando le capacità e le risorse esistenti e creare posti di lavoro lungo l'intera catena del valore del settore energetico.
Il Sudafrica sta cercando di attrarre e mobilitare investimenti, sia nazionali che internazionali, nel settore della produzione di energie rinnovabili. Il Paese vanta la più grande capacità installata di energie rinnovabili in Africa, con un incremento progressivo di progetti solari ed eolici che evidenziano la sua strategia di transizione energetica.
Il Sudafrica offre opportunità di investimento grazie a:
Per le aziende italiane del settore, tutto ciò rappresenta un'opportunità di entrare in un mercato in espansione che continua a evolversi grazie a politiche favorevoli e al crescente interesse per l'energia solare ed eolica.
Nel 2024, il Sudafrica ha aggiunto circa 1,1 GW di capacità solare, una cifra inferiore rispetto ai 2,6 GW del 2023, ma comunque la più alta registrata in Africa. Secondo il Dr. Rethabile Melamu, CEO di SAPVIA[4], la crescita del settore delle energie rinnovabili nel Paese è spinta dalla ristrutturazione del mercato energetico e dalle riforme normative, che stanno favorendo l'espansione dei progetti privati. SAPVIA prevede un aumento delle installazioni solari nei prossimi anni, con stime che parlano di circa 2,5-3 GW nel 2025 e fino a 4 GW entro il 2026[5].
La tedesca JUWI Renewable Energies ha recentemente annunciato che investirà 320 milioni di dollari per costruire 340MW di nuovi impianti solari in Sudafrica. Il progetto prevede tre impianti: uno da 120MW per i data center di Teraco, un altro da 120MW per Sasol e Air Liquide (in collaborazione con TotalEnergies e altri partner) e un terzo da 100MW per una miniera di Glencore[6].
Tutto ciò dimostra il ruolo chiave del settore privato nella transizione energetica sudafricana. Il Sudafrica, e l'Africa in generale, hanno infatti bisogno di investimenti come questi per ridurre la propria dipendenza dai combustibili fossili. In questo contesto, le aziende italiane hanno l’opportunità di partecipare a progetti di sviluppo e di entrare nel mercato sudafricano attraverso collaborazioni o joint venture con partner locali.
[3] Special Economic Zones - InvestSA
[4] The South African Photovoltaic Industry Association (SAPVIA)
[5] South Africa adds 1.1 GW of solar in 2024 – pv magazine International
[6] JUWI to invest in 340MW of new solar capacity in South Africa - PV Tech
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Sudafricana)
Dopo il taglio di 25 punti base effettuato a dicembre, la banca centrale statunitense ha deciso di non modificare i tassi di interesse, nella sua prima uscita del 2025.
Nel corso della riunione del FOMC (il Federal Open Market Committee) i componenti del board hanno confermato il saggio di riferimento, fissato in un intervallo compreso tra il 4,25% e il 4,5%, segnalando che le condizioni del mercato del lavoro rimangono solide, mentre l’inflazione rimane in qualche modo elevata. Il FOMC continuerà a valutare attentamente i prossimi dati macroeconomici, l'evoluzione dell'outlook e il bilanciamento dei rischi, con l'obiettivo di raggiungere la massima occupazione e inflazione al tasso del 2% nel lungo periodo.
La decisione è stata presa con il voto unanime i componenti del FOMC.
(Contributo editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce of Texas, Inc.)
Nel 2024, la variazione media annua dell'Indice dei Prezzi al Consumo (IPC) in Portogallo è stata del 2,4%, segnando una riduzione significativa rispetto al 4,3% registrato nel 2023. Il tasso di variazione omologa dell'IPC è rimasto relativamente stabile durante l'anno, con un minimo dell'1,9% ad agosto e un picco del 3,0% a dicembre, riflettendo una minore volatilità rispetto all'anno precedente.
Nell'ultimo mese dell'anno, l'IPC ha registrato un aumento omologo del 3,0%, superiore di 0,5 punti percentuali rispetto al mese precedente. La variazione mensile è stata dello 0,1%, in contrasto con i cali di novembre e dicembre 2023. L'Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo (IAPC) portoghese ha mostrato un tasso medio annuo del 2,7% e una variazione omologa del 3,1% a dicembre, al di sopra della media dell'area Euro (2,8%).
A novembre 2024, le esportazioni di beni in Portogallo hanno registrato un calo dell'1,8%, mentre le importazioni sono cresciute del 4,7% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Questa dinamica è stata influenzata dalla riduzione delle esportazioni di materiali per il trasporto (-10,0%) e macchinari e beni di capitale (-7,7%). Sul fronte delle importazioni, si è evidenziato un forte aumento dei fornitori industriali (+23,6%). Escludendo combustibili e lubrificanti, le esportazioni sono diminuite del 2,6% e le importazioni sono aumentate del 6,1%.
Il deficit della bilancia commerciale è cresciuto, raggiungendo 2.502 milioni di euro, con un aumento di 545 milioni rispetto a novembre 2023. Su base trimestrale (terminata a novembre 2024), le esportazioni sono aumentate del 6,4% e le importazioni del 5,2%, con un incremento del deficit commerciale di 148 milioni di euro rispetto al trimestre precedente.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per il Portogallo)
La notizia più discussa di gennaio 2025 riguarda l'insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump, che ha subito attirato l'attenzione con una proposta che riecheggia sue precedenti dichiarazioni: l'annessione della Groenlandia agli Stati Uniti. Una dichiarazione che, sebbene già avanzata nel 2019, oggi ha suscitato maggiore scalpore, poiché fatta da Presidente in carica.
La storia della Groenlandia
Prima di rispondere a questa domanda, è doveroso capire l’attuale situazione dell’isola.
La Groenlandia, diventata colonia danese nel 1721, è una contea della Danimarca dal 1953. Dal 1979 gode di autonomia interna, con un'assemblea legislativa e un governo proprio. Nel 2008, con un referendum, i cittadini della Groenlandia sono riusciti ad ottenere una maggiore autonomia, diventando loro i responsabili della gestione delle risorse naturali presenti nel territorio. Quindi, se Trump dovesse insistere per conquistare la Groenlandia, si troverebbe a dover fare i conti con due entità nazionali: la Danimarca, che conserva il controllo formale, e la Groenlandia stessa, che ha rivendicato più volte la sua sovranità.
Ma quali sono le motivazioni dietro l'interesse di Trump per questa terra?
Le ragioni sono molteplici; in primo luogo, l'isola custodisce enormi risorse naturali, tra cui metalli rari fondamentali per le tecnologie moderne, un settore in cui la Cina ha acquisito una posizione di leadership. In secondo luogo, la sua posizione geografica, nel cuore delle nuove rotte artiche create dallo scioglimento dei ghiacci, conferisce alla Groenlandia un potenziale strategico come hub commerciale tra i continenti. Infine, la sua posizione, tra Stati Uniti, Russia ed Europa, a rende un elemento cruciale nel panorama geopolitico.
Le reazioni dei governi groenlandese e danese alle affermazioni di Trump sono risuonate ferme e chiare. Mute Egede, capo del governo dell'isola, per esempio, ha ribadito che "la Groenlandia appartiene al popolo groenlandese. Il nostro futuro e la lotta per l'indipendenza sono affari nostri". La risposta si inserisce in un contesto di crescente autodeterminazione dell'isola, da molti anni ormai impegnata fortemente a conquistare la propria indipendenza.
Il governo danese, invece, ha annunciato un investimento di 14,6 miliardi di corone (circa 2 miliardi di euro) per rafforzare la sicurezza nell'Artico, coinvolgendo in primo piano, quindi, anche la Groenlandia.
Nonostante il panorama politico complesso che si profila già in questo inizio 2025, esistono opportunità positive da cogliere. In particolare, a causa di incidenti diplomatici come questo, e soprattutto, con l'incertezza legata all'introduzione di nuovi dazi doganali dagli Stati Uniti verso i partner europei, il momento è propizio, appunto per gli stati europei, per orientarsi sempre di più verso il mercato interno, quello dell’Europa. Questa, insomma, può diventare un’occasione ideale per rafforzare i legami commerciali già solidi, tra Italia e Danimarca, e creare nuove e sempre più importanti collaborazioni commerciali.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio italiana in Danimarca)
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TikTok di ByteDance investirà 126,8 miliardi di baht (circa 3,76 miliardi di dollari) in Thailandia per un servizio di hosting di dati, ha dichiarato mercoledì il consiglio thailandese per gli investimenti. L'investimento è stato effettuato dalla filiale di Singapore dell'azienda cinese e sosterrà le attività delle società affiliate, con operazioni previste a partire dal 2026. Questo progetto fa parte di un pacchetto di nuovi investimenti per un totale di 5 miliardi di dollari, approvati mercoledì. TikTok non ha risposto immediatamente alla richiesta di conferma da parte di Reuters.
L'iniziativa arriva in un momento in cui diverse grandi aziende tecnologiche stanno progettando centri di dati in Thailandia, la seconda economia del sud-est asiatico. Lo scorso anno, Google ha annunciato un investimento di 1 miliardo di dollari, mentre Amazon Web Services ha pianificato un investimento di 5 miliardi di dollari nel paese nell'arco di 15 anni. Microsoft ha anche reso noto di voler aprire il suo primo centro dati regionale in Thailandia.
Il piano di TikTok rappresenta "un passo significativo per migliorare l'infrastruttura digitale e di intelligenza artificiale della Thailandia", ha dichiarato Narit Therdsteerasukdi, segretario generale del BOI, sottolineando che contribuirà a portare il paese più vicino al suo obiettivo di diventare un hub regionale.
La Thailandia raggiunge livelli record nelle esportazioni nel 2024
Gli esperti attribuiscono questo successo alle politiche strategiche del governo, incluse le intese commerciali con le principali economie mondiali e gli incentivi per gli esportatori. Inoltre, gli investimenti in infrastrutture e nella trasformazione digitale hanno semplificato la logistica e migliorato l'efficienza nelle catene di approvvigionamento.
I settori principali che guidano questa crescita includono l'elettronica, l'automotive e la trasformazione alimentare, tutti caratterizzati da significativi progressi nell'efficienza produttiva e nell'innovazione. Inoltre, l'impegno della Thailandia in pratiche sostenibili ha rafforzato la sua competitività, in particolare in settori come le energie rinnovabili e la produzione ecologica.
Punti principali:
Nel 2024, le esportazioni della Thailandia hanno raggiunto un traguardo di 300,5 miliardi di dollari (10,5 trilioni di baht), con una crescita del 5,4% rispetto all'anno precedente. Solo a dicembre si è registrato un aumento dell'8,7%, segnando sei mesi consecutivi di crescita. I principali mercati includevano Stati Uniti, Cina, Giappone e UE, con espansioni significative in Sud Asia, Medio Oriente e Russia.
Settori chiave:
Il settore agricolo, in particolare le esportazioni di riso e gomma, ha visto una crescita significativa grazie a condizioni climatiche favorevoli e tecniche agricole migliorate. Nel frattempo, il settore tecnologico ha beneficiato dell'aumento della domanda globale di semiconduttori e dispositivi elettronici prodotti in Thailandia.
(Contributo editoriale a cura della Thai-Italian Chamber of Commerce)
Nel marzo 2024 sono stati rilasciati 2.293 permessi di costruire, il che rappresenta un calo dell’ 11,0% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Del numero totale dei permessi rilasciati in marzo, l’80,7% riguarda edifici e il 19,3% altre costruzioni. Considerando solo gli edifici, il 77,5% dei permessi è stato rilasciato per edifici residenziali e il 22,5% per quelli non residenziali, mentre per le altre costruzioni la maggior parte riguarda tubazioni, linee di comunicazione ed elettriche (59,5%).
Secondo i permessi rilasciati nel marzo 2024 nella Repubblica di Serbia, è stata segnalata la costruzione di 2.897 appartamenti, con una superficie media di 85,5 m². Del numero totale di appartamenti in nuovi edifici residenziali, il 10,9% sarà costruito in edifici con un appartamento, con una superficie media di 150,4 m², mentre l’87,3% sarà costruito in edifici con tre o più appartamenti e la loro superficie media sarà significativamente inferiore, pari a 76,6 m².
Il valore previsto dei lavori di nuova costruzione a marzo 2024 è pari all’84,5% del valore totale previsto dei lavori. Considerando le aree, l’attività edilizia più intensa è prevista nella regione di Belgrado, con il 35,1% del valore previsto delle nuove costruzioni, seguita dalla regione di Srem (15,1%), Banato Meridionale (14,4%), Šumadija (11,1%) e la regione di Bačka Meridionale (4,7%), mentre le percentuali delle altre regioni variano dallo 0,1% al 2,7%.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Serba)
Il Vice Primo Ministro, il ministro dell'Economia e della Digitalizzazione Dumitru Alaiba ha discusso con i rappresentanti dell'Agenzia Multilaterale di Garanzia degli Investimenti (MIGA), che fa parte del gruppo della Banca Mondiale, la questione dell'attrazione degli investimenti in Moldova.
Secondo lui, le autorità moldave non vedono per il momento alcuna minaccia alla sicurezza della Moldova, ma con la guerra nel Paese vicino, la Moldova ha bisogno di strumenti efficaci per garantire gli investimenti.
“La MIGA fornirà garanzie sugli investimenti fino al 95% del valore degli investimenti stranieri nell'industria, nell'agricoltura, nei servizi e in altri settori in Moldova. Le garanzie sugli investimenti garantiranno l'attrazione di progetti innovativi nell'economia. Nonostante i problemi della regione, stiamo trovando nuovi modi per sostenere l'economia, attrarre investimenti e creare nuovi posti di lavoro ben retribuiti", ha sottolineato Alaiba.
L'Agenzia Multilaterale di Garanzia degli Investimenti (MIGA) è un membro del Gruppo Banca Mondiale. Il suo compito è quello di facilitare gli investimenti diretti esteri (IDE) nei Paesi in via di sviluppo, fornendo garanzie (assicurazione contro il rischio politico e servizi di miglioramento del credito) a investitori e finanziatori stranieri.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana in Moldova)
La preparazione dei progetti per l’energia eolica in Slovacchia sta facendo progressi significativi, con 24 iniziative attualmente in fase di valutazione ambientale (EIA), per una capacità installata complessiva di 942 MW. Secondo la Slovenská asociácia udržateľnej energetiky (SAPI), i primi parchi eolici potrebbero essere operativi entro il 2028, a condizione che le recenti modifiche legislative nei processi autorizzativi vengano implementate efficacemente. Nonostante i progressi, rimangono ostacoli burocratici che complicano e rallentano i processi di approvazione. Tuttavia, i cambiamenti introdotti, come l’unificazione delle procedure di pianificazione urbanistica e permesso edilizio, potrebbero ridurre significativamente i tempi. SAPI sottolinea che la Slovacchia potrebbe finalmente integrare l’energia eolica nel suo mix energetico, seguendo l’esempio di molti Paesi europei, degli Stati Uniti e della Cina.
Železnice Slovenskej republiky (ŽSR), l'amministratore statale dell'infrastruttura ferroviaria slovacca, ha indetto una gara d'appalto per la modernizzazione della linea Liptovský Hrádok-Galovany, con un costo stimato di 862,2 milioni di euro. Per il finanziamento, ŽSR intende fare domanda per fondi dell'Unione Europea. Tuttavia, l'unità per il valore economico ha suggerito un'alternativa più economica che potrebbe ridurre i costi di circa 200 milioni di euro. Parallelamente, è stata avviata una seconda gara per la ricostruzione della linea Vydrník-Markušovce, con un costo previsto di 631,5 milioni di euro, interamente finanziato attraverso fondi europei. Questa opera si aggiunge al progetto di modernizzazione della tratta adiacente Poprad-Vydrník, attualmente in corso e affidato a un consorzio guidato da TSS Grade per un valore di 369 milioni di euro. Gli investimenti sono parte del piano di miglioramento dell'infrastruttura ferroviaria slovacca, volto a potenziare la capacità di trasporto e l'efficienza delle reti ferroviarie nazionali.
Nonostante un lieve calo dell'ottimismo rispetto al trimestre precedente, i datori di lavoro slovacchi mantengono una visione positiva per l'inizio del 2025. Secondo il rapporto della ManpowerGroup Slovensko, il 34% degli intervistati prevede un aumento del numero di dipendenti, mentre il 20% prevede una riduzione. Il risultato netto, corretto per le variazioni stagionali, è un indice del mercato del lavoro del 16%. Tra le regioni, Bratislava si distingue per l'indice netto del mercato del lavoro più alto, pari al 23%, seguita dalla Slovacchia orientale al 20%. Al contrario, la Slovacchia centrale e occidentale mostrano una crescita più contenuta, con un indice del 5%. I settori con le migliori prospettive di assunzione sono quello dei trasporti, della logistica e dell'automotive, con un aumento previsto del 37%, e il settore dell'energia e delle reti, al 32%. Quest'ultimo ha registrato un incremento di 12 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Nonostante le previsioni ottimistiche, i datori di lavoro slovacchi affrontano una carenza significativa di talenti. Il 69% delle aziende dichiara difficoltà nel trovare personale qualificato, con picchi del 77% nella Slovacchia centrale e del 73% nella Slovacchia orientale. I settori più colpiti includono le tecnologie dell'informazione, le finanze e le costruzioni. Le competenze più richieste includono abilità produttive (26%), competenze IT (24%) e ingegneristiche (20%). Per affrontare questa carenza, il 27% delle aziende sta aumentando i salari, mentre il 26% investe nella riqualificazione del personale esistente. A livello internazionale, l'indice netto del mercato del lavoro per il primo trimestre del 2025 si attesta al 25%, con l'India (40%), gli Stati Uniti (34%) e il Messico (32%) tra i mercati più forti. All'estremo opposto, l'Argentina registra un indice negativo (-1%), seguita da Hong Kong (6%) e Israele (8%). Secondo Zuzana Rumiz, direttrice generale di ManpowerGroup Slovensko, "nonostante le sfide globali ed economiche, il mercato del lavoro slovacco mostra segni di resilienza e potenziale di crescita, soprattutto grazie all'impegno delle grandi aziende nell'investire nel capitale umano."
Un consorzio italo-slovacco si è aggiudicato un'importante commessa statale del valore di 161 milioni di euro per la rimozione e demolizione del reattore nucleare V1 a Jaslovské Bohunice. Questo progetto rappresenta la più grande gara pubblica assegnata negli ultimi mesi in Slovacchia e prevede non solo la decontaminazione e la demolizione degli impianti, ma anche il ripristino completo dell'area coinvolta.
Il contratto, finanziato attraverso fondi pubblici e supportato da standard internazionali di sicurezza nucleare, mira a trasformare l'area in un sito completamente bonificato. Il progetto è stato avviato come parte degli impegni slovacchi per la disattivazione sicura delle centrali nucleari e la gestione dei rifiuti radioattivi, in linea con le normative europee.
Il consorzio vincitore è stato selezionato attraverso un processo di gara avviato durante il governo Matovič, ed il percorso di assegnazione è stato oggetto di lunghe analisi e valutazioni.
Oggi in Slovacchia, avviare una nuova attività in settori specifici come quello delle agenzie di viaggio, delle aziende di lavorazione del legno o delle fattorie avicole è diventato praticamente impossibile a causa delle difficoltà nell’ottenere le coperture assicurative obbligatorie.
Per avviare un’agenzia di viaggio in Slovacchia, la legge richiede un’assicurazione obbligatoria contro l’insolvenza. Tuttavia, nessuna compagnia assicurativa è disposta a offrire questa copertura alle nuove imprese del settore, impedendo di fatto la nascita di nuove agenzie.
Secondo un cittadino che ha segnalato il problema, “È come se le compagnie di assicurazione si rifiutassero di fornire l’assicurazione obbligatoria per le automobili, rendendo impossibile la registrazione del veicolo.” Questo paralizza l’intero settore, già colpito dalla crisi economica e dalle conseguenze della pandemia.
Le difficoltà non riguardano solo le agenzie di viaggio. Le aziende del settore della lavorazione del legno e le fattorie avicole affrontano un altro ostacolo critico: l’impossibilità di assicurarsi contro rischi specifici come incendi o epidemie, ad esempio l’influenza aviaria.
Questi settori, già considerati ad alto rischio, sono evitati dalle compagnie assicurative, lasciando molte imprese senza le necessarie coperture per tutelarsi contro eventi potenzialmente devastanti.
Gli imprenditori chiedono interventi urgenti per garantire la disponibilità di polizze obbligatorie e incentivare le assicurazioni a offrire coperture anche ai settori ritenuti ad alto rischio.
La Slovacchia ha registrato nel 2024 un aumento significativo dell’occupazione tra i lavoratori stranieri, raggiungendo cifre record. Nonostante un calo della disoccupazione a livelli storicamente bassi, con il numero totale di disoccupati sceso sotto le 165.000 unità a dicembre, il numero di lavoratori stranieri ha superato ampiamente questa riduzione.
Secondo i dati forniti dall’Ufficio Centrale del Lavoro, a fine anno erano quasi 114.000 i lavoratori stranieri impiegati nel Paese, un aumento di circa 13.300 unità rispetto all’anno precedente. La crescente presenza di manodopera straniera è particolarmente evidente nei settori che faticano a trovare personale qualificato a livello locale.
La società di trasporti Arriva Slovakia è un esempio emblematico: “Stiamo proseguendo con successo nel reclutamento di autisti provenienti da Paesi terzi, il che contribuisce ad alleviare la carenza di personale nelle aree critiche,” ha dichiarato Peter Stach, portavoce dell’azienda. Gli autisti provenienti da Paesi extra-UE rappresentano il 6,7% del totale degli autisti impiegati da Arriva.
Secondo Monika Pécsyová, analista dell’Istituto di Politica Finanziaria, “I lavoratori stranieri aiutano a coprire le posizioni vacanti che non riusciamo a riempire a causa della demografia in calo e della struttura delle qualifiche non adeguata della nostra popolazione attiva.” La maggior parte dei lavoratori stranieri impiegati in Slovacchia proviene da Paesi extra europei, con gli ucraini che continuano a costituire il gruppo più numeroso. Gli stranieri trovano occupazione principalmente in ruoli operativi nella produzione, un settore in cui la domanda di manodopera è costantemente alta.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Slovacca)