Notizie mercati esteri

Venerdì 23 Agosto 2024

Notizie dai mercati esteri - Polonia

Aumento costi di produzione e paura d'investire, situazione d'incertezza nell'economia

Le cose non vanno bene per l'economia polacca nel mese di agosto. Il 32,5% delle imprese industriali intervistate dall'Ufficio Centrale di Statistica (GUS) prevede un calo del livello degli investimenti, mentre solo il 27,7% ne prevede un aumento. Come ostacolo agli investimenti, le imprese indicano soprattutto l'aumento dei costi di produzione, come indicato dal 57,1% delle imprese manifatturiere e dal 54,6% delle imprese del commercio al dettaglio. Altri problemi fondamentali per l'aumento delle spese sono l'incertezza della situazione macroeconomica e l'insufficienza della domanda. Allo stesso tempo, le indagini sul clima generale degli affari condotte dal GUS mostrano che il settore manifatturiero è attualmente l'area di maggiore pessimismo. La situazione è invertita nel settore finanziario (banche e assicurazioni), dove le società finanziarie valutano l'attuale situazione come addirittura eccellente, come si evince, tra l'altro, dai risultati delle banche, visto che l'indice della congiuntura è balzato a ben 37,5 punti dai 35,8 di un mese fa. I trasporti hanno peggiorato le loro valutazioni, sia per il presente che per l'immediato futuro. Nonostante i mesi di vacanza, il settore alberghiero e della ristorazione non possono vantarsi dei risultati positivi.

 

Zloty/euro, tasso di cambio reale mai così forte dal 2008 per la valuta polacca

Attualmente lo zloty ha il miglior rapporto di cambio rispetto all'euro dall’ottobre 2008, come confermano gli esperti di CMC Markets analizzando il tasso di cambio reale. Il tasso di cambio reale è un indicatore che tiene conto dei livelli dei prezzi e del tasso di cambio nominale e attualmente mostra che lo zloty ha raggiunto il livello di 3,72 EUR/PLN con un tasso nominale di 4,28. Questa forza della valuta potrebbe avere un impatto negativo sulle esportazioni, rendendole meno redditizie, soprattutto per le aziende che si basano su materie prime e manodopera locali per produrre beni e venderli all’estero. Secondo il monitoraggio della NBP (la banca centrale della Polonia), la Polonia si è avvicinata alla soglia di non redditività delle esportazioni. Inoltre, visto che sia l'economia polacca che quella tedesca non stanno crescendo così rapidamente come previsto, esiste il rischio di un taglio dei tassi di interesse nella prima metà del 2025, il che potrebbe influire sull’aumento dei tassi di cambio delle valute estere in futuro.

(Fonte: Polonia Oggi, Gazzetta Italia)

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

 

Ultima modifica: Martedì 21 Gennaio 2025
Venerdì 23 Agosto 2024

Notizie dai mercati esteri - Australia

L'Impatto dell'Arte e del Design Italiani nel Queensland

1. Architettura e Design

   a. Architettura Italiana nel Queensland

   L'influenza dell'architettura italiana è evidente nei settori residenziali e commerciali del Queensland, dove design eleganti e funzionali sono spesso protagonisti. Il noto architetto italo-australiano **Giuseppe Niro** ha avuto un ruolo chiave in vari progetti a Brisbane, integrando armoniosamente estetiche tradizionali italiane con innovazioni moderne. Le collaborazioni tra studi di architettura italiani e designer locali sono in crescita, creando progetti unici che arricchiscono il panorama urbano del Queensland e aprono opportunità per scambi culturali e affari internazionali.

 

   b. Design e Arredamento

   Il design italiano è altamente apprezzato nel Queensland, con marchi prestigiosi come **Poltrona Frau** e **B&B Italia** che hanno una forte presenza. Secondo un rapporto di *Queensland Design Review*, il mercato del design di alta gamma ha visto una crescita annuale del 6%, stimolata dal fascino dei prodotti italiani, noti per la loro qualità e design distintivo. Eventi come il “Brisbane Design Festival” non solo mettono in risalto il design italiano, ma favoriscono anche opportunità di networking tra designer australiani e italiani, stimolando collaborazioni e l'espansione del mercato.

 

2. Arte Visiva

   a. Artisti Italiani nel Queensland

   Artisti italiani contemporanei, come **Antonio Calderara**, hanno contribuito in modo significativo alla vivace scena artistica del Queensland. La “Queensland Art Gallery” ospita regolarmente mostre di artisti italiani, arricchendo il tessuto culturale della regione. Le esposizioni internazionali, tra cui quelle italiane, attirano circa 800.000 visitatori all'anno, dimostrando un forte interesse per l'arte italiana. Le collaborazioni tra gallerie del Queensland e istituzioni artistiche italiane stanno crescendo, promuovendo scambi culturali e opportunità di affari nel settore dell'arte.

 

   b. Mostre e Installazioni

   Il successo di mostre tematiche come “Contemporary Italian Art” a Brisbane, con un incremento del 12% nella partecipazione, sottolinea l'ampio richiamo dell'arte italiana. Eventi di questo tipo sono cruciali per la promozione dell'arte italiana nel Queensland e spesso servono come piattaforme per gli artisti italiani per esplorare iniziative commerciali e collaborazioni con gallerie e collezionisti australiani, rafforzando ulteriormente i legami culturali ed economici.

 

3. Moda e Tessuti

   a. Moda Italiana nel Queensland

   La moda italiana è ben rappresentata nel Queensland, con marchi di lusso che gestiscono boutique a Brisbane. Un rapporto di *Queensland Fashion Industry* indica un aumento del 10% nelle vendite di abbigliamento di lusso italiano negli ultimi cinque anni, suggerendo una crescente domanda per i prodotti di moda italiani. Inoltre, l'industria della moda del Queensland sta vedendo un numero crescente di collaborazioni con case di moda italiane, creando opportunità per joint venture e collezioni esclusive adattate ai gusti australiani.

 

   b. Tessuti e Artigianato

   Il mercato tessile del Queensland beneficia ampiamente dei materiali italiani, noti per la loro qualità e innovazione. I designer e i produttori locali stanno sempre più utilizzando tessuti italiani per le loro collezioni, mentre i marchi italiani di tessuti stanno espandendo la loro presenza nella regione. Questa partnership ha portato a una crescita annuale del 7% nel settore tessile, stimolata dalla forte domanda di tessuti di alta qualità provenienti dall'Italia. Le aziende australiane stanno sfruttando queste collaborazioni per migliorare le loro offerte di prodotti ed esplorare nuove opportunità di mercato.

 

L'influenza dell'arte e del design italiani nel Queensland è notevole, arricchendo il panorama culturale e commerciale della regione. Dall'architettura e la moda alle arti visive e ai tessuti, i contributi italiani continuano a giocare un ruolo significativo, favorendo lo scambio culturale e la crescita economica tra Australia e Italia. Le crescenti collaborazioni e partnership tra le due regioni promettono di rafforzare ulteriormente le prospettive commerciali e la sinergia creativa condivisa.

(Fonti:

https://fashionqueensland.com.au/

https://www.qagoma.qld.gov.au/

https://italianfilmfestival.com.au/)

 

 

Opportunità di Espansione per l'Italia in Queensland: Il Ruolo della Fiera Ekka

Nel 2023, l'Italia ha esportato in Australia macchinari agricoli per un valore di circa 271 milioni di dollari australiani, sottolineando l'importanza del paese nel settore agricolo australiano, con un focus particolare sul Queensland. Questo valore riflette le solide relazioni commerciali tra Italia e Australia e le potenziali opportunità di crescita nel mercato australiano.

Il Queensland, un importante centro per l'agricoltura e l'industria in Australia, ospita l'Ekka, ufficialmente nota come Royal Queensland Show. Questa fiera annuale di Brisbane, fondata nel 1876, è un evento cruciale per il settore agricolo, celebrando l'innovazione e la cultura rurale del Queensland. L'Ekka rappresenta una piattaforma ideale per esporre macchinari agricoli, tecnologie avanzate e prodotti alimentari, attirando visitatori e professionisti da tutto il mondo.

Per le aziende italiane, l'Ekka offre un'importante opportunità di mercato. Permette loro di presentare innovazioni, stabilire nuove collaborazioni e ampliare la propria presenza nel Queensland. Questo evento è particolarmente strategico per le aziende italiane, poiché facilita il contatto con potenziali clienti e distributori locali, contribuendo alla crescita e al consolidamento nel mercato.

Attualmente, molte aziende italiane nel settore agricolo hanno una presenza limitata nel Queensland. Le imprese italiane specializzate nella costruzione di strutture sostenibili, come stalle e altre infrastrutture ecologiche, possono sfruttare la crescente domanda di soluzioni ecologiche nel Queensland per espandere la loro portata commerciale. Partecipare all'Ekka può consentire loro di entrare in contatto con nuovi clienti e distributori, ampliando così il loro raggio d’azione nel mercato.

Anche le piccole imprese italiane, specializzate in attrezzature artigianali per l'agricoltura, possono trarre vantaggio dalla fiera. L'Ekka offre l'opportunità di presentare prodotti personalizzati e di alta qualità a un pubblico in crescita, facilitando l'espansione nel mercato del Queensland e superando le barriere di entrata.

In sintesi, la partecipazione a eventi come l'Ekka consente alle aziende italiane di esplorare nuovi mercati, collaborare con distributori locali e instaurare nuove partnership, favorendo lo sviluppo e la crescita nel settore agricolo australiano.

(Fonti:

https://www.abs.gov.au/

https://ec.europa.eu/eurostat

https://www.trademap.org/Index.aspx?AspxAutoDetectCookieSupport=1

https://www.wto.org/

https://www.ekka.com.au/

https://www.daf.qld.gov.au/

https://www.austrade.gov.au/)

 

 

Panoramica Economica delle Piccole Imprese in Queensland

Al 30 giugno 2023, erano attive in Australia 2.589.873 imprese. In Queensland, operavano 497.002 imprese, rappresentando il 19,2% delle imprese in Australia attive in quel momento.

Il tipo di imprese predominanti in Queensland erano le piccole imprese (97,1%), con un incremento del 2,9% rispetto all'anno finanziario precedente.

Secondo le statistiche, il settore delle costruzioni è il leader tra le piccole imprese sia in Queensland che in Australia (17,4%), seguito dai servizi professionali, scientifici e tecnici (12,5%).

Le prime dieci industrie hanno rappresentato l'85,3% delle piccole imprese in Queensland lo scorso anno.

Le piccole imprese hanno contribuito in modo significativo all'occupazione totale in Queensland, pari al 42,1%. Questo ha creato molte opportunità per 2.548.000 persone in cerca di lavoro, permettendo loro di trovare impiego e contribuendo alle statistiche sopra indicate, aiutando a ridurre il tasso di disoccupazione in Australia. A livello nazionale, il contributo delle piccole imprese all'occupazione è diminuito negli ultimi dieci anni, passando dal 43,4% di giugno 2014 al 41,5% di giugno 2023. Questo cambiamento può essere attribuito alla pandemia di COVID, che ha visto molte imprese soffrire a causa della mancanza di attività e della perdita di clienti durante i lunghi periodi di lockdown.

Tuttavia, in Queensland, il numero di persone impiegate nelle piccole imprese è aumentato del 16,9% tra giugno 2014 e giugno 2023.

 

(Contributo editoriale a cura della Italian Chamber of Commerce and Industry in Australia (ICCI, Queensland) Inc.)

Ultima modifica: Martedì 21 Gennaio 2025
Giovedì 22 Agosto 2024

Notizie dai mercati esteri - Polonia

Ministero delle Finanze: nessuna nuova tassa sugli impianti fotovoltaici

Come ricorda il Ministero delle Finanze, i lavori sul progetto dell'emendamento di legge sulle tasse e imposte locali, sono in fase di ultimazione. L’obiettivo dei cambi, come sottolinea il ministero, è quello di chiarire la legge che disciplina la tassazione degli edifici e delle strutture con imposta immobiliare, mantenendo lo status quo fiscale. Secondo alcuni esperti, le modifiche potrebbero introdurre nuove tasse su parchi e impianti fotovoltaici. Tuttavia, il ministero assicura che i contribuenti non pagheranno tasse più elevate e i bilanci comunali riceveranno entrate fiscali al livello attuale. Ciò vale anche per la tassazione degli impianti e dei parchi fotovoltaici che, sia attualmente che per quanto riguarda le soluzioni proposte, non saranno tassati nella loro totalità, ma solo nei loro elementi costruttivi. “Il Ministero non ha preso in considerazione la tassazione di condizionatori, generatori e pannelli fotovoltaici e la circolazione di informazioni così false, non fa che creare ansia tra imprenditori e cittadini”, si legge nel comunicato del ministero.

 

L'industria polacca dà ancora segnali di stasi

Mercoledì l'Ufficio centrale di statistica (GUS) ha pubblicato gli ultimi dati sull'industria polacca. Nel luglio 2024, la produzione industriale venduta è aumentata del 4,9% rispetto al luglio di un anno fa ed è diminuita del 3,3% rispetto al giugno di quest'anno. Si tratta di un risultato significativamente migliore rispetto al mese precedente, ma decisamente peggiore delle aspettative del mercato. Se si esclude l'impatto dei fattori stagionali, la produzione di luglio è stata superiore del 2,2% rispetto all'anno precedente e inferiore dello 0,2% rispetto al giugno di quest'anno. Dall'inizio dell'anno, i produttori di beni di consumo durevoli hanno registrato ora i risultati migliori. I produttori di beni d'investimento hanno registrato risultati più bassi, riducendo la produzione del 7,7% nello stesso periodo. I bassi livelli di produzione sono stati osservati nelle industrie orientate all'esportazione legate al settore automobilistico. Secondo le previsioni, i prossimi mesi porteranno un graduale miglioramento dell'attività industriale. Questo è il risultato di una migliore situazione finanziaria dei consumatori. Dai dati dettagliati, si può concludere che l'industria polacca soffre continuamente della scarsa domanda estera, soprattutto nel suo principale partner commerciale, la Germania. Solo una ripresa dell'economia polacca potrà dare l'impulso per un rilancio dell'industria polacca.

 

Cresce il valore del metallo più pregiato, la Polonia è il 15° posto al mondo per riserve d'oro

Con il continuo aumento dei prezzi dell'oro, aumenta il valore degli attivi della Banca Nazionale Polacca (NBP). L'oro costituisce quasi il 15% delle riserve della BNP, ed è aumentato dopo l'acquisto di ulteriori 14,3 tonnellate d'oro in luglio. Tutto questo pone la Polonia al 15° posto tra i paesi con le maggiori riserve d'oro. La Polonia ha poco meno della Banca Centrale Europea, che protegge il tasso di cambio dell’euro con l’oro. Attualmente si deve pagare circa 2,6 mila dollari per l'oncia, e la Polonia ne ha nel suo capitale 12.593 milioni.

(Fonte: Polonia Oggi, Gazzetta Italia)

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

Ultima modifica: Martedì 21 Gennaio 2025
Giovedì 22 Agosto 2024

Notizie dai mercati esteri - Thailandia

Srettha Thavisin Destituito dalla Carica di Primo Ministro Dopo Sentenza del Tribunale

Srettha Thavisin è stato destituito dalla carica di Primo Ministro della Thailandia a seguito di una sentenza della Corte Costituzionale, che ha dichiarato la sua elezione non valida. La decisione è arrivata dopo che è emerso che Thavisin aveva violato le normative elettorali.

La Corte ha stabilito che ci sono state irregolarità significative durante il processo di elezione e che Thavisin non soddisfaceva i requisiti legali necessari per assumere la carica. Questa situazione ha creato una crisi politica in Thailandia, con il paese ora in attesa di nuove elezioni o di un altro candidato idoneo per la posizione di Primo Ministro.

 

Paetongtarn Shinawatra Eletta 31° Primo Ministro della Thailandia

Paetongtarn Shinawatra è stata eletta il 20 agosto 2024 come 31° Primo Ministro della Thailandia, segnando un momento storico nella politica thailandese. Figlia dell'ex Primo Ministro Thaksin Shinawatra e leader del partito Pheu Thai, Paetongtarn ha ottenuto il sostegno della maggioranza dei parlamentari, dimostrando il suo forte radicamento nella politica del paese.

Il suo governo si propone di affrontare le sfide economiche e sociali della Thailandia attraverso una serie di riforme, con un focus particolare su sviluppo economico, giustizia sociale e lotta alla corruzione. La sua elezione rappresenta un ritorno al potere per la famiglia Shinawatra, che ha avuto un'influenza significativa sulla politica thailandese negli ultimi decenni. Paetongtarn si trova ora di fronte alla sfida di mantenere le promesse di cambiamento e di navigare le complesse dinamiche politiche del paese.

(Contributo editoriale a cura della Thai-Italian Chamber of Commerce)

Ultima modifica: Martedì 21 Gennaio 2025
Giovedì 22 Agosto 2024

Notizie dai mercati esteri - Svezia

La Svezia nella promozione di un’alleanza tra clima ed economia

La piantagione degli alberi è un’iniziativa green comune. L’utilità di tale pratica deriva dal noto processo di fotosintesi clorofilliana che permette alla pianta l’assorbimento dell’energia della luce solare poi utile per trasformare l’anidride carbonica contenuta nell’aria in nutrimento per la pianta stessa, sotto forma di zuccheri. Dunque, siffatto scambio risulta del tutto naturale ed evita all’anidride carbonica rimossa dall’atmosfera di alimentare l’effetto serra, principale causa dell’alterazione climatica. Consegue un’equazione alquanto elementare secondo cui meno alberi sono presenti sul suolo terrestre, più CO2 vi è in atmosfera, quindi temperature più alte ed un clima sempre più in squilibrio.

Alla luce di tali premesse è chiaro come l’attività di deforestazione praticata nella Repubblica Federale del Brasile, nelle parti dell’Amazzonia, sia un problema non di poco conto. Gli effetti disastrosi di tale processo di disboscamento, avviato a partire dagli anni Quaranta del secolo scorso - principalmente per permettere l'allevamento intensivo e lo sfruttamento del territorio per fini agricoli, minerari o legato al mercato del legname –, si propagano all’intero pianeta. Essendo il problema di natura globale, l’interesse ad una rapida risoluzione (sebbene parrebbe più consono l’utilizzo della locuzione “pronta ed efficace risoluzione”, dal momento che risulta difficile pensare che gli effetti legati a fenomeni naturali su larga scala possano davvero mostrare i propri risvolti positivi in tempi “rapidi”), nonché il contributo pratico per un pronto intervento sono di responsabilità mondiale e non possono essere relegati a quella (tenace) parte della comunità locale dello Stato brasiliano impegnata costantemente a combattere tale deleteria attività.

In prima linea anche la Svezia. La Banca Mondiale ha recentemente emesso un green result bond da 225 milioni di dollari; tra gli investitori vi è infatti anche il fondo pensione svedese AP2 (che presta poco più di 100 milioni di corone svedesi). L’obbligazione ha una scadenza di nove anni e vuole finanziare un progetto di piantagione di alberi (tramite l'acquisto di terreni agricoli ovvero una collaborazione con i proprietari terrieri della zona) in quelle parti dell’Amazzonia colpite dalla deforestazione. Il successo di tale iniziativa green deriverebbe da un successivo processo di vendita e acquisto dei benefici climatici (crediti di carbonio) apportati dagli alberi piantati (principalmente da parte di Microsoft che si è impegnato ad acquistarne una grande parte).

La natura dell’investimento realizza un ragguardevole punto di unione tra economia ed emergenza climatica giacché risponde ad esigenze contrapposte: promuove investimenti responsabili, dando l’opportunità di sostenere progetti che contribuiscono a un futuro più sostenibile, ma non sacrifica i rendimenti, rendendo al contempo possibile una redditività finanziaria.

«Valutiamo che investendo in questo prodotto otterremo un buon ritorno e allo stesso tempo faremo uno sforzo per il clima, la diversità biologica e i diritti umani». Così Ole Petter Langeland, responsabile della gestione degli interessi presso AP2.

(Fonti:

 

Alla ricerca di nuove tecnologie per abbassare il livello di anidride carbonica nell’atmosfera

«Credo che la rimozione del biossido di carbonio abbia il potenziale per svilupparsi in uno dei principali mercati mondiali delle materie prime». Così Fredrik Ekström, presidente del consiglio di amministrazione del Nasdaq Stockholm, nonché capo del consiglio di Puroearth, start-up finlandese -di cui il Nasdaq è proprietario di maggioranza dal 2021- che funge da centro di sicurezza per i crediti di carbonio e verifica e monitora i prodotti scambiati.

Pare che cresca rapidamente il nuovo mercato per la riduzione del biossido di carbonio: secondo gli analisti, il suo enorme potenziale risiede nell’ottima capacità dei c.d. crediti di carbonio (e quindi la decarbonizzazione) di raggiungere, in prospettiva, il medesimo status dei mercati globali delle materie prime per gas e petrolio; la “Tesla del settore”, così vengono chiamati. Insomma, l’entusiasmo per la promozione di questo nuovo mercato non manca: tra le prime aziende svedesi, Stockholm Exergi (tra i cui clienti emergono Microsoft e Meta) propone di investire tali somme con l’obiettivo ultimo di catturare le emissioni di anidride carbonica (derivanti dalla combustione della biomassa) e immagazzinare quest’ultima in pozzi vuoti di gas e petrolio nel Mare del Nord, così da abbassarne il livello nell’atmosfera. Tuttavia, per quanto le aziende siano disposte a pagare un prezzo elevato per la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica, mancano ancora grandi impianti capaci di concretizzare tale nuova tecnologia. Infatti, in Svezia, pare che Stockholm Exergi, nonostante abbia già ottenuto il lascia passare del tribunale per costruire un impianto svedese su vasta scala in grado di procedere allo stoccaggio dell’anidride carbonica, abbia intenzione di voler attendere un sostegno statale (dal momento che l’investimento, il più grande finora effettuato dall’azienda, si aggira intorno ai 5 miliardi di corone svedesi). Benefattore principale? Il clima; questa nuova tecnologia si propone infatti come un’iniziativa “rivoluzionaria” sulla strada per il raggiungimento degli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi. Effettivamente, secondo l'azienda, un tale impianto avrebbe il potenziale di ridurre la quantità di anidride carbonica nell'atmosfera di 800.000 tonnellate all'anno (corrispondenti a più delle emissioni fossili del traffico stradale di Stoccolma nello stesso periodo). L’idea sarebbe quella di prendere una decisione di investimento per l’impianto di bio-CCS su vasta scala entro la fine del 2024.

D’altra parte, si attendono anche chiarimenti dal punto di vista normativo, di modo che risulti chiaro come le “emissioni negative”, o crediti di carbonio, possano essere acquistate e vendute. Emergono infatti mercati in cui le aziende possono vendere crediti di carbonio, che corrispondono alla rimozione dell’anidride carbonica dall’atmosfera, alle aziende che vogliono compensare le emissioni climatiche di cui non sono riuscite a sbarazzarsi. Recentemente, Stockholm Exergi ha firmato un accordo con Frontier per la vendita di emissioni negative permanenti del valore di 48,6 milioni di dollari per la consegna dal 2028 al 2030. Tale accordo, che rappresenta un punto di svolta in termini di efficienza e sostenibilità nell’ottica di promuovere e raccogliere una serie di finanziamenti pubblici e privati, «rappresenta una pietra miliare importante nel percorso verso la nostra decisione finale di investimento», così quanto afferma Anders Egelrud, CEO di Stockholm Exergi.

(Fonti:

 

Il futuro del nucleare in Svezia

La questione del nucleare in Svezia è tornata di attualità dopo le previsioni di aumento del fabbisogno energetico del paese per il 2050, la crisi energetica e la transizione dell’energia verso fonti rinnovabili. Nel 1980 si tenne un referendum per chiedere ai cittadini in che modo gestire l’energia nucleare e i reattori presenti nel paese, vinse l’opzione che portava ad una graduale riduzione dell’input nucleare, smantellando le varie centrali, sostituendo l’energia nucleare con altre fonti come l’idroelettrico e eolico.

La linea espressa nel referendum sembra però non essere più attuale, vista la spinta del governo verso l’incremento dell’energia nucleare, con un piano che prevede la costruzione di 4 o 5 grandi reattori nucleari per far fronte all’incremento della richiesta di energia, producendo un aumento di 4000-6000 megawatt annui. Il capitale richiesto è 400 miliardi di SEK e lo Stato ha deciso di investire ben 300 miliardi di corone svedesi nel progetto, mentre i restanti 100 miliardi sono a carico delle società proprietarie dei reattori. Il partito dei Verdi, in questo momento all’opposizione, ha promesso di ribaltare e annullare qualsiasi provvedimento sul nucleare, costringendo quindi il governo in carica a dover prendere una decisione rapida, per evitare l’opposizione dei partiti anti-nucleare.

Attualmente la Svezia dispone di 6 reattori nucleari in attività, che però richiedono dei grossi investimenti da parte dello stato per mantenersi operativi, circa 50 miliardi di corone svedesi( 43 milioni di euro) che il governo deve stanziare se non vuole privarsi di questi reattori. L’azienda statale che gestisce questi reattori, Vattenfall, afferma che è necessario un piano di manutenzione delle centrali, e una loro eventuale chiusura porterebbe a destabilizzare una situazione energetica futura già poco sicura per la Svezia, come dichiarato da Torbjörn Wahlborg, CEO di Vattenfall: ”È allo stesso tempo che si prevede che la domanda di elettricità della Svezia sarà aumentata notevolmente e sarà raddoppiata o più rispetto ad oggi. Mettere fuori servizio questi reattori contemporaneamente potrebbe creare enormi problemi per l'approvvigionamento elettrico, se allo stesso tempo il consumo di elettricità fosse così elevato".

La Svezia ha bisogno di aumentare la propria produzione energetica, e il nucleare è una delle strade possibili per raggiungere l’obiettivo energetico del 2050, una strada che però non convince tutti. Diversi analisti sostengono che un aumento così elevato di energia possa portare ad un crollo dei prezzi nel mercato energetico, causando grossi problemi alle aziende che forniscono energia e riducendo la loro possibilità di investire per incrementare la produzione.

La decisione è in mano al governo svedese, che dopo le valutazioni e previsioni degli esperti deve decidere che strada seguire per guidare la Svezia verso un futuro energetico sicuro e più sostenibile possibile.

(Fonti:

[https://www.di.se/nyheter/industrin-behover-forutsagbar-el/]

[https://www.di.se/nyheter/investeringar-pa-50-miljarder-ska-halla-reakto...

[https://www.di.se/ledare/nodvandigt-att-staten-delar-karnkraftsrisken/]

[https://www.di.se/nyheter/forslag-staten-lanar-ut-300-miljarder-for-att-...

[https://en.wikipedia.org/wiki/1980_Swedish_nuclear_power_referendum])

 

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svezia)

Ultima modifica: Lunedì 20 Gennaio 2025
Martedì 20 Agosto 2024

Notizie dai mercati esteri - Svizzera

Vola l'export Made in Italy

Nel primo trimestre del 2024, l'Italia ha raggiunto il Giappone in termini di esportazioni di merci, secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore. Questo compiuto anche in un periodo di instabilità economica caratterizzato dalla crisi dei mercati finanziari, la recessione imminente negli Stati Uniti e la persistente stagnazione economica in Germania. L'export italiano, nonostante sia stato penalizzato dalla crisi tedesca, è diventato sempre più competitivo: le esportazioni del Made in Italy, malgrado una diminuzione del 1,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, hanno raggiunto i 168 miliardi di dollari, pari al valore di quelle giapponesi (che hanno registrato una diminuzione del 3%). Questo colloca l'Italia al quarto posto nel mondo a pari merito con il Giappone, considerando che l'export olandese, ufficialmente il quarto più alto, è costituito per il 60% da riesportazioni e merci in transito.

Maggiori dettagli qui: https://ccis.ch/vola-lexport-made-in-italy-italia-al-iv-posto-nel-mondo/

 

Decreto Omnibus: novità per i frontalieri in Svizzera

Novità in vista per i frontalieri. Il decreto Omnibus, introdotto il 9 agosto 2024, presenta un regime fiscale opzionale per lavoratori frontalieri che risiedono entro 20 km dal confine svizzero. Il Sole24Ore spiega che questi lavoratori possono scegliere questa tassazione sostitutiva dell'Irpef e delle addizionali, pari al 25% delle imposte pagate in Svizzera sui loro redditi lavorativi. Questa opzione è disponibile per i residenti di comuni italiani riconosciuti come "frontalieri" secondo un nuovo accordo Italia-Svizzera del 2020. I beneficiari devono anche versare una quota al servizio sanitario nazionale. Tuttavia, sono idonei solo i lavoratori che erano impiegati nei cantoni Grigioni, Ticino o Vallese per un datore di lavoro svizzero tra il 31 dicembre 2018 e il 17 luglio 2023. L'adesione al nuovo regime va indicata nella dichiarazione dei redditi.

Maggiori info qui: https://ccis.ch/decreto-omnibus-novita-per-i-frontalieri/

 

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera)

Ultima modifica: Martedì 21 Gennaio 2025
Martedì 20 Agosto 2024

Francia. Calo delle vendite di Champagne in tutti i mercati

L’anno 2024 è “ un’anno particolarmente complicato”, secondo Maxime Toubart, co-presidente del comitato interprofessionale del vino di Champagne.

Infatti, le vendite sono costantemente diminuite per 21 mesi consecutivi. Le ragioni ? Da un lato, questo calo proviene dalle condizioni metereorologiche durante tutto l’anno, le quali hanno causato la diminuzione e una sgradevole qualità dei raccolti ; dall’altro, corrisponde alle conseguenze del contesto geopolitico (principalmente con l’inflazione, il potere d’acquisto e l’aumento dei tassi di interesse). Se dopo un’anno disastroso causato dal covid nel 2020, l’attività ha conosciuto una grande accelerazione, nel 2024, c’è stato un calo del 12% rispetto al 2023 e del 16,5% rispetto al 2022.  

Se la tendenza sul mercato mondiale è di ribasso, alla fine di giugno, le esportazioni francesi soffrono di un calo del 10% su dodici mesi. Per lottare contro le difficultà attuali, tutti i protagonisti della regione di Champagne hanno deciso di limitare, a 10 000kg per ettaro la resa vendibile per 2024.

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio Italiana per la Francia di Marsiglia)

Ultima modifica: Lunedì 20 Gennaio 2025
Martedì 20 Agosto 2024

Notizie dai mercati esteri - Brasile

L’Italia vede “grandi opportunità” nelle ferrovie brasiliane

Il treno ad alta velocità tra San Paolo e Rio de Janeiro è uno dei punti forti

Pubblicato l’8 maggio 2024

I rappresentanti di 13 aziende italiane del settore ferroviario e della mobilità sostenibile hanno partecipato a un incontro d’affari a San Paolo per esplorare le “grandi opportunità” disponibili in Brasile, che vuole raddoppiare la quota del trasporto ferroviario nella matrice logistica del Paese dal 20% al 40% entro il 2035.

La missione è passata anche da Brasilia, dove è stata ricevuta dal governo federale, e rientra nel programma di “diplomazia della crescita” promosso dal vicepremier e ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani.

“Il bilancio è molto, molto positivo, superiore anche alle nostre più ottimistiche previsioni”, ha detto all’ANSA il vicedirettore centrale all’Internazionalizzazione economica della Farnesina, Carlo Romeo, che faceva parte di una delegazione composta anche da rappresentanti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, della banca di sviluppo Cassa Depositi e Prestiti e delle agenzie italiane di sviluppo ICE, Sace e Simest.

“Le aziende notano un grande interesse e hanno potuto conoscere le opportunità del Brasile, che sono grandi perché è un Paese che ha bisogno di modernizzare il sistema”, ha aggiunto il diplomatico durante l’incontro presso la Federazione delle Industrie dello Stato di San Paolo (Fiesp).

Uno dei progetti nel mirino delle imprese italiane è il treno ad alta velocità tra la capitale San Paolo e Rio de Janeiro, vecchio sogno del Brasile e promesso per l’inizio del prossimo decennio. “Di certo attira la nostra attenzione, certo che bisogna conoscerlo bene, per questo siamo venuti, per cercare di capirne meglio la fattibilità”, l’ha detto all’ANSA Carlo Palasciano, CIO del gruppo Ferrovie dello Stato, la principale azienda italiana del settore ferroviario. “Abbiamo osservato un forte interesse da parte delle autorità brasiliane per i treni come soluzione sostenibile per i trasporti”, ha sottolineato.

Il console generale italiano a San Paolo, Domenico Fornara, ha sottolineato durante l’evento la complementarità delle economie dei due Paesi, soprattutto nel campo della mobilità sostenibile. “L'Italia ha eccellenza ed esperienza nel settore, il che può essere molto positivo per il partenariato bilaterale”, ha affermato.

(Fonte: Terra/ANSA Brasil)

 

Brasile | Facilitazione degli scambi e controllo doganale? Portale Unico del Commercio Estero (Comex)

Territorio doganale

Facilitazione degli scambi e controllo doganale? Portale Unico del Commercio Estero (Comex)

Di Fernando Pieri Leonardo e Alexandre Zambrano | Pubblicato il 25 giugno 2024

La CQR (Convenzione Rivista di Kyoto) dell’OMD (Organizzazione Mondiale delle Dogane), nella sua Appendice I, ha cercato, in considerazione delle sfide esistenti al momento della sua pubblicazione nel 1999, di stabilire misure per promuovere il commercio internazionale legittimo.

Nuove sfide, come la globalizzazione e la crescita del commercio globale, nonché le minacce alla sicurezza delle nazioni, presenti nelle azioni terroristiche, nel traffico di droga, nel traffico di armi, nella tratta di esseri umani e nel riciclaggio di denaro, hanno evidenziato la necessità di adattare il documento originale del 1973.

In questo ambito, la CQR ha sostenuto, nella sua Appendice I, il riconoscimento dell’indispensabile conciliazione tra i benefici derivanti dall’agevolazione del commercio internazionale e le norme che regolano il controllo doganale, nonché scegliendo, per raggiungere i propri obiettivi, alcuni principi, evidenziando, per scopi di questo articolo, “l’adozione di tecniche moderne, quali sistemi di gestione del rischio e di controllo di audit, nonché l’uso più ampio possibile delle tecnologie dell’informazione”.

In questo senso, l’Allegato Generale della CQR afferma, nella sua Regola 6.9: “Le Amministrazioni Doganali devono fare il più ampio uso possibile della tecnologia dell’informazione e del commercio elettronico per rafforzare il controllo doganale”.

Per quanto riguarda l’uso più ampio possibile dell’IT, in specifico sviluppo, l’articolo 10.4 dell’AFC/WTO, indirizza i paesi firmatari a stabilire un unico punto di ingresso per la presentazione di documenti e informazioni richiesti per l’importazione, l’esportazione e il transito di merce provenienti dall’estero.

L’idea di un Portale Unico o uno Sportello Unico è una delle migliori risposte alle sfide affrontate dalle dogane. Centralizzare in un unico portale tutti i controlli doganali, siano essi diretti, da parte delle dogane o degli enti consenzienti, unificando l'invio delle informazioni, consentendo la verifica anticipata delle informazioni, ottimizzando il pagamento delle imposte, consentendo un unico controllo da parte di tutti gli enti coinvolti, tutto ciò, apportando maggiore prevedibilità e sicurezza giuridica per le parti coinvolte, costituisce una risposta intelligente ed efficiente alla sfida di controllare e agevolare il commercio legittimo.

Il commercio estero gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’economia globale, ed è fondamentale cercare di migliorare gli scambi commerciali riducendo le misure burocratiche che appesantiscono inutilmente le procedure doganali. In Brasile sono state implementate diverse misure con questo obiettivo, tra le quali lo sportello unico, chiamato Portale Unico del Commercio Estero (Siscomex), è uno delle principali.

Sulla base di standard e pratiche internazionali, lo sviluppo del Portale Unico è iniziato nel 2014, come parte di un’iniziativa del governo federale per modernizzare e semplificare i processi di importazione ed esportazione nel Paese.

Il coordinamento del progetto viene svolto congiuntamente dal Ministero delle Finanze e dal Ministero dello Sviluppo, dell'Industria, del Commercio e dei Servizi (MDIC), in stretta collaborazione con altri enti pubblici e, soprattutto, con diversi soggetti rappresentativi del settore imprenditoriale. Questa partnership tra il settore pubblico e quello privato è stata fondamentale per garantire che il sistema potesse soddisfare le esigenze di tutti gli attori coinvolti.

Tra gli obiettivi del Portale Unico spicca l’integrazione dei processi doganali, centralizzando lo scambio di informazioni. Pertanto, ai sensi dell’articolo 9º-C del Decreto n. 660/92, 22 organi ed entità della pubblica amministrazione federale dovrebbero agire nello sviluppo e nell’attuazione del Portale Unico, in collaborazione con il Ministerio delle Finanze (MF) e il MDIC.

In questo contesto, il decreto n. 660/92, al comma 1 dell’articolo 4, ha stabilito che tutti i requisiti, licenze o autorizzazioni direttamente applicabili alle operazioni commerciali debbano essere richiesti agli operatori attraverso il Portale Unico. Oltre all’integrazione, viene evidenziata la semplificazione delle procedure, considerando che la piattaforma consente l’invio elettronico di documenti e informazioni necessarie allo sdoganamento.

Ciò elimina la necessità di procedure fisiche e ridondanze nella fornitura di informazioni, automatizzando passaggi precedentemente costosi e riducendo tempi e costi associati. Il Portale Unico promuove inoltre una maggiore trasparenza e prevedibilità delle operazioni commerciali, consentendo una migliore gestione dei processi logistici e un maggiore controllo sulle transazioni, contribuendo anche alla riduzione degli errori e all’aumento della conformità doganale.

È anche importante ricordare che il sistema offre notevoli vantaggi agli organismi di controllo, favorendo la gestione del rischio e, quindi, un rapido rilascio del carico.

Dal punto di vista economico, in uno studio pubblicato dalla Confederazione Nazionale delle Industrie (CNI) nel 2021, valutando l’impatto economico del programma, si è riscontrato che i costi indiretti con la burocrazia relativa alle operazioni di commercio estero sono diminuiti notevolmente.

Tra il 2014 e il 2020, il cosiddetto “Costo-Brasile” è passato da un equivalente tariffario del 14% al 7% sulle importazioni e dal 13% al 4% sulle esportazioni. Ciò rappresenta un risparmio stimato di oltre 50 miliardi di dollari all’anno per gli operatori (se si considera il flusso commerciale del 2022 e si elimina il “Costo-Brasile” dal 2014), a dimostrazione del miglioramento del contesto imprenditoriale promosso dalla modernizzazione dei mercati esteri brasiliani. commercio.

 

Riprogettazione dei processi

Sulla base dell’analisi dei punti di inefficienza dei processi doganali e delle opportunità di miglioramento, è stata effettuata una riprogettazione dei processi di esportazione e importazione. Il Nuovo Processo di Esportazione è già pienamente attuato, utilizzando la Dichiarazione Unica di Esportazione (DU-E). L’integrazione di DU-E con la fattura elettronica ha consentito di generare la dichiarazione di esportazione sulla base dei dati della fattura di esportazione, riducendo gli errori di compilazione e aumentando la sicurezza.

È in fase di sviluppo e progressiva implementazione il Nuovo Processo di Importazione (NPI), attraverso l’utilizzo della Dichiarazione Unica di Importazione (Duimp), con un’importante fase di migrazione prevista per ottobre 2024. Da quella data in poi la maggior parte delle operazioni di importazione verranno effettuate con registrazione Duimp e impedimento alla registrazione di DI (Dichiarazione di Importazione).

Ci sarà un aggiornamento dell’IN RFB [Agenzia delle Entrate del Brasile] 680/06 per collegarlo all’Ordinanza Coana (Coordinamento Generale dell’Amministrazione Doganale) 77/2018. Con la Duimp, la registrazione e il trattamento anticipato delle dichiarazioni diventeranno la regola generale.

Di conseguenza, effettuare una gestione del rischio, anche in anticipo, garantirà maggiore sicurezza nei controlli doganali, al tempo stesso, maggiore efficienza logistica, con la previsione di tempi ancora più brevi di permanenza delle merci nelle aree doganali. Nella maggior parte dei casi, la merce arriverà nel Paese già sdoganata e pronta per essere consegnata all’importatore.

 

Controllo del Carico e dei Transiti (CCT) sulle importazioni

Attuato nell’agosto 2023, questo sistema consente di controllare le merci trasportate via aerea sui voli regolari. In un’ottica di semplificazione dei processi, maggiore fluidità nel flusso logistico delle merci, minori interventi manuali da parte dell’Agenzia delle Entrate e maggiore efficienza nei controlli doganali, il CCT si basa sull’informazione anticipata, attraverso l’adozione dello standard internazionale dell’International Air Transport Association – Iata Cargo-XML per la manifestazione elettronica dell’Air Wailbill (e-AWB).

Con l’uso intensivo dell’IT e della gestione del rischio, si stima una riduzione del 90% degli interventi umani nei flussi logistici e una riduzione dell’80% del tempo medio di rilascio delle merci aeree.

 

Altri esempi di strumenti del Portale Unico

Oltre il CCT Importazione, ci sono innovazioni e strumenti del Portale Unico: catalogo prodotti: consente all’importatore di descrivere, in modo standardizzato, le caratteristiche della propria merce, facilita il riutilizzo delle informazioni per transazioni future, riduce il numero di errori nella compilazione delle dichiarazioni e velocizza l’analisi delle operazioni da parte della Pubblica Amministrazione.

Pagamenti Centralizzati del Commercio Estero (PCCE): consente la gestione di tutti i pagamenti fiscali relativi alle operazioni di commercio estero. In questo modo, oltre alle tasse federali, è possibile pagare l’ICMS (Imposta sulla Circolazione delle Merci e sulla Prestazione di Servizi) – importazione, eliminando anche la necessità di presentare qualsiasi prova per rilasciare il carico.

Automazione del controllo dei crediti d'imposta: PCCE ha consentito anche l’integrazione dei sistemi di commercio estero con i sistemi di riscossione e controllo del credito d’imposta dell’Agenzia delle Entrate del Brasile. Con ciò sarà possibile automatizzare lo svincolo dei crediti, magari eccedenti, a favore del contribuente in maniera automatica in caso di annullamento o rettifica della DI/Duimp.

Licenze, autorizzazioni, certificati e altri documenti (LPCO): licenze di importazione, che, dopo la pubblicazione del Decreto n. 11.577/23, sono diventate valide per più spedizioni, sia per quantità (peso, volumi, ecc.) che per periodo determinato. Mentre nel vecchio processo l’importatore doveva ottenere una nuova licenza per ogni nuova dichiarazione di importazione (anche con informazioni identiche), riscuotere tasse e controllare un numero di licenza, con il nuovo processo potrà riutilizzare la stessa licenza.

API-Recinti: attraverso un’integrazione tra i sistemi delle concessionarie e il Portale Unico, gli amministratori di recinti, depositi e operatori portuali invieranno all’Agenzia delle Entrate (in modo automatico e istantaneo) le informazioni di interesse ispettivo, relative alle operazioni di ingresso e uscita delle persone e veicoli, movimento delle merci, scansione dei veicoli e stoccaggio delle merci.

Canale Unico Dichiarativo e Sportello Unico Ispettivo: consente un’azione coordinata e parallela di tutti gli organi consenzienti, favorendo una maggiore efficienza e agilità nel flusso delle merci basata sul coordinamento e parallelismo di azione tra l’Agenzia delle Entrate e gli organi, in particolare l’Agenzia Nazionale per la Sorveglianza Sanitaria (Anvisa) e il Ministero dell’Agricoltura, dell’Allevamento dell’Approvvigionamento (Mapa).

Ispezione fisica a distanza delle merci: con le prime soluzioni implementate nel 2019, è stata di fondamentale importanza durante la pandemia, preservando la salute dei lavoratori e garantendo il buon funzionamento delle operazioni nei porti dove la soluzione era già operativa, essendo regolamentata dall’Ordinanza Coana n. 75/22.

 

Uso intensivo dell’intelligenza artificiale

L’Agenzia delle Entrate del Brasile è in prima linea nello sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale, come il Sistema di Selezione Doganale tramite Apprendimento Automatico (Sisam). Il Sisam viene utilizzato per rilevare varie infrazioni doganali, soprattutto in caso di errori di classificazione tariffaria.

È interessante notare che gli strumenti di intelligenza artificiale di cui dispone l’Agenzia delle Entrate non sono limitati al proprio utilizzo. Questi strumenti dirompenti sono stati integrati con i moduli del Portale Unico, consentendone l’utilizzo da parte degli operatori del commercio estero.

Ad esempio, quando l’importatore presenta la Duimp per la registrazione, il sistema attiva automaticamente lo strumento diagnostico. Questo strumento è integrato nel sistema di gestione dei rischi doganali e utilizza le funzionalità del Sisam per verificare se ci sono eventuali discrepanze. Qualora vengano individuati possibili errori, il sistema informa i contribuenti, consentendo eventuali modifiche ritenute necessarie, prima che la dichiarazione venga effettivamente registrata.

Un altro sistema che utilizza l’intelligenza artificiale per favorire gli adempimenti doganali è il Classif (Classificazione Fiscale delle Merci), disponibile gratuitamente e senza restrizioni attraverso il Portale Unico. Questo sistema contiene simulatori di trattamento amministrativo (relativo a licenze, divieti e restrizioni) e fiscale (aliquote fiscali, preferenze tariffarie, dazi antidumping, tariffe ex, ecc.) per ciascun codice NCM (Nomenclatura Comune del Mercosur).

Inoltre, Classif fornisce le Regole Generali di Interpretazione, le Note Esplicative del Sistema Armonizzato (Nesh), le note complementari della NCM e le Soluzioni di Consultazione, assistendo nelle ricerche e negli studi finalizzati alla corretta classificazione da parte dell’utente.

 

Conclusione

La realizzazione e la progettazione del Portale Unico Siscomex sono esempi di collaborazione di successo tra lo Stato e il settore privato. Nonostante i progressi raggiunti, restano ancora sfide da affrontare per la completa migrazione delle operazioni di importazione sul Portale, nel rispetto dei tempi stabiliti, soprattutto in relazione alle integrazioni di sistema di altri attori pubblici, come i dipartimenti delle finanze statali e alcuni organismi consenzienti.

La comunità del commercio estero attende con impazienza la piena attuazione del Portale Unico. La totale automazione dei processi e l’integrazione dei sistemi comporterà una maggiore prevedibilità delle transazioni e una significativa riduzione dei costi e delle scadenze per il rilascio delle merci. Si spera che questo processo garantisca un maggiore inserimento del Brasile nel commercio internazionale, stimolando le esportazioni brasiliane, l’accesso a nuovi mercati e la competitività delle aziende brasiliane sulla scena globale.

Questo risultato è già visibile osservando l’espansione della filiera commerciale brasiliana, che ha superato per la prima volta i 600 miliardi di dollari nel 2022 e ha mantenuto le esportazioni in crescita nel 2023, con una crescita dell’1,7% rispetto all’anno precedente.

(Fonte: ConJur – Consultor Jurídico)

 

Brasile | Gli Stati del Sud-Est e del Sud guidano l’indice di innovazione nazionale

Il Brasile è il sesto paese al mondo ad avere un proprio indice

Pubblicato il 05/08/2024 - Di Mariana Tokarnia – Giornalista presso Agência Brasil

San Paolo, Santa Catarina, Paraná, Rio de Janeiro e Rio Grande do Sul sono le economie più innovative del Brasile, secondo la prima edizione dell’Indice Brasile per l’Innovazione e lo Sviluppo (IBID), pubblicato questo lunedì (5) dall’Istituto Nazionale di Proprietà Industriale (INPI), agenzia collegata al Ministero dello Sviluppo, dell’Industria, del Commercio e dei Servizi.

L’IBID si misura su una scala che varia da 0 a 1. L’indice tiene conto di diversi aspetti per identificare i leader nazionali e regionali nell'innovazione. L’indice è composto da 74 indicatori, suddivisi in sette pilastri: istituzioni, capitale umano, infrastrutture, economia, business, conoscenza e tecnologia ed economia creativa. Questi pilastri, a loro volta, sono suddivisi in 21 dimensioni, come credito, investimenti, istruzione, contesto normativo, sostenibilità, creazione di conoscenza, beni immateriali, tra gli altri.

San Paolo è il grande leader nazionale con IBID 0,891. Al secondo posto c’è lo stato di Santa Catarina, con un indice di 0,415; segue il Paraná, con 0,406; Rio de Janeiro, con 0,402; e Rio Grande do Sul, con 0,401. La media nazionale è 0,291.

 

Primo indice brasiliano

L’IBID è stato sviluppato sulla base della metodologia del Global Innovation Index (IGI), dell’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (OMPI). Secondo l’INPI, l’indice brasiliano è il sesto indice nazionale creato utilizzando questa metodologia. A livello mondiale, solo l’Unione Europea, la Cina, l’India, la Colombia e il Vietnam hanno i propri indici.

L’IGI viene pubblicato dal 2007 e classifica 132 paesi in base al loro potenziale e alle sfide. Nell’edizione più recente, nel 2023, il Brasile occupava la 49esima posizione nella classifica mondiale e la prima posizione nella classifica regionale (America Latina e Caraibi), risalendo di cinque posizioni rispetto all’anno precedente.

“Il Brasile è un Paese di dimensioni continentali e presenta una profonda diversità in tutto il suo vasto territorio. E questa diversità in Brasile è visibile, è rappresentata da un insieme di indicatori economici, sociali, ambientali, culturali e demografici. E l’obiettivo dell’IBID in questo contesto è proprio quello di colmare un’importante lacuna nel sistema statistico nazionale”, spiega il capo economista dell’INPI, Rodrigo Ventura.

“Fino ad oggi nel campo dell’innovazione c’era una lacuna. Una lacuna importante nel sistema statistico nazionale, cioè un indicatore che consentirebbe al Brasile di avere un ritratto della sua realtà nel campo dell’innovazione da una prospettiva regionale, da una prospettiva territoriale”, sottolinea.

 

Disuguaglianze

Le classifiche prodotte sulla base dei risultati dell’IBID evidenziano le disuguaglianze e le diversità nazionali. Mentre le regioni del Sud-Est e del Sud concentrano l’innovazione nel Paese, con gli Stati che occupano sette delle prime otto posizioni nella classifica generale, le regioni del Nord e del Nord-est si concentrano in fondo alla classifica. Le ultime 15 posizioni sono occupate da Stati di entrambe le regioni. Il Centro-Ovest occupa una posizione intermedia nella classifica generale IBID.

Dai dati emerge, però, che considerando il livello di reddito della popolazione – misurato dal Prodotto Interno Lordo (PIL) pro capite, cioè la somma della produzione e della ricchezza prodotta nello Stato, divisa per il numero degli abitanti – le economie del Nord-Est ottengono risultati migliori del previsto in termini di innovazione.

In totale, 14 delle 27 unità federative registrano risultati di innovazione superiori a quelli attesi per il loro livello di sviluppo economico. Si chiamano esponenti dell'innovazione IBID. Otto sono stati del nord-est: Maranhão, Paraíba, Piauí, Ceará, Sergipe, Rio Grande do Norte, Pernambuco e Bahia.

D’altro canto, lo studio mostra che 13 economie hanno ottenuto risultati inferiori alle aspettative in termini di innovazione. Questo gruppo comprende Alagoas, Espírito Santo, oltre ai sette stati della Regione Nord - Amapá, Acre, Roraima, Pará, Amazonas, Rondônia e Tocantins - il Distretto Federale e gli altri stati del Centro-Ovest: Mato Grosso, Mato Grosso do Sul e Goiás.

 

Innovazione

Secondo l’INPI, l’innovazione è “una chiave per il progresso economico e la competitività delle economie, indipendentemente dal loro livello di reddito”, si legge nel rapporto.

L’istituto sottolinea che la definizione di innovazione è stata ampliata e non è più limitata ai laboratori di ricerca e sviluppo o agli articoli scientifici pubblicati. In questo senso, ritiene essenziale che l’innovazione avvenga “in modo socialmente inclusivo, ambientalmente sostenibile e territorialmente integrato”, si legge nel testo.

I risultati, secondo Ventura, potrebbero evidenziare pratiche replicabili a livello nazionale. “Ogni Stato presenta sfide diverse, potenzialità diverse e questa è la ricchezza in termini di dati, in termini di informazioni portate da IBID. Le diverse dinamiche e profili degli ecosistemi locali di scienza, tecnologia e innovazione”, afferma e aggiunge: “Rafforza, porta informazioni e dati sulle sfide e sul potenziale di ogni Stato, di ogni regione. Non solo le sfide, gli ostacoli, ma anche quali Stati si distinguono su determinati temi e che, quindi, probabilmente hanno le soluzioni o hanno seguito percorsi copiabili dai loro pari”.

(Fonte: Agência do Brasil | Economia)

(Contributo editoriale a cura della Câmara de Comércio Italiana de São Paulo - ITALCAM)

Ultima modifica: Lunedì 20 Gennaio 2025
Lunedì 19 Agosto 2024

Notizie dai mercati esteri - Polonia

Disavanzo di bilancio di oltre 80 miliardi di PLN

Alla fine di luglio il disavanzo di bilancio ammontava a 82,8 miliardi di PLN, che rappresenta circa il 45% della previsione annuale. Rispetto al piano per il 2024 i ricavi sono stati realizzati nel 52,2% e le spese nel 50,7%. La maggior parte dei soldi è stata spesa per lo ZUS, per le amministrazioni locali, nonché per la difesa. Le entrate del bilancio statale ammontano a circa 365,5 miliardi di PLN, in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La maggiore crescita di entrate provengono dal PIT, cioè dalle persone fisiche e dai piccoli imprenditori. Le entrate dal CIT sono aumentate del 23% e quelle dal VAT del 20%. Meno sono aumentate le entrate derivanti dalle accise (7,5%).  Le spese più elevate sono state registrate nelle seguenti parti del Bilancio: ZUS (Istituto delle assicurazioni sociali) 91,5 miliardi di PLN, le sovvenzioni generali agli enti locali 77,7 miliardi di PLN, la difesa nazionale 49,2 miliardi di PLN, il servizio del debito del Tesoro 35,8 miliardi di PLN, i bilanci provinciali 30,2 miliardi di PLN, gli affari interni 24,1 miliardi di PLN, le risorse proprie dell’UE 18,7 miliardi di PLN e l’istruzione superiore 17,9 miliardi di PLN. 

 

Nel 2023 esportazioni cresciute di 21 miliardi di zloty, raddoppiate in 7 anni

Secondo l'ultimo rapporto Eurostat le esportazioni polacche sono aumentate di 21,5 miliardi di euro l'anno scorso. Ciò si riferisce all'esportazione sia di beni che di servizi. Di conseguenza, la Polonia ha raggiunto 434 miliardi di euro di vendite all'estero. In soli sette anni, ha raddoppiato il risultato, che rafforza il tasso di cambio dello zloty e migliora la ricchezza della Polonia che registra buoni dati sulla disoccupazione e una crescita salariale record. Negli ultimi cinque anni, le esportazioni polacche di beni e servizi sono aumentate del 65%, mentre quelle tedesche solo del 24%. Solo Serbia (+92%), Montenegro (+74%), Irlanda (+67%), Albania (+66%) e Lituania (+65%) possono vantare una dinamica di vendite all'estero in Europa più elevata, ma i tre paesi balcanici menzionati partano da un livello basso. Le esportazioni polacche di merci verso la Germania sono aumentate di 3,3 miliardi di euro, verso la Francia di 2,05 miliardi di euro, verso l'Ucraina di 1,7 miliardi di euro, verso la Spagna di 883 milioni di euro. Nel caso delle esportazioni verso la Germania, l'aumento maggiore può essere vantato dalle fabbriche automobilistiche e dalle aziende di trasporto situate in Polonia. Al secondo posto si è classificata la produzione di cibo, legno e sigarette e al terzo posto la produzione di materiali da costruzione. Le esportazioni dell'industria automobilistica e dei servizi di trasporto verso la Francia, così come le esportazioni di materiali da costruzione, sono cresciute in modo simile alla Germania. Le esportazioni di armi verso l'Ucraina sono cresciute principalmente, da 502 milioni di euro a 1,4 miliardi di euro (+56%). La Polonia esporta lì anche apparecchiature informatiche e attrezzature di trasporto. Queste sono le cose più necessarie in guerra, per le quali l'Ucraina paga con fondi ottenuti principalmente dagli USA e dai paesi dell'Unione Europea. Infine, verso la Spagna, si sono registrati i maggiori incrementi nell'esportazione di attrezzature e servizi di trasporto e di cibo.

(Fonte: Polonia Oggi, Gazzetta Italia)

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e dell'Industria Italiana in Polonia)

Ultima modifica: Lunedì 20 Gennaio 2025
Lunedì 19 Agosto 2024

Notizie dai mercati esteri - Turchia

Settore automobilistico. I dati relativi all’esportazione nei primi 6 mesi del 2024

Secondo i dati sul settore resi noti a luglio dall’Associazione degli esportatori dell’industria automobilistica (OİB) in collaborazione con l’Assemblea degli esportatori della Turchia (TİM), l'industria dell’auto nei mesi gennaio-giugno 2024 ha consolidato la sua posizione di principale settore esportatore della Turchia (14,1% sul totale). Il primo semestre si è chiuso con vendite all’estero pari a USD 17,7 mld, prevalentemente nei Paesi europei, con un incremento del 2,3% rispetto allo stesso periodo del 2023.

I Paesi dell’Europa rappresentano il primo mercato di sbocco dell’industria automobilistica turca, assorbendo il 53% delle esportazioni totali della Turchia. La Germania si colloca al primo posto, con importazioni pari a USD 2,44 mld, seguita dalla Francia (USD 2,07 mld), dal Regno Unito (USD 1,94 mld) e dall’Italia (USD 1,66 miliardi mld). L’Italia precede Spagna (con importazioni pari a USD 1,23 mld), Polonia, Slovenia, Belgio, Stati Uniti e Romania. Nel semestre in considerazione, OİB ha osservato un incremento delle vendite verso l’Arabia Saudita (+238%) e verso l’Australia (+114,7%).

 

Kastamonu Entegre: nuovi investimenti in Italia

“Kastamonu Entegre” ha aperto una nuova linea di produzione, operativa dallo scorso mese di giugno, presso il suo stabilimento di pannelli di legno truciolato a Pomposa (FE), con un investimento pari a 30 mln di Euro. Gli investimenti totali in Italia della Holding turca hanno raggiunto i 215 mln milioni di Euro, confermando la Holding Kastamonu come uno dei più grandi investitori turchi nel nostro Paese.

Haluk Yildiz, CEO di Kastamonu Entegre ha affermato che il recente nuovo investimento è un ulteriore fondamentale tassello nell’espansione del Gruppo nella rete di distribuzione in Italia.

L’azienda turca ha iniziato a produrre in Italia acquisendo nel 2017 il Gruppo Trombini, terzo produttore di pannelli in legno in Italia. Oggi Kastomonu possiede stabilimenti di produzione, oltre che in provincia di Ferrara, in Romania, Bulgaria, Bosnia ed Erzegovina e Federazione Russa e si colloca al 7° posto nel mondo e al 4° in Europa per la produzione di pannelli in legno truciolato, pavimenti in laminato e pannelli per porte.

 

Turismo. I dati del Ministero della Cultura e del Turismo nei primi sei mesi del 2024

Secondo i dati presentati lo scorso 25 giugno dal Ministero della Cultura e del Turismo, la Turchia ha accolto nei primi sei mesi del 2024 circa 21,6 milioni di stranieri, con un incremento del 10,3% rispetto al medesimo periodo del 2023.

Nel semestre gennaio-giugno 2024, Istanbul ha accolto il 39,5% dei visitatori stranieri, pari a 8.562.167 di presenze, seguita da Antalya 27,2% (5.886.594), Edirne (2.049.794) e Muğla (1.232.255), rispettivamente con il 9,5% e il 3,5% dei visitatori.

In termini di provenienza geografica, i turisti russi si sono collocati al primo posto (2.688.924), seguiti dai tedeschi (2.467.162) e dai britannici (1.773.427).

Gli italiani che si sono recati per turismo in Turchia nel periodo gennaio-maggio 2024 sono stati invece 257 mila (1,2% del totale), con un aumento di circa il 14,9% rispetto all’analogo intervallo del 2023.

 

Commercio estero della Turchia. L’ultimo rapporto Turkstat-Ministero del Commercio

Secondo i dati diffusi il 31 luglio scorso da Turkstat in collaborazione con il Ministero del Commercio, nei primi sei mesi del 2024 le esportazioni e le importazioni turche sono state rispettivamente pari a USD 126,3 mld e USD 168,9 mld. In rapporto allo stesso intervallo del 2023, per le prime si è registrata una crescita del 2,6% e per le seconde si è registrata invece una contrazione del 8,4%.

Nel primo semestre del 2024 è stato registrato un deficit complessivo di USD 42,6 mld, in diminuzione del 30,5% se comparato all’analogo semestre del 2023.

A livello geografico, nei mesi in osservazione, i principali mercati di sbocco per le merci turche sono stati Germania (USD 10,2 mld), USA (USD 7,8 mld), Regno Unito (USD 6,9 mld), Italia (USD 6,4 mld) e Iraq (USD 6,2 mld).

Relativamente alle importazioni, nel periodo gennaio-giugno 2024, i primi Paesi fornitori sono stati Russia (USD 22 mld), Cina (USD 21,2 mld), Germania (USD 12,7 mld), Italia (USD 9,6 mld) e Stati Uniti (USD 8,1 mld).

 

I flussi IDE. I dati YASED sui primi cinque mesi del 2024

Secondo i dati diffusi il 12 luglio scorso dall’Associazione non governativa degli Investitori Internazionali nel Paese (YASED), il valore netto degli IDE in Turchia nel periodo gennaio-maggio 2024 è stato pari a USD 3,8 mld, con una contrazione del 15% rispetto all’analogo periodo del 2023. Tali afflussi hanno rappresentato il 22% del deficit di parte corrente.

Il dato degli IDE in Turchia nell’intervallo in esame comprende USD 2,3 mld in capitale azionario, USD 1,4 mld da vendite immobiliari a residenti stranieri e USD 547 mln per strumenti di debito. Contestualmente, vi è stato un disinvestimento pari a USD 436 mln.

Nel mese di maggio 2024, con una quota pari al 39% del totale degli IDE, la Norvegia guida la classifica dei dieci principali investitori in Turchia.

Il recente rapporto “UNCTAD WIR 2024” che analizza i flussi degli IDE a livello mondiale indica che la Turchia ha raccolto lo 0,8% del totale dei flussi IDE rispetto all’obiettivo dichiarato di raggiungere l’1,5% della quota globale.

 

(Contributo editoriale a cura della Camera di Commercio e Industria Italiana in Turchia)

 

 

Ultima modifica: Lunedì 20 Gennaio 2025