Mercoledì 17 Dicembre 2025
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Il Brasile si è affermato come un mercato molto importante per l’olio d’oliva ed è ora il quarto mercato più grande al mondo
Filippo Berio, il più grande marchio italiano di olio d’oliva, intende conquistare definitivamente i consumatori brasiliani nel 2025. Presente in Brasile dal 2020 e al quarto posto nelle vendite del Paese, l’azienda prevede di investire nell’e-commerce in quest’anno.
L’attenzione sarà rivolta alle piattaforme di rete come Pão de Açúcar e Angeloni, oltre al lancio di un proprio negozio su marketplace come Mercado Livre e Amazon. La notizia è stata rivelata in esclusiva a EXAME da Leonardo Scandola, direttore commerciale di Filippo Berio in Brasile.
Secondo la valutazione del direttore commerciale, la presenza sulle grandi piattaforme in Brasile rafforza la percezione di fiducia del consumatore in un mercato dominato dall’olio d’oliva portoghese. Ed è proprio questa leadership che Filippo Berio cerca di ridurre.
“Attualmente rappresentiamo il 70% dell’olio d’oliva italiano venduto in Brasile, una leadership molto forte in questo segmento. Tuttavia, il nostro obiettivo è andare oltre e diventare un marchio leader nell’intero mercato brasiliano”, afferma Scandola.
Il Brasile si è affermato come un mercato molto importante per l’olio d’oliva, essendo attualmente il quarto mercato più grande al mondo, con una produzione stimata di 648 tonnellate, secondo l’Istituto Brasiliano per l’Olivicoltura (Ibraoliva).
Nonostante ciò, il Paese dipende ancora fortemente dalle importazioni, poiché la produzione nazionale di olio d’oliva, che ha iniziato a svilupparsi negli ultimi anni nel Sud del Brasile, non riesce ancora a soddisfare la domanda di un Paese così grande, dove i consumi crescono ogni anno.
“Non vediamo il Brasile solo come una destinazione per l’esportazione, come accade per molti altri prodotti venduti all’estero, ma come un mercato strategico, con un notevole potenziale di crescita industriale”, afferma Scandola.
Nella raccolta 2024/25 si prevede che l’Italia produrrà 224 mila tonnellate di olio d’oliva, posizionandosi come quinto produttore al mondo. La Spagna, a sua volta, dovrebbe raggiungere 1,35 milioni di tonnellate, secondo i dati dell’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA), compilati dalla Commissione Europea.
Fondata nel 1867, la Filippo Berio esporta in quasi 80 paesi, mantenendo le stesse caratteristiche di confezionamento e miscela e producendo 120 milioni di litri di olio d’oliva all’anno. Oltre all’olio d’oliva, il marchio ha un portafoglio diversificato, che comprende salse e altri prodotti legati alla cucina italiana.
L’azienda ha registrato un fatturato di 518 milioni di euro nel 2023, pari a circa 3,26 miliardi di R$, con un aumento del 5% rispetto al 2022. Per quest’anno si prevede di accelerare il ritmo di crescita e continuare a investire in Brasile.
“Quando parliamo di investimenti, non seguiamo il modello tradizionale di allocazione di solo il 15% del fatturato. Stiamo reinvestendo il 100% di ciò che produciamo qui, oltre alle risorse extra generate dal mercato brasiliano, perché consideriamo il Brasile un mercato strategico e fondamentale per l’azienda”, afferma Scandola.
Per il 2025 la strategia di Filippo Berio sarà anche quella di educare i consumatori sulla qualità dell’olio d’oliva e sul suo utilizzo nelle ricette, un’iniziativa già promossa sui social dallo chef italiano Antonio Maiolica, ambasciatore ufficiale del marchio in Brasile.
“I brasiliani, con tutta la loro creatività, trovano modi diversi per utilizzare questi prodotti. In molte di queste ricette, l’olio d’oliva è uno degli ingredienti principali, come indicato sulle etichette. Può essere protagonista, sia per completare i sapori che nelle preparazioni”, afferma il direttore commerciale.
Fonte: Exame | articolo di César H. S. Rezende, Giornalista specializzato in agricoltura e macroeconomia
Il Paese sale nella classifica mondiale degli imprenditori affermati
Il Brasile ha battuto il record di aperture di piccole imprese nei primi tre mesi di quest’anno, con oltre 1,4 milioni di registrazioni. I Microimprenditori Individuali (MEI) hanno raggiunto il 78% dei nuovi Registri Nazionali delle Persone Giuridiche (CNPJ).
I dati provengono dal Servizio Brasiliano di Sostegno alle Micro e Piccole Imprese (Sebrae) e indicano anche un aumento del 35% del numero di MEI rispetto allo stesso periodo del 2024, oltre a una crescita del 28% delle micro e piccole imprese.
Secondo la ricerca, l’espansione dell’imprenditorialità formalizzata è accompagnata da misure governative volte a semplificare, incentivare, innovare e ampliare l’accesso al credito per le piccole imprese.
A marzo di quest’anno, il settore dei servizi ha registrato la performance migliore, con l’apertura del 63,7% di tutte le piccole imprese, seguito dal commercio e dal settore manifatturiero. Per quanto riguarda le regioni, l’indagine Sebrae mostra che il Sud-est, il Sud e il Nord-est sono in testa alla classifica per l'apertura complessiva di piccole imprese, con San Paolo, Minas Gerais e Rio de Janeiro ai primi posti tra gli stati.
Imprenditori
Secondo lo studio, nel Paese ci sono 47 milioni di persone che gestiscono un’attività commerciale, formale o informale. Tra i fattori che giustificano l’indicatore c’è l’aumento del tasso di imprenditori affermati, ovvero con più di 3 anni di attività, che è balzato dall’8,7% del 2020 al 13,2% dell’anno scorso.
Con i risultati del 2024, il Brasile ha guadagnato due posizioni, dall’ottavo al sesto posto, nella classifica dei Paesi con il più alto tasso di imprenditori affermati, davanti a Paesi come Regno Unito, Italia e Stati Uniti.
Fonte: Agência Brasil | di Cristiane Ribeiro, Giornalista presso Rádio Nacional
Il ministro delle Finanze Fernando Haddad ha dichiarato il 28 aprile a San Paolo che il Brasile “vivrà una situazione nuova” con la riforma fiscale.
“Se c’è una cosa che mi dà ottimismo, è questa riforma. È molto più profonda di quanto si possa immaginare e affronta questioni fondamentali per aumentare la produttività dell’economia brasiliana. Perché la competizione, a partire da questa riforma, non sarà tra aziende per chi ha la migliore pianificazione fiscale, ma per chi è più produttivo”, ha affermato.
Secondo il ministro, il governo sta già lavorando a un sistema che dovrebbe entrare in funzione dal 1° gennaio del prossimo anno e che faciliterà e semplificherà il processo di tassazione nel Paese. “Penso che siamo pronti a fare non solo un salto legislativo. Penso che faremo un balzo in avanti nell’IT [tecnologia dell’informazione] in Brasile, come pochi altri paesi sono in grado di fare.”
“Credo che vedremo questo accadere nel sistema fiscale. Tutto sarà digitale, non ci sarà più carta. Sarà possibile monitorare tutto online, sapere tutto ciò che accade online, in tempo reale, e persino proiezioni e stime di crescita saranno disponibili sul proprio computer. Questo darà allo Stato e alle aziende la capacità di pianificazione.”
Con tutto questo, ha sostenuto il ministro, non ci sarà più una guerra fiscale nel Paese. “Il Brasile, che ha sempre faticato in questo ambito, potrà fare un salto di qualità”, ha affermato. “Penso davvero che il Brasile vivrà una nuova situazione.”
La mattina del 28, il ministro ha partecipato all’evento J. Safra Macro Day, a San Paolo. Nel corso dell’evento ha dichiarato che il 2 maggio prossimo si recherà in California per annunciare il piano nazionale per i data center, una politica che, a suo avviso, migliorerà notevolmente gli investimenti nel Paese.
“Vogliamo iniziare a rendere pubblico il quadro normativo del Piano Nazionale per i Data Center. Abbiamo un deficit nel bilancio dei servizi. Appaltiamo il 60% del nostro IT all’estero, il che significa non solo inviare dollari all'estero, ma anche investimenti insufficienti in Brasile, e credo che l'introduzione di questa politica migliorerà notevolmente gli investimenti”, ha aggiunto.
Turbolenza straniera
Nel corso dell’evento, il ministro ha dichiarato che il Brasile ha tutto ciò che serve per crescere quest’anno, nonostante le turbolenze straniere. “Stiamo parlando di uno scenario in cui il Brasile ha tutto ciò di cui ha bisogno per crescere, nonostante le turbolenze geopolitiche in atto, che, a mio parere, finiranno per essere affrontate quest’anno. Penso che il Brasile, in qualsiasi scenario, più o meno favorevole dal punto di vista esterno, se rispetta questo programma [economico attuale], si svilupperà in modo sostenibile”, ha affermato.
Per il ministro è ancora necessaria “prudenza” nell’analizzare i possibili impatti della politica fiscale del governo statunitense. “Il grado di incertezza sulla fine di questa turbolenza che è stata causata è ancora elevato. Dobbiamo aspettare ancora un po’. Quando l’incertezza è così grande, bisogna esercitare una certa cautela, anche se le conversazioni procedono a pieno ritmo”.
Secondo lui, la situazione di incertezza economica nel mondo rende difficile la pianificazione governativa, ma ha sottolineato che le capacità diplomatiche del presidente Luiz Inácio Lula da Silva rappresentano una risorsa per il Paese.
“Il presidente ha molta autorità con i BRIC e molta autorità con il G20. Ha un buon dialogo con i leader europei. Fortunatamente, abbiamo una persona alla Presidenza della Repubblica che è una risorsa per il Paese dal punto di vista diplomatico. Il presidente è una persona che non ha porte chiuse e che non permetterà che le porte si chiudano per noi, perché comprende il ruolo del Brasile sulla scena mondiale”.
In questo scenario, ha affermato il ministro, il Brasile ha mantenuto aperti i canali commerciali con i tre maggiori blocchi mondiali (Stati Uniti, Cina ed Europa), senza però trascurare il multilateralismo. “Dal 2023 in poi, abbiamo incontrato non solo i tre blocchi, ma anche diversi Capi di Stato nel tentativo di rafforzare il multilateralismo”, ha affermato. “Il Brasile ha un'economia troppo grande per essere un satellite di un altro Paese”, ha ribadito.
Fonte: Agência Brasil | Elaine Patricia Cruz, Giornalista presso Agência Brasil
(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)
Secondo il rapporto più recente di fDi Intelligence, che analizza le città e le regioni europee per l’anno 2025, quattro città serbe si sono classificate tra le destinazioni più attraenti per gli investimenti diretti esteri (IDE).
Il rapporto fDi Intelligence – European Cities and Regions of the Future 2025 include in totale 379 città e 148 regioni in tutta Europa. Le città serbe occupano posizioni importanti in tutte le categorie, dalle grandi alle piccole città, fino alle micro città.
Belgrado, in quanto capitale della Serbia, ha nuovamente raggiunto una posizione importante in questo prestigioso rapporto. Nella classifica delle grandi città, Belgrado si è posizionata al quinto posto per il criterio del capitale umano e dello stile di vita (human capital and lifestyle), e al nono posto per quanto riguarda la redditività, ovvero l'efficacia dei costi (cost effectiveness). È stata riconosciuta per la sua solida infrastruttura, il favorevole contesto imprenditoriale e la posizione strategica che la rende una località attraente per gli investitori internazionali. Da anni, Belgrado rappresenta una destinazione ideale per il settore dei servizi e per le aziende internazionali che cercano opportunità di espansione nel sud-est Europa.
Nella classifica delle piccole città europee in diverse categorie, Novi Sad e Kragujevac si sono distinti.
Novi Sad si è posizionato al sesto posto nella classifica delle piccole città europee del futuro per quanto riguarda la convenienza per gli affari (business friendliness). Come secondo più grande centro urbano della Serbia, Novi Sad è sempre più riconosciuto come un centro per gli investimenti tecnologici. La città è caratterizzata da un ambiente favorevole agli affari e da un rapido sviluppo dell'industria IT, mentre il crescente numero di start-up la rende sempre più attraente per gli investitori nel settore delle nuove tecnologie.
Kragujevac, nella stessa categoria, si è posizionata all’ottavo posto per l'efficacia dei costi (cost effectiveness). I costi vantaggiosi per la vita e le imprese rendono la città interessante per gli investitori, mentre la sua ricca tradizione industriale e le infrastrutture ben sviluppate la rendono attraente per gli investimenti nel settore manifatturiero e nell'industria automobilistica. In quanto città universitaria, Kragujevac si distingue per l'alta qualificazione della sua forza lavoro, un ulteriore punto di attrazione per gli investitori stranieri.
Leskovac, nella classifica delle micro città, ha si è posizionata al quarto posto per l'efficacia dei costi (cost effectiveness). Nonostante l'anno scorso avesse ottenuto il primo posto in questa categoria, Leskovac continua a mantenere una posizione competitiva grazie alla sua infrastruttura sviluppata e alla solida tradizione industriale, in particolare nel settore tessile, che attrae investitori in questo campo.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Serba)
Nel 2024, Italia e Germania si sono riconfermate tra i principali paesi esportatori a livello globale, a testimonianza del fatto che il "Made in Italy" e il "Made in Germany" restano due marchi distintivi di grande valore sui mercati internazionali. Secondo i dati diffusi da Infomercatiesteri, la Germania si posiziona al terzo posto tra i maggiori paesi esportatori a livello globale, preceduta solo da Cina e Stati Uniti, mentre l'Italia si colloca al sesto posto per quota di esportazioni. Lo scorso anno, le esportazioni tedesche hanno raggiunto un valore di 1,5 bilioni di euro, registrando un lieve calo dell'1% rispetto al 2023, a causa di difficoltà congiunturali. L'Italia, invece, ha esportato beni e servizi per 623,5 miliardi di euro, con una flessione dello 0,4%, causata soprattutto dal calo della domanda tedesca. Oltre a essere due tra le principali economie esportatrici a livello globale, Italia e Germania mantengono un forte livello di integrazione economica, contribuendo in modo significativo allo sviluppo economico dell'Unione Europea.
Secondo i dati recentemente pubblicati da Destatis e ISTAT, nel 2024 l'interscambio commerciale tra i due paesi ha raggiunto 156 miliardi di euro, in lieve calo del 4% rispetto all'anno precedente. Nel 2024, l’Italia, si è classificata come settimo partner commerciale della Germania per le importazioni, con un volume pari a 85 miliardi di euro, perdendo una posizione rispetto al 2023. Questo risultato è stato influenzato dalla debolezza della domanda tedesca e dalla crescita delle esportazioni tedesche verso il Regno Unito. Tuttavia, per quanto riguarda le esportazioni, l'Italia ha mantenuto la quinta posizione, con un volume pari a 71 miliardi di euro. La Germania, invece, si conferma il primo partner commerciale dell’Italia, sia per le esportazioni che per le importazioni, consolidando il suo ruolo centrale nei rapporti economici bilaterali.
I principali settori coinvolti nell’interscambio commerciale tra Italia e Germania continuano a essere la metalmeccanica e il comparto automobilistico, nonostante una lieve contrazione rispetto al 2023. In controtendenza rispetto ad altri settori, nel 2024 l'industria chimica ha registrato una lieve crescita del +0,8%. Sviluppi particolarmente positivi si sono osservati anche nel settore alimentare: nel 2024 le esportazioni italiane di prodotti alimentari e bevande hanno raggiunto i 10,6 miliardi di euro, con un aumento del 6% rispetto al 2023. Nonostante la crescita, il settore è particolarmente penalizzato dalla pratica commerciale sleale del cosiddetto Italian Sounding. Nel 2023, nel mondo sono stati acquistati prodotti italiani falsificati per un valore di 62 miliardi di euro. Ciò significa che le esportazioni italiane nel settore alimentare, senza l'esistenza di queste imitazioni, sarebbero più che raddoppiate e raggiungerebbero i 126 miliardi di euro.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Germania)
Secondo i dati elaborati dall’Italian Trade Agency di New York, nel 2024 gli scambi commerciali tra Stati Uniti e Italia hanno raggiunto oltre i 108 miliardi di dollari.
Nel 2024 l’export Italiano verso gli Stati Uniti è cresciuto di ben il 17,86%. L’Italia si è posizionata all’undicesimo posto a livello mondiale e al terzo in ambito europeo, dietro solo a Germania e Irlanda, come paese fornitore degli Stati Uniti. La quota di mercato italiana si attesta al 2,3%, leggermente inferiore rispetto al 2,4% registrato nel 2023.
A dicembre 2024 le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti hanno superato i 76 miliardi di dollari di valore, mentre le importazioni in Italia di prodotti statunitensi in Italia hanno raggiunto i 32 miliardi di dollari. Il saldo commerciale risulta quindi ampiamente positivo per l’Italia, con un saldo a nostro favore di circa 44 miliardi di dollari.
I settori più rilevanti dell’export italiano includono la meccanica, che ha raggiunto un valore di quasi 18 miliardi di dollari con un incremento dell’1,2% rispetto all’anno precedente. Segue il settore chimico e farmaceutico, con un valore di 13 miliardi di dollari ed una crescita significativa del 31,4% rispetto all’anno precedente. Il comparto della moda ed accessori si è attestato su 11 miliardi di dollari registrando però una leggera flessione dell’8% rispetto al 2023. Anche il settore agroalimentare e delle bevande ha mostrato una performance positiva, con un valore di oltre 8 miliardi di dollari ed una crescita importante del 17,1%. Chiude il gruppo dei cinque principali comparti export quello dei mezzi di trasporto, che ha registrato un valore complessivo di circa 7 miliardi di dollari, in decrescita del 14% rispetto al 2023.
Fonte: Italian Trade Agency
(Contributo editoriale a cura della Italy-America Chamber of Commerce Southeast, Inc.)
Malgrado una stagione 2024 abbia avuto un leggero ribasso di prenotazioni, il settore alberghiero outdoor si mantiene ad un alto livello e continua ad espandersi. Questo tipo di hotellerie resta sempre in balia delle condizioni metereologiche, infatti, per il mese di agosto 2024, c’è stato un calo della domanda (-0,35%). Tuttavia, i campeggi francesi continuano ad affermarsi come mercato turistico, con 141 milioni di soggiorni durante lo scorso anno. Da considerare è che molti di questi sono inglobati in grandi gruppi o catene, come Flower Campings o l’European Camping Group.
La clientela dei campeggi varia, parte dai grandi operatori ai piccoli gruppi. Mentre, a livello di offerta, dopo le strutture più grandi, vengono ora presi di mira gli esercizi con 150 posti o meno. Da parte del consumatore c’è una particolare attenzione ai prezzi di soggiorno, ragione per la quale, è ipotizzabile che, le piazzole - per montare una tenda - stanno vivendo una rinascita di popolarità a scapito delle case mobili.
Infine, si prospetta un andamento del +1% per la stagione 2025.
Nel 2024, le ciffre d’affari del mercato del gelato diminuirono del 4,7% a 1,48 miliardi di euro, ma aumentò il numero di chi cedette alla tentazione, furuno 60.000 i nuovi consumatori di gelato. Si crede che per il 2025, le prospettive siano migliori, infatti le vendite di gelati sono aumentate del 10% in Francia all'inizio del 2025, rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Per il mese di gennaio e febbraio la ciffra d’affari è stata di 88,2 millioni, presumibilmente tale crescita è dovuta al bel tempo sul Paese.
Un’altro motivo d’ottimismo è l’aumento delle referenze di gelati lanciati sul mercato nel 2024, tali novità rappresentano la leva consumistica. In particolare, i produttori scommettono sui ghiaccioli, che rimangono i protagonisti, con il 26% della quota di mercato. Tra i trend gustativi, troviamo i gelati fatti con i frutti esotici e frutta secca, ma anche quelli in formato “biscotto”. Per incontrare le aspettative dei consumatori golosi, ma attenti alla linea, i formati “mini” o “a morsi” sono favoriti.
Lunedì 10 Marzo 2025
Al Salone dell’Agricoltura di Parigi, il compartimento vitivinicolo ha svelato una strategia comune per far fronte al calo della consumazione di vino e al cambiamento climatico. In particolare, la filiera vuole modernizzare l’immagine del vino e attirare più giovani. Le aziende si sono dimostrate unite per rilanciare il settore e tale azione si è rivelata colletiva ed inedita.
Il piano che è stato lanciato dura 18 mesi e riguarda l’estirpo di 100.000 ettari, ovvero il 10% del vigneto nazionale. Con un premio fino a 4.000 euro per ettaro. Inoltre, a breve partirà una seconda campagna, con 5.500 domande presentate, per oltre 27.000 ettari. Si tratta di un bilancio di 110 milioni di euro, finanziato dallo Stato e dalle istituzioni del settore.
Ulteriormente, i viticoltori, insieme ai distributori di vino, vorrebbero migliorare l’offerta proposta nei punti vendita. In generale, il piano si basa sul modello dello champagne che conosce lo stock necessario e la consumazione dei suoi clienti. Infine, per le esportazioni, che rappresentano l'80% delle vendite, il settore vuole "lavorare in pack", ad esempio presentando attività colletive, come “Vini di Francia” e garantire, quindi, una solida alleanza tra i viticoltori francesi.
Nel 2024, il forte aumento dei volumi ha permesso di compensare il calo dei prezzi sul mercato internazionale. L’Italia, la Germania e il Belgio sono nella Top 3 dei consumatori d’eletricità francese. Le esportazioni sono arrivate al record di 101,3 terawattora e il saldo netto è stato di 89 TWh, superando il precedente record, che risaliva al 2002 (76 TWh).
Nel 2024, il valore totale delle esportazioni francesi di elettricità ha raggiunto il livello di 5 miliardi di euro. In questo panorama economico, l’Italia risulta la prima acquirente di energia eletrica francese, importando il 32%. Inoltre, la bilancia commerciale, incrociando queste esportazioni e importazioni, sfiora anch'essa i 5 miliardi di euro. Questo è dovuto al fatto che durante i rari periodi di importazioni, la Francia ha potuto acquistare dai suoi vicini europei una produzione a basso tenore di carbonio abbondante e poco costosa.
Tuttavia, da rimarcare è che il guadagno derivante dall'elettricità rimane molto ridotto rispetto al costo dell'importazione di combustibili fossili per alimentare gli usi non elettrificati. Infatti, nel 2024, le importazioni di combustibili fossili costarono più di 64 miliardi di euro. I combustibili fossili rappresentano ancora quasi il 60% del consumo finale di energia della Francia, con la speranza di ridurli a zero entro il 2050.
L’entità Océan du Groupe Labeyrie Fine Foods ha aperto un nuovo stabilimento nella Loira a Saint-Aignan-de-Grandlieu, frutto di un investimento di 18 milioni di euro. Questo sito ittico, con le sue capacità produttive ottimizzate, si posiziona come uno dei più moderni in Europa. Tuttavia, oltre alla potenza economica industriale, il progetto testimonia l’impegno del Gruppo in favore della sostenibilità. L'installazione di una caldaia a gas abbinata a un sistema di recupero del calore riduce le emissioni di gas serra di circa il 20%, ottimizzando al contempo il consumo energetico.
Con l'aumento della produzione del 50 % negli ultimi 5 anni, i gamberetti sono al centro dell'attività del sito, in tutte le loro forme: interi, sgusciati o lavorati. Distribuiti con il marchio Delpierre, questi prodotti si possono trovare nei supermercati, nelle pescherie e nei ristoranti. Infine, per stare al ritmo della domanda, la struttura beneficia di due ligne di produzione e tre ligne di approvvigionamento arrivando a una capacità annuale di 18 000 tonnelate. Inoltre, il complesso ha 250 salariati a contratto indeterminato e ne assume ulteriori 130 nei periodi di forte attività.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Francia di Marsiglia)
L'intelligenza artificiale sta emergendo come un elemento chiave nella trasformazione di Hong Kong in un centro tecnologico di livello mondiale. La città si distingue per il suo impegno strategico nello sviluppo di tecnologie avanzate, supportato da iniziative governative ambiziose e investimenti significativi. Tra i progetti di maggiore rilievo, spicca l'iniziativa del governo di investire 1 miliardo di dollari di Hong Kong nella creazione di un istituto di ricerca e sviluppo dedicato all'AI. Questo progetto ha l'obiettivo di promuovere l'innovazione, sostenere la collaborazione tra università e aziende e consolidare il ruolo di Hong Kong come hub tecnologico internazionale.
Un'attenzione particolare è rivolta al settore finanziario, che sta vivendo una trasformazione senza precedenti grazie all'adozione dell'intelligenza artificiale generativa (GenAI). Secondo recenti analisi, il 75% delle istituzioni finanziarie di Hong Kong ha già avviato progetti che coinvolgono l'AI, con la previsione che questa percentuale raggiungerà il 90% nei prossimi cinque anni. L'AI sta rivoluzionando il settore, offrendo strumenti per personalizzare l'esperienza del cliente, elaborare dati digitali in maniera più efficiente e migliorare la produttività complessiva. Un esempio concreto di questa evoluzione è rappresentato dalla piattaforma InvestLM, lanciata dalla HKUST, che mira a supportare le piccole e medie imprese finanziarie democratizzando l'accesso a soluzioni tecnologiche avanzate.
Grandi aziende come Ant Group stanno scegliendo Hong Kong come sede globale per i loro progetti tecnologici, confermando la fiducia internazionale nel potenziale della città. Allo stesso modo, imprese emergenti come HashKey stanno integrando AI e blockchain per migliorare l'automazione e la trasparenza delle transazioni finanziarie, contribuendo a rafforzare l'infrastruttura tecnologica locale. Tuttavia, nonostante i progressi, rimangono alcune sfide da affrontare, come la necessità di affrontare questioni relative alla sicurezza dei dati, alla privacy e alla precisione dei modelli. L'adozione responsabile dell'AI è un aspetto cruciale, e il coinvolgimento dei regolatori sta aiutando a superare alcuni di questi ostacoli.
Hong Kong è anche impegnata a mantenere un vantaggio competitivo rispetto ad altre città della regione, come Singapore. Con un approccio strategico che combina supporto istituzionale, ricerca avanzata e innovazione aziendale, la città sta posizionandosi come leader regionale nell'integrazione di AI, fintech e blockchain. Grazie a un ecosistema tecnologico in rapida evoluzione e alla combinazione di risorse e visione strategica, Hong Kong sta consolidando la sua reputazione come uno dei centri mondiali più influenti per l'innovazione nell'intelligenza artificiale. La città, infatti, sta capitalizzando appieno sulle opportunità offerte dalle tecnologie emergenti, pronta a definire nuovi standard globali nel settore finanziario e oltre.
Fonti:
https://finance.yahoo.com/news/hong-kongs-finance-sector-benefit-0930001...
https://www.msn.com/en-xl/money/other/chinese-ai-firm-aict-plans-to-get-...
https://www.scmp.com/tech/big-tech/article/3305703/ant-groups-tech-unit-...
https://www.scmp.com/business/banking-finance/article/3305877/hong-kongs...
https://www.msn.com/en-xl/technology/artificial-intelligence/hong-kong-c...
https://hkust.edu.hk/news/hkusts-investlm-generative-ai-platform-launche...
https://www.scmp.com/business/banking-finance/article/3303791/hong-kong-...
https://hongkongbusiness.hk/economy/news/hong-kong-build-1b-ai-research-...
https://www.thestandard.com.hk/breaking-news/section/4/228868/Financial-...
(Contributo editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce in Hong Kong and Macao)
La crescente tensione commerciale tra le due maggiori economie mondiali, Stati Uniti e Cina, potrebbe creare opportunità per il Brasile di espandere le sue esportazioni, principalmente di prodotti agricoli. È questa l’opinione del Segretario del Commercio e delle Relazioni Internazionali del Ministero dell’Agricoltura e dell’Allevamento, Luis Rua.
“Non solo la soia, ma qualsiasi altro prodotto aggregato”, ha commentato il segretario durante la conferenza stampa tenuta martedì (22), in cui ha fatto il punto sulle azioni ministeriali per promuovere le esportazioni agricole nazionali.
Interrogato sulle potenziali opportunità della guerra tariffaria lanciata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, Rua ha ricordato che circa il 30% di tutta la carne di pollame importata dalla Cina proviene dagli Stati Uniti, che rappresentano anche tra il 16% e il 18% della carne di maiale e l’8% di quella di manzo consumate annualmente dai cinesi.
“Ovviamente, con gli Stati Uniti che abbandonano questo mercato [cinese], il Brasile si sta rendendo disponibile. Certo, ci sono altri attori [concorrenti], ma forse non tutti hanno la dimensione che il Brasile ha per poter supportare [la Cina]”, ha commentato Rua, sostenendo che il risultato finale, per gli esportatori, “dipenderà dall’interesse cinese” per i prodotti brasiliani.
“Oggi, con tutto quello che stiamo vedendo, pochi paesi al mondo sono in grado di offrire ciò che offre il Brasile con le stesse caratteristiche. Perché il Brasile è in grado di produrre un prodotto di qualità, competitivo, sostenibile e sano, essendo esente da tutte le malattie che sono obbligatorie per la notifica di qualsiasi prodotto di origine animale e gode di una situazione fitosanitaria molto privilegiata”, ha aggiunto il segretario.
Rua ha inoltre assicurato che, nonostante la Cina e gli Stati Uniti minaccino di imporre sanzioni alle nazioni che negoziano unilateralmente con il loro avversario commerciale, il Brasile continuerà a “dialogare con tutti i paesi”.
“Abbiamo affermato che, in questa disputa tra due grandi superpotenze, il nostro ruolo è quello di promuovere la geopolitica della pace. Ed è ciò che faremo. Che si tratti di negoziare con gli Stati Uniti, con la Cina o con qualsiasi altro Paese. Il Brasile dialoga con tutti i Paesi e continuerà a farlo. Non abbiamo cambiato strategia”, ha concluso il segretario, affermando inoltre che è troppo presto per valutare l’impatto dei dazi aggiuntivi imposti dagli Stati Uniti sui prodotti brasiliani.
Fonte: Agência Brasil
(Contenuto editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)
Il settore delle costruzioni in Slovacchia si trova ancora in una fase di stagnazione e, secondo le previsioni, nei prossimi mesi la domanda continuerà a essere debole o a mostrare solo una leggera ripresa. È quanto affermato da Ľubomír Koršňák, analista di UniCredit Bank, commentando i dati pubblicati venerdì dall’Ufficio di Statistica della Repubblica Slovacca (ŠÚ SR) relativi alla produzione edilizia di febbraio. Secondo Koršňák, nella prima metà dell’anno l’edilizia residenziale sarà frenata da tassi d’interesse ancora elevati – sebbene in calo – e da una scarsa attività di investimento, nonostante il mercato immobiliare abbia ormai toccato il fondo. Il recupero, tuttavia, sarà lento e non raggiungerà i livelli precedenti alla crisi energetico-inflazionistica. Verso la fine dell’anno, una possibile spinta potrebbe arrivare dall’entrata in vigore del nuovo codice edilizio, atteso da diversi sviluppatori.
L’impatto di questa normativa potrebbe emergere già con le autorizzazioni edilizie primaverili, a seconda della rapidità e dell’ampiezza della ripresa. Sul fronte dell’edilizia non residenziale, la ripresa sarà ostacolata principalmente dalle possibili nuove tasse sulle proprietà immobiliari, i cui effetti si faranno sentire in particolare sul settore privato. Per quanto riguarda le infrastrutture pubbliche, è prevista una graduale ripresa grazie all’avvio di progetti finanziati con fondi UE del nuovo ciclo di bilancio e dal Piano di ripresa. Tuttavia, secondo l’analista, i noti problemi cronici legati alla realizzazione di opere pubbliche continueranno a limitare gli effetti positivi attesi da questi investimenti. Inoltre, la mancanza di manodopera e capacità nel settore delle costruzioni potrebbe rallentare il ritmo della ripresa.
Per quanto concerne la costruzione di immobili residenziali nel primo trimestre del 2025 sono stati venduti circa 501 nuovi appartamenti a Bratislava, secondo i dati forniti da BuiltMind e Cushman & Wakefield. Si tratta di un calo del 60% rispetto al forte incremento registrato alla fine dello scorso anno, quando molti acquirenti avevano affrettato l’acquisto per beneficiare dell’IVA ridotta. Attualmente, sul mercato sono disponibili circa 3.200 unità abitative, con un prezzo medio di vendita pari a 5.400 euro al metro quadrato (IVA inclusa), in crescita del 3% rispetto al trimestre precedente (di fatto l’aumento dell’IVA). Secondo le previsioni di BuiltMind, i prezzi potrebbero raggiungere i 6.000 euro al metro quadro entro il 2026, sostenuti dal previsto calo dei tassi ipotecari.
Anche i dati del promotore immobiliare Bencont confermano una tendenza simile: 539 appartamenti venduti nel primo trimestre, con un prezzo medio che ha raggiunto i 5.213 euro al metro quadro, segnando un aumento del 7% su base annua e del 4% rispetto a dicembre. Si segnala che alcune banche offrono tassi agevolatu sui mutui se si dimostra che l’immobile ha una buona classe energetica (A o B), presentando un certificato energetico o una valutazione energetica in fase di costruzione. Questo potrebbe comportare in futuro un aumento del divario dei prezzi tra abitazioni di nuova costruzione e case di vecchia concezione.
Un consorzio composto da Wood&Co, SGS, lo studio legale HKV e Siebert+Talaš si è aggiudicato un bando del Ministero dei Trasporti slovacco per la riparazione dei ponti sulle strade di prima classe. Il valore dell’offerta vincente è di 6,2 milioni di euro. Secondo il ministero, il piano complessivo prevede investimenti fino a un miliardo di euro per la ristrutturazione di 1.200 ponti. Il compito del consorzio sarà, nella prima fase, quello di realizzare uno studio di fattibilità sull’utilizzo di un modello di partenariato pubblico-privato (PPP) per finanziare gli interventi necessari. Solo nel caso in cui lo studio indichi positivamente questa opzione, scatterà la seconda fase del contratto, in cui lo stesso consorzio fornirà consulenza tecnica e legale per l’implementazione del progetto PPP.
La preparazione al lancio del quarto blocco della centrale nucleare di Mochovce ha raggiunto una nuova tappa. La Slovenské elektrárne ha annunciato l'inizio della cosiddetta “prova idraulica a caldo”, una delle fasi cruciali prima della messa in funzione effettiva del reattore. Durante la prova, vengono effettuati test di pressione e tenuta del circuito primario e del reattore, nonché controlli funzionali su impianti di sicurezza, ventilazione, componenti elettrici e sistemi di monitoraggio e controllo. Si tratta di una fase avanzata del programma di test non attivi, che segue la prova idraulica a freddo e una revisione tecnica minore.
Il presidente del consiglio di amministrazione di Slovenské elektrárne, Branislav Strýček, ha spiegato che l'obiettivo è caricare il combustibile nucleare nel reattore entro l’anno, una volta completati tutti i test e le revisioni previsti. Il terzo blocco, con caratteristiche identiche, è entrato in funzione nel 2023. Entrambi i blocchi hanno una potenza installata di 471 megawatt ciascuno e insieme contribuiranno a coprire circa il 26% del fabbisogno elettrico nazionale. Con oltre il 70% della produzione nazionale, Slovenské elektrárne resta il principale produttore di elettricità in Slovacchia. Dalla chiusura dell’ultima centrale a carbone nel primo trimestre del 2024, l’intera produzione è ora priva di emissioni dirette di CO₂. L’azienda gestisce attualmente cinque reattori nucleari, 31 centrali idroelettriche e due impianti fotovoltaici.
La Slovacchia, attore chiave nel mercato elettrico europeo, è stata nel 2023 il quarto maggiore esportatore netto di elettricità nell’UE, con 3 TWh, in lieve calo rispetto ai 3,2 TWh dell’anno precedente. L’aumento della produzione è stato trainato dall’avvio del terzo blocco della centrale nucleare di Mochovce.
Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italo-Slovacca.
Il settore spagnolo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione ha aumentato il proprio fatturato nel 2024 del 4,7%, una cifra simile a quella registrata nel 2023, pari al 4,3%. Questi dati sono stati raccolti dalla classifica inclusa nello “Especial Líderes 2025” pubblicato da COMPUTING, del gruppo editoriale BPS.
Nel complesso, si tratta di un mercato che ha fatturato 67.352 milioni di euro, secondo i dati delle prime 100 aziende del settore. Telefónica (sono inclusi solo i dati della sua filiale spagnola) con 12.791 milioni di euro di fatturato nel 2024, è in testa alla classifica, seguita dal Grupo MasOrange (7.388 milioni di euro) e Indra (4.843 milioni di euro). Seguono Vodafone e Samsung Electronics.
I dati analizzati da Computing mostrano un business caratterizzato dall'accelerazione dei progetti di trasformazione e digitalizzazione, con le tecnologie in prima linea negli investimenti delle organizzazioni di qualsiasi settore di attività. Un esempio è l'intelligenza artificiale, che sta iniziando a consolidarsi come motore del settore ICT.
I dati indicano che le prime 10 aziende raggiungono un fatturato di 39.402 milioni di euro, pari al 59% del totale, con un aumento del loro business del 2,1%. All'interno di questo gruppo di leadership si consolidano i principali operatori insieme ai grossisti TD Synnex, Esprinet e Ingram Micro, e le aziende Indra, Samsung, Accenture e Microsoft.
Tra le prime 25 aziende della classifica figurano 5 rappresentanti di capitale spagnolo: Telefónica, Indra, MásMóvil, Seidor e Ayesa.
La presenza italiana in questa classifica è data soprattutto dal Gruppo Esprinet, che, con un fatturato di 1.841 milioni di € nel 2024 (+7,1%) rispetto all’anno precedente e oltre 670 dipendenti nel paese, si posiziona al settimo posto. Si tratta dell’unica compagnia del Belapese presente tra le top 100 del settore.
Da segnalare anche l'aumento stabilizzato del numero di dipendenti, considerando le prime 100 aziende della classifica, che nel 2024 è stato del 3,9% e ha raggiunto un totale di 306.742 lavoratori.
Fonte: monedaunica.net – computing.es
Il rapporto completo può essere scaricato al seguente link.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana per la Spagna)
Al momento dell’aquisto il consumatore francese pone molta importanza sulla provenienza delle sue uova. Difatti, si pensi che l’89% degli acquirenti considera l’origine nazionale come un criterio di qualità. Il logo "Oeufs de France" gioca un ruolo decisivo, influenzando positivamente il 75% dei compratori di uova fresche.
Per quanto concerne la domanda economica, le vendite delle uova sono aumentate particolarmente, con uno slancio del 7,4% dal 2022, rispetto al 2024 (dati dei primi 8 mesi). Questa tendenza si crede sia dovuta a una maggiore consapevolezza verso la dieta vegetariana.
Inoltre, di rilevante è che tra gennaio e agosto 2024 i prezzi delle uova di galline allevate a terra sono diminuiti del 2%. Codesto fatto è considerato una manovra “anti-scrisi”, perchè si suppone che il 71% dei francesi consideri le uova un prodotto essenziale nei periodi di crisi economica.
Con 14,9 miliardi di uova prodotte nel 2023, la Francia diventa il primo produttore europeo di uova. Tuttavia, il tasso di autosufficienza, sebbene sia fino al 99,1%, è ancora insufficiente per garantire un’autonomia sostenibile e mantenere le esportazioni regolari. Da puntualizzzare è che tra i maggiori importatori di uova, c’è l’Italia.
Invece, sul mercato, la vendita di prodotti ovicoli a base di uova di galline allevate in gabbia è diminuita, nel 2022 erano il 47% e il restante 53% erano uova provenienti da aziende “alternative” all’uso delle gabbie. Da questa tendenza, si prospetta che la filiera ovicola nel 2030 sarà composta dal 90% da sistemi alternativi alla gabbia.
La start-up francese Zoī offre dei check-up medici di lusso nel pieno centro di Parigi. La missione è la seguente: proporre diversi test clinici senza dare l’impressione di essere una clinica medica. Molte persone sembrano apprezzare questo servizio: i due fondatori, Paul Dupuy et Ismaël Emelien (ex-consiliere di Emmanuel Macron), hanno dichiarato di seguire più di 2.000 membri.
Non a caso, il termine “seguire” è stato scelto dall’equipe perchè al paziente viene fornita una prima consulenza in loco e, successivamente, all’ottenimento dei risultati un coaching personalizzato. Queste prestazioni ammontano a 3.600€ fatturati per check-up. Economicamente l’azienda dichiara una ciffra d’affari di 5 milioni di € per il suo primo anno e, di rilevante, è che al momento del lancio aveva raccolto 20 milioni di € di finanziamenti individuali, record nel settore su scala europea.
(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Francia di Marsiglia)